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Impact Girl di Cecilia Sardeo, Lanciare un'Impresa Agricola: la Storia di Valentina Stinga - YouTube

Lanciare un'Impresa Agricola: la Storia di Valentina Stinga - YouTube

Ciao a tutte in Impact Girls e benvenute ad una nuova puntata di impact Girl Podcast

Quest'oggi sono in compagnia di Valentina Stinga, fondatrice di Rareche.

C: Ciao Valentina V: Ciao, buongiorno!

C: Ridevo perché ci abbiamo messo un po' ad organizzare questa intervista, questa puntata ma

finalmente ce l'abbiamo fatta! Allora Valentina, per chi non ti conosce cerco di riassumere molto

perché poi ragazze potete trovare tutti i riferimenti sotto a questa puntata, però tu,

dopo una laurea in Marketing alla Bocconi, hai deciso di tornare a Sorrento che è il tuo paese

natale e aprire l'azienda agricola Rareche e hai cominciato raccontando la tua storia in un blog,

poi hai postato qualche foto sui social, hai cominciato a vendere delle cassette di zucchine

agli amici, fatto sta che oggi hai un vero e proprio e-commerce, sei responsabile regionale

Coldiretti Donne Impresa e parli di agricoltura e d'impresa al femminile, visto che insomma sei

una bella rappresentante, a diverse conferenze nazionali e internazionali. Allora, cerchiamo di

capire se qualcuno che ci sta ascoltando volesse davvero mollare tutto e andare in campagna come un

po' si tende a desiderare di questi tempi, tra l'altro ero in libreria qualche giorno fa e ho

visto che c'è proprio una sezione per chi vuole mollare tutto e andare in campagna e perché c'è

una sezione? Perché sembra così semplice, tanto mi apro l'azienda, ho gli animali, ho le piante poi

insomma tra il dire e il fare c'è di mezzo un bel po' di conoscenza, esperienza e organizzazione.

Partiamo Valentina dall'organizzazione che tu ti sei data inizialmente

per poter lanciare il tuo agri-business. V: In realtà è tutto abbastanza tutto in venire,

perché quando ho iniziato non pensavo che sarebbe diventato il mio lavoro. Quando ho iniziato

pensavo sarebbe stato un hobby, una cosa che avrei gestito magari nel tempo libero.

Poi mi sono resa conto che effettivamente mi appassionava molto questo mondo e quindi è

partita la fase organizzativa. Io ho la fortuna di essere una donna molto ansiosa, quindi mi

piace avere tutte le cose bene organizzate, perchè altrimenti vado nel panico e quindi io

ho cercato pian piano di organizzare quello che è il mio lavoro prima di tutto, perché fino a poco

tempo fa comunque mi occupavo quasi di tutto da sola, quindi organizzarsi diventa fondamentale.

La parte burocratica ovviamente resta purtroppo in Italia una delle fasi un po' più complesse,

quindi riuscire ad aprire la partita iva, avere un fascicolo aziendale che in

agricoltura è fondamentale, e poi fare tutta una serie di altri passaggi e diventa poi ancora più

importante organizzarsi anche sulla base di quella che è poi la stagionalità, perché bisogna capire

quali prodotti puoi coltivare, quando li puoi coltivare, che tempi hai prima che questi sono

disponibili e questo se ti fermi solo alla parte del fresco, quindi se ti fermi soltanto a verdure

e ortaggi ed eventualmente frutta fresca. Poi se entri, come ho deciso di fare io, nel mondo di

quello che è il prodotto trasformato, quindi tutto ciò che è un barattolo, confetture marmellate,

sott'oli, passate di pomodoro eccetera, ti devi organizzare ulteriormente perchè bisogna capire

se vuoi fare una lavorazione in azienda, quindi se occuparti tu anche di questo, in quel caso c'è da

fare una parte burocratica e anche sanitaria, ovviamente da un punto di vista qualitativo,

o se vuoi, come ho fatto io all'inizio, affidarti ad un laboratorio esterno, quindi

preparare determinate lavorazioni all'esterno. Ci sono un bel po' di decisioni da prendere!

C: Ci dai un'idea di qualche errore che hai fatto, qualche scivolone che hai fatto,

in tutta questa fase iniziale e che chi ci ascolta magari potrebbe

evitare o magari insomma ridurne un po' l'impatto, se proprio lo vuole fare?

V: Te ne dico uno che ho fatto all'inizio e uno che ho fatto praticamente settimana scorsa,

perché ancora capita. Il primo è stato quano ho fatto la prima produzione di trasformati,

quindi quando ho fatto per la prima volta il sott'olio di zucchine e di melanzane dove ho

completamente sbagliato la forma del barattolo, nel senso che mi piaceva tantissimo questo

barattolo perché poi sai anche l'occhio vuole la sua parte e diciamo la verve femminile in questo

aiuta però, era un barattolo tanto bello quanto fa molto dal punto di vista etichettatua, perché

era molto storto e quindi trovare un'etichetta che ci stesse bene senza che sembrasse fatto

male perché alla fine sembrava fatto male non è stato affatto facile. Quindi dall'anno dopo,

perché una cosa bella dell'agricoltura è che per cambiare qualcosa devi aspettare un anno intero,

perché la stagione delle zucchine poi è stata dopo un anno, e quindi ho cambiato completamente

barattolo. Un barattolo molto più semplice da un punto di vista proprio della forma ma sul quale

mi sono potuta poi divertire con la grafica. E invece l'ultimo sempre riguardo questa storia qua,

ma riguardante l'olio extravergine, che produco da due anni ormai, perché, e qui ho fatto un errore

invece logistico, mi sono affidata al mio solito fornitore di etichette che è un fornitore molto

grande e quindi non una piccola azienda locale, ma un grande fornitore, e ho avuto per colpa

loro ovviamente non per colpa mia, un fortissimo ritardo nella consegna delle etichette per quella

che è poi la vendita natalizia. Quindi all'ultimo momento dovuto annullare quell'ordine, chiedere

un rimborso e fare un ordine ad un fornitore più vicino che in alcuni casi può essere un problema

perché i fornitori più vicini, soprattutto in una zona come la mia, i fornitori più piccoli possono

essere più care e magari più lenti, però da un altro punto di vista ho imparato che invece se c'è

un problema che la grafica ha una particolarità che si deve risolvere, avere il fornitore a 5,

10 minuti, un quarto d'ora di macchina, rende tutto più gestibile anche i tempi sono molto

più gestibili e quindi ho imparato un'altra cosa la settimana scorsa mentre urlavo perché

dalle etichette non arrivava del tempo per Natale. Alla fine le ho, quindi va bene così!

C: Quindi, dacci un'idea prima di una festività o un periodo festivo dove sicuramente gli ordini

cominciano ad incrementare che cosa fai? Come ti prepari, anche per comunicare quelle che possono

essere le promozioni, quelle che possono essere le iniziative, quali canali utilizzi

e come ti organizzi per fare delle vere e proprie promozioni che poi abbiano successo e funzionino?

V: Ma guarda essendo ormai in attività piena da tre anni il primo passaggio è quello di essere

organizzarti per tempo. Fondamentalmente bisogna capire già a ottobre che tipo di comunicazione,

che tipo di packaging e che tipo di etichetta vuoi fare, se vuoi fare una cosa particolare solo

per Natale perché altrimenti sfori con le date, soprattutto per quello che riguarda l'e commerce e

quindi le spedizioni. Proprio pochi minuti fa ho ricevuto una comunicazione dai corrieri che mi

dicevano già che dal 13 dicembre non possono più garantire ritiri e consegne in tempo,

quindi il capisci anche tu che se hai degli ordini devi anche richiedere ai

clienti di ordinare entro una certa data. E quindi per quanto riguarda i regali diciamo dei

privati, quindi gli ordini privati, si fa comunque ancora tutto attraverso i social, per quanto

riguarda le aziende che decidono di utilizzare i miei prodotti come regali di Natale, quindi come

cesti e cose da regalare ai propri clienti, allora diventa diverso perché in quel caso magari ho già

una lista di mail, mando l'email che ricorda loro che hanno già in passato scelto Rareche

come regalistica di Natale e gli dà tutte le varie opzioni quindi regali per diverse fasce di prezzo.

