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I promessi sposi, di Alessandro Manzoni (The Betrothed), I promessi sposi, di Alessandro Manzoni - 02 - Capitolo II

I promessi sposi, di Alessandro Manzoni - 02 - Capitolo II

Capitolo II

Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina. Don Abbondio in vece non sapeva altro ancora se non che l'indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose. Non far caso dell'intimazione ribalda, né delle minacce, e fare il matrimonio, era un partito, che non volle neppur mettere in deliberazione. Confidare a Renzo l'occorrente, e cercar con lui qualche mezzo... Dio liberi! - Non si lasci scappar parola... altrimenti... ehm! - aveva detto un di què bravi; e, al sentirsi rimbombar quell' ehm! nella mente, don Abbondio, non che pensare a trasgredire una tal legge, si pentiva anche dell'aver ciarlato con Perpetua. Fuggire? Dove? E poi! Quant'impicci, e quanti conti da rendere! A ogni partito che rifiutava, il pover'uomo si rivoltava nel letto. Quello che, per ogni verso, gli parve il meglio o il men male, fu di guadagnar tempo, menando Renzo per le lunghe. Si rammentò a proposito, che mancavan pochi giorni al tempo proibito per le nozze; "e, se posso tenere a bada, per questi pochi giorni, quel ragazzone, ho poi due mesi di respiro; e, in due mesi, può nascer di gran cose". Ruminò pretesti da metter in campo; e, benché gli paressero un po' leggieri, pur s'andava rassicurando col pensiero che la sua autorità gli avrebbe fatti parer di giusto peso, e che la sua antica esperienza gli darebbe gran vantaggio sur un giovanetto ignorante. "Vedremo, - diceva tra sé: - egli pensa alla morosa; ma io penso alla pelle: il più interessato son io, lasciando stare che sono il più accorto. Figliuol caro, se tu ti senti il bruciore addosso, non so che dire; ma io non voglio andarne di mezzo". Fermato così un poco l'animo a una deliberazione, poté finalmente chiuder occhio: ma che sonno! che sogni! Bravi, don Rodrigo, Renzo, viottole, rupi, fughe, inseguimenti, grida, schioppettate. Il primo svegliarsi, dopo una sciagura, e in un impiccio, è un momento molto amaro. La mente, appena risentita, ricorre all'idee abituali della vita tranquilla antecedente; ma il pensiero del nuovo stato di cose le si affaccia subito sgarbatamente; e il dispiacere ne è più vivo in quel paragone istantaneo. Assaporato dolorosamente questo momento, don Abbondio ricapitolò subito i suoi disegni della notte, si confermò in essi, gli ordinò meglio, s'alzò, e stette aspettando Renzo con timore e, ad un tempo, con impazienza. Lorenzo o, come dicevan tutti, Renzo non si fece molto aspettare. Appena gli parve ora di poter, senza indiscrezione, presentarsi al curato, v'andò, con la lieta furia d'un uomo di vent'anni, che deve in quel giorno sposare quella che ama. Era, fin dall'adolescenza, rimasto privo dè parenti, ed esercitava la professione di filatore di seta, ereditaria, per dir così, nella sua famiglia; professione, negli anni indietro, assai lucrosa; allora già in decadenza, ma non però a segno che un abile operaio non potesse cavarne di che vivere onestamente. Il lavoro andava di giorno in giorno scemando; ma l'emigrazione continua dè lavoranti, attirati negli stati vicini da promesse, da privilegi e da grosse paghe, faceva sì che non ne mancasse ancora a quelli che rimanevano in paese. Oltre di questo, possedeva Renzo un poderetto che faceva lavorare e lavorava egli stesso, quando il filatoio stava fermo; di modo che, per la sua condizione, poteva dirsi agiato. E quantunque quell'annata fosse ancor più scarsa delle antecedenti, e già si cominciasse a provare una vera carestia, pure il nostro giovine, che, da quando aveva messi gli occhi addosso a Lucia, era divenuto massaio, si trovava provvisto bastantemente, e non aveva a contrastar con la fame. Comparve davanti a don Abbondio, in gran gala, con penne di vario colore al cappello, col suo pugnale del manico bello, nel taschino dè calzoni, con una cert'aria di festa e nello stesso tempo di braverìa, comune allora anche agli uomini più quieti. L'accoglimento incerto e misterioso di don Abbondio fece un contrapposto singolare ai modi gioviali e risoluti del giovinotto. "Che abbia qualche pensiero per la testa", argomentò Renzo tra sé; poi disse: - son venuto, signor curato, per sapere a che ora le comoda che ci troviamo in chiesa. - Di che giorno volete parlare?

