×

We use cookies to help make LingQ better. By visiting the site, you agree to our cookie policy.

image

Aldo Pecora (canale YouTube), Vita da Hacker: il web che Google non può vedere - YouTube (1)

Vita da Hacker: il web che Google non può vedere - YouTube (1)

... Io uso Gmail come uso l'iPhone: li uso per farmi tracciare, per lasciare a

quelli che devono controllarmi di controllarmi, poi quando non mi voglio

- Il vecchio modello del 3310, vero? Non quello nuovo... Il vecchio modello, esatto. Quindi

- Il vecchio modello del 3310, vero? Non quello nuovo... Il vecchio modello, esatto. Quindi

uso un vecchio modello Nokia con una sim turca intestata a un curdo morto e... (pace all'anima sua)

- Si può dire questa cosa... è divulgabile? Sì, sì!

- Arturo, se dovessimo provare a spiegare il lavoro che fai, è più giornalistico, è più di

divulgazione, è più di... "politica"? Il tema anche soprattutto fare

informazione sui temi della privacy, dei diritti alla privacy, dei dati personali,

la sicurezza informatica... che tipo di lavoro è? Il mio desiderio quando lavoro

è di aiutare le persone a capire meglio il mondo che le circonda, e riesco a farlo

soltanto se ho già capito io. Quindi in realtà

cerco di studiare, di capire le cose per me. E una volta che le ho capite per me, se le

ritengo importanti, provo a raccontarle agli altri. - I direttori dei giornali si

fidano di te quando proponi un pezzo? C'è stato un momento

nel quale, pur capendo l'importanza di quel pezzo, hanno voluto non pubblicarlo?

I direttori dei giornali sono sempre fidati di me e, anzi, mi hanno difeso.

Devo dire che quelli che mi hanno difeso di più sono stati i direttori... in particolare

un direttore che è Gianni Riotta, quando scrivevo per Il Sole 24 Ore.

Mi sono sempre trovato molto bene con La Repubblica, di cui non sempre ho

condiviso e condivido la linea politico-editoriale, e mi sono sempre trovato bene

per la grande attenzione al prodotto del giornale che è pubblicare notizie.

- Oggi il giornalista non è più quello che scrive l'articolo e basta, il

giornalista ha i suoi canali sui social, può essere contattato, può avere anche

accesso a informazioni dirette con una velocità impressionante. Prima non era possibile...

Io penso che il giornalista puro, come figura

professionale semmai sia esistita oggi è in via di estinzione, nel senso che

intanto i giornalisti all'interno delle redazioni, collocati all'interno delle

redazioni, sono sempre di meno. La filosofia, il business model ormai di

tutti i giornali anche dei grandi giornali patinati cartacei finanziati da

soldi pubblici e con grandi investitori pubblicitari

la filosofia, il business model presuppone di avere poche persone molto

qualificate all'interno della redazione che gestiscono una grande pletora di

collaboratori esterni, quelli che chiamiamo "freelance". Quindi il

giornalismo che era basato su una grande redazione, dove c'erano delle categorie

specifiche che contribuivano insieme a produrre il pezzo, il servizio, eccetera

non esistono più anche perché l'avvento dei mezzi di comunicazione personale ha

fatto sì che tutti quanti noi diventassimo... facessimo il "one man show"

cioè giornalisti capaci di raccontare una storia con un audio, con un video, con

una fotografia e poi con un testo... nel senso che nella nostra società

dell'immagine è venuta meno anche l'importanza della scrittura, che si è

dovuta adeguare i formati del web: se ci fate caso, soprattutto sui giornali

della carta stampata, il testo scritto si riduce, aumenta il font size degli

articoli, lo spazio, l'interlinea... ( - Ci sono più fotografie...)

Ci sono più fotografie, e così via, e questo è un trend che dura da dagli anni Duemila però la colpa

è dei lettori. La colpa è dei lettori che non vogliono pagare le news

soprattutto se le news sono online ritengono un loro diritto

leggere le cose che qualcun altro ha pubblicato e per le quali è stato pagato

o deve essere pagato. E soprattutto di un fenomeno che è generale quindi...

- Mi fai un assist, in questo caso, perché se qualcosa è gratis si dice spesso che allora

il prodotto sei tu... Assolutamente sì.

- E quindi in questo caso anche l'informazione gratuita ti utilizza come prodotto...