Una cosa importante che sto cercando di tenere in considerazione negli ultimi due anni soprattutto

è anche la sostenibilità del packaging perché soprattutto a Sud siamo abituati a quei cesti

col celofan, la plastica e tutte queste cose qua invece per esempio quest'anno ogni singola

parte del pacco, delle varie tipologie è o in carta o in vetro o ancora le decorazioni, quindi

proprio le piccole cose in più che aggiungo al cesto sono arance essiccate, foglie d'ulivo,

quindi tutte cose assolutamente biodegradabili e sostenibili.

C: E a livello di comunicazione quando sei partita? Quindi tu sei partita con

quest'idea, non avevi idea di nulla, da quello che

ricordo mi hai detto, per cui sapevi conoscevi l'aspetto della vendite del marketing ma

di fatto l'aspetto dell'agribusiness era qualcosa di completamente nuovo.

Come hai applicato le tue conoscenze di comunicazione e

di marketing a questo business, in maniera da farti conoscere online e offline?

V: Guarda, inizialmente è stato un po' tutto dettato nell'incoscienza, nel senso che io ho

trattato questa azienda come se fosse un business di qualsiasi altro tipo. Avendo una formazione

arriva al marketing hanno master il social media communication eccetera io incoscientemente finto

che potesse essere la stessa cosa di un'azienda normale che però è effettivamente quello che

dovrebbe succedere per quanto riguarda le aziende agricole, perché ormai delle aziende agricole

purtroppo si fa ancora una comunicazione un po' vintage, quindi si fanno ancora tanto cartaceo,

tanta tanta comunicazione offline, cosa che in realtà nel 2021 ormai voglio 2022 non è più

tanto aggiornata, perché il cliente soprattutto i clienti privati sono talmente accadere cose

come tutti noi d'altronde che poi ormai il limite tra vita privata e lavoro è abbastanza relativo.

Quindi anche questa è stata una delle cose che ho fatto io raccontavo il racconto tutte le mie

giornate in azienda ma anche non in azienda, anche se ho un problema che potrebbe essere

legato anche alla mia sfera di salute fisica. Ho avuto il Covid ad esempio a marzo, e sono stata 25

giorni chiusa in casa e questa cosa però fa parte anche della mia vita lavorativa, perché essendo

l'azienda mia essendo io l'imprenditrice, chi ci lavora principalmente, diventa una

cosa che comunicata in una determinata maniera crea molta empatia, che ormai è fondamentale,

perché un'azienda che fa come dire essere fredda senza raccontare nulla viene poi la

cosa da un punto di vista di riscontro. C: Sono d'accordissimo. Penso sempre che

da un lato c'è la paura di sfociare nella sfera privata ma in realtà sei tu a decidere qual è il

limite oltre il quale decidi di non condividere più. Questo non significa però non dire nulla,

non raccontare appunto il retroscena che ti rendono che più autentica più vera più perfetta

ed è quello che ormai cerchiamo in un prodotto, la veridicità, l'autenticità. E quindi i canali

di comunicazione che tu al momento utilizzi e che ti stanno aiutando di più oltre ai social

e quali social sono nel mondo dei social e oltre i social nel digitale quali sono?

V: Allora per quanto riguarda i social, come tutti, sono Facebook e Instagram,

cambiando molto quella che è la fascia di età di riferimento. Su instagram sicuramente c'è

una fascetta più giovane anche se anche questo sta cambiando perché comunque anche le persone oltre

i 40 50 si stanno affacciando a Instagram. Quindi sicuramente funziona più Instagram di quanto possa

funzionare Facebook, anche se molto dipende dal contenuto che decido di pubblicare, perché magari

quando racconto qualcosa di un po' più lungo, quando magari pubblico uno dei miei interventi

pubblici che sono abbastanza lunghi, Facebook rimane comunque un po' più fattibile da questo

punto di vista. Sto valutando da un bel po' TikTok anche se questo è un altro problema la

fascia di età risulta ancora abbastanza complessa da gestire, però ci sono un bel po' di tiktoker

che cucinano. Quindi un bel po di tik toker che dal punto di vista dell'alimentare hanno un bel

seguito quindi per questo sto cercando di capire se lanciarmi anche nel meraviglioso di TikTok o

meno, sicuramente non con i balletti :) Per quanto riguarda tutto il resto della comunicazione cerco

comunque di mantenere aggiornati i miei clienti con una mailing list, quindi con una newsletter

e cerco comunque di fare in modo che la mia storia e quindi il mio percorso il mio

continuo voler cercare di crescere in questo senso sia alla portata di tutti. Ho la fortuna

di avere una storia abbastanza particolare, quindi il fatto che io sia riuscita anche a

portare avanti questa cosa tornando a casa dopo un percorso universitario abbastanza importante è

tuttora di grande interesse anche per le testate giornalistiche per le interviste televisive.

Io pensavo che questa mano ci sarebbe favorita dopo il primo anno in realtà ancora adesso mi

capita di essere contattata e quella è non ti dico un'ottima occasione di visibilità perché

sicuramente oltre ad avere la possibilità di avere dei contenuti in alta qualità perché

quando ti mandano una troupe televisiva riesce ad avere delle riprese fatte in una maniera

molto molto professionale e anche da un punto di vista di pubblico perché si apre ad altre

ad altra visibilità che normalmente non potresti raggiungere solo col tuo lavoro attraverso la

comunicazione. C: Certo. Una domanda che mi sorge spontanea perché hai tirato fuori vari aspetti di

cui ti occupi direttamente e personalmente tu. Hai un team di persone? Se si, di quali

dimensioni o comunque hai dei collaboratori che ti danno una mano o fai veramente tutto da sola?

V: Ho dei collaboratori, fortunatamente che mi danno una mano, soprattutto sulla parte fisica,

quindi la parte di sudore puro, anche se io sono oltre che una donna molto ansiosa come ho

detto all'inizio, una donna molto perfezionista, quindi quando si tratta soprattutto della parte di

confezionamento finale sia del prodotto formato, sia del prodotto fresco ci tengo ad esserci io,

così come ancora, e questa è una cosa che vorrei lasciare per una questione di tempo ma non vorrei

lasciare per una questione di empatia, le consegne a domicilio del fresco quindi della verdura fresca

le faccio ancora io, anche perché veniamo da un periodo particolare, quindi io ho continuato a

lavorare e a consegnare anche durante il primo lockdown ed era anche quello più spaventoso, e ho

continuato a farlo proprio perché i miei clienti hanno un livello di fiducia nei miei confronti

così elevato che nonostante il terrore che avevamo tutti, ovviamente con le dovute precauzioni e con

i dovuti dispositivi io continuavo ad entrare nelle loro case una volta a settimana, e questa

è una cosa che fai difficoltà a esternalizzare quando dopo 3-4 anni ti occupi sempre tu di

questa cosa, quindi è difficile anche per loro magari accettare che ci sia un'altra

persona che fisicamente gli consegna questa cosa. Però piano piano ce la possiamo fare!

Quello che ho imparato in agricoltura e che i tempi sono mooolto più dilatati di quelli

che sono i tempi a cui siamo abituati nella vita normale. Quindi una cosa alla volta.

C: Secondo me è anche un promemoria importante perché poi abbiamo l'illusione che i tempi

siano sotto il nostro controllo anche fuori dal contesto, diciamo così, della vegetazione e della

natura, poi in realtà ci rendiamo conto se prendiamo un po' le distanze dal nostro correre

ovunque, che in realtà ci sono le stagioni anche nella crescita di un'attività, ci sono dei cicli

che sono giornalieri, che sono settimanali, che sono mensili, anche nel modo in cui ci sentiamo

noi, quindi credo siamo davvero una grande cosa questa una grande opportunità quella che che hai

trovato di unire il contatto con la natura perché di fatto è un contatto diretto con la

natura con un progetto professionale. Una domanda che sorge spesso nella community delle ragazze che

seguono il podcast è il timore, hai accennato alla newsletter prima e al fatto che racconti proprio

il dietro le quinte di quello che accade, uno dei timori che spesso sento è il timore di disturbare

chi si iscrive lalla tua newsletter, il timore di mandare troppe newsletter, di dare informazioni

che alla fine non interessa perché chi se ne frega di quello che ha fatto no dietro le quinte.