- Come, di che giorno? non si ricorda che s'è fissato per oggi? - Oggi? - replicò don Abbondio, come se ne sentisse parlare per la prima volta. - Oggi, oggi... abbiate pazienza, ma oggi non posso.

- Oggi non può! Cos'è nato? - Prima di tutto, non mi sento bene, vedete.

- Mi dispiace; ma quello che ha da fare è cosa di così poco tempo, e di così poca fatica...

- E poi, e poi, e poi...

- E poi che cosa?

- E poi c'è degli imbrogli. - Degl'imbrogli? Che imbrogli ci può essere?

- Bisognerebbe trovarsi nei nostri piedi, per conoscer quanti impicci nascono in queste materie, quanti conti s'ha da rendere. Io son troppo dolce di cuore, non penso che a levar di mezzo gli ostacoli, a facilitar tutto, a far le cose secondo il piacere altrui, e trascuro il mio dovere; e poi mi toccan dè rimproveri, e peggio.

- Ma, col nome del cielo, non mi tenga così sulla corda, e mi dica chiaro e netto cosa c'è. - Sapete voi quante e quante formalità ci vogliono per fare un matrimonio in regola?

- Bisogna ben ch'io ne sappia qualche cosa, - disse Renzo, cominciando ad alterarsi, - poiché me ne ha già rotta bastantemente la testa, questi giorni addietro. Ma ora non s'è sbrigato ogni cosa? non s'è fatto tutto ciò che s'aveva a fare? - Tutto, tutto, pare a voi: perché, abbiate pazienza, la bestia son io, che trascuro il mio dovere, per non far penare la gente. Ma ora... basta, so quel che dico. Noi poveri curati siamo tra l'ancudine e il martello: voi impaziente; vi compatisco, povero giovane; e i superiori... basta, non si può dir tutto. E noi siam quelli che ne andiam di mezzo.

- Ma mi spieghi una volta cos'è quest'altra formalità che s'ha a fare, come dice; e sarà subito fatta. - Sapete voi quanti siano gl'impedimenti dirimenti? - Che vuol ch'io sappia d'impedimenti? - Error, conditio, votum, cognatio, crimen,

Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas,

Si sis affinis,... - cominciava don Abbondio, contando sulla punta delle dita.

- Si piglia gioco di me? - interruppe il giovine. - Che vuol ch'io faccia del suo latinorum ? - Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa.

- Orsù!...

- Via, caro Renzo, non andate in collera, che son pronto a fare... tutto quello che dipende da me. Io, io vorrei vedervi contento; vi voglio bene io. Eh!... quando penso che stavate così bene; cosa vi mancava? V'è saltato il grillo di maritarvi... - Che discorsi son questi, signor mio? - proruppe Renzo, con un volto tra l'attonito e l'adirato. - Dico per dire, abbiate pazienza, dico per dire. Vorrei vedervi contento.

- In somma...

- In somma, figliuol caro, io non ci ho colpa; la legge non l'ho fatta io. E, prima di conchiudere un matrimonio, noi siam proprio obbligati a far molte e molte ricerche, per assicurarci che non ci siano impedimenti.

- Ma via, mi dica una volta che impedimento è sopravvenuto?

- Abbiate pazienza, non son cose da potersi decifrare così su due piedi. Non ci sarà niente, così spero; ma, non ostante, queste ricerche noi le dobbiam fare. Il testo è chiaro e lampante: antequam matrimonium denunciet...

- Le ho detto che non voglio latino.

- Ma bisogna pur che vi spieghi...

- Ma non le ha già fatte queste ricerche?

- Non le ho fatte tutte, come avrei dovuto, vi dico.

- Perché non le ha fatte a tempo? perché dirmi che tutto era finito? perché aspettare...

- Ecco! mi rimproverate la mia troppa bontà. Ho facilitato ogni cosa per servirvi più presto: ma... ma ora mi son venute... basta, so io.

- E che vorrebbe ch'io facessi? - Che aveste pazienza per qualche giorno. Figliuol caro, qualche giorno non è poi l'eternità: abbiate pazienza. - Per quanto?