Assolutamente sì. Questo vale per tutto, vale per le mail

gratuita di Gmail... io personalmente uso Proton Mail, pago

un po' di soldi all'anno, finanzio il progetto ed ho una mail cifrata, sicura, con

un un nome che non riporta a chi sono veramente io, e accetto di pagare

qualcosa in più. In realtà io uso Gmail come uso uso l'iPhone: li uso per

farmi tracciare, per lasciare a quelli che devono controllarmi di controllarmi.

Poi quando non mi voglio fare controllare uso un Nokia 3310 con una sim turca...

- Il vecchio modello del 3310, non quello nuovo...! Il vecchio, esatto. Uso un vecchio

modello Nokia con una sim turca intestata a un curdo morto (pace all'anima sua)...

- Si può dire questa cosa? È divulgabile? Sì, sì, perché no...

E quando uso la posta elettronica uso Gmail se voglio farmi eventualmente tracciare.

- C'è stato un momento nel quale sicuramente non tantissimo tempo fa,

ma neanche poco, hai capito che era

importante iniziare a non farsi tracciare o comunque non fare come

Hansel e Gretel che lasciano le mollichine per essere ritrovati. Quando è

stato quel momento che hai capito quanto fosse importante il fatto di essere sicuri

all'interno della Rete, che è Internet, di sentirci al sicuro?

Io ho sempre pensato che la privacy in Internet fosse importante, e il motivo è

presto detto. Io comincio da interessarmi di computer lavorando insieme a un

gruppo di hacker nell'underground romano, al Forte Prenestino, un centro

sociale occupato, dove ho imparato gran parte delle cose che conosco.

E poi questa esperienza l'ho continuata all'Università di Stanford, dove facevo

il ricercatore e insegnavo: anche lì ho incontrato degli hacker importanti con

cui sono ancora amico, come Richard Stallman...

Ho sempre pensato che la privacy fosse importante perché alla fine noi al Forte

Prenestino ci occupavamo, cioè usavamo i computer per discutere di argomenti che

non trovano spazio nei media mainstream, ad esempio la democrazia elettronica, l'HIV...

i finanziamenti di alcune banche private e così via. Le cose di cui oggi forse si

occupa meglio di noi Wikileaks insomma, per capirci.

Abbiamo sempre ragionato sulle tematiche della trasparenza, della

corruzione ,sapendo che eravamo esposti a un potere incontrollabile che era il potere

della sorveglianza: l'abbiamo sempre saputo e quindi come tutti i gruppi

underground, come tutte le sottoculture, abbiamo sempre badato bene a non far

tracciare i comportamenti che potevano essere strumentalizzati per dei fini che

non erano i nostri. Io ho sempre saputo, non so quanti lo sanno, che

i computer sono stati creati per sorvegliare. Cioè, i computer hanno avuto il

loro grande momento di exploit quando quando gli Alleati dovevano decrittare

la Macchina Enigma con cui i tedeschi nazisti cifravano i loro messaggi e

rendevano facili le comunicazioni tra il comando generale e gli U-Boot tedeschi che

affondavano le grandi navi americane che portavano armi, uomini, masserizie...

Ho sempre saputo che i computer erano gli strumenti di sorveglianza, come dire, non ci trovo nulla di male...

- E oggi lo sono ancora? Parlando di dispositivi, meglio, non di computer...

... pensiamo allo smartphone pensiamo a degli oggetti di uso comune.

Quando parliamo di computer tendenzialmente stiamo

pensando a un microprocessore che fa dei calcoli velocissimi produce un output

fatto di dati, che individua appunto dei comportamenti. Quando parliamo di

computer stiamo parlando di quei 4-5 microprocessori che ormai stanno dentro

le automobili, sul cruscotto, vicino al parafango e così via.

Parliamo dei computer dell'Internet delle Cose: stiamo parlando quindi di

computer che ti permettono di accendere il

riscaldamento a casa anche sei 200 km lontano...