Aiutaci invece a sfatare un po' questo mito magari dacci qualche esempio di quello che metti nelle

newsletter al di là della proposta d'acquisto. V: Guarda è esattamente questo, hai chiuso la

domanda con con la chiave, nel senso che io personalmente ho proprio difficoltà e capisco

esattamente il dubbio che hanno anche le ragazze che seguono il podcast perché sembra sempre che

è un contenuto trasferito soprattutto attraverso la newsletter ma anche attraverso un post abbia

sempre e solo lo scopo di vendere qualcosa che è una cosa che a me dà fastidio quando ricevo

e quindi ho anch'io questa paura nel mandare una comunicazione che possa sembrare incentrata solo

su quello. Io cerco di mettere sempre insieme le due cose, cioè quando è un momento in cui

ho necessità di spingere un prodotto perché da un punto di vista aziendale può succedere,

cerco comunque di metterci insieme anche un altro elemento. Ti faccia l'esempio

relativo al problema che ti ho accennato prima dell'etichettatura. Io ho detto esplicitamente,

pubblicamente in un post che avevo un problema di etichettatura, e questa cosa più che essere

vista da un punto di vista di vendita pura quindi come a dire "guardate io sono in ritardo quindi

non ve lo posso vendere" è stata vista al cotrario perchè c'è stata un'enorme solidarietà da parte

dei miei follower, da parte delle persone che mi hanno detto "non c'è problema, aspettiamo anche

dopo Natale" oppure "possiamo fare qualcosa?" Tante persone mi hanno segnalato amici grafici,

tipografi quindi è stato esattamente l'opposto. Quindi la chiave è sempre

cercare di non essere venditori e basta perché quello lo fanno benissimo già che

le grandi aziende. Quando hai una realtà piccola è completamente inutile perché può sembrare anche

presuntuoso per certi versi. Io cerco sempre di metterci un elemento personale all'interno,

ovviamente nei limiti del possibile e cerco di fare in modo che quella cosa

non venga percepita male. Mi metto a cantare dall'altra parte metto sempre dalla parte di

chi le riceve perché poi come tutti, oltre a essere una venditrice sono anche un acquirente

quindi ho entrambi i ruoli nella vita, e cerco sempre di mettermi dall'altra parte,

di rendermi conto di quale sarebbe il contenuto che io vorrei ricevere da parte di quella realtà.

Ti è mai capitato di avere qualche cliente insoddisfatto per la qualsivoglia ragione,

magari non per il prodotto ma per un ritardo nella consegna, magari perché era stato proprio

lui a sbagliare il prodotto da acquistare non lo so, gli è arrivato quello sbagliato,

lui pensava di averne acquistato un altro, e se sì come gestisci questi aspetti senza prenderli

troppo sul personale, perché sono parte normale insomma della crescita dell'azienda?

V: ma guarda più che questo, perché alla fine il massimo che può capitare che la

mia cliente peggiore che è mia madre, si lamenti perché ci sono troppe lumachine

o troppi bruchi dentro le verdure, quindi il massimo che è successo finora è questo,

però più che questo succede una cosa che secondo me è un po' più complicato da gestire cioè sui

prodotti agricoli e in particolare ultimamente l'olio extravergine d'oliva c'è un bel po' di

disinformazione, più che disinformazione, di cattiva informazione. Mi capita spesso

di ricevere delle richieste prima ancora dell'acquisto in cui mi chiedono "ma quest'olio è

denso? Quest'olio è non filtrato? Quest'olio è verde?" e sono tutte caratteristiche che chi

produce una cosa, chi produce una cosa con cognizione di causa, quindi io per esempio

sull'olio ho cercato di formarmi quanto più possibile perché prima non ne sapevo nulla,

sono sommelier dell'olio, sono assaggiatore di primo livello, quindi bene o male so quali sono le

caratteristiche che un olio dovrebbe avere, io mi trovo in difficoltà a rispondere in maniera

anche un po' piccata, per dire "guarda che mi stai chiedendo una caratteristica che

l'olio in realtà non dovrebbe avere, per essere un buon olio, per essere un ottimo olio." Quindi

è difficile riuscire a mantenere non tanto la professionalità ma l'empatia e la simpatia,

soprattutto in questo caso, nei confronti di qualcuno che magari è convinto, perché giustamente

è stato informano in maniera scorretta, di volere, di pretendere delle caratteristiche da un prodotto

che in realtà non sono caratteristiche che quel prodotto potrebbe avere. Non

so se mi sono spiegata perché è abbastanza complesso come concetto, però capita spesso

che ti chiedano delle caratteristiche così. Un conto è che quell'olio non le abbia,

perché per esempio c'è a chi piace l'olio meno amaro e magari dici no il mio olio

purtroppo di suo è amaro, purtroppo o per fortuna, dipende dai gusti! è amaro allora

ok. Invece un conto è quando invece ti chiedono una colorazione piuttosto che una densità, che

invece non sono caratteristiche diciamo di base o comunque caratteristiche che dovrebbe avere,

soprattutto il filtraggio. Si sente tanto parlare dell'olio non infiltrato, quando in realtà l'olio

non filtrato è buono per un mese, un mese e mezzo, dopodiché inizia a degradare, per cui

io che devo vendere un prodotto che deve avere una shelf life decente non posso vendere olio non

filtrato perché altrimenti inizia a degradare e inizia anche ad avere delle brutte caratteristiche

quindi questa è la parte un po' più complicata. C: Caspita mi stavano venendo in mente un sacco

di idee potenziali per la tua newsletter, di sicuro gliele hai messe dentro! Qui ci vorrebbe

veramente una newsletter enciclopedica, a me piacerebbe tantissimo, cosa che non faccio perché

alla fine insomma rimando però insomma, capire di più, anche solo la stagionalità dei cibi,

perché poi ormai si trova di tutto sempre e comunque ma questo aspetto dell'olio per

esempio è un aspetto interessantissimo anche perché come ben dicevi tu, se poi io lo vado

a cercare con delle caratteristiche sbagliate rischio anche poi mangiarmi

qualcosa che non mi fa particolarmente bene. Parliamo di tempo. Ok allora siamo tutte work

in progress, io credo come imprenditrice libere professioniste qualunque cosa facciamo ma anche

donne in carriera, non importa insomma, soprattutto ma non solo quando abbiamo

anche una famiglia da gestire ma se non è una famiglia abbiamo noi stesse da gestire

e noi siamo fortunatamente altra cosa rispetto al lavoro sono due entità separate. Allora spiegaci

un po' tu parli anche in diverse conferenze in italia e all'estero, come concili tutto questo,

come stai imparando a conciliare tutto questo? V: Hai detto benissimo, sto imparando, perché

purtroppo ci sono le con delle cose che ancora non riesco a delegare, o comunque non posso delegare

perché ci sono delle cose che devo materialmente fare io, quindi è un po' complicato, però sto

imparando molto e sto cercando di innanzitutto di dare priorità alle cose più importanti e alle cose

meno importanti. Quindi questo sicuramente, quando so di essere fuori per un periodo, fortunatamente

o sfortunatamente capita di rado per via per i motivi che tutti sappiamo però cerco di realizzare

tutto prima di andare via, quindi cerco di fare in modo che tutto sia pronto prima che io vada via,

prima che io sia assente per un paio di giorni. La settimana prossima sarò due giorni a Roma e questo

è un periodo di regali di Natale, sto organizzando tutte le spedizioni per domani, in modo tale che

evito i primi giorni della settimana prossima, che non ci sono e non ci siano troppi problemi.

Per quanto riguarda gli ordini che arriveranno mentre sono fuori fortunatamente sono fuori 48 ore

quindi riesco a gestire questa cosa. Sicuramente ci sono delle cose che ancora sono migliorabili,

degli aspetti che rigurdano il tempo. Quello che è importante è riuscire sempre a ritagliarsi dei

momenti in cui sicuramente non è disponibile. La cosa importante è riuscire avere in due ore

a settimana, tre ore per settimana in cui veramente non sei disponibile per nessuno.