"Siamo a buon porto", pensò fra sé don Abbondio; e, con un fare più manieroso che mai, - via, - disse: - in quindici giorni cercherò,... procurerò... - Quindici giorni! oh questa sì ch'è nuova! S'è fatto tutto ciò che ha voluto lei; s'è fissato il giorno; il giorno arriva; e ora lei mi viene a dire che aspetti quindici giorni! Quindici... - riprese poi, con voce più alta e stizzosa, stendendo il braccio, e battendo il pugno nell'aria; e chi sa qual diavoleria avrebbe attaccata a quel numero, se don Abbondio non l'avesse interrotto, prendendogli l'altra mano, con un'amorevolezza timida e premurosa: - via, via, non v'alterate, per amor del cielo. Vedrò, cercherò se, in una settimana...

- E a Lucia che devo dire?

- Ch'è stato un mio sbaglio. - E i discorsi del mondo?

- Dite pure a tutti, che ho sbagliato io, per troppa furia, per troppo buon cuore: gettate tutta la colpa addosso a me. Posso parlar meglio? via, per una settimana.

- E poi, non ci sarà più altri impedimenti?

- Quando vi dico...

- Ebbene: avrò pazienza per una settimana; ma ritenga bene che, passata questa, non m'appagherò più di chiacchiere. Intanto la riverisco -. E così detto, se n'andò, facendo a don Abbondio un inchino men profondo del solito, e dandogli un'occhiata più espressiva che riverente. Uscito poi, e camminando di mala voglia, per la prima volta, verso la casa della sua promessa, in mezzo alla stizza, tornava con la mente su quel colloquio; e sempre più lo trovava strano. L'accoglienza fredda e impicciata di don Abbondio, quel suo parlare stentato insieme e impaziente, què due occhi grigi che, mentre parlava, eran sempre andati scappando qua e là, come se avesser avuto paura d'incontrarsi con le parole che gli uscivan di bocca, quel farsi quasi nuovo del matrimonio così espressamente concertato, e sopra tutto quell'accennar sempre qualche gran cosa, non dicendo mai nulla di chiaro; tutte queste circostanze messe insieme facevan pensare a Renzo che ci fosse sotto un mistero diverso da quello che don Abbondio aveva voluto far credere. Stette il giovine in forse un momento di tornare indietro, per metterlo alle strette, e farlo parlar più chiaro; ma, alzando gli occhi, vide Perpetua che camminava dinanzi a lui, ed entrava in un orticello pochi passi distante dalla casa. Le diede una voce, mentre essa apriva l'uscio; studiò il passo, la raggiunse, la ritenne sulla soglia, e, col disegno di scovar qualche cosa di più positivo, si fermò ad attaccar discorso con essa. - Buon giorno, Perpetua: io speravo che oggi si sarebbe stati allegri insieme.

- Ma! quel che Dio vuole, il mio povero Renzo.

- Fatemi un piacere: quel benedett'uomo del signor curato m'ha impastocchiate certe ragioni che non ho potuto ben capire: spiegatemi voi meglio perché non può o non vuole maritarci oggi. - Oh! vi par egli ch'io sappia i segreti del mio padrone? "L'ho detto io, che c'era mistero sotto", pensò Renzo; e, per tirarlo in luce, continuò: - via, Perpetua; siamo amici; ditemi quel che sapete, aiutate un povero figliuolo. - Mala cosa nascer povero, il mio caro Renzo.

- È vero, - riprese questo, sempre più confermandosi nè suoi sospetti; e, cercando d'accostarsi più alla questione, - è vero, - soggiunse, - ma tocca ai preti a trattar male co' poveri? - Sentite, Renzo; io non posso dir niente, perché... non so niente; ma quello che vi posso assicurare è che il mio padrone non vuol far torto, né a voi né a nessuno; e lui non ci ha colpa.

- Chi è dunque che ci ha colpa? - domandò Renzo, con un cert'atto trascurato, ma col cuor sospeso, e con l'orecchio all'erta. - Quando vi dico che non so niente... In difesa del mio padrone, posso parlare; perché mi fa male sentire che gli si dia carico di voler far dispiacere a qualcheduno. Pover'uomo! se pecca, è per troppa bontà. C'è bene a questo mondo dè birboni, dè prepotenti, degli uomini senza timor di Dio... "Prepotenti! birboni! - pensò Renzo: - questi non sono i superiori". - Via, - disse poi, nascondendo a stento l'agitazione crescente, - via, ditemi chi è. - Ah! voi vorreste farmi parlare; e io non posso parlare, perché... non so niente: quando non so niente, è come se avessi giurato di tacere. Potreste darmi la corda, che non mi cavereste nulla di bocca. Addio; è tempo perduto per tutt'e due -. Così dicendo, entrò in fretta nell'orto, e chiuse l'uscio. Renzo, rispostole con un saluto, tornò indietro pian piano, per non farla accorgere del cammino che prendeva; ma, quando fu fuor del tiro dell'orecchio della buona donna, allungò il passo; in un momento fu all'uscio di don Abbondio; entrò, andò diviato al salotto dove l'aveva lasciato, ve lo trovò, e corse verso lui, con un fare ardito, e con gli occhi stralunati. - Eh! eh! che novità è questa? - disse don Abbondio.

