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Impact Girl di Cecilia Sardeo, Resilienza sul Lavoro (anche in condizioni estreme) - YouTube

Resilienza sul Lavoro (anche in condizioni estreme) - YouTube

BRRRR.. Che freddo! Oggi la puntata di Impact Girl arriva niente

meno che all'Antartide, dove ci sta già aspettando Giuditta Celli, scienziata e glaciologa giovanissima

che davvero ha preso il coraggio a quattro mani per perseguire una passione tanto insolita

quanto preziosa, soprattutto al giorno d'oggi. Con Giuditta cercheremo di capire, direttamente

dall'antartide, come possiamo trovare tutti il coraggio di realizzare i nostri sogni,

di scendere in campo prima di tutto, ma anche poi la disciplina per portarli avanti con

costanza. Prima di lasciarci a questa puntata un po' freddolosa ti invito come sempre a

dare un'occhiata al sito Biz-academy.it/podcast e iscriverti alla newsletter del podcast di

Impact Girl, questo per due motivi principali: 1 per non perderti nessuna delle puntate che

esce ogni mese in versione audio e in versione video, ma anche, e soprattutto, per non perderti

i Biz Confidential, pillole business che condivido solo via mail ogni mese solo quando sei iscritto

al sito Biz academy.it/podcast e che ti aiuteranno a continuare a far crescere la tua attività

oppure ad avviarla se sei agli inizi.

C: Giuditta, prima di addentrarci in quello che significa essere coraggiose in quanto

donne, che sarà un pochino il cuore tematico della nostra puntata, anche se l'affronteremo

da diverse angolazioni legate alla tua esperienza.. tu sei una glaciologa. Io non ho mai sentito

questo termine e mi ha affascinato tantissimo è chiaro che intuitivamente si può capire che

cosa vuol dire essere glaciologa ma facci capire che cosa significa, come si diventa

glaciologi e che cosa fai, qual è la tua giornata tipo qual è la tua missione lavorativa?

G: Allora sì già dal nome glaciologo o glaciologa è chiaro che studiamo il freddo, quindi abbiamo

sempre a che fare con neve e ghiaccio in questo caso io sono in campo, sono in Antartide alla

stazione italo-francese Concordia e qua quindi mi occupo di prelevare campioni di neve, campioni

di ghiaccio, che in realtà poi verranno analizzati in Italia e quindi essere glaciologi vuol

dire questo, in campo prendere i campioni, fare piccole misure dirette e poi in laboratorio

fare tutte le analisi chimiche che riguardano i campioni prelevati. Come si diventa glaciologi..

io ho una laurea in chimica e comunque serve un percorso di studi di tipo scientifico.

Ad esempio il collega francese sempre glaciologo, ma per la parte francese, che ha una laurea

in geologia, quindi è un po' vasto.

C: Ecco. Questa è un po' la preparazione teorica che viene richiesta a seconda insomma

del ramo immagino di specializzazione. Poi però c'è appunto tutta la parte che io definisco

del coraggio che riguarda il fatto di vivere dove tu sei in questo momento vedremo abbracciare

anche uno stile di vita abbastanza estremo e abbastanza impegnativo rispetto alla vita

vita comoda cui siamo abituati. Quindi queste sono vere e proprie spedizioni giusto, che voi fate?

G: Sì praticamente quello che sto facendo è una spedizione cosiddetta “invernale”.

Sono arrivata a novembre dell'anno scorso e vado via a novembre di quest'anno, quindi

sono tredici mesi e ci tengo a ricordare che siamo qua grazie al Pnrl Enea, che è l'ente

che ci permette di venire qua e ci gestisce e al Cnr e al Miur che si occupano di tutta la

parte scientifica.. e poi ci sono le stagioni estive che sono piccoline, durano da novembre

a febbraio e la base è strapiena di persone, mentre adesso siamo solo 13, quindi insomma

una piccola famiglia.

C: I coraggiosi! Ma e quindi, fammi capire, qual è la preparazione prima di partire per una spedizione?

Adesso tu immagino sia collaudata ma prima di partire per una spedizione, qual è la

preparazione teorica e pratica che dovete seguire per poi sentirvi pronti nel momento

in cui siete lì?

G: Allora, veramente pronti forse non ci sentiamo mai, perché la paura rimane sempre. Abbiamo

a parte la preparazione del lavoro quindi le cose tecniche pratiche del lavoro in realtà

è molto importante un adattamento al freddo. Infatti Enea prima di partire ci fa fare un

campeggio di una settimana sotto il Dente del Gigante sul Monte Bianco per adattarci

al freddo e poi comunque abbiamo esercizi di primo soccorso antincendio quindi siamo

preparati per queste evenienze qua e poi serve tanto amore per il proprio lavoro perché

qua è difficile e se non si ama il proprio lavoro alla fine diventa difficile arrivare

in fondo molto faticoso.

C: Ecco a questo proposito ci racconti in linea di massima la tua giornata tipo, perché

poi quello che vorrei chiederti è come sviluppi una routine in una situazione così particolare,

però prima cerchiamo di spiegare qual è questa situazione in maniera che possiamo

capire anche come puoi adattarla in maniera diversa alla nostra.

G: La mia situazione è molto particolare perché ci troviamo nel plateau antartico

siamo nel niente più totale, abbiamo 11 mila chilometri di distanza dalla costa e siamo

a 3.300 metri di altitudine quindi anche fisicamente non abbiamo ossigeno e viviamo con un periodo

di buio totale un periodo di giorno totale e brevi periodi di alternanza giorno notte.

Freddo, molto freddo siamo sempre intorno almeno -60 e -70 d'inverno e anche molto vento,

quindi situazione fisica e psicologica molto dura. Quindi una routine è indispensabile

per sopravvivere perché altrimenti ti lasci andare alla non voglia, al sonno, che poi

in realtà, come dicevi tu, è un po' come può succedere anche nella vita di tutti i

giorni, che hai quelle giornate in cui non hai voglia di fare niente, staresti a letto

sempre, stai lì e dici “ma perché io mi devo alzare?”. Io qui mi sono obbligata

e forzata quotidianamente a trovarmi una routine perché altrimenti non puoi sopravvivere.

E quindi sveglia, anche se la notte in realtà non dormo, perché è molto difficile, però

sveglia sempre la mattina più o meno alla stessa ora, colazione, lavoro fuori, poi c'è

il pranzo, lavoro in ufficio, poi vai in palestra o leggi e stai con i colleghi. Poi c'è la

cena, il film dopo cena, quindi tutte quelle piccole cose che mi piace fare e che mi obbligo

a fare perché mi distraggono, alcune mi rilassano..

C: Ti danno un ritmo anche immagino?

G: Esatto, ti permettono di non farti soccombere dalla non voglia di fare le cose, poi in realtà

un po' quello che si può fare anche nella vita reale, non c'è bisogno di essere qua.

C: Infatti una cosa che mi ha colpito quando parlavamo quando ci siamo conosciute -conosciute

online naturalmente per il momento, io ancora il coraggio di seguirti non ce l'ho, apparte

la mancanza di preparazione poi teorica, però una cosa che mi aveva colpito è quando mi

hai detto che voi siete appunto in questo momento un gruppo abbastanza piccolino che

però vive in uno spazio anche abbastanza ridotto e che per quanto poi ciascuno faccia

le proprie cose a livello lavorativo sia importante per voi, per tutti voi, avere dei momenti

come per esempio la colazione il pranzo e la cena mi dicevi, che siano momenti condivisi

perché altrimenti il rischio è anche quello di alienarti un pochino, no immagino, da quello

che è poi la socializzazione umana.

G: Esatto diventa un tuo problema a livello psicologico perché rischi comunque anche

un po' la depressione qua perché comunque sei lontano da casa, dagli affetti. Considera

che qui dalla finestra vediamo una distesa di bianco infinita, quindi i colori, i rumori,

gli odori.. anche il cibo comunque è quello che è. Non abbiamo frutta fresca da marzo,

quindi insomma a livello psicologico diventa difficile e se ti isoli e non trovi uno sbocco

per rilassarti un po', per sfogarti, i rischi a livello psicologico dispiace anche al gruppo

se ti isoli perché comunque è una figura in meno, però il primo che ha dei problemi

poi sei te.

C: questo secondo me è molto importante perché magari chi ci ascolta dice vabbè, ma io non

vivo in mezzo ai ghiacci.. però uno degli strumenti che ci porta ad allenarci continuamente

soprattutto oggigiorno è il web. Abbiamo questa questa mancanza di ritmo, anche a livello

familiare ,o a livello lavorativo.. c'è chi ingoia, non lo so, un piatto di pasta mentre

continua a lavorare e a rispondere alle email, che ormai è diventata una routine e questo

senza accorgercene. Ci si priva di quello che è un ritmo sano, ecco perché mi aveva

colpito molto questa tua puntualizzazione e ci tenevo a sottolinearla, anche per chi

magari dici beh va beh ma questo vale solo per le situazioni estreme. Assolutamente no.