Ovviamente non sono due o tre però quelle proprio chiuse completamente perché altrimenti diventa poi

ingestibile perché per quanto la mia vita è anche il mio lavoro, per tutti è così, perchè la maggior

parte delle ore della nostra vita le passiamo a lavorare però è anche giusto poi ritagliarsi

degli spazi per fare altro. Che poi nel mio caso altro molto spesso è visitare altre aziende,

andare ai nostri corsi, conoscere altre persone perché mi serve anche questo per migliorare quello

che faccio, però è comunque un momento in cui io stacco da determinate cose, determinate richieste,

dinamica eccetera. E in questa caso è un'altra cosa molto particolare perché molto spesso

hai difficoltà poi quando magari un cliente ti scrive la domenica pomeriggio a non rispondere,

perché comunque è un cliente quindi non puoi decidere totalmente di non rispondere però

tantomeno puoi attaccarti al telefono la domenica pomeriggio. Quindi bisogna anche un po' imparare a

gestire da entrambi i lati questa cosa, per questo prima dicevo sono anche una consumatrice perché io

la domanda me la faccio quando magari mi viene in mente di contattare un fornitore o qualcuno

da cui poi acquistare qualcosa e di partenza però è domenica. Io lo chiamo domani, me lo segno, lo

chiami domani. E faccio lo stesso anche io, quindi quando devo prendere dei contatti mi segno tutto,

sono molto vintage, ho ancora l'azienda cartacea e cerco di prioritarizzare tutto anche sulla

base di questo, quindi ogni volta che prendo un appuntamento me lo segno, in modo tale che quella

settimana quel giorno sicuramente non posso fare determinate cose,

avviso i clienti per tempo quando sono fuori, per non parlare della dinamica poi del tempo

dal punto da un punto di vista metereologico, in napoletano il tempo si dice "tiempo" anche

di quello meteorologico perché anche quello poi quello invece proprio è l'imprevisto. Io

mi alzo la mattina e non so ultimamente se possa lavorare all'aperto o no,

quindi anche quello ti cambia poi l'ordine di tutta la giornata in corso d'opera. Non è facile.

C: Altra lezione importante caspita io credo che se in futuro anche che ne so tra vent'anni

dovessi decidere di cambiare nicchia interamente, avendo lavorato proprio a contatto con quello che

è l'imprevisto continuo e con quella che è la stagionalità vera, saresti in grado

veramente di fare qualunque cosa. Quindi veramente complimenti perchè quello che dici sembra semplice

finché probabilmente non lo vivi di persona, perché io sono una maniaca della pianificazione,

forse esagerata, se dovessi basarmi sul tempo metereologico credo andrei fuori di

testa. Dovrei veramente fare uno sforzo e un allenamento non da poco. Ti chiedo un ultima

cosa. La relazione con i tuoi concorrenti, se ce ne sono, com'è o meglio, come riesci ad

andare oltre? Magari qualcuno ti copia, prende qualche idea, succede sempre quando cominci ad

avere un minimo di visibilità o un bel po' di visibilità nella tua nicchia. Come la gestisci?

V: Allora, questa è una domanda difficile, nel senso che durante il lockdown e

soprattutto da quando c'è il covid sono tanti, tante e tanti giovani che si sono dedicati a

questa attività o che vogliono dedicarsi a questa attività e io sono molto contenta. Sono contenta

perché io ho un ruolo duplice anche in questo caso, sono si un'imprenditrice agricola ma ho

anche un ruolo di dirigente in una certa categoria quindi rappresento le donne imprenditrici,

per cui sarebbe paradossale se io non fossi contenta di avere delle colleghe che possano

fare lo stesso tipo di lavoro che faccio io, non solo tipicamente ma anche dal punto di vista di

comunicazione. Noi ad esempio lavoriamo anche molti bambini, come i ragazzi cerchiamo di fare

educazione alimentare, siamo nelle scuole quindi se dovessi fare tutto io sarebbe assolutamente

improponibile a livello proprio di di tempo tornando al discorso di prima. In realtà sono

molto contenta che ci sia questo ritorno, perché è fondamentale quanti più siamo meglio è. Quindi

da questo punto di vista e dal punto di vista della percezione che i clienti devono avere,

che le persone devono avere del ruolo del contadino e della contadina sono felicissima

che ci siano tante aziende agricole e che siano sempre di più e che facciano più comunicazione.

Da un punto di vista dell'eventuale concorrenza con la produzione diretta, quindi chi

all'improvviso spunta fuori con un prodotto uguale al tuo, con un'etichetta che rimanda alla tua,

con una comunicazione simile eccetera non può farmi piacere nell'immediato, nel senso che

sicuramente non è una bella sensazione, però al tempo stesso vuol dire che stai lavorando bene,

perché se c'è qualcuno che si prende la briga di fare la stessa cosa o comunque di fare una cosa

estremamente simile vuol dire che stai lavorando bene e fino a quando io sono sicura perché

veramente tocco con mano ogni singolo prodotto che esce da Rareche e sono sicura di quello che

sto facendo e sono sicura della qualità immensa che sto mmettendo sul mercato, mi preoccupa

relativamente, nel senso che riesco da questo punto di vista a stare un pochino più tranquilla.

C: Per la serie felice di essere copiati, sei sempre un passo avanti, se qualcuno ti copia

vuol dire che comunque è un passo indietro e tu intanto stai già pensando al passo successivo.

V: Esatto!

C: Avresti uno spunto finale, magari una piccola pillola motivazionale per le donne

che sono in ascolto e vorrebbero iniziare la loro attività ma temono di non farcela.

V: Programmare è fondamentale, nel senso che io quando sono partita ho avuto la fortuna di

riuscire anche senza programmare perché all'inizio sono stata travolta da un mare di comunicazione di

visibilità che non m'aspettavo e quindi è stato difficile per me rincorrere la comunicazione che

mi stavano danno, perché alla fine ha iniziato molto mediatica l'esposizione che ho avuto.

Quindi ho dovuto fare una corsa dietro questa visibilità, il contrario è molto meglio cioè

riuscire a programmare e essere pronti con determinate tipologie di prodotto,

con determinate categorie merceologiche quando c'è questa visibilità è fondamentale. Quindi anche

scegliere la giusta categoria merceologica perché molto spesso mi chiedono "ma io ho dieci ettari di

mandorle che cosa devo fare?", il punto è capire prima sul quale mercato posizionarlo il prodotto,

soprattutto in agricoltura, perché senza mercato vai in difficoltà perché molto spesso hai una

possibilità all'anno, una volta l'anno se fai un cattivo prodotto quell'anno devi aspettare

l'anno dopo e non puoi diversificare, se hai un uliveto, hai un uliveto e basta non

è che puoi fare altro, quindi programmare soprattutto le vendite e la tipologia di

prodotto da mettere sul mercato è fondamentale. C: E studiare e studiare tanto immagino perché

ci hai snocciolato un po' di chicche ma ovviamente arrivano da qualcuno

che si è fatta il mazzo e si è messa a studiare effettivamente tutto quello che c'era da sapere

magari anche in corso d'opera ,naturalmente, sia mai che uno deve sapere tutto prima di partire.

Valentina, grazie mille per questo tempo che ci hai dedicato che so essere poco e quindi

davvero ti ringrazio davvero tanto, ringrazio anche le ragazze che sono

in ascolto e naturalmente potete trovare Valentina al sito www.rareche.com o anche

su Instagram e Facebook e anche TikTok perché arriverà a breve, ormai l'abbiamo annunciato

quindi non non ti può più tirare indietro, sappilo! Grazie ancora Vale, grazie mille

V: Grazie mille, grazie!

Questo è tutto per la puntata di oggi spero di

averti dato qualche utile spunto che potrai implementare sin da subito,

se crescere un business in cui credi sul web in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi

piani e non sei ancora entrata a Biz Academy puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it

Noi come sempre ci sentiamo e vediamo alla prossima puntata di Impact Girl :)

Lanciare un'Impresa Agricola: la Storia di Valentina Stinga - YouTube Die Gründung eines landwirtschaftlichen Unternehmens: Die Geschichte von Valentina Stinga - YouTube Launching an Agricultural Enterprise: the Story of Valentina Stinga - YouTube Lanzamiento de una empresa agrícola: la historia de Valentina Stinga - YouTube Een landbouwbedrijf starten: het verhaal van Valentina Stinga - YouTube Rozpoczęcie działalności rolniczej: historia Valentiny Stingi - YouTube Запуск сельскохозяйственного предприятия: история Валентины Стинга - YouTube 开展农业业务:瓦伦蒂娜·斯廷加 (Valentina Stinga) 的故事 - YouTube

Ciao a tutte in Impact Girls e benvenute  ad una nuova puntata di impact Girl Podcast

Quest'oggi sono in compagnia di  Valentina Stinga, fondatrice di Rareche.

