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Impact Girl di Cecilia Sardeo, Team Building: Come Gestire un Team Anche da Remoto - YouTube

Team Building: Come Gestire un Team Anche da Remoto - YouTube

Quest'oggi parliamo di come gestire in maniera assolutamente ottimale ed

efficace il proprio Team da remoto, mentre cresciamo la nostra attività, non

una sfida facile. Dico sempre che gestire noi stessi è già

abbastanza complicato, gestire gli altri è ultra complicato, farlo quindi guidare

un team di persone da remoto, quindi senza guardarsi in faccia

quotidianamente, è ancora più difficile. Davvero è a una sfida notevole, quindi

quello che voglio condividere con voi oggi, è una prima parte di quella che io

amo chiamare la mia trust chart, quindi lo potremmo tradurre “il grafico della

fiducia”. Ma prima di entrare nel dettaglio vi lascio una piccola premessa di quella

che un pò è la mia storia. Ecco perché quello che condividerò con

voi oggi è una sorta di approccio di metodologia che ho elaborato nel tempo,

naturalmente non da sola, ma con l'aiuto di diversi colleghi di settore e anche

non, quindi amici, colleghi, persone che ammiro molto, con cui ho cercato di

fare un pochino di brainstorming, per trovare una soluzione a quello che

sembrava essere un problema di comunicazione che davvero mi stava

mettendo in difficoltà quando ho fatto una transizione prima parziale, poi

totale, da una situazione di lavoro in ufficio, quindi con tutto il team, nello stesso

ambiente e gli stessi giorni alla stessa ora, ad una situazione invece di set up

da remoto, quindi con un team sparso in tutto il mondo, e tra l'altro con ben tre

diverse, se non di più time zones, cosa che, appunto, aggiunge

un'ulteriore sfida alla sfida. In questa puntata affronto la prima

parte di questo processo. Poi ce ne sarà un'altra dedicata alla seconda parte ma

prima di entrare nel merito, nel cuore di questo episodio,

voglio raccontarvi un pochino come è stata la transizione, da una situazione

di team gestito in ufficio ad una situazione invece di team sparso in

tutto il mondo, in maniera molto molto breve. Tutte le mie avventure imprenditoriali

sono cominciate e continuano, in accordo, in

partnership con un'azienda molto grande che prende il nome di Mindvalley.

Molti di voi probabilmente o sicuramente l'hanno già sentita nominare e

Mindvalley ha un ufficio, anzi ormai più di

uno, nel cuore della Malesia, a Kuala Lumpur, davvero bellissimi, un ufficio,

anzi tanti uffici che sono proprio creati come dei veri e propri parco

giochi. Per cui crescere ogni progetto, che ho cresciuto fin dall'inizio

all'interno di questa bolla è stato bellissimo ed era anche un pò

equivalente alla sensazione di andare a giocare ogni giorno, come se appunto

andassimo al luna park. Quindi, quando ho deciso di tornare un

pochino più vicina alla mia famiglia, anche se comunque vivo in diversi posti

a seconda della stagione, a seconda del mood, però comunque il mio

desiderio era quello di avvicinarmi alla mia famiglia. E quando ho preso questa

decisione non potevo che prendere anche la decisione di fare una

transizione nel modo in cui gestivo il mio team. E naturalmente il desiderio era

quello di poter garantire anche alle persone che lavoravano con me, la stessa

libertà e flessibilità che stavo cercando per me stessa.

Quindi, lungi da me l'idea di lavorare da dove volevo e poi però costringere i

collaboratori e i talenti del mio team a lavorare da un unico posto, che poteva

essere, ma poteva anche non essere il posto dove volevano trascorrere

più di tot mesi / anni della loro vita. E devo dire che i naysayers quindi

tutte le persone che in qualche modo mi hanno preso per matta quando ho

deciso di fare questa questa transizione non sono state poche. Più che altro

sottolineavano fin dall'inizio che avrei incontrato notevoli difficoltà, che avrei

potuto dire addio ad una crescita costante della nostra attività, e avrei

potuto dire addio anche ad una cultura aziendale che

naturalmente a Mindvalley è fortissima e nasce soprattutto grazie alla presenza

in house, quindi la presenza delle persone in ufficio, e avrei potuto

davvero dire addio a questa cosa. Devo ammettere che l'entusiasmo di poter

davvero gestire tutti i miei progetti da dove volevo, creandomi anche, non solo

soddisfando i miei desideri e i miei sogni di individuo, quindi sentendomi anche

libera di poter tornare alle mie radici quindi all'Europa, in questo caso, ma

anche il fatto stesso di sapere che sì era un salto nel buio, ma che se

funzionava davvero avrebbe creato forse una sorta di modello che poi sarebbe

stato utile anche ad altre aziende simili, mi ha spinto a provare lo stesso

e ha superato anche un pò la paura di quelli che sarebbero potuti

essere tutta una serie di problemi e sfide, mal di testa che sicuramente si

sono presentati che però ecco ho deciso sarebbero stati affrontabili. Quindi il

il trasferimento, la migrazione chiamiamola così è avvenuta prima ad un 50%,

quindi una parte del mio team era presente in Malesia, un'altra parte

invece aveva cominciato a distribuirsi un pochino ovunque, a seconda ovviamente

delle scelte di ciascuno, fino a quando poi qualche anno fa, non troppi, abbiamo

deciso di fare lo shift totale. Quindi adesso siamo distribuiti in quattro

diverse time-zones, come vi dicevo e due diversi continenti. Quindi non è

sicuramente una situazione semplicissima da gestire e parlo con

molti business owners, imprenditori, o freelance che guidano comunque

dei team di persone che spesso lavorano da remoto, ma nella

stessa area geografica, il che presenta delle sfide, ma sicuramente almeno la

time-zone è dalla loro parte, per cui diventa anche più facile, per altro non solo

comunicare online ma anche incontrarsi di persona e laddove quando appunto hai

qualcuno che lavora dall'Irlanda e qualcuno che lavora

dalla Spagna, sicuramente la situazione ecco logistica diventa un pochino più

complicata e vedersi è sicuramente anche molto più raro. Per cui, qualunque

situazione di crisis management o qualunque situazione di comunicazione, di

fraintendimento ecco è più frequente, e quindi i processi devono anche essere un

pochino più precisi e misurati in maniera tale proprio da creare una

struttura ottimizzata, che riduca al minimo queste situazioni, che comunque verranno

a verificarsi, perché non saranno eliminabili al cento per cento.