G: No, no guarda a proposito ti dico che comunque qua la connessione come puoi vedere è quella

che è e non abbiamo modo di utilizzare molto i social network abbiamo whatsapp per comunicare

con la famiglia e quindi il fatto di non poterci isolare online ha permesso di riscoprire un

po' una socializzazione che in realtà si, avevamo perso, perché il gioco da tavolo,

il gioco di carte dopo cena boh chissà quanto tempo è che ormai quasi nessuno fa più,

quindi insomma.. il film tutti insieme, la festa, insomma.. sì ti ritrovi un po' la

parte umana in realtà.

C: Bellissimo che è quella che che dovremo trovare un po' tutti. Senti giuditta ma c'è

qualcos'altro che c'è a livello di ritmo quotidiano per dare a te stessa una mano non

lo so mi viene in mente la mindfulness la meditazione oppure la lettura di una cosa

di particolare, non lo so l'esercizio fisico. Che cosa fai a livello di strumenti pratici,

che magari chi ci ascolta può dire “mah potrei provarle anche io nella mia realtà

quotidiana”?

G: Allora correre ovviamente non fuori perché non è molto possibile, sul tapis roulant!

Mi aiuta a stendere i nervi quando sono nervosa, magari qualcosa è andato storto, così..corro,

e quello mi aiuta a rilassare, musica di sottofondo e via.. leggo molto, in generale leggo un

po' tutto. E un'altra cosa che mi ha aiutato molto è stato studiare il francese, perché

essendo un gruppo italo francese ho iniziato a studiare una nuova lingua e questo mi ha

aiutato perchè comunque era uno sforzo, un qualcosa che mi teneva impegnata e quindi

non mi faceva pensare momenti un po' tristi, e mi distratto. Queste sono le cose principali.

C: Quindi possiamo un po' categorizzarle in due grandi categorie, il fatto di dedicare

un pochino di tempo al tuo corpo, che immagino insomma in un contesto dove poi non puoi uscire

all'aria aperta facilmente è ancora piu imperativo, e qualcosa che fai per la tua mente e anche

a livello emotivo perché poi quando impari analizzato e non solo apri la mente ma poi

è un emozione poter interagire con gli altri. Quindi un po' le tre emozioni, intelletto

e corpo, che sono un po' quelle che io personalmente cerco di seguire in quella che chiamo rdm

che è l'acronimo che sta per routine del mattino, che non sono altro che delle mini

attività.. ecco a proposito di questo tu le segui secondo un ritmo preciso, quindi

leggi in un momento preciso, corri in un momento preciso o quello è qualcosa che seguì in

base a come ti senti in quel momento?

G: No seguo in base a come mi sento, perché a volte in realtà mi basta non so stendermi

sul letto a fare niente, guardo il soffitto però mi rilasso, quindi dipende da cui mi

sento, quindi da come va la giornata, da cosa succede..

C: E a livello invece di allenamento mentale, il fatto di non sentirti in trappola perché

immagino che ad un certo punto, mentre parlavi mi immaginavo la situazione che vivi.. guardo

fuori e vedo una distesa di neve bianca infinita, non ho frutta fresca, siamo sempre noi in

questo spazio angusto.. A livello di allenamento mentale cosa hai fatto prima o cosa fai oggi

per non soccombere a quella che può essere un po' appunto depressione a livello magari

estremo ma semplicemente anche scoraggiamento che forse una parola più comune a chi ci

ascolta.

G: Sì. Ma in realtà non ho mai fatto del mindfulness o cose del genere, anche perché

fortunatamente non ho mai avuto questo senso di chiuso e di oppressione che si può immaginare.

Quindi no. Ci sono dei momenti in cui magari si ti senti comunque un po' abbattuto perché

sei sempre qui, vedi sempre le stesse persone, gli stessi muri quello si, però mi viene

spontaneo affrontarlo, tipo non so, andando dal collega o comunque dalla persona che è

diventata il tuo amico, quindi passare del tempo con gli altri nonostante siano sempre

i soliti, però questioni aiuta a affrontare quei piccoli momenti appunto di sconforto.

C: E anche qui secondo me c'è una lezione da trarre importante, perché tornando al

discorso della dell'alienazione, dell'isolamento che ci stiamo un po' auto-imponendo in quella

che è la nostra quotidianità, in una situazione di vita normale andare dagli altri anche solo

a chiedere aiuto, fare una domanda o trovarsi per un pranzo insieme al lavoro è ormai diventato

quasi qualcosa da evitare perché ci fa perdere tempo, oppure perché temiamo che quel qualcuno

possa essere disturbato o che possa in qualche modo dirci di no, quando in realtà l'uomo

è un essere sociale insomma è una creatura sociale, socievole, non lo so adesso qual

è il termine giusto, però mi piace molto come possiamo trarre delle piccole lezioni

poi da quello che per te sembra normale però tu l'hai reso normale nel momento in cui è

diventata una necessità probabilmente, quando non è una necessità di visione diventa un

lusso, che sembra quasi non ci possiamo mai permettere.

Senti, tu sei una donna che è molto giovane, molto brillante però sappiamo che nel tuttora

nonostante insomma si siano fatti passi in questo senso però nel settore scientifico

c'è sempre un po' lo stereotipo, tutti i settori scientifici sono un pochino e poi

non solo quelli ma in balia ecco di una di una dominazione maschile. Secondo te ci sono

le competenze ci sono le competenze che ti sei trovato ad acquisire nel tuo settore per

cui essere donna a tuo avviso si è rivelato uno svantaggio, quindi qualcosa per cui non

ti sei sentita portata, in quanto donna?

G: Guarda sono qua, quindi fortunatamente ti posso dire no. Fortunatamente ti posso

dire che queste stazioni non si è mai verificata anzi durante il percorso degli studi universitari

ad esempio non ho mai avuto problemi per il fatto che fossi donna quindi professori o

discriminazioni di alcun genere. Anche comunque le selezioni per molto professionali, non

ho avuto nessun tipo di problema al riguardo, fortunatamente ho avuto solo un episodio in

vita mia di discriminazione di genere durante un colloquio di lavoro e il classico del “lei

ha tutte le caratteristiche che cerco ma preferisco assumere un uomo perché è una sostituzione

maternità lei è una donna e quindi..” ..Quindi?

Quello è stato il momento in cui ho provato più rabbia e disgusto però a parte questo

piccolo tra virgolette episodio fortunatamente no, non ho avuto problemi, né per acquisire

capacità, né per laurearmi oppure per arrivare dove sono adesso, quindi mi ritengo fortunata.

C: E quindi quando è cominciata la tua passione per.. tu hai una laurea in chimica quindi

insomma la passione per l'aspetto scientifico o ce l'hai o ce l'hai. È qualcosa che ti

ricordo di aver avuto fin da bambina, oppure qualcosa che hai acquisito nel tempo che ti

sei resa conto ti piaceva nel tempo?

G: Guarda da bambina volevo fare il pasticcere quindi sì l'ho acquisita nel tempo, andando

avanti con gli studi e quando ho capito che la parte umanistica tipo di lettere queste

cose così, proprio non era per me, mi sono avvicinata quindi alla chimica con attenzione,

sono sempre stata indecisa se chimica diciamo delle cellule quindi la biochimica o la chimica

per l'ambiente. In realtà mi sono laureata in biochimica ma poi ho iniziato a lavorare

per l'ambiente, quindi insomma, un percorso un po' tortuoso.

C: Ho capito. Ma invece, a proposito, ti inverto la domanda che ti ho appena fatto: quali sono,

se ci sono, delle competenze che ti sei trovata ad acquisire nel tempo, nel tuo settore per

cui a tuo avviso essere donna si è rivelato invece un vantaggio. Come donne sono delle

caratteristiche particolari che a volte sono considerate.. che a volte sono date per scontate.

Mi viene in mente non lo so la capacità organizzativa semplicemente per il fatto di crescere in

una società che ci abitua a pensare, per quanto appunto ci stiamo un po' svincolando,

che dobbiamo sempre gestire mille cose no c'è la famiglia c'è il lavoro c'è la carriera

c'è questo c'è quello i figli e quando ci saranno..... e quindi già il mindset che

noi abbiamo che ne sviluppiamo il mindset di qualcuno che sa che deve gestire un sacco

di cose, non una e quella è, questa è una regola però non viene mai considerato e spesso

deve essere ricordato che questo può essere un enorme vantaggio a livello aziendale. Ecco

questo è solo un esempio mio personale ma le competenze invece che nel tuo caso hai

acquisito e perché hai acquisito più facilmente secondo te proprio grazie ad alcune tue caratteristiche

femminili quali sono?