C: Ciao Valentina V: Ciao, buongiorno!

C: Ridevo perché ci abbiamo messo un po' ad  organizzare questa intervista, questa puntata ma

finalmente ce l'abbiamo fatta! Allora Valentina,  per chi non ti conosce cerco di riassumere molto

perché poi ragazze potete trovare tutti i  riferimenti sotto a questa puntata, però tu,

dopo una laurea in Marketing alla Bocconi, hai  deciso di tornare a Sorrento che è il tuo paese

natale e aprire l'azienda agricola Rareche e hai  cominciato raccontando la tua storia in un blog,

poi hai postato qualche foto sui social, hai  cominciato a vendere delle cassette di zucchine

agli amici, fatto sta che oggi hai un vero e  proprio e-commerce, sei responsabile regionale

Coldiretti Donne Impresa e parli di agricoltura  e d'impresa al femminile, visto che insomma sei

una bella rappresentante, a diverse conferenze  nazionali e internazionali. Allora, cerchiamo di

capire se qualcuno che ci sta ascoltando volesse  davvero mollare tutto e andare in campagna come un

po' si tende a desiderare di questi tempi, tra  l'altro ero in libreria qualche giorno fa e ho

visto che c'è proprio una sezione per chi vuole  mollare tutto e andare in campagna e perché c'è

una sezione? Perché sembra così semplice, tanto mi  apro l'azienda, ho gli animali, ho le piante poi

insomma tra il dire e il fare c'è di mezzo un bel  po' di conoscenza, esperienza e organizzazione.

Partiamo Valentina dall'organizzazione  che tu ti sei data inizialmente

per poter lanciare il tuo agri-business. V: In realtà è tutto abbastanza tutto in venire,

perché quando ho iniziato non pensavo che sarebbe  diventato il mio lavoro. Quando ho iniziato

pensavo sarebbe stato un hobby, una cosa  che avrei gestito magari nel tempo libero.

Poi mi sono resa conto che effettivamente mi  appassionava molto questo mondo e quindi è

partita la fase organizzativa. Io ho la fortuna  di essere una donna molto ansiosa, quindi mi

piace avere tutte le cose bene organizzate,  perchè altrimenti vado nel panico e quindi io

ho cercato pian piano di organizzare quello che è  il mio lavoro prima di tutto, perché fino a poco

tempo fa comunque mi occupavo quasi di tutto da  sola, quindi organizzarsi diventa fondamentale.

La parte burocratica ovviamente resta purtroppo  in Italia una delle fasi un po' più complesse,

quindi riuscire ad aprire la partita  iva, avere un fascicolo aziendale che in

agricoltura è fondamentale, e poi fare tutta una  serie di altri passaggi e diventa poi ancora più

importante organizzarsi anche sulla base di quella  che è poi la stagionalità, perché bisogna capire

quali prodotti puoi coltivare, quando li puoi  coltivare, che tempi hai prima che questi sono

disponibili e questo se ti fermi solo alla parte  del fresco, quindi se ti fermi soltanto a verdure

e ortaggi ed eventualmente frutta fresca. Poi se  entri, come ho deciso di fare io, nel mondo di

quello che è il prodotto trasformato, quindi tutto  ciò che è un barattolo, confetture marmellate,

sott'oli, passate di pomodoro eccetera, ti devi  organizzare ulteriormente perchè bisogna capire

se vuoi fare una lavorazione in azienda, quindi se  occuparti tu anche di questo, in quel caso c'è da

fare una parte burocratica e anche sanitaria,  ovviamente da un punto di vista qualitativo,

o se vuoi, come ho fatto io all'inizio,  affidarti ad un laboratorio esterno, quindi

preparare determinate lavorazioni all'esterno.  Ci sono un bel po' di decisioni da prendere!

C: Ci dai un'idea di qualche errore che  hai fatto, qualche scivolone che hai fatto,

in tutta questa fase iniziale e  che chi ci ascolta magari potrebbe

evitare o magari insomma ridurne un po'  l'impatto, se proprio lo vuole fare?

V: Te ne dico uno che ho fatto all'inizio e  uno che ho fatto praticamente settimana scorsa,

perché ancora capita. Il primo è stato quano  ho fatto la prima produzione di trasformati,

quindi quando ho fatto per la prima volta il  sott'olio di zucchine e di melanzane dove ho

completamente sbagliato la forma del barattolo,  nel senso che mi piaceva tantissimo questo

barattolo perché poi sai anche l'occhio vuole la  sua parte e diciamo la verve femminile in questo

aiuta però, era un barattolo tanto bello quanto  fa molto dal punto di vista etichettatua, perché

era molto storto e quindi trovare un'etichetta  che ci stesse bene senza che sembrasse fatto

male perché alla fine sembrava fatto male non  è stato affatto facile. Quindi dall'anno dopo,

perché una cosa bella dell'agricoltura è che per  cambiare qualcosa devi aspettare un anno intero,

perché la stagione delle zucchine poi è stata  dopo un anno, e quindi ho cambiato completamente

barattolo. Un barattolo molto più semplice da un  punto di vista proprio della forma ma sul quale

mi sono potuta poi divertire con la grafica. E  invece l'ultimo sempre riguardo questa storia qua,

ma riguardante l'olio extravergine, che produco da  due anni ormai, perché, e qui ho fatto un errore

invece logistico, mi sono affidata al mio solito  fornitore di etichette che è un fornitore molto

grande e quindi non una piccola azienda locale,  ma un grande fornitore, e ho avuto per colpa

loro ovviamente non per colpa mia, un fortissimo  ritardo nella consegna delle etichette per quella

che è poi la vendita natalizia. Quindi all'ultimo  momento dovuto annullare quell'ordine, chiedere

un rimborso e fare un ordine ad un fornitore più  vicino che in alcuni casi può essere un problema

perché i fornitori più vicini, soprattutto in una  zona come la mia, i fornitori più piccoli possono

essere più care e magari più lenti, però da un  altro punto di vista ho imparato che invece se c'è

un problema che la grafica ha una particolarità  che si deve risolvere, avere il fornitore a 5,

10 minuti, un quarto d'ora di macchina, rende  tutto più gestibile anche i tempi sono molto

più gestibili e quindi ho imparato un'altra  cosa la settimana scorsa mentre urlavo perché

dalle etichette non arrivava del tempo per  Natale. Alla fine le ho, quindi va bene così!

C: Quindi, dacci un'idea prima di una festività  o un periodo festivo dove sicuramente gli ordini

cominciano ad incrementare che cosa fai? Come ti  prepari, anche per comunicare quelle che possono

essere le promozioni, quelle che possono  essere le iniziative, quali canali utilizzi

e come ti organizzi per fare delle vere e proprie  promozioni che poi abbiano successo e funzionino?

V: Ma guarda essendo ormai in attività piena da  tre anni il primo passaggio è quello di essere

organizzarti per tempo. Fondamentalmente bisogna  capire già a ottobre che tipo di comunicazione,

che tipo di packaging e che tipo di etichetta  vuoi fare, se vuoi fare una cosa particolare solo

per Natale perché altrimenti sfori con le date, soprattutto per quello che riguarda l'e commerce e

quindi le spedizioni. Proprio pochi minuti fa ho  ricevuto una comunicazione dai corrieri che mi

dicevano già che dal 13 dicembre non possono  più garantire ritiri e consegne in tempo,

quindi il capisci anche tu che se hai  degli ordini devi anche richiedere ai

clienti di ordinare entro una certa data. E quindi per quanto riguarda i regali diciamo dei

privati, quindi gli ordini privati, si fa comunque  ancora tutto attraverso i social, per quanto

riguarda le aziende che decidono di utilizzare i  miei prodotti come regali di Natale, quindi come

cesti e cose da regalare ai propri clienti, allora  diventa diverso perché in quel caso magari ho già

una lista di mail, mando l'email che ricorda  loro che hanno già in passato scelto Rareche

come regalistica di Natale e gli dà tutte le varie  opzioni quindi regali per diverse fasce di prezzo.