Una delle prime cose che decisi di sondare, una delle prime cose che decisi

di chiedere, sondando il terreno un pochino in giro, attraverso appunto

colleghi del mio settore ma anche non del mio settore, remoti e non remoti,

quando ho deciso di fare questo shift è stato appunto capire quale fosse il modo

migliore per ottimizzare i miei processi. Perché una cosa era chiara come il sole:

se volevo che potessimo continuare a crescere in maniera fluida, in maniera

organica, senza intoppi costanti e senza bloccarci, dovevamo ottimizzare

moltissimi aspetti. Dovevamo ottimizzare la nostra comunicazione, dovevamo

ottimizzare la logistica, quindi dovevamo ottimizzare anche la misurazione e la

valutazione dei risultati per capire quali fossero i progressi raggiunti.

Tutto doveva essere ottimizzato e quindi ho cominciato a chiedermi quale potesse

essere quella singola cosa, facendo la quale tutto il resto sarebbe diventato

più semplice da ottimizzare e sicuramente, non ho il libro qui credo, ma

questa domanda è stata tratta, diciamo ho tratto l'ispirazione per questa

domanda dal libro The One Thing di Keller, che è un libro che credo in italiano sia

Una Sola Cosa, ed è molto molto molto utile e diciamo che quella domanda mi ha

poi spinto ad applicare lo stesso principio anche a questa situazione che

stavo vivendo. E ho cominciato a fare questa domanda a colleghi di vario tipo. Ed

è stato molto sorprendente notare come la risposta non siano stati

software, tools, apps di time-management, che

assolutamente sono importanti e che potevano magari

essere la risposta più comune, della serie, l'unico modo per gestire la

comunicazione da remoto sono app uno, app due, app tre, assicuratevi di usare tutti

questi tools, questo il modo in cui dovete

utilizzarli e il gioco finisce lì. Magari fosse così semplice. No. La sorpresa è

stata proprio una risposta costante, per altro, che non aveva nulla a che

vedere con tool o softwares e la risposta è stata Fiducia. Quindi la risposta

unanime era proprio quella che, nel momento in cui fosse stata costruita una

rapporto di fiducia reciproco solidissimo da entrambe le parti, quindi

da parte del team nei miei confronti e da parte mia nei confronti del team,

veramente saremo riusciti a dar vita a qualcosa di magico,

nonostante tutte le sfide che un lavoro da remoto avrebbe avrebbe portato

portato con sé. Naturalmente la risposta mi piacque molto, era molto affascinante allo

stesso tempo era frustrante. Perchè la fiducia non è qualcosa che puoi

replicare, non è qualcosa che puoi quantificare su Google Analytics, non è

qualcosa di cui puoi ricercare i volumi di ricerca mensile su Google Keyword

Planner. E quindi doveva essere per forza qualcosa che dovevo rendere è

replicabile. Poi cosa che potevo rendere anche duplicabile e misurabile, non

facile, visto che la fiducia è un qualcosa di assolutamente intangibile e

continuando nel mio percorso di ricerca quello che ho elaborato appunto è stato

o quello che ho definito la Trust Chart, e quindi potremmo chiamarla il

Grafico della Fiducia, che si fonda su due variabili. Per chi sta guardando il

video in questo momento, la versione video del podcast, dovrebbe vedere

l'immagine che arriva in sovrimpressione, per chi invece sta ascoltando il podcast

troverete l'immagine sotto l'episodio. La Trust Chart che cos'è?

Appare come un grafico secondo il quale la fiducia è una variabile, la

variabile di due funzioni e cresce esponenzialmente alla crescita di queste

due funzioni. La prima funzione che vedete nell'asse

delle ascisse è la comunicazione semplificata, la

seconda funzione, che vedete nell'asse delle ordinate invece è una valutazione

dei risultati semplificata, che ho chiamato Simplify Result Assessment.

Quindi gli acronimi sono Simplify Communication (SC),

Simplify Result Assesstment (SRA). In questa puntata dedicata alla prima parte

della Trust Chart affronteremo la prima variabile che è Comunicazione

Semplificata. Quando ho cominciato appunto questo shift graduale per altro

da una situazione di lavoro in ufficio a una situazione invece di lavoro

totalmente da remoto la situazione non è stata

particolarmente rosea. Ci siamo trovati quasi improvvisamente con continue

deadline che non venivano rispettate, continui ritardi, un sacco di errori.