G: Ma guarda quella di riorganizzazione in effetti, ora che l'ha nominata, penso sia

una delle prime cose perché ad esempio quando ero intesi nel laboratorio avevo ragazzo che

faceva dottorato che mi seguiva e io sono arrivata tempo un mese gli ho un po' rivoluzionato

il laboratorio, gliel'ho tutto organizzato, ho iniziato io a gestire la cosa. Cioè lui

era il mio boss ma io comunque ho preso in mano la situazione perché come era gestito

da lui io non riuscivo a lavorare, per farti un esempio.

C: Ecco, non stiamo dicendo gli uomini sono disorganizzati, lungi da noi quello di dire

questa cosa però resta il fatto dimostrato che l'aspetto organizzativo è una caratteristica

che le donne acquisiscono insomma volenti o nolenti, non tutte magari però molte di

noi e c'è qualcos'altro..?

G: A me viene spontaneo

C: c'è qualcos'altro che ti viene in mente a livello di competenze o di qualità o di

talento che insomma sembra nemmeno di solito per clichy appartenere più alle donne che

agli uomini?

G: Ma forse sì forse per cresce comunque esatto anche la voglia di aiutare gli altri

che spesso viene associata al senso di maternità, che per me non è così, non è che perché

sei donna e allora deve avere un senso di maternità allora sei presenza di vita degli

altri, però per clichè è così e quindi sì perché comunque magari vedo che, non

lo so, uno ha un po' bisogno di qualcosa allora a me non costa niente e gli dà una mano,

le piccolezze insomma basilari giornaliere, magari si, anche questo.

C: Questo credo sia molto importante perché poi a livello lavorativo, quello che succede

spesso parlo magari di corporations o aziende quello che succede spesso è che si creano

le Uome, che in realtà è un termine che non ho coniato io ma un amico che conosco

e che mi è rimasto impresso perché cioè lui lui si riferiva con questo termine a queste

donne che combattono contro quella che è una natura se vogliamo percepita come debole

perché appunto più aperta alla comunicazione, più aperta proprio istintivamente alla maternità,

intesa come prendersi cura dell'ambiente che ci circonda, non necessariamente di un figlio

ecco, e rifiutano questo modello e si trasformano in finti uomini, cioè cominciano a diventare

queste donne aggressive, alcune per carità possono esserlo di natura, ma molto spesso

si si si creano questo personaggio, e quando in realtà il questo questo aspetto che tu

hai nominato del aiutare gli altri, è chiave chiave quando gestisce un team, è chiave

quando invece sei parte di un team, è chiave nel tuo rapporto con un cliente, è chiave

nel tuo rapporto con un subordinato così come con il tuo capo, quindi credo che sia

un elemento cruciale a prescindere da quello che fai e da dove lavori.

G: Si, a prescindere anche da chi sei, uomo o donna che sia

C: Assolutamente! Senti Giuditta, come tieni alta la motivazione quando qualcosa non va

come previsto visto che insomma gli elementi di sfogo che hai sono abbastanza ridotti?

G: Qua non è facile. In generale in realtà non sono è stata molto brava tener alta la

motivazione, sono sempre stata una persona che come qualcosa andava male si abbatteva

era sconfortata, ero una di quelle che dicevano “Capitano sempre tutte a me”, insomma

ero un po' pessimista. E poi col tempo e soprattutto qua la cosa fortunatamente è cambiata. Diciamo

che ho un po' fatto lo step del dire ok io mi impegno al massimo in quello che sto facendo,

do tutta me stessa per fare in modo che le cose vadano bene o comunque vadano al meglio,

se poi non succede vediamo se è colpa mia, cosa ho fatto dopo sbagliato, quindi tentiamo

di guardare un po' il lato costruttivo e istruttivo e se non ha sbagliato niente va bene così

non ci posso fare nulla. Tipo l'altro giorno avuto un problema con uno strumento, ancora

non funziona. È dieci giorni che non riesco a capacitarmi di cosa sta succedendo, e si

è a un po desolante perché comunque insomma è uno strumento su cui lavorare, sei qui

per quello però più che applicarmi chiedere aiuto ai colleghi e tecnici a tutti, io non

posso fare qui ho fatto il mio!

C: Ti concentri su quello che è sotto il nostro controllo che è l'impegno, che è

una grande cosa in realtà, perché spesso ci concentriamo sul risultato che poi non

dipende da noi e non solo da noi da noi dipende però quanto solo quanto il dare il massimo,

che poi insomma ovviamente a vari livelli perché a volte pensiamo di aver dato il massimo

e non è così, ma è proprio l'introspezione di cui parlavi chiusi dalla risposta. Ho dato

il massimo, potevo fare di più e a volte abbiamo veramente dato il massimo di quello

che ci poteva essere se invece non è stato così allora forse qualcosa che possiamo migliorare

la prossima volta quindi somma o otteniamo risultato che vogliamo o la lezione di cui

abbiamo bisogno. A proposito di relazioni una cosa che in realtà

volevo chiederti prima mi è sfuggita, quando parlavi appunto del rapporto con i colleghi

che in qualche modo un salvavita in un contesto che altrimenti rischia di risultare un pochino

alienante. Resta il fatto che quando si lavora in un ambiente così sfidante è così ridotto

a fisicamente parlando, magari le relazioni subiscono anche delle battute d'arresto dei

contraccolpi. Ci sono delle regole che seguite le relazioni tra di voi per evitare litigi

oppure per affrontare eventuali situazioni di disaccordo?

G: Allora c'è da dire che qua vista la situazione di convivenza forzata comunque costretto comunque

hai scelto di convivere forzatamente con persone che sono sconosciuti, quindi in realtà non

sai bene con chi stai andando a vivere per un anno. E vista la situazione di isolamento

e tutto qualsiasi screzio o piccolezza può diventare una litigata enorme tipo dalla bottiglia

lasciato cosa nel frigo e mai sostituita, ai biscotti che non sono stati riportati in

sala, a piccolezze che in realtà possono all'interno delle guerre e fortunatamente

non abbiamo avuto uno di questi insomma sono stati molto bravi, però nel caso in cui tutti

ti litighi con una persona e c'hai dei problemi c'è da tenere conto che qui è quasi impossibile

evitare quella persona, perché o ti rinchiusi in ufficio o ti rinchiudi in camera e quindi

ti alieni come dicevamo prima o lo vedi la vedi sempre comunque qui insomma diventa molto

difficile. Per far fronte a questo è importante molta

pazienza, di accettare il fatto che non possono piacerti tutte le persone e che non puoi piacere

a tutte le persone, ovviamente, devi essere molto paziente, a volte eviti gli screzi,

perché magari senti qualcosa che non ti piace, senti un discorso che ti può dar fastidio

ma ti allontani e non rispondi, molta maturità quindi e nel caso in cui magari la situazione

è diventata pesante poni la conversazione su un livello molto gentile, parliamone, affrontiamo

i problemi, insomma tentare di parlare, parlare è la cosa fondamentale qua.

C: Che ancora una volta mi piace molto perché lo estrapoli dal contesto e non è che in

una relazione di coppia o in relazione tra colleghi in ufficio.. quando hai parlato della

della bottiglia vuota mi sono venute in mente delle situazioni paradossali quando lavoravo

in ufficio e questo ufficio a circa un centinaio di persone al tempo e c'era sempre qualcuno

a cui veniva rubato il pranzo perché magari, non era intenzionale ma si scambiavano le

cose, oppure cose marce in frigo, oppure bevi il caffè, lasciavi la tazza sporca nel lavandino

ed era un continuo reminder, il promemoria per favore “prendetevi cura del vostro ambiente

come se fosse casa vostra”, c'era questo continuo slogan no della serie “se siete

così sporchi qui vuol dire che siete sporchi e disordinati anche a casa”, che è probabile,

nel senso che poi spesso a casa non è che siamo molto bravi a gestire il frigorifero

o altre cose, insomma parlo in prima persona.. però lì, una cosa che hai detto è stata

veramente cruciale perché lì hai una scelta, puoi effettivamente nell'ufficio a tre piani,

decidere di stare nel piano dove non c'è la persona che ti infastidisce, oppure puoi

addirittura creare delle coalizioni tra gruppi, che è pessimo e deleterio perché poi toglie

energia, toglie proprio vitalità al gruppo invece voi in qualche modo tornate alle basi,

perché sono le basi di quella che è la convivenza civile e che ci dimentichiamo continuamente.

E quindi questo è secondo me un promemoria importantissimo. Ci hai già dato dei consigli

e dei suggerimenti pratici, ti chiedo però tre consigli particolarmente pratici che ti

senti di condividere con noi, che hai appreso vivendo e lavorando al polo sud ma che pensi

che anche chi non lavora nei ghiacciai potrebbe utilizzare nella propria vita per sopravvivere

a situazioni, chiamiamole così, ostili o inaspettate..