- Chi è quel prepotente, - disse Renzo, con la voce d'un uomo ch'è risoluto d'ottenere una risposta precisa, - chi è quel prepotente che non vuol ch'io sposi Lucia? - Che? che?

che?

- balbettò il povero sorpreso, con un volto fatto in un istante bianco e floscio, come un cencio che esca del bucato. E, pur brontolando, spiccò un salto dal suo seggiolone, per lanciarsi all'uscio. Ma Renzo, che doveva aspettarsi quella mossa, e stava all'erta, vi balzò prima di lui, girò la chiave, e se la mise in tasca. - Ah! ah! parlerà ora, signor curato? Tutti sanno i fatti miei, fuori di me. Voglio saperli, per bacco, anch'io. Come si chiama colui?

- Renzo! Renzo! per carità, badate a quel che fate; pensate all'anima vostra. - Penso che lo voglio saper subito, sul momento -. E, così dicendo, mise, forse senza avvedersene, la mano sul manico del coltello che gli usciva dal taschino.

- Misericordia! - esclamò con voce fioca don Abbondio.

- Lo voglio sapere.

- Chi v'ha detto... - No, no; non più fandonie. Parli chiaro e subito.

- Mi volete morto?

- Voglio sapere ciò che ho ragion di sapere.

- Ma se parlo, son morto. Non m'ha da premere la mia vita? - Dunque parli. Quel "dunque" fu proferito con una tale energia, l'aspetto di Renzo divenne così minaccioso, che don Abbondio non poté più nemmen supporre la possibilità di disubbidire. - Mi promettete, mi giurate, - disse - di non parlarne con nessuno, di non dir mai...?

- Le prometto che fo uno sproposito, se lei non mi dice subito subito il nome di colui.

A quel nuovo scongiuro, don Abbondio, col volto, e con lo sguardo di chi ha in bocca le tanaglie del cavadenti, proferì: - don...

- Don? - ripeté Renzo, come per aiutare il paziente a buttar fuori il resto; e stava curvo, con l'orecchio chino sulla bocca di lui, con le braccia tese, e i pugni stretti all'indietro. - Don Rodrigo! - pronunziò in fretta il forzato, precipitando quelle poche sillabe, e strisciando le consonanti, parte per il turbamento, parte perché, rivolgendo pure quella poca attenzione che gli rimaneva libera, a fare una transazione tra le due paure, pareva che volesse sottrarre e fare scomparir la parola, nel punto stesso ch'era costretto a metterla fuori. - Ah cane! - urlò Renzo. - E come ha fatto? Cosa le ha detto per...?

- Come eh? come? - rispose, con voce quasi sdegnosa, don Abbondio, il quale, dopo un così gran sagrifizio, si sentiva in certo modo divenuto creditore. - Come eh? Vorrei che la fosse toccata a voi, come è toccata a me, che non c'entro per nulla; che certamente non vi sarebber rimasti tanti grilli in capo -. E qui si fece a dipinger con colori terribili il brutto incontro; e, nel discorrere, accorgendosi sempre più d'una gran collera che aveva in corpo, e che fin allora era stata nascosta e involta nella paura, e vedendo nello stesso tempo che Renzo, tra la rabbia e la confusione, stava immobile, col capo basso, continuò allegramente: - avete fatta una bella azione! M'avete reso un bel servizio! Un tiro di questa sorte a un galantuomo, al vostro curato! in casa sua! in luogo sacro! Avete fatta una bella prodezza! Per cavarmi di bocca il mio malanno, il vostro malanno! ciò ch'io vi nascondevo per prudenza, per vostro bene! E ora che lo sapete? Vorrei vedere che mi faceste...! Per amor del cielo! Non si scherza. Non si tratta di torto o di ragione; si tratta di forza. E quando, questa mattina, vi davo un buon parere... eh! subito nelle furie. Io avevo giudizio per me e per voi; ma come si fa? Aprite almeno; datemi la mia chiave.

- Posso aver fallato, - rispose Renzo, con voce raddolcita verso don Abbondio, ma nella quale si sentiva il furore contro il nemico scoperto: - posso aver fallato; ma si metta la mano al petto, e pensi se nel mio caso...