Onestamente avevo si realizzato il mio sogno di poter lavorare da dove volevo,

non ero legata più ad un ufficio, non ero legata ad una specifica area geografica,

ma allo stesso tempo mi trovavo veramente in quello che si può definire

una modalità di continuo troubleshooting, per cui ero continuamente a risolvere

crisi e questioni piccole, medie e grandi, sempre incollata allo schermo, per cui si

vivevo e viaggiavo dove volevo, ma di fatto potevo essere ovunque perché

l'unico posto dove sicuramente ero dalla mattina alla sera, peggio di un

9-5, era il mio schermo, il mio computer e non

era sicuramente quella la vita che avevo, diciamo così, immaginato nel momento in

cui avrei fatto questo shift, questo cambiamento, questa trasformazione. Così mi misi a parlare

col col mio coach di allora, più che a

parlare a lamentarmi per dritto e per rovescio e di tutto quello che stava

andando storto di questa situazione, e lui non mi offrì soluzioni

immediate ma mi disse di andare ad ascoltarmi un audio, che tra l'altro è

disponibile in inglese gratuitamente su Google e che è un audio

di 30 minuti di Steve Chandler, che è un autore che io adoro, ha scritto

moltissimi libri, molti dei quali tradotti anche in italiano,

questo audio prende il nome di Expectations versus

Agreements, quindi aspettative contro accordi, le aspettative contro gli

accordi, se proprio vogliamo tradurre in maniera letterale. Queste due parole

aspettative e accordi sono stati sono il cuore appunto di questo audio, sono stati

poi la chiave che ha cambiato tutto praticamente nella gestione

della mia attività e del mio team. Adesso uso delle proprio, quoto Chandler,

perché credo che questo paragrafo praticamente queste tre righe

riassumano nella maniera più concisa e più completa, quello che lui descrive in

questo audio: “Gli esseri umani tengono moltissimo a mantenere un accordo a

rispettare un accordo che hanno co-creato con te, quindi se tu ti siedi e chiedi a

qualcuno per che cosa posso contare su di te e poi dai loro la possibilità di

chiederti l'aiuto di cui hanno bisogno da parte tua per essere in grado di

mantenere la promessa, cose incredibili accadono.” Ecco, questo è un riassunto speciale che

credo spieghi già il concetto. Quando la tua comunicazione si basa su degli

accordi che vengono stabiliti da entrambe le parti, e possibilmente lo

vedremo tra poco, in formato scritto, non solo verbale, veramente costruisci un

nuovo senso di fiducia e tra l'altro diventa anche più facile capire

realmente perché una deadline non sta venendo rispettata e tra l'altro gli

accordi consentono anche di capirlo in anticipo se una deadline non potrà

essere rispettata, perché la deadline viene creata insieme. Naturalmente

richiede un pochino di sforzo la creazione di un accordo perché

richiede un pochino di comunicazione in più. Quindi sicuramente ecco, richiede una

mettersi a disposizione del proprio team maggiore che non semplicemente dire ok

queste sono le cose da fare, devono essere fatte entro il tal giorno e la

tal ora. Però veramente può trasformare ogni

cosa, naturalmente migliorando anche la relazione sia con il team, a

livello collettivo, sia con i singoli, che con i singoli membri del team.

Facciamo un esempio pratico, per capire come funziona, che forse la cosa migliore

ovviamente un esempio ipotetico, ma che è stato, che ho elaborato sulla base di

situazioni poi accadute realmente. Immaginiamo che sia mercoledì e capita

che arriva un progetto importante da parte di un cliente, una modifica,

qualcosa che il cliche. Un grosso cliente che avete, richiede venga fatta entro

venerdì. Tutto il team ha già la propria agenda piena, le deadline è per venerdì,

sono già state accettate da diverso tempo, ma questa cosa è improrogabile, non

può non essere fatta. E quindi tu quello che fai nel primo scenario, lo scenario

delle aspettative, sarà quello di, non lo so, ipotizziamo che

a il tuo collaboratore sia John, manderai un messaggio su Slack, che

è lo strumento che utilizzi e dirai qualcosa come Hey John c'è questa novità

da parte di questo cliente deve essere

fatta entro venerdì, massimo massimo a mezzanotte, perché il cliente deve

ricevere tutto entro sabato mattina. Quindi il mio mi raccomando non

deludermi perché non possiamo perdere questo cliente

dopo di che torni a fare le due cose questo è il primo scenario.

Questo è uno scenario in cui cominciano a crearsi delle situazioni, diciamo così,

di aspettativa non detta, non comunicata, non verbalizzata, per quale

motivo? Perché la tua aspettativa è quella che John faccia il suo lavoro e

finisca tutto entro la data e l'ora che hai indicato. L'aspettativa di John è

quella che tu ti renda conto, possibilmente, che la sua agenda è già

piena, e per questo John può avere due reazioni diverse, perché l'aspettativa

probabilmente rimane delusa nel momento in cui tu lanci la bomba, lasci

il messaggio dopo di che torni a fare le tue cose, John un pò reagire quindi in due

modi: il primo modo in cui può reagire è quello di dire nulla e quindi non vuole deluderti,

vuole fare assolutamente voler che tu sia orgoglioso di lui e quindi

che cosa fa, cancella la cena con sua moglie Claire prevista per il venerdì

sera, la sua cena romantica magari già inserite in calendario da giorni e

decide di fare quello che deve fare perché questo cliente sia soddisfatto.

Il cliente viene soddisfatto il lunedì, ti complimenti con John perché ha fatto

un ottimo lavoro e la cosa si conclude lì. Non saprai mai tutto il risentimento che John

sta costruendo piano piano, soprattutto se

queste dinamiche si ripetono, sulla base proprio dell'aspettativa secondo la

quale John ha sempre tempo per fare cose, anche che emergano all'ultimo

momento, anche particolarmente impegnative. Il secondo scenario, quindi la seconda

diciamo modalità di risposta che può scegliere John è diversa, ma ha sempre lo

stesso risultato non particolarmente piacevole. John non ce la fa, decide che

non rinuncia alla sua cena con Claire e alla fine non riesce a fare tutto quanto,

magari riesce a fare questo progetto per questo

cliente ma altre due deadline che dovevano essere concluse per venerdì non vengono

fatte e il lunedì quello che tu ti accorgi manca,

comincia ad essere poi un motivo di riscontro. Per cui chiediamo come mai non è stato fatto

questo, questo e quest'altro e puntando il dito contro John crei di nuovo un

risentimento che se John non ha il coraggio di riportare

apertamente di fronte i tuoi occhi può veramente creare una spiacevole

situazione non verbale non detta, emotivamente pesante e difficile da

gestire, fino poi a portare a vere e proprie situazioni di spaccatura nella relazione.