G: Guarda più che consigli che consigli pratici per sopravvivere diciamo che quello che ho

appreso qua sono cose molto più personali a livello intimo diciamo, quindi li chiamerei

quasi consigli di vita per riuscire a vivere almeno per quanto mi riguarda in maniera se

non più felice comunque migliore. Perché una delle cose ma dentro le cose che ho imparato

è sui pregiudizi comunque processi li abbiamo tutti volente o nolente ce l'abbiamo erano

cosa ho imparato è quella di non fermarsi precisissima di poter dare alla persona sempre

un'opportunità di mostrarti come bene o male che poi alla fine ne esca perché sono stata

stupito in modo positivo di alcune persone e quindi questo no il fatto capire che se

mi fossi fermata al primo impatto avrei perso la possibilità di conoscere persone che in

realtà sono meravigliose. un'altra è quella come dicevo prima di aiutare gli altri nelle

piccolezze, non c'è bisogno di fare grandi cose, di diventare dei grandi eroi, però

proprio la piccolezza che fa piacere all'altro, che in quel momento magari è sommerso di

lavoro, è stressato e tu hai del tempo quindi perché no. Una cosa che faccio spesso perché

amo farlo è quella di aiutare il cuoco in cucina, quindi preparo sempre le torte di

compleanno per esempio. Quindi lui è indaffaratissimo a preparare la parte della cena e io vado

là e gli faccio un po' di compagnia e preparo le torte di compleanno, a me piace e a lui

fa piacere, quindi perché no! L'ultima, che forse era quella più importante,

è quella di credere in me stessa, è aumentato molto questa parte. Prima non avevo fiducia

in me, non credevo in me e nelle cose che potevo fare, potevo arrivare a fare. Adesso

invece ho capito che non c'è bisogno che qualcuno mi dica “Sei forte, brava così..”

cioè io lo so, è una cosa che so io, quindi non c'è bisogno che qualcuno venga a dirti

che sei bravissima, sei eccezionale è una cosa che tu sai, quindi contare molto su se

stessi. Ovviamente se qualcuno lo dice ovvio che ci fa piacere, però non deve essere quello

il punto di partenza, per fare qualcosa, deve essere solo un po' un appagamento, diciamo,

per il resto devi puntare su te stessa.

C: Questo è molto bello. Tra l'altro si collega alla domanda che volevo farti adesso che è

appunto relativa a un suggerimento che ti sentiresti di dare a una donna in particolare

che vuole il intraprendere o che ha già intrapreso una carriera scientifica, attraverso i suoi

studi e adesso magari a livello lavorativo ma che è attorniata magari da un contesto

estremamente stereotipato e maschile si sente non all'altezza, pur sapendo dentro di sé

che ha tutte le carte in regola per farcela, ma ha subito quella convinzione e si sta convincendo

di non potercela fare, cosa le diresti?

G: Io patirei col dirle che ha torto! Ok se non è proprio gentilissimo, però è diretto

esatto! Perché appunto, perché non si sente all'altezza? E lì il punto, allora se è

come è stato per me all'università, perché avevo paura allora ok possiamo risolvere la

questione, puoi forse avere un minimo di ragione. Però se è perché appunto non lo so è lo

stereotipo, la famiglia, che ti dice “ah ma perché non fai qualcosa di più facile,

ah ma credi veramente di arrivare fino in fondo?” sono quelle domande che ti innervosiscono

e se non hai forza e non hai carattere allora si ti lasci soccombere. Quindi io ho avuto

un periodo in cui volevo ritirarmi dall'università al primo anno perché gli esami non andavano

come volevo, ero convinta che tutti fossero migliori di me, mi sentivo proprio un fallimento.

Per fortuna i miei genitori mi hanno fatto riflettere e mi hanno sempre appoggiato e

quindi alla fine ha detto “no aspetta questo è quello che me piace, io lo voglio fare,

mi sono iscritta perchè voglio arrivare fino in fondo”. Quindi mi sono data un anno di

tempo, ho detto in questo anno devo dare tutta me stessa per dimostrare a me e poi agli altri

che ce la posso fare. Quindi mi sono impegnata tantissimo, ho avuto tanti alti e bassi, però

dopo alla fine dell'anno mi ero data di tempo avevo ottenuto i risultati e allora ho detto

vabbè, voi continuate a parlare, ma io ce la faccio e vado dove voglio.

C: Torniamo al discorso di prima che è estremamente importante no quello di cercare di dare il

massimo, sapendo che il risultato potrebbe arrivare in un tempo diverso da quello che

ci eravamo prefissi tu ti sei data un anno di tempo e non necessariamente è il tempo

che ci viene imposto dall'esterno, questo è bellissimo e credo sia estreamemente importante.

Senti, un aneddoto particolare magari che si collega queste esperienze, a questi suggerimenti

che ci hai dato. Un aneddoto nella tua esperienza tra i ghiacciai che consideri forse una delle

lezioni di vita più preziosa in assoluto?

G: Questa è una domanda che mi è toccato un po' perché è un aiuto un po personale

in realtà perché prima di arrivare qua erano una persona che non si dava molti degli altri,

aveva fatica a relazionarsi aprirsi, a confidarsi, a dare fiducia. Qui poi ho avuto un periodo

personale un po' difficile e mi sono ritrovata con il bisogno di parlare gli amici non solo

qua e mi sono isolato quindi a confidarmi una persona che alla fine dei conti l'avevo

conosciuto da quattro mesi quindi era uno sconosciuto. E però è stata una scoperta

meravigliosa perché ho trovato un'apertura, ho trovato accoglienza, supporto consigli

e quindi la lezione è stata che in realtà fino adesso ho sbagliato. Perché non è detto

che comunque non è detto che ovviamente tutti siano così ben disposti nei nostri confronti,

ovviamente troverai sempre qualcuno che dice ma che vuoi però questo non toglie che tra

di loro ci sia qualcuno che in realtà può darti tanto, perché da lì poi le piccole

attenzioni, del “hai mangiato oggi” del “come stai, se riuscita a dormire” sono

quelle piccole cose che in realtà poi mi hanno aiutato tantissimo si ritorna sempre

il discorso di aiutare gli altri l'aiuto anche semplicemente morale perché è una persona

che sta male chiedere come stai gli fai un bene che non può immaginare. Quindi si questa

è stata una lezione molto molto forte che ho appreso.

C: Grazie grazie veramente per averla condivisa perché credo che possa risuonare molto nelle

corde di chi ci ascolta . Senti Giuditta, una donna che ammiri particolarmente e che

secondo te dovremmo intervistare dopo di te chi è?

G: Guarda io in realtà ho due donne che ammiro, che sono state un po' dei punti di riferimento

una Margherita Hack perché comunque è stata una grandissima scienziata che è riuscita

a fare cose in un mondo del tutto maschile che sono memorabili riuscita quindi a fermarsi

a riprendere in mano il centro astronomico e non era facile ai sui tempi come non è

facile nemmeno adesso in realtà e l'altra e Samantha Cristoforetti perché anche lei

comunque un mondo militare sappiamo che è completamente maschile e quindi le donne non

hanno vita facile, ma nonostante questo oltre a essere appunto pilota militare è riuscita

a diventare astronauta è stata una delle due donne europee sulle ss, la prima donna

con più giorni a soggiornare lassù e quindi si, l'ammiro molto per il coraggio perché

vivere era comunque non è facile per la forza e la determinazione.

C: Fantastico tutto quello che ci hai condiviso è probabilmente no ovvio per te ormai grazie

all'allenamento e un po' alla necessità ma è stato un promemoria, una bella sveglia

per noi e per chi magari appunto dà per scontate tutta una serie di cose che invece, quando

ti mancano ti rendi conto sono la chiave non dico della felicità ma insomma dello star

bene. Io ti ringrazio tantissimo Giuditta è stata una bellissima chiacchiera, la connessione

ci ha supportato, non non ci sono stati durissimi problemi, quindi sono grata anche di questo.

Naturalmente ricordo a chi ci ascolta che troverete ragazze tutti i punti salienti della

puntata indicati minuto per minuto sotto il post video, audio o testo, a seconda che vi

piaccia leggere, ascoltare o guardare la puntata che trovate nel sito Biz academy.it/podcast

Vi abbraccio e vi saluto e soprattutto abbraccio e saluto Te Giuditta in questo contesto e

ti auguro uno splendido proseguimento di lavoro, di carriera e di missione!

G: Grazie a te!