Una cosa importante che sto cercando di tenere in  considerazione negli ultimi due anni soprattutto

è anche la sostenibilità del packaging perché  soprattutto a Sud siamo abituati a quei cesti

col celofan, la plastica e tutte queste cose  qua invece per esempio quest'anno ogni singola

parte del pacco, delle varie tipologie è o in  carta o in vetro o ancora le decorazioni, quindi

proprio le piccole cose in più che aggiungo al  cesto sono arance essiccate, foglie d'ulivo,

quindi tutte cose assolutamente  biodegradabili e sostenibili.

C: E a livello di comunicazione quando  sei partita? Quindi tu sei partita con

quest'idea, non avevi idea di nulla, da quello che

ricordo mi hai detto, per cui sapevi conoscevi  l'aspetto della vendite del marketing ma

di fatto l'aspetto dell'agribusiness  era qualcosa di completamente nuovo.

Come hai applicato le tue  conoscenze di comunicazione e

di marketing a questo business, in maniera  da farti conoscere online e offline?

V: Guarda, inizialmente è stato un po' tutto  dettato nell'incoscienza, nel senso che io ho

trattato questa azienda come se fosse un business  di qualsiasi altro tipo. Avendo una formazione

arriva al marketing hanno master il social media  communication eccetera io incoscientemente finto

che potesse essere la stessa cosa di un'azienda  normale che però è effettivamente quello che

dovrebbe succedere per quanto riguarda le aziende  agricole, perché ormai delle aziende agricole

purtroppo si fa ancora una comunicazione un po'  vintage, quindi si fanno ancora tanto cartaceo,

tanta tanta comunicazione offline, cosa che  in realtà nel 2021 ormai voglio 2022 non è più

tanto aggiornata, perché il cliente soprattutto  i clienti privati sono talmente accadere cose

come tutti noi d'altronde che poi ormai il limite  tra vita privata e lavoro è abbastanza relativo.

Quindi anche questa è stata una delle cose che  ho fatto io raccontavo il racconto tutte le mie

giornate in azienda ma anche non in azienda,  anche se ho un problema che potrebbe essere

legato anche alla mia sfera di salute fisica. Ho  avuto il Covid ad esempio a marzo, e sono stata 25

giorni chiusa in casa e questa cosa però fa parte  anche della mia vita lavorativa, perché essendo

l'azienda mia essendo io l'imprenditrice,  chi ci lavora principalmente, diventa una

cosa che comunicata in una determinata maniera  crea molta empatia, che ormai è fondamentale,

perché un'azienda che fa come dire essere  fredda senza raccontare nulla viene poi la

cosa da un punto di vista di riscontro. C: Sono d'accordissimo. Penso sempre che

da un lato c'è la paura di sfociare nella sfera  privata ma in realtà sei tu a decidere qual è il

limite oltre il quale decidi di non condividere  più. Questo non significa però non dire nulla,

non raccontare appunto il retroscena che ti  rendono che più autentica più vera più perfetta

ed è quello che ormai cerchiamo in un prodotto,  la veridicità, l'autenticità. E quindi i canali

di comunicazione che tu al momento utilizzi e  che ti stanno aiutando di più oltre ai social

e quali social sono nel mondo dei social  e oltre i social nel digitale quali sono?

V: Allora per quanto riguarda i social,  come tutti, sono Facebook e Instagram,

cambiando molto quella che è la fascia di età  di riferimento. Su instagram sicuramente c'è

una fascetta più giovane anche se anche questo sta  cambiando perché comunque anche le persone oltre

i 40 50 si stanno affacciando a Instagram. Quindi  sicuramente funziona più Instagram di quanto possa

funzionare Facebook, anche se molto dipende dal  contenuto che decido di pubblicare, perché magari

quando racconto qualcosa di un po' più lungo,  quando magari pubblico uno dei miei interventi

pubblici che sono abbastanza lunghi, Facebook  rimane comunque un po' più fattibile da questo

punto di vista. Sto valutando da un bel po'  TikTok anche se questo è un altro problema la

fascia di età risulta ancora abbastanza complessa  da gestire, però ci sono un bel po' di tiktoker

che cucinano. Quindi un bel po di tik toker che  dal punto di vista dell'alimentare hanno un bel

seguito quindi per questo sto cercando di capire  se lanciarmi anche nel meraviglioso di TikTok o

meno, sicuramente non con i balletti :) Per quanto  riguarda tutto il resto della comunicazione cerco

comunque di mantenere aggiornati i miei clienti  con una mailing list, quindi con una newsletter

e cerco comunque di fare in modo che la  mia storia e quindi il mio percorso il mio

continuo voler cercare di crescere in questo  senso sia alla portata di tutti. Ho la fortuna

di avere una storia abbastanza particolare,  quindi il fatto che io sia riuscita anche a

portare avanti questa cosa tornando a casa dopo  un percorso universitario abbastanza importante è

tuttora di grande interesse anche per le testate  giornalistiche per le interviste televisive.

Io pensavo che questa mano ci sarebbe favorita  dopo il primo anno in realtà ancora adesso mi

capita di essere contattata e quella è non ti  dico un'ottima occasione di visibilità perché

sicuramente oltre ad avere la possibilità di  avere dei contenuti in alta qualità perché

quando ti mandano una troupe televisiva riesce  ad avere delle riprese fatte in una maniera

molto molto professionale e anche da un punto  di vista di pubblico perché si apre ad altre

ad altra visibilità che normalmente non potresti  raggiungere solo col tuo lavoro attraverso la

comunicazione. C: Certo. Una domanda che mi sorge  spontanea perché hai tirato fuori vari aspetti di

cui ti occupi direttamente e personalmente  tu. Hai un team di persone? Se si, di quali

dimensioni o comunque hai dei collaboratori che  ti danno una mano o fai veramente tutto da sola?

V: Ho dei collaboratori, fortunatamente che mi  danno una mano, soprattutto sulla parte fisica,

quindi la parte di sudore puro, anche se io  sono oltre che una donna molto ansiosa come ho

detto all'inizio, una donna molto perfezionista,  quindi quando si tratta soprattutto della parte di

confezionamento finale sia del prodotto formato,  sia del prodotto fresco ci tengo ad esserci io,

così come ancora, e questa è una cosa che vorrei  lasciare per una questione di tempo ma non vorrei

lasciare per una questione di empatia, le consegne  a domicilio del fresco quindi della verdura fresca

le faccio ancora io, anche perché veniamo da un  periodo particolare, quindi io ho continuato a

lavorare e a consegnare anche durante il primo  lockdown ed era anche quello più spaventoso, e ho

continuato a farlo proprio perché i miei clienti  hanno un livello di fiducia nei miei confronti

così elevato che nonostante il terrore che avevamo  tutti, ovviamente con le dovute precauzioni e con

i dovuti dispositivi io continuavo ad entrare  nelle loro case una volta a settimana, e questa

è una cosa che fai difficoltà a esternalizzare  quando dopo 3-4 anni ti occupi sempre tu di

questa cosa, quindi è difficile anche per  loro magari accettare che ci sia un'altra

persona che fisicamente gli consegna questa  cosa. Però piano piano ce la possiamo fare!

Quello che ho imparato in agricoltura e che  i tempi sono mooolto più dilatati di quelli

che sono i tempi a cui siamo abituati nella  vita normale. Quindi una cosa alla volta.

C: Secondo me è anche un promemoria importante  perché poi abbiamo l'illusione che i tempi

siano sotto il nostro controllo anche fuori dal  contesto, diciamo così, della vegetazione e della

natura, poi in realtà ci rendiamo conto se  prendiamo un po' le distanze dal nostro correre

ovunque, che in realtà ci sono le stagioni anche  nella crescita di un'attività, ci sono dei cicli

che sono giornalieri, che sono settimanali, che  sono mensili, anche nel modo in cui ci sentiamo

noi, quindi credo siamo davvero una grande cosa  questa una grande opportunità quella che che hai

trovato di unire il contatto con la natura  perché di fatto è un contatto diretto con la

natura con un progetto professionale. Una domanda  che sorge spesso nella community delle ragazze che

seguono il podcast è il timore, hai accennato alla  newsletter prima e al fatto che racconti proprio

il dietro le quinte di quello che accade, uno dei  timori che spesso sento è il timore di disturbare

chi si iscrive lalla tua newsletter, il timore di  mandare troppe newsletter, di dare informazioni

che alla fine non interessa perché chi se ne  frega di quello che ha fatto no dietro le quinte.