Vediamo allora qual è lo scenario degli accordi. Lo scenario degli accordi e/o di

un accordo, è uno scenario in cui tu mandi un messaggio il mercoledì a John e

chieda a John.. c'è questo cliente che ha bisogno di questa cosa

entro venerdì, c'è qualcosa che posso aiutarti a fare per riuscire a

rispettare questa deadline, visto che è un cliente così grande e importante? e

John potrebbe rispondere: “Assolutamente fattibile e si c'è qualcosa che potresti

fare cioè dirmi se va bene se questo paio di deadline che avevo per venerdì

possono essere spostate a martedì mattina, in maniera che io abbia tutto il

tempo da dedicare da qui a venerdì a questo nuovo progetto che è appena emerso.

Questa nuova modifica, che è appena stata richiesta”. A quel punto sarai tu a

rispondere se la nuova deadline bene oppure continuerete a creare un

accordo in base a quelle che sono le esigenze di entrambi.

L'accordo, una volta co-creato, andrà idealmente messo per iscritto. Questo

perché in questo modo l'accordo diventa anche tracciabile altrimenti, ci

basiamo solo sulla memoria e non sempre e soprattutto quando abbiamo mille cose

da fare è la cosa migliore. Capite che nel momento in cui ogni

comunicazione si basa su un accordo anziché su un aspettativa non comunicata

e non detta diventa più facile sia evitare inutili risentimenti che si

basano appunto su una pura congettura, perché la mia congettura è quella che

John abbia abbastanza tempo per fare tutto, la congettura di John è che io non

sia in grado di mettermi nei suoi panni, oppure addirittura non voi nella sua

congiuntura potrebbe essere quella di dire il mio mio capo il mio Supervisor

o il mio Manager diretto non ha idea di quello che faccio e mi carica soltanto

di cose, e questo appunto genera continuo risentimento. Ma c'è un'altra cosa molto

bella, che nel momento in cui comunichiamo sulla base di un accordo si

viene a creare, cioè diventa più facile individuare chi è un fit per il nostro

team e chi invece appunto non è un fit, proprio a livello culturale di

atteggiamento nel nostro team. Per quale motivo perché quando una

aspettativa non viene rispettata, non viene incontrata, è

difficile capire di che è stata la colpa. Sono stata io troppo ferma o sono stata

io troppo non lo so, troppo buona? Oppure è successo qualcosa nella vita di John

per cui non è riuscito a fare questo progetto. Oppure

John è semplicemente pigro e non ha voglia di fare nulla. Sono solo pure

congetture e supposizioni, ma nel momento in cui un accordo è stato messo per

iscritto e stato creato dalle parti e non viene rispettato, può capitare una

volta, per una motivazione che ovviamente dovrà essere specificata, può capitare

due volte, ma quando comincia a ripetersi con costanza diventa un problema che

va appunto risolto, con la decisione da entrambe le parti di capire

se effettivamente lavorare insieme è la cosa migliore.

Quindi diciamo che in questo modo la fiducia non è più utilizzando quindi

questo approccio semplificato la comunicazione, la fiducia non è più un

qualcosa, resta comunque qualcosa di intangibile, qualcosa di estremamente

complesso da costruire, da sviluppare, ma diventa qualcosa che non è poi così

impossibile da replicare, quantificare è sicuramente improbabile, ma se

quantifichiamo la fiducia in termini di fluidità nella comunicazione e numero di

fraintendimenti, che naturalmente con questi accordi dovrebbero ridursi

drasticamente, la fiducia diventa un elemento quantificabile in questo in

questo contesto. Quindi questa è la prima parte della funzione.

Date un'occhiata su Google a questo audio che si chiama Expectations vs Agreements.

Se l'inglese non sa qualcosa che masticata in nessun

problema è se ci sono un sacco di approfondimenti anche scritti che potete

tranquillamente tradurre. Quindi mi raccomando se proprio proprio non avete

30 minuti di tempo perché le avete già usati per ascoltare questo episodio di

Impact Girl, che dovrebbe essere già abbastanza chiaro che cos'è un accordo rispetto a

quello che invece è una pura aspettativa, quello che vi consiglio di fare è

provare a mettere in pratica partire da oggi ,con qualunque collaboratore membro

del vostro team o anche i collaboratori esterni con cui state lavorando in

questo momento, a mettere in pratica proprio questo principio della

bordo. Quindi può creare un accordo, metterlo per iscritto una volta che

siete arrivati ad una conclusione, che sia una sorta di win win per entrambe le

parti che tenga in conto di entrambe le esigenze, di entrambe le

parti e a questo punto provate a notare che cosa cambia e come cambia la qualità

della vostra comunicazione, oltre che la qualità dei risultati che vedrete arrivare.

Questo è tutto per la puntata di oggi. Spero di averti dato qualche utile

spunto che potrà implementare sin da subito. Se crescere un business in cui

credi sul web in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non

sei ancora entrata iscritta a Biz Academy, iscriviti alla lista d'attesa per

ricevere lo splendido bonus che ho preparato per te e per sapere quando

riapriranno le porte della nuova business academy italiana tutta al femminile.