C: Questo è tutto per la puntata di oggi, spero di averti dato qualche utile spunto

che potrai implementare sin da subito. Se crescere un business in cui credi sul web

in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a Biz

Academy puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it Noi come sempre ci sentiamo e vediamo alla

prossima puntata Impact Girl [Musica]

Resilienza sul Lavoro (anche in condizioni estreme) - YouTube Resilience at Work (even under extreme conditions) - YouTube Odporność w pracy (nawet w ekstremalnych warunkach) - YouTube Resiliência no trabalho (mesmo em condições extremas) - YouTube Устойчивость на работе (даже в экстремальных условиях) - YouTube

BRRRR.. Che freddo! Oggi la puntata di Impact Girl arriva niente

meno che all'Antartide, dove ci sta già aspettando Giuditta Celli, scienziata e glaciologa giovanissima

che davvero ha preso il coraggio a quattro mani per perseguire una passione tanto insolita

quanto preziosa, soprattutto al giorno d'oggi. Con Giuditta cercheremo di capire, direttamente

dall'antartide, come possiamo trovare tutti il coraggio di realizzare i nostri sogni,

di scendere in campo prima di tutto, ma anche poi la disciplina per portarli avanti con to take the field first, but also then the discipline to carry them out with

costanza. Prima di lasciarci a questa puntata un po' freddolosa ti invito come sempre a constancy. Before we leave this somewhat chilly installment, I invite you as always to

dare un'occhiata al sito Biz-academy.it/podcast e iscriverti alla newsletter del podcast di check out biz-academy.com/podcast and subscribe to the podcast newsletter at

Impact Girl, questo per due motivi principali: 1 per non perderti nessuna delle puntate che Impact Girl, this is for two main reasons: 1 so you don't miss any of the episodes that

esce ogni mese in versione audio e in versione video, ma anche, e soprattutto, per non perderti comes out every month in audio and video versions, but also, and most importantly, not to miss out on

i Biz Confidential, pillole business che condivido solo via mail ogni mese solo quando sei iscritto the Biz Confidential, business pills that I share only via email each month only when you are subscribed

al sito Biz academy.it/podcast e che ti aiuteranno a continuare a far crescere la tua attività at biz academy.com/podcasts and that will help you continue to grow your business

oppure ad avviarla se sei agli inizi. Or to start it if you are just starting out.

C: Giuditta, prima di addentrarci in quello che significa essere coraggiose in quanto C: Judith, before we go into what it means to be courageous as a

donne, che sarà un pochino il cuore tematico della nostra puntata, anche se l'affronteremo women, which will be a little bit the thematic heart of our episode, although we will address it

da diverse angolazioni legate alla tua esperienza.. tu sei una glaciologa. Io non ho mai sentito

questo termine e mi ha affascinato tantissimo è chiaro che intuitivamente si può capire che

cosa vuol dire essere glaciologa ma facci capire che cosa significa, come si diventa

glaciologi e che cosa fai, qual è la tua giornata tipo qual è la tua missione lavorativa?

G: Allora sì già dal nome glaciologo o glaciologa è chiaro che studiamo il freddo, quindi abbiamo

sempre a che fare con neve e ghiaccio in questo caso io sono in campo, sono in Antartide alla

stazione italo-francese Concordia e qua quindi mi occupo di prelevare campioni di neve, campioni

di ghiaccio, che in realtà poi verranno analizzati in Italia e quindi essere glaciologi vuol

dire questo, in campo prendere i campioni, fare piccole misure dirette e poi in laboratorio

fare tutte le analisi chimiche che riguardano i campioni prelevati. Come si diventa glaciologi..

io ho una laurea in chimica e comunque serve un percorso di studi di tipo scientifico.

Ad esempio il collega francese sempre glaciologo, ma per la parte francese, che ha una laurea

in geologia, quindi è un po' vasto.

C: Ecco. Questa è un po' la preparazione teorica che viene richiesta a seconda insomma

del ramo immagino di specializzazione. Poi però c'è appunto tutta la parte che io definisco

del coraggio che riguarda il fatto di vivere dove tu sei in questo momento vedremo abbracciare

anche uno stile di vita abbastanza estremo e abbastanza impegnativo rispetto alla vita

vita comoda cui siamo abituati. Quindi queste sono vere e proprie spedizioni giusto, che voi fate?

G: Sì praticamente quello che sto facendo è una spedizione cosiddetta “invernale”.

Sono arrivata a novembre dell'anno scorso e vado via a novembre di quest'anno, quindi

sono tredici mesi e ci tengo a ricordare che siamo qua grazie al Pnrl Enea, che è l'ente

che ci permette di venire qua e ci gestisce e al Cnr e al Miur che si occupano di tutta la

parte scientifica.. e poi ci sono le stagioni estive che sono piccoline, durano da novembre

a febbraio e la base è strapiena di persone, mentre adesso siamo solo 13, quindi insomma

una piccola famiglia.

C: I coraggiosi! Ma e quindi, fammi capire, qual è la preparazione prima di partire per una spedizione?

Adesso tu immagino sia collaudata ma prima di partire per una spedizione, qual è la

preparazione teorica e pratica che dovete seguire per poi sentirvi pronti nel momento

in cui siete lì?

G: Allora, veramente pronti forse non ci sentiamo mai, perché la paura rimane sempre. Abbiamo

a parte la preparazione del lavoro quindi le cose tecniche pratiche del lavoro in realtà

è molto importante un adattamento al freddo. Infatti Enea prima di partire ci fa fare un

campeggio di una settimana sotto il Dente del Gigante sul Monte Bianco per adattarci

al freddo e poi comunque abbiamo esercizi di primo soccorso antincendio quindi siamo

preparati per queste evenienze qua e poi serve tanto amore per il proprio lavoro perché

qua è difficile e se non si ama il proprio lavoro alla fine diventa difficile arrivare

in fondo molto faticoso.

C: Ecco a questo proposito ci racconti in linea di massima la tua giornata tipo, perché

poi quello che vorrei chiederti è come sviluppi una routine in una situazione così particolare,

però prima cerchiamo di spiegare qual è questa situazione in maniera che possiamo

capire anche come puoi adattarla in maniera diversa alla nostra.

G: La mia situazione è molto particolare perché ci troviamo nel plateau antartico

siamo nel niente più totale, abbiamo 11 mila chilometri di distanza dalla costa e siamo

a 3.300 metri di altitudine quindi anche fisicamente non abbiamo ossigeno e viviamo con un periodo

di buio totale un periodo di giorno totale e brevi periodi di alternanza giorno notte.

Freddo, molto freddo siamo sempre intorno almeno -60 e -70 d'inverno e anche molto vento,

quindi situazione fisica e psicologica molto dura. Quindi una routine è indispensabile

per sopravvivere perché altrimenti ti lasci andare alla non voglia, al sonno, che poi

in realtà, come dicevi tu, è un po' come può succedere anche nella vita di tutti i

giorni, che hai quelle giornate in cui non hai voglia di fare niente, staresti a letto

sempre, stai lì e dici “ma perché io mi devo alzare?”. Io qui mi sono obbligata

e forzata quotidianamente a trovarmi una routine perché altrimenti non puoi sopravvivere.

E quindi sveglia, anche se la notte in realtà non dormo, perché è molto difficile, però

sveglia sempre la mattina più o meno alla stessa ora, colazione, lavoro fuori, poi c'è

il pranzo, lavoro in ufficio, poi vai in palestra o leggi e stai con i colleghi. Poi c'è la

cena, il film dopo cena, quindi tutte quelle piccole cose che mi piace fare e che mi obbligo

a fare perché mi distraggono, alcune mi rilassano..

C: Ti danno un ritmo anche immagino?

G: Esatto, ti permettono di non farti soccombere dalla non voglia di fare le cose, poi in realtà

un po' quello che si può fare anche nella vita reale, non c'è bisogno di essere qua.

C: Infatti una cosa che mi ha colpito quando parlavamo quando ci siamo conosciute -conosciute

online naturalmente per il momento, io ancora il coraggio di seguirti non ce l'ho, apparte

la mancanza di preparazione poi teorica, però una cosa che mi aveva colpito è quando mi

hai detto che voi siete appunto in questo momento un gruppo abbastanza piccolino che

però vive in uno spazio anche abbastanza ridotto e che per quanto poi ciascuno faccia

le proprie cose a livello lavorativo sia importante per voi, per tutti voi, avere dei momenti

come per esempio la colazione il pranzo e la cena mi dicevi, che siano momenti condivisi

perché altrimenti il rischio è anche quello di alienarti un pochino, no immagino, da quello

che è poi la socializzazione umana.

G: Esatto diventa un tuo problema a livello psicologico perché rischi comunque anche

un po' la depressione qua perché comunque sei lontano da casa, dagli affetti. Considera

che qui dalla finestra vediamo una distesa di bianco infinita, quindi i colori, i rumori,

gli odori.. anche il cibo comunque è quello che è. Non abbiamo frutta fresca da marzo,

quindi insomma a livello psicologico diventa difficile e se ti isoli e non trovi uno sbocco

per rilassarti un po', per sfogarti, i rischi a livello psicologico dispiace anche al gruppo

se ti isoli perché comunque è una figura in meno, però il primo che ha dei problemi

poi sei te.