Aiutaci invece a sfatare un po' questo mito magari  dacci qualche esempio di quello che metti nelle

newsletter al di là della proposta d'acquisto. V: Guarda è esattamente questo, hai chiuso la

domanda con con la chiave, nel senso che io  personalmente ho proprio difficoltà e capisco

esattamente il dubbio che hanno anche le ragazze  che seguono il podcast perché sembra sempre che

è un contenuto trasferito soprattutto attraverso  la newsletter ma anche attraverso un post abbia

sempre e solo lo scopo di vendere qualcosa che  è una cosa che a me dà fastidio quando ricevo

e quindi ho anch'io questa paura nel mandare una  comunicazione che possa sembrare incentrata solo

su quello. Io cerco di mettere sempre insieme  le due cose, cioè quando è un momento in cui

ho necessità di spingere un prodotto perché  da un punto di vista aziendale può succedere,

cerco comunque di metterci insieme anche  un altro elemento. Ti faccia l'esempio

relativo al problema che ti ho accennato prima  dell'etichettatura. Io ho detto esplicitamente,

pubblicamente in un post che avevo un problema  di etichettatura, e questa cosa più che essere

vista da un punto di vista di vendita pura quindi  come a dire "guardate io sono in ritardo quindi

non ve lo posso vendere" è stata vista al cotrario  perchè c'è stata un'enorme solidarietà da parte

dei miei follower, da parte delle persone che mi  hanno detto "non c'è problema, aspettiamo anche

dopo Natale" oppure "possiamo fare qualcosa?"  Tante persone mi hanno segnalato amici grafici,

tipografi quindi è stato esattamente  l'opposto. Quindi la chiave è sempre

cercare di non essere venditori e basta  perché quello lo fanno benissimo già che

le grandi aziende. Quando hai una realtà piccola  è completamente inutile perché può sembrare anche

presuntuoso per certi versi. Io cerco sempre  di metterci un elemento personale all'interno,

ovviamente nei limiti del possibile e  cerco di fare in modo che quella cosa

non venga percepita male. Mi metto a cantare  dall'altra parte metto sempre dalla parte di

chi le riceve perché poi come tutti, oltre a  essere una venditrice sono anche un acquirente

quindi ho entrambi i ruoli nella vita, e  cerco sempre di mettermi dall'altra parte,

di rendermi conto di quale sarebbe il contenuto  che io vorrei ricevere da parte di quella realtà.

Ti è mai capitato di avere qualche cliente  insoddisfatto per la qualsivoglia ragione,

magari non per il prodotto ma per un ritardo  nella consegna, magari perché era stato proprio

lui a sbagliare il prodotto da acquistare  non lo so, gli è arrivato quello sbagliato,

lui pensava di averne acquistato un altro, e se  sì come gestisci questi aspetti senza prenderli

troppo sul personale, perché sono parte  normale insomma della crescita dell'azienda?

V: ma guarda più che questo, perché alla  fine il massimo che può capitare che la

mia cliente peggiore che è mia madre, si  lamenti perché ci sono troppe lumachine

o troppi bruchi dentro le verdure, quindi  il massimo che è successo finora è questo,

però più che questo succede una cosa che secondo  me è un po' più complicato da gestire cioè sui

prodotti agricoli e in particolare ultimamente  l'olio extravergine d'oliva c'è un bel po' di

disinformazione, più che disinformazione,  di cattiva informazione. Mi capita spesso

di ricevere delle richieste prima ancora  dell'acquisto in cui mi chiedono "ma quest'olio è

denso? Quest'olio è non filtrato? Quest'olio  è verde?" e sono tutte caratteristiche che chi

produce una cosa, chi produce una cosa con  cognizione di causa, quindi io per esempio

sull'olio ho cercato di formarmi quanto più  possibile perché prima non ne sapevo nulla,

sono sommelier dell'olio, sono assaggiatore di  primo livello, quindi bene o male so quali sono le

caratteristiche che un olio dovrebbe avere, io  mi trovo in difficoltà a rispondere in maniera

anche un po' piccata, per dire "guarda che  mi stai chiedendo una caratteristica che

l'olio in realtà non dovrebbe avere, per essere  un buon olio, per essere un ottimo olio." Quindi

è difficile riuscire a mantenere non tanto la  professionalità ma l'empatia e la simpatia,

soprattutto in questo caso, nei confronti di  qualcuno che magari è convinto, perché giustamente

è stato informano in maniera scorretta, di volere,  di pretendere delle caratteristiche da un prodotto

che in realtà non sono caratteristiche  che quel prodotto potrebbe avere. Non

so se mi sono spiegata perché è abbastanza  complesso come concetto, però capita spesso

che ti chiedano delle caratteristiche così. Un conto è che quell'olio non le abbia,

perché per esempio c'è a chi piace l'olio  meno amaro e magari dici no il mio olio

purtroppo di suo è amaro, purtroppo o per  fortuna, dipende dai gusti! è amaro allora

ok. Invece un conto è quando invece ti chiedono  una colorazione piuttosto che una densità, che

invece non sono caratteristiche diciamo di base  o comunque caratteristiche che dovrebbe avere,

soprattutto il filtraggio. Si sente tanto parlare  dell'olio non infiltrato, quando in realtà l'olio

non filtrato è buono per un mese, un mese e  mezzo, dopodiché inizia a degradare, per cui

io che devo vendere un prodotto che deve avere  una shelf life decente non posso vendere olio non

filtrato perché altrimenti inizia a degradare e  inizia anche ad avere delle brutte caratteristiche

quindi questa è la parte un po' più complicata. C: Caspita mi stavano venendo in mente un sacco

di idee potenziali per la tua newsletter, di  sicuro gliele hai messe dentro! Qui ci vorrebbe

veramente una newsletter enciclopedica, a me  piacerebbe tantissimo, cosa che non faccio perché

alla fine insomma rimando però insomma, capire  di più, anche solo la stagionalità dei cibi,

perché poi ormai si trova di tutto sempre  e comunque ma questo aspetto dell'olio per

esempio è un aspetto interessantissimo anche  perché come ben dicevi tu, se poi io lo vado

a cercare con delle caratteristiche  sbagliate rischio anche poi mangiarmi

qualcosa che non mi fa particolarmente bene. Parliamo di tempo. Ok allora siamo tutte work

in progress, io credo come imprenditrice libere  professioniste qualunque cosa facciamo ma anche

donne in carriera, non importa insomma,  soprattutto ma non solo quando abbiamo

anche una famiglia da gestire ma se non è  una famiglia abbiamo noi stesse da gestire

e noi siamo fortunatamente altra cosa rispetto al  lavoro sono due entità separate. Allora spiegaci

un po' tu parli anche in diverse conferenze in  italia e all'estero, come concili tutto questo,

come stai imparando a conciliare tutto questo? V: Hai detto benissimo, sto imparando, perché

purtroppo ci sono le con delle cose che ancora non  riesco a delegare, o comunque non posso delegare

perché ci sono delle cose che devo materialmente  fare io, quindi è un po' complicato, però sto

imparando molto e sto cercando di innanzitutto di  dare priorità alle cose più importanti e alle cose

meno importanti. Quindi questo sicuramente, quando  so di essere fuori per un periodo, fortunatamente

o sfortunatamente capita di rado per via per i  motivi che tutti sappiamo però cerco di realizzare

tutto prima di andare via, quindi cerco di fare in  modo che tutto sia pronto prima che io vada via,

prima che io sia assente per un paio di giorni. La  settimana prossima sarò due giorni a Roma e questo

è un periodo di regali di Natale, sto organizzando  tutte le spedizioni per domani, in modo tale che

evito i primi giorni della settimana prossima,  che non ci sono e non ci siano troppi problemi.

Per quanto riguarda gli ordini che arriveranno  mentre sono fuori fortunatamente sono fuori 48 ore

quindi riesco a gestire questa cosa. Sicuramente  ci sono delle cose che ancora sono migliorabili,

degli aspetti che rigurdano il tempo. Quello che  è importante è riuscire sempre a ritagliarsi dei

momenti in cui sicuramente non è disponibile.  La cosa importante è riuscire avere in due ore

a settimana, tre ore per settimana in cui  veramente non sei disponibile per nessuno.