Puoi farlo senza impegno, visitando il sito Biz-Academy.it

Noi, come sempre, ci sentiamo e vediamo alla prossima puntata

di Impact Girl ;)

Team Building: Come Gestire un Team Anche da Remoto - YouTube Teambildung: Wie man ein Team auch aus der Ferne managt - YouTube Team Building: How to Manage a Team Even Remotely - YouTube Creación de equipos: cómo dirigir un equipo incluso a distancia - YouTube Team Building : Comment gérer une équipe même à distance - YouTube Budowanie zespołu: Jak zarządzać zespołem nawet zdalnie - YouTube Командообразование: как управлять командой даже удаленно - YouTube 团队建设:如何远程管理团队 - YouTube

Quest'oggi parliamo di come gestire in maniera assolutamente ottimale ed

efficace il proprio Team da remoto, mentre cresciamo la nostra attività, non

una sfida facile. Dico sempre che gestire noi stessi è già

abbastanza complicato, gestire gli altri è ultra complicato, farlo quindi guidare

un team di persone da remoto, quindi senza guardarsi in faccia

quotidianamente, è ancora più difficile. Davvero è a una sfida notevole, quindi

quello che voglio condividere con voi oggi, è una prima parte di quella che io

amo chiamare la mia trust chart, quindi lo potremmo tradurre “il grafico della

fiducia”. Ma prima di entrare nel dettaglio vi lascio una piccola premessa di quella

che un pò è la mia storia. Ecco perché quello che condividerò con

voi oggi è una sorta di approccio di metodologia che ho elaborato nel tempo,

naturalmente non da sola, ma con l'aiuto di diversi colleghi di settore e anche

non, quindi amici, colleghi, persone che ammiro molto, con cui ho cercato di

fare un pochino di brainstorming, per trovare una soluzione a quello che

sembrava essere un problema di comunicazione che davvero mi stava

mettendo in difficoltà quando ho fatto una transizione prima parziale, poi

totale, da una situazione di lavoro in ufficio, quindi con tutto il team, nello stesso

ambiente e gli stessi giorni alla stessa ora, ad una situazione invece di set up

da remoto, quindi con un team sparso in tutto il mondo, e tra l'altro con ben tre

diverse, se non di più time zones, cosa che, appunto, aggiunge

un'ulteriore sfida alla sfida. In questa puntata affronto la prima

parte di questo processo. Poi ce ne sarà un'altra dedicata alla seconda parte ma

prima di entrare nel merito, nel cuore di questo episodio,

voglio raccontarvi un pochino come è stata la transizione, da una situazione

di team gestito in ufficio ad una situazione invece di team sparso in

tutto il mondo, in maniera molto molto breve. Tutte le mie avventure imprenditoriali

sono cominciate e continuano, in accordo, in

partnership con un'azienda molto grande che prende il nome di Mindvalley.

Molti di voi probabilmente o sicuramente l'hanno già sentita nominare e

Mindvalley ha un ufficio, anzi ormai più di

uno, nel cuore della Malesia, a Kuala Lumpur, davvero bellissimi, un ufficio,

anzi tanti uffici che sono proprio creati come dei veri e propri parco

giochi. Per cui crescere ogni progetto, che ho cresciuto fin dall'inizio

all'interno di questa bolla è stato bellissimo ed era anche un pò

equivalente alla sensazione di andare a giocare ogni giorno, come se appunto

andassimo al luna park. Quindi, quando ho deciso di tornare un

pochino più vicina alla mia famiglia, anche se comunque vivo in diversi posti

a seconda della stagione, a seconda del mood, però comunque il mio

desiderio era quello di avvicinarmi alla mia famiglia. E quando ho preso questa

decisione non potevo che prendere anche la decisione di fare una

transizione nel modo in cui gestivo il mio team. E naturalmente il desiderio era

quello di poter garantire anche alle persone che lavoravano con me, la stessa

libertà e flessibilità che stavo cercando per me stessa.

Quindi, lungi da me l'idea di lavorare da dove volevo e poi però costringere i

collaboratori e i talenti del mio team a lavorare da un unico posto, che poteva

essere, ma poteva anche non essere il posto dove volevano trascorrere

più di tot mesi / anni della loro vita. E devo dire che i naysayers quindi

tutte le persone che in qualche modo mi hanno preso per matta quando ho

deciso di fare questa questa transizione non sono state poche. Più che altro

sottolineavano fin dall'inizio che avrei incontrato notevoli difficoltà, che avrei

potuto dire addio ad una crescita costante della nostra attività, e avrei

potuto dire addio anche ad una cultura aziendale che

naturalmente a Mindvalley è fortissima e nasce soprattutto grazie alla presenza

in house, quindi la presenza delle persone in ufficio, e avrei potuto

davvero dire addio a questa cosa. Devo ammettere che l'entusiasmo di poter

davvero gestire tutti i miei progetti da dove volevo, creandomi anche, non solo

soddisfando i miei desideri e i miei sogni di individuo, quindi sentendomi anche

libera di poter tornare alle mie radici quindi all'Europa, in questo caso, ma

anche il fatto stesso di sapere che sì era un salto nel buio, ma che se

funzionava davvero avrebbe creato forse una sorta di modello che poi sarebbe

stato utile anche ad altre aziende simili, mi ha spinto a provare lo stesso

e ha superato anche un pò la paura di quelli che sarebbero potuti

essere tutta una serie di problemi e sfide, mal di testa che sicuramente si

sono presentati che però ecco ho deciso sarebbero stati affrontabili. Quindi il

il trasferimento, la migrazione chiamiamola così è avvenuta prima ad un 50%,

quindi una parte del mio team era presente in Malesia, un'altra parte

invece aveva cominciato a distribuirsi un pochino ovunque, a seconda ovviamente

delle scelte di ciascuno, fino a quando poi qualche anno fa, non troppi, abbiamo

deciso di fare lo shift totale. Quindi adesso siamo distribuiti in quattro

diverse time-zones, come vi dicevo e due diversi continenti. Quindi non è

sicuramente una situazione semplicissima da gestire e parlo con

molti business owners, imprenditori, o freelance che guidano comunque

dei team di persone che spesso lavorano da remoto, ma nella

stessa area geografica, il che presenta delle sfide, ma sicuramente almeno la

time-zone è dalla loro parte, per cui diventa anche più facile, per altro non solo