C: questo secondo me è molto importante perché magari chi ci ascolta dice vabbè, ma io non

vivo in mezzo ai ghiacci.. però uno degli strumenti che ci porta ad allenarci continuamente

soprattutto oggigiorno è il web. Abbiamo questa questa mancanza di ritmo, anche a livello

familiare ,o a livello lavorativo.. c'è chi ingoia, non lo so, un piatto di pasta mentre

continua a lavorare e a rispondere alle email, che ormai è diventata una routine e questo

senza accorgercene. Ci si priva di quello che è un ritmo sano, ecco perché mi aveva

colpito molto questa tua puntualizzazione e ci tenevo a sottolinearla, anche per chi

magari dici beh va beh ma questo vale solo per le situazioni estreme. Assolutamente no.

G: No, no guarda a proposito ti dico che comunque qua la connessione come puoi vedere è quella

che è e non abbiamo modo di utilizzare molto i social network abbiamo whatsapp per comunicare

con la famiglia e quindi il fatto di non poterci isolare online ha permesso di riscoprire un

po' una socializzazione che in realtà si, avevamo perso, perché il gioco da tavolo,

il gioco di carte dopo cena boh chissà quanto tempo è che ormai quasi nessuno fa più,

quindi insomma.. il film tutti insieme, la festa, insomma.. sì ti ritrovi un po' la

parte umana in realtà.

C: Bellissimo che è quella che che dovremo trovare un po' tutti. Senti giuditta ma c'è

qualcos'altro che c'è a livello di ritmo quotidiano per dare a te stessa una mano non

lo so mi viene in mente la mindfulness la meditazione oppure la lettura di una cosa

di particolare, non lo so l'esercizio fisico. Che cosa fai a livello di strumenti pratici,

che magari chi ci ascolta può dire “mah potrei provarle anche io nella mia realtà

quotidiana”?

G: Allora correre ovviamente non fuori perché non è molto possibile, sul tapis roulant!

Mi aiuta a stendere i nervi quando sono nervosa, magari qualcosa è andato storto, così..corro,

e quello mi aiuta a rilassare, musica di sottofondo e via.. leggo molto, in generale leggo un

po' tutto. E un'altra cosa che mi ha aiutato molto è stato studiare il francese, perché

essendo un gruppo italo francese ho iniziato a studiare una nuova lingua e questo mi ha

aiutato perchè comunque era uno sforzo, un qualcosa che mi teneva impegnata e quindi

non mi faceva pensare momenti un po' tristi, e mi distratto. Queste sono le cose principali.

C: Quindi possiamo un po' categorizzarle in due grandi categorie, il fatto di dedicare

un pochino di tempo al tuo corpo, che immagino insomma in un contesto dove poi non puoi uscire

all'aria aperta facilmente è ancora piu imperativo, e qualcosa che fai per la tua mente e anche

a livello emotivo perché poi quando impari analizzato e non solo apri la mente ma poi

è un emozione poter interagire con gli altri. Quindi un po' le tre emozioni, intelletto

e corpo, che sono un po' quelle che io personalmente cerco di seguire in quella che chiamo rdm

che è l'acronimo che sta per routine del mattino, che non sono altro che delle mini

attività.. ecco a proposito di questo tu le segui secondo un ritmo preciso, quindi

leggi in un momento preciso, corri in un momento preciso o quello è qualcosa che seguì in

base a come ti senti in quel momento?

G: No seguo in base a come mi sento, perché a volte in realtà mi basta non so stendermi

sul letto a fare niente, guardo il soffitto però mi rilasso, quindi dipende da cui mi

sento, quindi da come va la giornata, da cosa succede..

C: E a livello invece di allenamento mentale, il fatto di non sentirti in trappola perché

immagino che ad un certo punto, mentre parlavi mi immaginavo la situazione che vivi.. guardo

fuori e vedo una distesa di neve bianca infinita, non ho frutta fresca, siamo sempre noi in

questo spazio angusto.. A livello di allenamento mentale cosa hai fatto prima o cosa fai oggi

per non soccombere a quella che può essere un po' appunto depressione a livello magari

estremo ma semplicemente anche scoraggiamento che forse una parola più comune a chi ci

ascolta.

G: Sì. Ma in realtà non ho mai fatto del mindfulness o cose del genere, anche perché

fortunatamente non ho mai avuto questo senso di chiuso e di oppressione che si può immaginare.

Quindi no. Ci sono dei momenti in cui magari si ti senti comunque un po' abbattuto perché

sei sempre qui, vedi sempre le stesse persone, gli stessi muri quello si, però mi viene

spontaneo affrontarlo, tipo non so, andando dal collega o comunque dalla persona che è

diventata il tuo amico, quindi passare del tempo con gli altri nonostante siano sempre

i soliti, però questioni aiuta a affrontare quei piccoli momenti appunto di sconforto.

C: E anche qui secondo me c'è una lezione da trarre importante, perché tornando al

discorso della dell'alienazione, dell'isolamento che ci stiamo un po' auto-imponendo in quella

che è la nostra quotidianità, in una situazione di vita normale andare dagli altri anche solo

a chiedere aiuto, fare una domanda o trovarsi per un pranzo insieme al lavoro è ormai diventato

quasi qualcosa da evitare perché ci fa perdere tempo, oppure perché temiamo che quel qualcuno

possa essere disturbato o che possa in qualche modo dirci di no, quando in realtà l'uomo

è un essere sociale insomma è una creatura sociale, socievole, non lo so adesso qual

è il termine giusto, però mi piace molto come possiamo trarre delle piccole lezioni

poi da quello che per te sembra normale però tu l'hai reso normale nel momento in cui è

diventata una necessità probabilmente, quando non è una necessità di visione diventa un

lusso, che sembra quasi non ci possiamo mai permettere.

Senti, tu sei una donna che è molto giovane, molto brillante però sappiamo che nel tuttora

nonostante insomma si siano fatti passi in questo senso però nel settore scientifico

c'è sempre un po' lo stereotipo, tutti i settori scientifici sono un pochino e poi

non solo quelli ma in balia ecco di una di una dominazione maschile. Secondo te ci sono

le competenze ci sono le competenze che ti sei trovato ad acquisire nel tuo settore per

cui essere donna a tuo avviso si è rivelato uno svantaggio, quindi qualcosa per cui non

ti sei sentita portata, in quanto donna?

G: Guarda sono qua, quindi fortunatamente ti posso dire no. Fortunatamente ti posso

dire che queste stazioni non si è mai verificata anzi durante il percorso degli studi universitari

ad esempio non ho mai avuto problemi per il fatto che fossi donna quindi professori o

discriminazioni di alcun genere. Anche comunque le selezioni per molto professionali, non

ho avuto nessun tipo di problema al riguardo, fortunatamente ho avuto solo un episodio in

vita mia di discriminazione di genere durante un colloquio di lavoro e il classico del “lei

ha tutte le caratteristiche che cerco ma preferisco assumere un uomo perché è una sostituzione

maternità lei è una donna e quindi..” ..Quindi?

Quello è stato il momento in cui ho provato più rabbia e disgusto però a parte questo

piccolo tra virgolette episodio fortunatamente no, non ho avuto problemi, né per acquisire

capacità, né per laurearmi oppure per arrivare dove sono adesso, quindi mi ritengo fortunata.

C: E quindi quando è cominciata la tua passione per.. tu hai una laurea in chimica quindi

insomma la passione per l'aspetto scientifico o ce l'hai o ce l'hai. È qualcosa che ti

ricordo di aver avuto fin da bambina, oppure qualcosa che hai acquisito nel tempo che ti

sei resa conto ti piaceva nel tempo?

G: Guarda da bambina volevo fare il pasticcere quindi sì l'ho acquisita nel tempo, andando

avanti con gli studi e quando ho capito che la parte umanistica tipo di lettere queste

cose così, proprio non era per me, mi sono avvicinata quindi alla chimica con attenzione,

sono sempre stata indecisa se chimica diciamo delle cellule quindi la biochimica o la chimica

per l'ambiente. In realtà mi sono laureata in biochimica ma poi ho iniziato a lavorare

per l'ambiente, quindi insomma, un percorso un po' tortuoso.

C: Ho capito. Ma invece, a proposito, ti inverto la domanda che ti ho appena fatto: quali sono,

se ci sono, delle competenze che ti sei trovata ad acquisire nel tempo, nel tuo settore per

cui a tuo avviso essere donna si è rivelato invece un vantaggio. Come donne sono delle

caratteristiche particolari che a volte sono considerate.. che a volte sono date per scontate.

Mi viene in mente non lo so la capacità organizzativa semplicemente per il fatto di crescere in

una società che ci abitua a pensare, per quanto appunto ci stiamo un po' svincolando,

che dobbiamo sempre gestire mille cose no c'è la famiglia c'è il lavoro c'è la carriera

c'è questo c'è quello i figli e quando ci saranno..... e quindi già il mindset che

noi abbiamo che ne sviluppiamo il mindset di qualcuno che sa che deve gestire un sacco

di cose, non una e quella è, questa è una regola però non viene mai considerato e spesso

deve essere ricordato che questo può essere un enorme vantaggio a livello aziendale. Ecco

questo è solo un esempio mio personale ma le competenze invece che nel tuo caso hai

acquisito e perché hai acquisito più facilmente secondo te proprio grazie ad alcune tue caratteristiche

femminili quali sono?