Così dicendo, s'era levata la chiave di tasca, e andava ad aprire. Don Abbondio gli andò dietro, e, mentre quegli girava la chiave nella toppa, se gli accostò, e, con volto serio e ansioso, alzandogli davanti agli occhi le tre prime dita della destra, come per aiutarlo anche lui dal canto suo, - giurate almeno... - gli disse.

- Posso aver fallato; e mi scusi, - rispose Renzo, aprendo, e disponendosi ad uscire.

- Giurate... - replicò don Abbondio, afferrandogli il braccio con la mano tremante.

- Posso aver fallato, - ripeté Renzo, sprigionandosi da lui; e partì in furia, troncando così la questione, che, al pari d'una questione di letteratura o di filosofia o d'altro, avrebbe potuto durar dei secoli, giacché ognuna delle parti non faceva che replicare il suo proprio argomento. - Perpetua! Perpetua! - gridò don Abbondio, dopo avere invano richiamato il fuggitivo. Perpetua non risponde: don Abbondio non sapeva più in che mondo si fosse.

È accaduto più d'una volta a personaggi di ben più alto affare che don Abbondio, di trovarsi in frangenti così fastidiosi, in tanta incertezza di partiti, che parve loro un ottimo ripiego mettersi a letto con la febbre. Questo ripiego, egli non lo dovette andare a cercare, perché gli si offerse da sé. La paura del giorno avanti, la veglia angosciosa della notte, la paura avuta in quel momento, l'ansietà dell'avvenire, fecero l'effetto. Affannato e balordo, si ripose sul suo seggiolone, cominciò a sentirsi qualche brivido nell'ossa, si guardava le unghie sospirando, e chiamava di tempo in tempo, con voce tremolante e stizzosa: - Perpetua! - La venne finalmente, con un gran cavolo sotto il braccio, e con la faccia tosta, come se nulla fosse stato. Risparmio al lettore i lamenti, le condoglianze, le accuse, le difese, i "voi sola potete aver parlato", e i "non ho parlato", tutti i pasticci in somma di quel colloquio. Basti dire che don Abbondio ordinò a Perpetua di metter la stanga all'uscio, di non aprir più per nessuna cagione, e, se alcun bussasse, risponder dalla finestra che il curato era andato a letto con la febbre. Salì poi lentamente le scale, dicendo, ogni tre scalini, - son servito -; e si mise davvero a letto, dove lo lasceremo.

Renzo intanto camminava a passi infuriati verso casa, senza aver determinato quel che dovesse fare, ma con una smania addosso di far qualcosa di strano e di terribile. I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi. Renzo era un giovine pacifico e alieno dal sangue, un giovine schietto e nemico d'ogni insidia; ma, in què momenti, il suo cuore non batteva che per l'omicidio, la sua mente non era occupata che a fantasticare un tradimento. Avrebbe voluto correre alla casa di don Rodrigo, afferrarlo per il collo, e... ma gli veniva in mente ch'era come una fortezza, guarnita di bravi al di dentro, e guardata al di fuori; che i soli amici e servitori ben conosciuti v'entravan liberamente, senza essere squadrati da capo a piedi; che un artigianello sconosciuto non vi potrebb'entrare senza un esame, e ch'egli sopra tutto... egli vi sarebbe forse troppo conosciuto. Si figurava allora di prendere il suo schioppo, d'appiattarsi dietro una siepe, aspettando se mai, se mai colui venisse a passar solo; e, internandosi, con feroce compiacenza, in quell'immaginazione, si figurava di sentire una pedata, quella pedata, d'alzar chetamente la testa; riconosceva lo scellerato, spianava lo schioppo, prendeva la mira, sparava, lo vedeva cadere e dare i tratti, gli lanciava una maledizione, e correva sulla strada del confine a mettersi in salvo. "E Lucia?" Appena questa parola si fu gettata a traverso di quelle bieche fantasie, i migliori pensieri a cui era avvezza la mente di Renzo, v'entrarono in folla. Si rammentò degli ultimi ricordi dè suoi parenti, si rammentò di Dio, della Madonna e dè santi, pensò alla consolazione che aveva tante volte provata di trovarsi senza delitti, all'orrore che aveva tante volte provato al racconto d'un omicidio; e si risvegliò da quel sogno di sangue, con ispavento, con rimorso, e insieme con una specie di gioia di non aver fatto altro che immaginare. Ma il pensiero di Lucia, quanti pensieri tirava seco! Tante speranze, tante promesse, un avvenire così vagheggiato, e così tenuto sicuro, e quel giorno così sospirato! E come, con che parole annunziarle una tal nuova? E poi, che partito prendere? Come farla sua, a dispetto della forza di quell'iniquo potente? E insieme a tutto questo, non un sospetto formato, ma un'ombra tormentosa gli passava per la mente. Quella soverchieria di don Rodrigo non poteva esser mossa che da una brutale passione per Lucia. E Lucia? Che avesse data a colui la più piccola occasione, la più leggiera lusinga, non era un pensiero che potesse fermarsi un momento nella testa di Renzo. Ma n'era informata? Poteva colui aver concepita quell'infame passione, senza che lei se n'avvedesse? Avrebbe spinte le cose tanto in là, prima d'averla tentata in qualche modo? E Lucia non ne aveva mai detta una parola a lui! al suo promesso!