comunicare online ma anche incontrarsi di persona e laddove quando appunto hai

qualcuno che lavora dall'Irlanda e qualcuno che lavora

dalla Spagna, sicuramente la situazione ecco logistica diventa un pochino più

complicata e vedersi è sicuramente anche molto più raro. Per cui, qualunque

situazione di crisis management o qualunque situazione di comunicazione, di

fraintendimento ecco è più frequente, e quindi i processi devono anche essere un

pochino più precisi e misurati in maniera tale proprio da creare una

struttura ottimizzata, che riduca al minimo queste situazioni, che comunque verranno

a verificarsi, perché non saranno eliminabili al cento per cento.

Una delle prime cose che decisi di sondare, una delle prime cose che decisi

di chiedere, sondando il terreno un pochino in giro, attraverso appunto

colleghi del mio settore ma anche non del mio settore, remoti e non remoti,

quando ho deciso di fare questo shift è stato appunto capire quale fosse il modo

migliore per ottimizzare i miei processi. Perché una cosa era chiara come il sole:

se volevo che potessimo continuare a crescere in maniera fluida, in maniera

organica, senza intoppi costanti e senza bloccarci, dovevamo ottimizzare

moltissimi aspetti. Dovevamo ottimizzare la nostra comunicazione, dovevamo

ottimizzare la logistica, quindi dovevamo ottimizzare anche la misurazione e la

valutazione dei risultati per capire quali fossero i progressi raggiunti.

Tutto doveva essere ottimizzato e quindi ho cominciato a chiedermi quale potesse

essere quella singola cosa, facendo la quale tutto il resto sarebbe diventato

più semplice da ottimizzare e sicuramente, non ho il libro qui credo, ma

questa domanda è stata tratta, diciamo ho tratto l'ispirazione per questa

domanda dal libro The One Thing di Keller, che è un libro che credo in italiano sia

Una Sola Cosa, ed è molto molto molto utile e diciamo che quella domanda mi ha

poi spinto ad applicare lo stesso principio anche a questa situazione che

stavo vivendo. E ho cominciato a fare questa domanda a colleghi di vario tipo. Ed

è stato molto sorprendente notare come la risposta non siano stati

software, tools, apps di time-management, che

assolutamente sono importanti e che potevano magari

essere la risposta più comune, della serie, l'unico modo per gestire la

comunicazione da remoto sono app uno, app due, app tre, assicuratevi di usare tutti

questi tools, questo il modo in cui dovete

utilizzarli e il gioco finisce lì. Magari fosse così semplice. No. La sorpresa è

stata proprio una risposta costante, per altro, che non aveva nulla a che

vedere con tool o softwares e la risposta è stata Fiducia. Quindi la risposta

unanime era proprio quella che, nel momento in cui fosse stata costruita una

rapporto di fiducia reciproco solidissimo da entrambe le parti, quindi

da parte del team nei miei confronti e da parte mia nei confronti del team,

veramente saremo riusciti a dar vita a qualcosa di magico,

nonostante tutte le sfide che un lavoro da remoto avrebbe avrebbe portato

portato con sé. Naturalmente la risposta mi piacque molto, era molto affascinante allo

stesso tempo era frustrante. Perchè la fiducia non è qualcosa che puoi

replicare, non è qualcosa che puoi quantificare su Google Analytics, non è

qualcosa di cui puoi ricercare i volumi di ricerca mensile su Google Keyword

Planner. E quindi doveva essere per forza qualcosa che dovevo rendere è

replicabile. Poi cosa che potevo rendere anche duplicabile e misurabile, non

facile, visto che la fiducia è un qualcosa di assolutamente intangibile e

continuando nel mio percorso di ricerca quello che ho elaborato appunto è stato

o quello che ho definito la Trust Chart, e quindi potremmo chiamarla il

Grafico della Fiducia, che si fonda su due variabili. Per chi sta guardando il

video in questo momento, la versione video del podcast, dovrebbe vedere

l'immagine che arriva in sovrimpressione, per chi invece sta ascoltando il podcast

troverete l'immagine sotto l'episodio. La Trust Chart che cos'è?

Appare come un grafico secondo il quale la fiducia è una variabile, la

variabile di due funzioni e cresce esponenzialmente alla crescita di queste

due funzioni. La prima funzione che vedete nell'asse

delle ascisse è la comunicazione semplificata, la

seconda funzione, che vedete nell'asse delle ordinate invece è una valutazione

dei risultati semplificata, che ho chiamato Simplify Result Assessment.

Quindi gli acronimi sono Simplify Communication (SC),

Simplify Result Assesstment (SRA). In questa puntata dedicata alla prima parte

della Trust Chart affronteremo la prima variabile che è Comunicazione

Semplificata. Quando ho cominciato appunto questo shift graduale per altro

da una situazione di lavoro in ufficio a una situazione invece di lavoro

totalmente da remoto la situazione non è stata

particolarmente rosea. Ci siamo trovati quasi improvvisamente con continue

deadline che non venivano rispettate, continui ritardi, un sacco di errori.