G: Ma guarda quella di riorganizzazione in effetti, ora che l'ha nominata, penso sia

una delle prime cose perché ad esempio quando ero intesi nel laboratorio avevo ragazzo che

faceva dottorato che mi seguiva e io sono arrivata tempo un mese gli ho un po' rivoluzionato

il laboratorio, gliel'ho tutto organizzato, ho iniziato io a gestire la cosa. Cioè lui

era il mio boss ma io comunque ho preso in mano la situazione perché come era gestito

da lui io non riuscivo a lavorare, per farti un esempio.

C: Ecco, non stiamo dicendo gli uomini sono disorganizzati, lungi da noi quello di dire

questa cosa però resta il fatto dimostrato che l'aspetto organizzativo è una caratteristica

che le donne acquisiscono insomma volenti o nolenti, non tutte magari però molte di

noi e c'è qualcos'altro..?

G: A me viene spontaneo

C: c'è qualcos'altro che ti viene in mente a livello di competenze o di qualità o di

talento che insomma sembra nemmeno di solito per clichy appartenere più alle donne che

agli uomini?

G: Ma forse sì forse per cresce comunque esatto anche la voglia di aiutare gli altri

che spesso viene associata al senso di maternità, che per me non è così, non è che perché

sei donna e allora deve avere un senso di maternità allora sei presenza di vita degli

altri, però per clichè è così e quindi sì perché comunque magari vedo che, non

lo so, uno ha un po' bisogno di qualcosa allora a me non costa niente e gli dà una mano,

le piccolezze insomma basilari giornaliere, magari si, anche questo.

C: Questo credo sia molto importante perché poi a livello lavorativo, quello che succede

spesso parlo magari di corporations o aziende quello che succede spesso è che si creano

le Uome, che in realtà è un termine che non ho coniato io ma un amico che conosco

e che mi è rimasto impresso perché cioè lui lui si riferiva con questo termine a queste

donne che combattono contro quella che è una natura se vogliamo percepita come debole

perché appunto più aperta alla comunicazione, più aperta proprio istintivamente alla maternità,

intesa come prendersi cura dell'ambiente che ci circonda, non necessariamente di un figlio

ecco, e rifiutano questo modello e si trasformano in finti uomini, cioè cominciano a diventare

queste donne aggressive, alcune per carità possono esserlo di natura, ma molto spesso

si si si creano questo personaggio, e quando in realtà il questo questo aspetto che tu

hai nominato del aiutare gli altri, è chiave chiave quando gestisce un team, è chiave

quando invece sei parte di un team, è chiave nel tuo rapporto con un cliente, è chiave

nel tuo rapporto con un subordinato così come con il tuo capo, quindi credo che sia

un elemento cruciale a prescindere da quello che fai e da dove lavori.

G: Si, a prescindere anche da chi sei, uomo o donna che sia

C: Assolutamente! Senti Giuditta, come tieni alta la motivazione quando qualcosa non va

come previsto visto che insomma gli elementi di sfogo che hai sono abbastanza ridotti?

G: Qua non è facile. In generale in realtà non sono è stata molto brava tener alta la

motivazione, sono sempre stata una persona che come qualcosa andava male si abbatteva

era sconfortata, ero una di quelle che dicevano “Capitano sempre tutte a me”, insomma

ero un po' pessimista. E poi col tempo e soprattutto qua la cosa fortunatamente è cambiata. Diciamo

che ho un po' fatto lo step del dire ok io mi impegno al massimo in quello che sto facendo,

do tutta me stessa per fare in modo che le cose vadano bene o comunque vadano al meglio,

se poi non succede vediamo se è colpa mia, cosa ho fatto dopo sbagliato, quindi tentiamo

di guardare un po' il lato costruttivo e istruttivo e se non ha sbagliato niente va bene così

non ci posso fare nulla. Tipo l'altro giorno avuto un problema con uno strumento, ancora

non funziona. È dieci giorni che non riesco a capacitarmi di cosa sta succedendo, e si

è a un po desolante perché comunque insomma è uno strumento su cui lavorare, sei qui

per quello però più che applicarmi chiedere aiuto ai colleghi e tecnici a tutti, io non

posso fare qui ho fatto il mio!

C: Ti concentri su quello che è sotto il nostro controllo che è l'impegno, che è

una grande cosa in realtà, perché spesso ci concentriamo sul risultato che poi non

dipende da noi e non solo da noi da noi dipende però quanto solo quanto il dare il massimo,

che poi insomma ovviamente a vari livelli perché a volte pensiamo di aver dato il massimo

e non è così, ma è proprio l'introspezione di cui parlavi chiusi dalla risposta. Ho dato

il massimo, potevo fare di più e a volte abbiamo veramente dato il massimo di quello

che ci poteva essere se invece non è stato così allora forse qualcosa che possiamo migliorare

la prossima volta quindi somma o otteniamo risultato che vogliamo o la lezione di cui

abbiamo bisogno. A proposito di relazioni una cosa che in realtà

volevo chiederti prima mi è sfuggita, quando parlavi appunto del rapporto con i colleghi

che in qualche modo un salvavita in un contesto che altrimenti rischia di risultare un pochino

alienante. Resta il fatto che quando si lavora in un ambiente così sfidante è così ridotto

a fisicamente parlando, magari le relazioni subiscono anche delle battute d'arresto dei

contraccolpi. Ci sono delle regole che seguite le relazioni tra di voi per evitare litigi

oppure per affrontare eventuali situazioni di disaccordo?

G: Allora c'è da dire che qua vista la situazione di convivenza forzata comunque costretto comunque

hai scelto di convivere forzatamente con persone che sono sconosciuti, quindi in realtà non

sai bene con chi stai andando a vivere per un anno. E vista la situazione di isolamento

e tutto qualsiasi screzio o piccolezza può diventare una litigata enorme tipo dalla bottiglia

lasciato cosa nel frigo e mai sostituita, ai biscotti che non sono stati riportati in

sala, a piccolezze che in realtà possono all'interno delle guerre e fortunatamente

non abbiamo avuto uno di questi insomma sono stati molto bravi, però nel caso in cui tutti

ti litighi con una persona e c'hai dei problemi c'è da tenere conto che qui è quasi impossibile

evitare quella persona, perché o ti rinchiusi in ufficio o ti rinchiudi in camera e quindi

ti alieni come dicevamo prima o lo vedi la vedi sempre comunque qui insomma diventa molto

difficile. Per far fronte a questo è importante molta

pazienza, di accettare il fatto che non possono piacerti tutte le persone e che non puoi piacere

a tutte le persone, ovviamente, devi essere molto paziente, a volte eviti gli screzi,

perché magari senti qualcosa che non ti piace, senti un discorso che ti può dar fastidio

ma ti allontani e non rispondi, molta maturità quindi e nel caso in cui magari la situazione

è diventata pesante poni la conversazione su un livello molto gentile, parliamone, affrontiamo

i problemi, insomma tentare di parlare, parlare è la cosa fondamentale qua.

C: Che ancora una volta mi piace molto perché lo estrapoli dal contesto e non è che in

una relazione di coppia o in relazione tra colleghi in ufficio.. quando hai parlato della

della bottiglia vuota mi sono venute in mente delle situazioni paradossali quando lavoravo

in ufficio e questo ufficio a circa un centinaio di persone al tempo e c'era sempre qualcuno

a cui veniva rubato il pranzo perché magari, non era intenzionale ma si scambiavano le

cose, oppure cose marce in frigo, oppure bevi il caffè, lasciavi la tazza sporca nel lavandino

ed era un continuo reminder, il promemoria per favore “prendetevi cura del vostro ambiente

come se fosse casa vostra”, c'era questo continuo slogan no della serie “se siete

così sporchi qui vuol dire che siete sporchi e disordinati anche a casa”, che è probabile,

nel senso che poi spesso a casa non è che siamo molto bravi a gestire il frigorifero

o altre cose, insomma parlo in prima persona.. però lì, una cosa che hai detto è stata

veramente cruciale perché lì hai una scelta, puoi effettivamente nell'ufficio a tre piani,

decidere di stare nel piano dove non c'è la persona che ti infastidisce, oppure puoi

addirittura creare delle coalizioni tra gruppi, che è pessimo e deleterio perché poi toglie

energia, toglie proprio vitalità al gruppo invece voi in qualche modo tornate alle basi,

perché sono le basi di quella che è la convivenza civile e che ci dimentichiamo continuamente.

E quindi questo è secondo me un promemoria importantissimo. Ci hai già dato dei consigli

e dei suggerimenti pratici, ti chiedo però tre consigli particolarmente pratici che ti

senti di condividere con noi, che hai appreso vivendo e lavorando al polo sud ma che pensi

che anche chi non lavora nei ghiacciai potrebbe utilizzare nella propria vita per sopravvivere

a situazioni, chiamiamole così, ostili o inaspettate..