Dominato da questi pensieri, passò davanti a casa sua, ch'era nel mezzo del villaggio, e, attraversatolo, s'avviò a quella di Lucia, ch'era in fondo, anzi un po' fuori. Aveva quella casetta un piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino. Renzo entrò nel cortile, e sentì un misto e continuo ronzìo che veniva da una stanza di sopra. S'immaginò che sarebbero amiche e comari, venute a far corteggio a Lucia; e non si volle mostrare a quel mercato, con quella nuova in corpo e sul volto. Una fanciulletta che si trovava nel cortile, gli corse incontro gridando: - lo sposo! lo sposo!

- Zitta, Bettina, zitta! - disse Renzo.

- Vien qua; va' su da Lucia, tirala in disparte, e dille all'orecchio... ma che nessun senta, né sospetti di nulla, vè... dille che ho da parlarle, che l'aspetto nella stanza terrena, e che venga subito -. La fanciulletta salì in fretta le scale, lieta e superba d'avere una commission segreta da eseguire. Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre. Le amiche si rubavano la sposa, e le facevan forza perché si lasciasse vedere; e lei s'andava schermendo, con quella modestia un po' guerriera delle contadine, facendosi scudo alla faccia col gomito, chinandola sul busto, e aggrottando i lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca s'apriva al sorriso. I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa dè raggi d'un'aureola, come ancora usano le contadine nel Milanese. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch'esse, a ricami. Oltre a questo, ch'era l'ornamento particolare del giorno delle nozze, Lucia aveva quello quotidiano d'una modesta bellezza, rilevata allora e accresciuta dalle varie affezioni che le si dipingevan sul viso: una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido accoramento che si mostra di quand'in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare. La piccola Bettina si cacciò nel crocchio, s'accostò a Lucia, le fece intendere accortamente che aveva qualcosa da comunicarle, e le disse la sua parolina all'orecchio. - Vo un momento, e torno, - disse Lucia alle donne; e scese in fretta. Al veder la faccia mutata, e il portamento inquieto di Renzo, - cosa c'è? - disse, non senza un presentimento di terrore.

- Lucia! - rispose Renzo, - per oggi, tutto è a monte; e Dio sa quando potremo esser marito e moglie.

- Che? - disse Lucia tutta smarrita. Renzo le raccontò brevemente la storia di quella mattina: ella ascoltava con angoscia: e quando udì il nome di don Rodrigo, - ah! - esclamò, arrossendo e tremando, - fino a questo segno!

- Dunque voi sapevate...? - disse Renzo.

- Pur troppo! - rispose Lucia; - ma a questo segno!

- Che cosa sapevate?

- Non mi fate ora parlare, non mi fate piangere. Corro a chiamar mia madre, e a licenziar le donne: bisogna che siam soli.

Mentre ella partiva, Renzo sussurrò: - non m'avete mai detto niente. - Ah, Renzo! - rispose Lucia, rivolgendosi un momento, senza fermarsi. Renzo intese benissimo che il suo nome pronunziato in quel momento, con quel tono, da Lucia, voleva dire: potete voi dubitare ch'io abbia taciuto se non per motivi giusti e puri? Intanto la buona Agnese (così si chiamava la madre di Lucia), messa in sospetto e in curiosità dalla parolina all'orecchio, e dallo sparir della figlia, era discesa a veder cosa c'era di nuovo. La figlia la lasciò con Renzo, tornò alle donne radunate, e, accomodando l'aspetto e la voce, come poté meglio, disse: - il signor curato è ammalato; e oggi non si fa nulla -. Ciò detto, le salutò tutte in fretta, e scese di nuovo.