Onestamente avevo si realizzato il mio sogno di poter lavorare da dove volevo,

non ero legata più ad un ufficio, non ero legata ad una specifica area geografica,

ma allo stesso tempo mi trovavo veramente in quello che si può definire

una modalità di continuo troubleshooting, per cui ero continuamente a risolvere

crisi e questioni piccole, medie e grandi, sempre incollata allo schermo, per cui si

vivevo e viaggiavo dove volevo, ma di fatto potevo essere ovunque perché

l'unico posto dove sicuramente ero dalla mattina alla sera, peggio di un

9-5, era il mio schermo, il mio computer e non

era sicuramente quella la vita che avevo, diciamo così, immaginato nel momento in

cui avrei fatto questo shift, questo cambiamento, questa trasformazione. Così mi misi a parlare

col col mio coach di allora, più che a

parlare a lamentarmi per dritto e per rovescio e di tutto quello che stava

andando storto di questa situazione, e lui non mi offrì soluzioni

immediate ma mi disse di andare ad ascoltarmi un audio, che tra l'altro è

disponibile in inglese gratuitamente su Google e che è un audio

di 30 minuti di Steve Chandler, che è un autore che io adoro, ha scritto

moltissimi libri, molti dei quali tradotti anche in italiano,

questo audio prende il nome di Expectations versus

Agreements, quindi aspettative contro accordi, le aspettative contro gli

accordi, se proprio vogliamo tradurre in maniera letterale. Queste due parole

aspettative e accordi sono stati sono il cuore appunto di questo audio, sono stati

poi la chiave che ha cambiato tutto praticamente nella gestione

della mia attività e del mio team. Adesso uso delle proprio, quoto Chandler,

perché credo che questo paragrafo praticamente queste tre righe

riassumano nella maniera più concisa e più completa, quello che lui descrive in

questo audio: “Gli esseri umani tengono moltissimo a mantenere un accordo a

rispettare un accordo che hanno co-creato con te, quindi se tu ti siedi e chiedi a

qualcuno per che cosa posso contare su di te e poi dai loro la possibilità di

chiederti l'aiuto di cui hanno bisogno da parte tua per essere in grado di

mantenere la promessa, cose incredibili accadono.” Ecco, questo è un riassunto speciale che

credo spieghi già il concetto. Quando la tua comunicazione si basa su degli

accordi che vengono stabiliti da entrambe le parti, e possibilmente lo

vedremo tra poco, in formato scritto, non solo verbale, veramente costruisci un

nuovo senso di fiducia e tra l'altro diventa anche più facile capire

realmente perché una deadline non sta venendo rispettata e tra l'altro gli

accordi consentono anche di capirlo in anticipo se una deadline non potrà

essere rispettata, perché la deadline viene creata insieme. Naturalmente

richiede un pochino di sforzo la creazione di un accordo perché

richiede un pochino di comunicazione in più. Quindi sicuramente ecco, richiede una

mettersi a disposizione del proprio team maggiore che non semplicemente dire ok

queste sono le cose da fare, devono essere fatte entro il tal giorno e la

tal ora. Però veramente può trasformare ogni

cosa, naturalmente migliorando anche la relazione sia con il team, a

livello collettivo, sia con i singoli, che con i singoli membri del team.

Facciamo un esempio pratico, per capire come funziona, che forse la cosa migliore

ovviamente un esempio ipotetico, ma che è stato, che ho elaborato sulla base di

situazioni poi accadute realmente. Immaginiamo che sia mercoledì e capita

che arriva un progetto importante da parte di un cliente, una modifica,

qualcosa che il cliche. Un grosso cliente che avete, richiede venga fatta entro

venerdì. Tutto il team ha già la propria agenda piena, le deadline è per venerdì,

sono già state accettate da diverso tempo, ma questa cosa è improrogabile, non

può non essere fatta. E quindi tu quello che fai nel primo scenario, lo scenario

delle aspettative, sarà quello di, non lo so, ipotizziamo che

a il tuo collaboratore sia John, manderai un messaggio su Slack, che

è lo strumento che utilizzi e dirai qualcosa come Hey John c'è questa novità

da parte di questo cliente deve essere

fatta entro venerdì, massimo massimo a mezzanotte, perché il cliente deve

ricevere tutto entro sabato mattina. Quindi il mio mi raccomando non

deludermi perché non possiamo perdere questo cliente

dopo di che torni a fare le due cose questo è il primo scenario.

Questo è uno scenario in cui cominciano a crearsi delle situazioni, diciamo così,

di aspettativa non detta, non comunicata, non verbalizzata, per quale

motivo? Perché la tua aspettativa è quella che John faccia il suo lavoro e

finisca tutto entro la data e l'ora che hai indicato. L'aspettativa di John è

quella che tu ti renda conto, possibilmente, che la sua agenda è già

piena, e per questo John può avere due reazioni diverse, perché l'aspettativa

probabilmente rimane delusa nel momento in cui tu lanci la bomba, lasci

il messaggio dopo di che torni a fare le tue cose, John un pò reagire quindi in due

modi: il primo modo in cui può reagire è quello di dire nulla e quindi non vuole deluderti,

vuole fare assolutamente voler che tu sia orgoglioso di lui e quindi

che cosa fa, cancella la cena con sua moglie Claire prevista per il venerdì

sera, la sua cena romantica magari già inserite in calendario da giorni e

decide di fare quello che deve fare perché questo cliente sia soddisfatto.