Ovviamente non sono due o tre però quelle proprio  chiuse completamente perché altrimenti diventa poi

ingestibile perché per quanto la mia vita è anche  il mio lavoro, per tutti è così, perchè la maggior

parte delle ore della nostra vita le passiamo  a lavorare però è anche giusto poi ritagliarsi

degli spazi per fare altro. Che poi nel mio caso  altro molto spesso è visitare altre aziende,

andare ai nostri corsi, conoscere altre persone  perché mi serve anche questo per migliorare quello

che faccio, però è comunque un momento in cui io  stacco da determinate cose, determinate richieste,

dinamica eccetera. E in questa caso è un'altra  cosa molto particolare perché molto spesso

hai difficoltà poi quando magari un cliente ti  scrive la domenica pomeriggio a non rispondere,

perché comunque è un cliente quindi non puoi  decidere totalmente di non rispondere però

tantomeno puoi attaccarti al telefono la domenica  pomeriggio. Quindi bisogna anche un po' imparare a

gestire da entrambi i lati questa cosa, per questo  prima dicevo sono anche una consumatrice perché io

la domanda me la faccio quando magari mi viene  in mente di contattare un fornitore o qualcuno

da cui poi acquistare qualcosa e di partenza però  è domenica. Io lo chiamo domani, me lo segno, lo

chiami domani. E faccio lo stesso anche io, quindi  quando devo prendere dei contatti mi segno tutto,

sono molto vintage, ho ancora l'azienda cartacea  e cerco di prioritarizzare tutto anche sulla

base di questo, quindi ogni volta che prendo un  appuntamento me lo segno, in modo tale che quella

settimana quel giorno sicuramente  non posso fare determinate cose,

avviso i clienti per tempo quando sono fuori,  per non parlare della dinamica poi del tempo

dal punto da un punto di vista metereologico,  in napoletano il tempo si dice "tiempo" anche

di quello meteorologico perché anche quello  poi quello invece proprio è l'imprevisto. Io

mi alzo la mattina e non so ultimamente  se possa lavorare all'aperto o no,

quindi anche quello ti cambia poi l'ordine di  tutta la giornata in corso d'opera. Non è facile.

C: Altra lezione importante caspita io credo  che se in futuro anche che ne so tra vent'anni

dovessi decidere di cambiare nicchia interamente,  avendo lavorato proprio a contatto con quello che

è l'imprevisto continuo e con quella che  è la stagionalità vera, saresti in grado

veramente di fare qualunque cosa. Quindi veramente  complimenti perchè quello che dici sembra semplice

finché probabilmente non lo vivi di persona,  perché io sono una maniaca della pianificazione,

forse esagerata, se dovessi basarmi sul  tempo metereologico credo andrei fuori di

testa. Dovrei veramente fare uno sforzo e un  allenamento non da poco. Ti chiedo un ultima

cosa. La relazione con i tuoi concorrenti,  se ce ne sono, com'è o meglio, come riesci ad

andare oltre? Magari qualcuno ti copia, prende  qualche idea, succede sempre quando cominci ad

avere un minimo di visibilità o un bel po' di  visibilità nella tua nicchia. Come la gestisci?

V: Allora, questa è una domanda difficile,  nel senso che durante il lockdown e

soprattutto da quando c'è il covid sono tanti,  tante e tanti giovani che si sono dedicati a

questa attività o che vogliono dedicarsi a questa  attività e io sono molto contenta. Sono contenta

perché io ho un ruolo duplice anche in questo  caso, sono si un'imprenditrice agricola ma ho

anche un ruolo di dirigente in una certa categoria  quindi rappresento le donne imprenditrici,

per cui sarebbe paradossale se io non fossi  contenta di avere delle colleghe che possano

fare lo stesso tipo di lavoro che faccio io, non  solo tipicamente ma anche dal punto di vista di

comunicazione. Noi ad esempio lavoriamo anche  molti bambini, come i ragazzi cerchiamo di fare

educazione alimentare, siamo nelle scuole quindi  se dovessi fare tutto io sarebbe assolutamente

improponibile a livello proprio di di tempo  tornando al discorso di prima. In realtà sono

molto contenta che ci sia questo ritorno, perché  è fondamentale quanti più siamo meglio è. Quindi

da questo punto di vista e dal punto di vista  della percezione che i clienti devono avere,

che le persone devono avere del ruolo del  contadino e della contadina sono felicissima

che ci siano tante aziende agricole e che siano  sempre di più e che facciano più comunicazione.

Da un punto di vista dell'eventuale concorrenza  con la produzione diretta, quindi chi

all'improvviso spunta fuori con un prodotto uguale  al tuo, con un'etichetta che rimanda alla tua,

con una comunicazione simile eccetera non può  farmi piacere nell'immediato, nel senso che

sicuramente non è una bella sensazione, però al  tempo stesso vuol dire che stai lavorando bene,

perché se c'è qualcuno che si prende la briga di  fare la stessa cosa o comunque di fare una cosa

estremamente simile vuol dire che stai lavorando  bene e fino a quando io sono sicura perché

veramente tocco con mano ogni singolo prodotto  che esce da Rareche e sono sicura di quello che

sto facendo e sono sicura della qualità immensa  che sto mmettendo sul mercato, mi preoccupa

relativamente, nel senso che riesco da questo  punto di vista a stare un pochino più tranquilla.

C: Per la serie felice di essere copiati, sei  sempre un passo avanti, se qualcuno ti copia

vuol dire che comunque è un passo indietro e tu  intanto stai già pensando al passo successivo.

V: Esatto!

C: Avresti uno spunto finale, magari una  piccola pillola motivazionale per le donne

che sono in ascolto e vorrebbero iniziare  la loro attività ma temono di non farcela.

V: Programmare è fondamentale, nel senso che  io quando sono partita ho avuto la fortuna di

riuscire anche senza programmare perché all'inizio  sono stata travolta da un mare di comunicazione di

visibilità che non m'aspettavo e quindi è stato  difficile per me rincorrere la comunicazione che

mi stavano danno, perché alla fine ha iniziato  molto mediatica l'esposizione che ho avuto.

Quindi ho dovuto fare una corsa dietro questa  visibilità, il contrario è molto meglio cioè

riuscire a programmare e essere pronti  con determinate tipologie di prodotto,

con determinate categorie merceologiche quando  c'è questa visibilità è fondamentale. Quindi anche

scegliere la giusta categoria merceologica perché  molto spesso mi chiedono "ma io ho dieci ettari di

mandorle che cosa devo fare?", il punto è capire  prima sul quale mercato posizionarlo il prodotto,

soprattutto in agricoltura, perché senza mercato  vai in difficoltà perché molto spesso hai una

possibilità all'anno, una volta l'anno se fai  un cattivo prodotto quell'anno devi aspettare

l'anno dopo e non puoi diversificare, se  hai un uliveto, hai un uliveto e basta non

è che puoi fare altro, quindi programmare  soprattutto le vendite e la tipologia di

prodotto da mettere sul mercato è fondamentale. C: E studiare e studiare tanto immagino perché

ci hai snocciolato un po' di chicche  ma ovviamente arrivano da qualcuno

che si è fatta il mazzo e si è messa a studiare  effettivamente tutto quello che c'era da sapere

magari anche in corso d'opera ,naturalmente, sia  mai che uno deve sapere tutto prima di partire.

Valentina, grazie mille per questo tempo che  ci hai dedicato che so essere poco e quindi

davvero ti ringrazio davvero tanto,  ringrazio anche le ragazze che sono

in ascolto e naturalmente potete trovare  Valentina al sito www.rareche.com o anche

su Instagram e Facebook e anche TikTok perché  arriverà a breve, ormai l'abbiamo annunciato

quindi non non ti può più tirare indietro,  sappilo! Grazie ancora Vale, grazie mille

V: Grazie mille, grazie!

Questo è tutto per la puntata di oggi spero di

averti dato qualche utile spunto che  potrai implementare sin da subito,

se crescere un business in cui credi sul web  in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi

piani e non sei ancora entrata a Biz Academy  puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it

Noi come sempre ci sentiamo e vediamo  alla prossima puntata di Impact Girl :)