G: Guarda più che consigli che consigli pratici per sopravvivere diciamo che quello che ho

appreso qua sono cose molto più personali a livello intimo diciamo, quindi li chiamerei

quasi consigli di vita per riuscire a vivere almeno per quanto mi riguarda in maniera se

non più felice comunque migliore. Perché una delle cose ma dentro le cose che ho imparato

è sui pregiudizi comunque processi li abbiamo tutti volente o nolente ce l'abbiamo erano

cosa ho imparato è quella di non fermarsi precisissima di poter dare alla persona sempre

un'opportunità di mostrarti come bene o male che poi alla fine ne esca perché sono stata

stupito in modo positivo di alcune persone e quindi questo no il fatto capire che se

mi fossi fermata al primo impatto avrei perso la possibilità di conoscere persone che in

realtà sono meravigliose. un'altra è quella come dicevo prima di aiutare gli altri nelle

piccolezze, non c'è bisogno di fare grandi cose, di diventare dei grandi eroi, però

proprio la piccolezza che fa piacere all'altro, che in quel momento magari è sommerso di

lavoro, è stressato e tu hai del tempo quindi perché no. Una cosa che faccio spesso perché

amo farlo è quella di aiutare il cuoco in cucina, quindi preparo sempre le torte di

compleanno per esempio. Quindi lui è indaffaratissimo a preparare la parte della cena e io vado

là e gli faccio un po' di compagnia e preparo le torte di compleanno, a me piace e a lui

fa piacere, quindi perché no! L'ultima, che forse era quella più importante,

è quella di credere in me stessa, è aumentato molto questa parte. Prima non avevo fiducia

in me, non credevo in me e nelle cose che potevo fare, potevo arrivare a fare. Adesso

invece ho capito che non c'è bisogno che qualcuno mi dica “Sei forte, brava così..”

cioè io lo so, è una cosa che so io, quindi non c'è bisogno che qualcuno venga a dirti

che sei bravissima, sei eccezionale è una cosa che tu sai, quindi contare molto su se

stessi. Ovviamente se qualcuno lo dice ovvio che ci fa piacere, però non deve essere quello

il punto di partenza, per fare qualcosa, deve essere solo un po' un appagamento, diciamo,

per il resto devi puntare su te stessa.

C: Questo è molto bello. Tra l'altro si collega alla domanda che volevo farti adesso che è

appunto relativa a un suggerimento che ti sentiresti di dare a una donna in particolare

che vuole il intraprendere o che ha già intrapreso una carriera scientifica, attraverso i suoi

studi e adesso magari a livello lavorativo ma che è attorniata magari da un contesto

estremamente stereotipato e maschile si sente non all'altezza, pur sapendo dentro di sé

che ha tutte le carte in regola per farcela, ma ha subito quella convinzione e si sta convincendo

di non potercela fare, cosa le diresti?

G: Io patirei col dirle che ha torto! Ok se non è proprio gentilissimo, però è diretto

esatto! Perché appunto, perché non si sente all'altezza? E lì il punto, allora se è

come è stato per me all'università, perché avevo paura allora ok possiamo risolvere la

questione, puoi forse avere un minimo di ragione. Però se è perché appunto non lo so è lo

stereotipo, la famiglia, che ti dice “ah ma perché non fai qualcosa di più facile,

ah ma credi veramente di arrivare fino in fondo?” sono quelle domande che ti innervosiscono

e se non hai forza e non hai carattere allora si ti lasci soccombere. Quindi io ho avuto

un periodo in cui volevo ritirarmi dall'università al primo anno perché gli esami non andavano

come volevo, ero convinta che tutti fossero migliori di me, mi sentivo proprio un fallimento.

Per fortuna i miei genitori mi hanno fatto riflettere e mi hanno sempre appoggiato e

quindi alla fine ha detto “no aspetta questo è quello che me piace, io lo voglio fare,

mi sono iscritta perchè voglio arrivare fino in fondo”. Quindi mi sono data un anno di

tempo, ho detto in questo anno devo dare tutta me stessa per dimostrare a me e poi agli altri

che ce la posso fare. Quindi mi sono impegnata tantissimo, ho avuto tanti alti e bassi, però

dopo alla fine dell'anno mi ero data di tempo avevo ottenuto i risultati e allora ho detto

vabbè, voi continuate a parlare, ma io ce la faccio e vado dove voglio.

C: Torniamo al discorso di prima che è estremamente importante no quello di cercare di dare il

massimo, sapendo che il risultato potrebbe arrivare in un tempo diverso da quello che

ci eravamo prefissi tu ti sei data un anno di tempo e non necessariamente è il tempo

che ci viene imposto dall'esterno, questo è bellissimo e credo sia estreamemente importante.

Senti, un aneddoto particolare magari che si collega queste esperienze, a questi suggerimenti

che ci hai dato. Un aneddoto nella tua esperienza tra i ghiacciai che consideri forse una delle

lezioni di vita più preziosa in assoluto?

G: Questa è una domanda che mi è toccato un po' perché è un aiuto un po personale

in realtà perché prima di arrivare qua erano una persona che non si dava molti degli altri,

aveva fatica a relazionarsi aprirsi, a confidarsi, a dare fiducia. Qui poi ho avuto un periodo

personale un po' difficile e mi sono ritrovata con il bisogno di parlare gli amici non solo

qua e mi sono isolato quindi a confidarmi una persona che alla fine dei conti l'avevo

conosciuto da quattro mesi quindi era uno sconosciuto. E però è stata una scoperta

meravigliosa perché ho trovato un'apertura, ho trovato accoglienza, supporto consigli

e quindi la lezione è stata che in realtà fino adesso ho sbagliato. Perché non è detto

che comunque non è detto che ovviamente tutti siano così ben disposti nei nostri confronti,

ovviamente troverai sempre qualcuno che dice ma che vuoi però questo non toglie che tra

di loro ci sia qualcuno che in realtà può darti tanto, perché da lì poi le piccole

attenzioni, del “hai mangiato oggi” del “come stai, se riuscita a dormire” sono

quelle piccole cose che in realtà poi mi hanno aiutato tantissimo si ritorna sempre

il discorso di aiutare gli altri l'aiuto anche semplicemente morale perché è una persona

che sta male chiedere come stai gli fai un bene che non può immaginare. Quindi si questa

è stata una lezione molto molto forte che ho appreso.

C: Grazie grazie veramente per averla condivisa perché credo che possa risuonare molto nelle

corde di chi ci ascolta . Senti Giuditta, una donna che ammiri particolarmente e che

secondo te dovremmo intervistare dopo di te chi è?

G: Guarda io in realtà ho due donne che ammiro, che sono state un po' dei punti di riferimento

una Margherita Hack perché comunque è stata una grandissima scienziata che è riuscita

a fare cose in un mondo del tutto maschile che sono memorabili riuscita quindi a fermarsi

a riprendere in mano il centro astronomico e non era facile ai sui tempi come non è

facile nemmeno adesso in realtà e l'altra e Samantha Cristoforetti perché anche lei

comunque un mondo militare sappiamo che è completamente maschile e quindi le donne non

hanno vita facile, ma nonostante questo oltre a essere appunto pilota militare è riuscita

a diventare astronauta è stata una delle due donne europee sulle ss, la prima donna

con più giorni a soggiornare lassù e quindi si, l'ammiro molto per il coraggio perché

vivere era comunque non è facile per la forza e la determinazione.

C: Fantastico tutto quello che ci hai condiviso è probabilmente no ovvio per te ormai grazie

all'allenamento e un po' alla necessità ma è stato un promemoria, una bella sveglia

per noi e per chi magari appunto dà per scontate tutta una serie di cose che invece, quando

ti mancano ti rendi conto sono la chiave non dico della felicità ma insomma dello star

bene. Io ti ringrazio tantissimo Giuditta è stata una bellissima chiacchiera, la connessione

ci ha supportato, non non ci sono stati durissimi problemi, quindi sono grata anche di questo.

Naturalmente ricordo a chi ci ascolta che troverete ragazze tutti i punti salienti della

puntata indicati minuto per minuto sotto il post video, audio o testo, a seconda che vi

piaccia leggere, ascoltare o guardare la puntata che trovate nel sito Biz academy.it/podcast

Vi abbraccio e vi saluto e soprattutto abbraccio e saluto Te Giuditta in questo contesto e

ti auguro uno splendido proseguimento di lavoro, di carriera e di missione!

G: Grazie a te!

C: Questo è tutto per la puntata di oggi, spero di averti dato qualche utile spunto

che potrai implementare sin da subito. Se crescere un business in cui credi sul web

in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a Biz

Academy puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it Noi come sempre ci sentiamo e vediamo alla

prossima puntata Impact Girl [Musica]