Le donne sfilarono, e si sparsero a raccontar l'accaduto. Due o tre andaron fin all'uscio del curato, per verificar se era ammalato davvero. - Un febbrone, - rispose Perpetua dalla finestra; e la trista parola, riportata all'altre, troncò le congetture che già cominciavano a brulicar nè loro cervelli, e ad annunziarsi tronche e misteriose nè loro discorsi.


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Capitolo II

Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina. It is said that the Prince of Condé slept deeply the night before Rocroi's day: but, first of all, he was very tired; secondly he had already given all the necessary provisions, and established what he should do in the morning. Condé prensinin Rocroi gününden önceki gece mışıl mışıl uyuduğu söylenir: ama her şeyden önce çok yorgundu; ikinci olarak gerekli tüm düzenlemeleri yapmış ve sabah ne yapması gerektiğini belirlemiştir. Don Abbondio in vece non sapeva altro ancora se non che l'indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose. Don Abbondio on the other hand did not know anything else except that the next day would be a day of battle; so much of the night was spent in agonizing councils. Non far caso dell'intimazione ribalda, né delle minacce, e fare il matrimonio, era un partito, che non volle neppur mettere in deliberazione. Not to mention ribald intimacy, nor threats, and to marry, was a party, which I did not want to even deliberate. Confidare a Renzo l'occorrente, e cercar con lui qualche mezzo... Dio liberi! Confide to Renzo the needful, and seek with him some means.... God free! - Non si lasci scappar parola... altrimenti...  ehm! - Don't let word get out... or else ... ahem! - Ne hagyjon ki egy szót sem ... különben ... uh! - aveva detto un di què bravi; e, al sentirsi rimbombar quell' ehm! - had said one of the good ones; and, on hearing that 'um! nella mente, don Abbondio, non che pensare a trasgredire una tal legge, si pentiva anche dell'aver ciarlato con Perpetua. gondolatában Don Abbondio, aki nemcsak egy ilyen törvény megszegésén gondolkodik, azt is megbánta, hogy Perpetua-val beszélgetett. Fuggire? Elfutni? Dove? E poi! Quant'impicci, e quanti conti da rendere! How many entanglements, and how many accounts to render! A ogni partito che rifiutava, il pover'uomo si rivoltava nel letto. With each party he refused, the poor man turned over in bed. Minden elutasító partin a szegény ember megfordult az ágyban. Quello che, per ogni verso, gli parve il meglio o il men male, fu di guadagnar tempo, menando Renzo per le lunghe. What, in every way, seemed to him the best or the least bad, was to gain time by leading Renzo on. Ami minden szempontból a legjobbnak vagy a legkevésbé rossznak tűnt, az az volt, hogy időt nyerjünk azzal, hogy hosszan vertük Renzót. Si rammentò a proposito, che mancavan pochi giorni al tempo proibito per le nozze; "e, se posso tenere a bada, per questi pochi giorni, quel ragazzone, ho poi due mesi di respiro; e, in due mesi, può nascer di gran cose". Ruminò pretesti da metter in campo; e, benché gli paressero un po' leggieri, pur s'andava rassicurando col pensiero che la sua autorità gli avrebbe fatti parer di giusto peso, e che la sua antica esperienza gli darebbe gran vantaggio sur un giovanetto ignorante. He ruminated on pretexts to put forward; and, though they seemed a little light, yet he reassured himself with the thought that his authority would make them seem to him to be of fair weight, and that his ancient experience would give him great advantage over an ignorant young man. Kifogásolta a helyükön lévő ürügyeket; és bár kissé könnyűnek tűntek számára, mégis megnyugtatta magát azzal a gondolattal, hogy tekintélye igazságos súlyúnak tűnhet, és ősi tapasztalatai nagy előnyt jelentenek neki egy tudatlan fiatalemberrel szemben. "Vedremo, - diceva tra sé: - egli pensa alla morosa; ma io penso alla pelle: il più interessato son io, lasciando stare che sono il più accorto. "We'll see," he said to himself: - he thinks of the morose; but I think of the skin: the most interested is me, leaving aside that I am the most shrewd. "Meglátjuk" - mondta magában: "a barátnőre gondol; de én a bőrre gondolok: engem érdekel a legjobban, egyedül hagyva, hogy én vagyok a legóvatosabb. Figliuol