Il cliente viene soddisfatto il lunedì, ti complimenti con John perché ha fatto

un ottimo lavoro e la cosa si conclude lì. Non saprai mai tutto il risentimento che John

sta costruendo piano piano, soprattutto se

queste dinamiche si ripetono, sulla base proprio dell'aspettativa secondo la

quale John ha sempre tempo per fare cose, anche che emergano all'ultimo

momento, anche particolarmente impegnative. Il secondo scenario, quindi la seconda

diciamo modalità di risposta che può scegliere John è diversa, ma ha sempre lo

stesso risultato non particolarmente piacevole. John non ce la fa, decide che

non rinuncia alla sua cena con Claire e alla fine non riesce a fare tutto quanto,

magari riesce a fare questo progetto per questo

cliente ma altre due deadline che dovevano essere concluse per venerdì non vengono

fatte e il lunedì quello che tu ti accorgi manca,

comincia ad essere poi un motivo di riscontro. Per cui chiediamo come mai non è stato fatto

questo, questo e quest'altro e puntando il dito contro John crei di nuovo un

risentimento che se John non ha il coraggio di riportare

apertamente di fronte i tuoi occhi può veramente creare una spiacevole

situazione non verbale non detta, emotivamente pesante e difficile da

gestire, fino poi a portare a vere e proprie situazioni di spaccatura nella relazione.

Vediamo allora qual è lo scenario degli accordi. Lo scenario degli accordi e/o di

un accordo, è uno scenario in cui tu mandi un messaggio il mercoledì a John e

chieda a John.. c'è questo cliente che ha bisogno di questa cosa

entro venerdì, c'è qualcosa che posso aiutarti a fare per riuscire a

rispettare questa deadline, visto che è un cliente così grande e importante? e

John potrebbe rispondere: “Assolutamente fattibile e si c'è qualcosa che potresti

fare cioè dirmi se va bene se questo paio di deadline che avevo per venerdì

possono essere spostate a martedì mattina, in maniera che io abbia tutto il

tempo da dedicare da qui a venerdì a questo nuovo progetto che è appena emerso.

Questa nuova modifica, che è appena stata richiesta”. A quel punto sarai tu a

rispondere se la nuova deadline bene oppure continuerete a creare un

accordo in base a quelle che sono le esigenze di entrambi.

L'accordo, una volta co-creato, andrà idealmente messo per iscritto. Questo

perché in questo modo l'accordo diventa anche tracciabile altrimenti, ci

basiamo solo sulla memoria e non sempre e soprattutto quando abbiamo mille cose

da fare è la cosa migliore. Capite che nel momento in cui ogni

comunicazione si basa su un accordo anziché su un aspettativa non comunicata

e non detta diventa più facile sia evitare inutili risentimenti che si

basano appunto su una pura congettura, perché la mia congettura è quella che

John abbia abbastanza tempo per fare tutto, la congettura di John è che io non

sia in grado di mettermi nei suoi panni, oppure addirittura non voi nella sua

congiuntura potrebbe essere quella di dire il mio mio capo il mio Supervisor

o il mio Manager diretto non ha idea di quello che faccio e mi carica soltanto

di cose, e questo appunto genera continuo risentimento. Ma c'è un'altra cosa molto

bella, che nel momento in cui comunichiamo sulla base di un accordo si

viene a creare, cioè diventa più facile individuare chi è un fit per il nostro

team e chi invece appunto non è un fit, proprio a livello culturale di

atteggiamento nel nostro team. Per quale motivo perché quando una

aspettativa non viene rispettata, non viene incontrata, è

difficile capire di che è stata la colpa. Sono stata io troppo ferma o sono stata

io troppo non lo so, troppo buona? Oppure è successo qualcosa nella vita di John

per cui non è riuscito a fare questo progetto. Oppure

John è semplicemente pigro e non ha voglia di fare nulla. Sono solo pure

congetture e supposizioni, ma nel momento in cui un accordo è stato messo per

iscritto e stato creato dalle parti e non viene rispettato, può capitare una

volta, per una motivazione che ovviamente dovrà essere specificata, può capitare

due volte, ma quando comincia a ripetersi con costanza diventa un problema che

va appunto risolto, con la decisione da entrambe le parti di capire

se effettivamente lavorare insieme è la cosa migliore.

Quindi diciamo che in questo modo la fiducia non è più utilizzando quindi

questo approccio semplificato la comunicazione, la fiducia non è più un

qualcosa, resta comunque qualcosa di intangibile, qualcosa di estremamente

complesso da costruire, da sviluppare, ma diventa qualcosa che non è poi così

impossibile da replicare, quantificare è sicuramente improbabile, ma se

quantifichiamo la fiducia in termini di fluidità nella comunicazione e numero di

fraintendimenti, che naturalmente con questi accordi dovrebbero ridursi

drasticamente, la fiducia diventa un elemento quantificabile in questo in

questo contesto. Quindi questa è la prima parte della funzione.

Date un'occhiata su Google a questo audio che si chiama Expectations vs Agreements.

Se l'inglese non sa qualcosa che masticata in nessun

problema è se ci sono un sacco di approfondimenti anche scritti che potete

tranquillamente tradurre. Quindi mi raccomando se proprio proprio non avete

30 minuti di tempo perché le avete già usati per ascoltare questo episodio di

Impact Girl, che dovrebbe essere già abbastanza chiaro che cos'è un accordo rispetto a

quello che invece è una pura aspettativa, quello che vi consiglio di fare è

provare a mettere in pratica partire da oggi ,con qualunque collaboratore membro

del vostro team o anche i collaboratori esterni con cui state lavorando in

questo momento, a mettere in pratica proprio questo principio della

bordo. Quindi può creare un accordo, metterlo per iscritto una volta che

siete arrivati ad una conclusione, che sia una sorta di win win per entrambe le

parti che tenga in conto di entrambe le esigenze, di entrambe le

parti e a questo punto provate a notare che cosa cambia e come cambia la qualità

della vostra comunicazione, oltre che la qualità dei risultati che vedrete arrivare.

Questo è tutto per la puntata di oggi. Spero di averti dato qualche utile

spunto che potrà implementare sin da subito. Se crescere un business in cui

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sei ancora entrata iscritta a Biz Academy, iscriviti alla lista d'attesa per

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Noi, come sempre, ci sentiamo e vediamo alla prossima puntata

di Impact Girl ;)