l'Internet delle Cose quindi è l'Internet di tutti quegli oggetti

intelligenti connessi alla Rete, quindi dal lo smartwatch, al telefono,

alla tv, eccetera eccetera. Quelli della National Security Agency lo

sanno benissimo tant'è vero che hanno costruito dei software appositi per

permettergli di spiarti dentro casa e guardarti dalla smart tv che hai nel

salotto.... I computer sono stati sempre degli strumenti di sorveglianza, poi noi

abbiamo reinterpretato - come dicono gli psicologi - "funzionalmente" i computer, li

abbiamo trasformati in strumenti di comunicazione, di socialità, di lavoro

anche di antagonismo. E queste persone che oggi usano i computer se sono colte

a sufficienza, se hanno studiato a sufficienza

sono in grado di usare i computer in una maniera diversa da come sono stati

pensati: come strumenti di profitto e di sorveglianza. - E dall'uso che noi ne facciamo

ovviamente dipende anche poi la quantità di dati che produciamo. Possiamo provare

a immaginare quanto vale il dato di Arturo Di Corinto, di Aldo Pecora oggi

sul mercato di Google, di Facebook, Apple, eccetera? C'è un gioco che

gira in rete che sostiene che è molto semplice ricavare il valore dei nostri

dati su Facebook, semplicemente valutando la capitalizzazione di

Facebook e dividendola per il numero di profili che Facebook ha. Secondo

questo gioco ognuno di noi su Facebook vale 100 dollari, per i dati che

rappresenta: sono dati che ovviamente Facebook scambia e vende con industrie

che si occupano di marketing diretto, industrie della sorveglianza, penso

ai governi e così via, ed è molto difficile dire quanto (i nostri dati, ndr) valgono

invece in altri contesti, insomma, perché dipende poi da l'uso che si fa di questi

dati. Chiaramente ci sono dei dati che sono più importanti e che valgono più di altri,

cioè questo mi sembra ovvio facciamo un esempio. Nel "deep web" o nel "dark web" vengono

venduti i dati personali relativi alla posizione bancaria di Arturo Di Corinto

e vengono venduti i dati relativi alla posizione bancaria di Paolo Gentiloni: è chiaro

che quelli di Paolo Gentiloni valgono di più!

I dati aggregati valgono di meno di dati targetizzati, di dati verticali, di dati

sensibili e così via. Perché quello che non bisogna mai

dimenticare è che il dato identifica un comportamento e permette di fare delle

previsioni. I dati non solo consentono di costruire

un profilo, il "sé digitale" della persona a cui si riferiscono, che li ha

prodotti questi dati, attraverso i suoi comportamenti, ma identificano dei

comportamenti. Sulla base dei comportamenti ogni tipo di industria

e di governo costruisce delle politiche.

- C'è vita olytr Google? Prima hai citato il deep web. Cogliamo spiegare un po'

che cos'è questo "deep web"? Immaginiamo di spiegarlo alla

mamma o alla zia che non ne sa nulla e forse a malapena riesce ad andare su WhatsApp...

Utilizzare dei siti e dei servizi che non sono direttamente indicizzati dai motori di

ricerca. Internet non è il web, il web non è Internet. Internet è un'astrazione

logica ed ha che fare con una serie di protocolli, quindi di regole, che

consentono la comunicazione tra computer diversi su reti eterogenee. Mentre il web è

la parte grafica, multimediale, interattiva di Internet... - L'interfaccia, no?

Esatto. Diciamo che è quella parte, quel tipo di servizio, che ci permette di

fruire di informazioni residenti su server organizzate in una maniera

fruibile per noi che veniamo dalla forma libro della cultura: quindi che leggiamo

in un certo modo, che vediamo in un certo modo, che siamo abituati culturalmente

alle foto, ai video, e così via. - E questo è il web ufficiale.

Questo è il web. Il web, come servizio

che emerge da Internet, ce lo possiamo immaginare come un iceberg: la punta

dell'iceberg è il "clear web" o il "surface web", il web di superficie. Nel web di

superficie ci sono Google, LinkedIn, Twitter, Facebook, larepubblica.it, uniroma1.it...

insomma i giornali, i siti, i siti dei dei nostri giornali preferiti, dei

nostri attori, dei cantanti, e così via. Sotto il pelo dell'acqua questo iceberg è

molto molto grande. E quella è la parte del web che noi possiamo identificare

come il "deep web" (- Il web profondo)... Esatto. Il deep web per definizione è la

parte non indicizzata dai motori di ricerca come Google, sia perché è fatta

di siti con indirizzi e domini che vengono accesi per due ore e poi

scompaiono, sia perché sono gestiti da comandi, ad esempio robots.txt, che

impediscono ai "crawler", cioè i raccoglitori di link dei motori di

ricerca, di indicizzare i siti stessi, i nomi stessi. - Nel deep web ci sono solo

Learn languages from TV shows, movies, news, articles and more! Try LingQ for FREE