caro, se tu ti senti il bruciore addosso, non so che dire; ma io non voglio andarne di mezzo". My dear son, if you feel the burning on you, I don't know what to say; but I don't want to get in the way." Fermato così un poco l'animo a una deliberazione, poté finalmente chiuder occhio: ma che sonno! Having thus halted his mind a little in deliberation, he was finally able to close his eyes: but what a sleep! che sogni! Bravi, don Rodrigo, Renzo, viottole, rupi, fughe, inseguimenti, grida, schioppettate. Il primo svegliarsi, dopo una sciagura, e in un impiccio, è un momento molto amaro. La mente, appena risentita, ricorre all'idee abituali della vita tranquilla antecedente; ma il pensiero del nuovo stato di cose le si affaccia subito sgarbatamente; e il dispiacere ne è più vivo in quel paragone istantaneo. Assaporato dolorosamente questo momento, don Abbondio ricapitolò subito i suoi disegni della notte, si confermò in essi, gli ordinò meglio, s'alzò, e stette aspettando Renzo con timore e, ad un tempo, con impazienza. Lorenzo o, come dicevan tutti, Renzo non si fece molto aspettare. Appena gli parve ora di poter, senza indiscrezione, presentarsi al curato, v'andò, con la lieta furia d'un uomo di vent'anni, che deve in quel giorno sposare quella che ama. Era, fin dall'adolescenza, rimasto privo dè parenti, ed esercitava la professione di filatore di seta, ereditaria, per dir così, nella sua famiglia; professione, negli anni indietro, assai lucrosa; allora già in decadenza, ma non però a segno che un abile operaio non potesse cavarne di che vivere onestamente. Il lavoro andava di giorno in giorno scemando; ma l'emigrazione continua dè lavoranti, attirati negli stati vicini da promesse, da privilegi e da grosse paghe, faceva sì che non ne mancasse ancora a quelli che rimanevano in paese. Oltre di questo, possedeva Renzo un poderetto che faceva lavorare e lavorava egli stesso, quando il filatoio stava fermo; di modo che, per la sua condizione, poteva dirsi agiato. E quantunque quell'annata fosse ancor più scarsa delle antecedenti, e già si cominciasse a provare una vera carestia, pure il nostro giovine, che, da quando aveva messi gli occhi addosso a Lucia, era divenuto massaio, si trovava provvisto bastantemente, e non aveva a contrastar con la fame. Comparve davanti a don Abbondio, in gran gala, con penne di vario colore al cappello, col suo pugnale del manico bello, nel taschino dè calzoni, con una cert'aria di festa e nello stesso tempo di braverìa, comune allora anche agli uomini più quieti. A nagy gálán Don Abbondio előtt jelent meg, különféle színű tollakkal a kalapján, gyönyörű fogantyújú tőrével, nadrágjának zsebében, bizonyos ünnepi levegővel és egyúttal bátorsággal, amely akkoriban gyakori volt. a legcsendesebbekhez is. L'accoglimento incerto e misterioso di don Abbondio fece un contrapposto singolare ai modi gioviali e risoluti del giovinotto. Don Abbondio bizonytalan és titokzatos elfogadása egyedülálló kontrasztot alkotott a fiatalember kedélyes és határozott modorával. "Che abbia qualche pensiero per la testa", argomentò Renzo tra sé; poi disse: - son venuto, signor curato, per sapere a che ora le comoda che ci troviamo in chiesa. "Hadd gondoljanak néhány gondolatot" - érvelt magában Renzo; aztán azt mondta: "Azért jöttem, Monsieur Cure, hogy megtudjam, milyen kényelmes órában vagyunk a templomban. - Di che giorno volete parlare? - Melyik napról akarsz beszélni?

- Come, di che giorno? non si ricorda che s'è fissato per oggi? nem emlékszel arra, hogy a mai napig javított? - Oggi? - replicò don Abbondio, come se ne sentisse parlare per la prima volta. - válaszolta Don Abbondio, mintha először hallana róla. - Oggi, oggi... abbiate pazienza, ma oggi non posso. - Ma, ma ... legyen türelmem, de ma nem tudok.

- Oggi non può! - Ma nem lehet! Cos'è nato? Mi született? - Prima di tutto, non mi sento bene, vedete. - Először is, nem érzem jól magam, látod.

- Mi dispiace; ma quello che ha da fare è cosa di così poco tempo, e di così poca fatica... - Sajnálom; de amit meg kell tennie, az olyan kevés idő és kevés erőfeszítés ...

- E poi, e poi, e poi...

- E poi che cosa? - És akkor mi van?

- E poi c'è degli imbrogli. - És akkor van némi csalás. - Degl'imbrogli? - Csalás? Che imbrogli ci può essere? Milyen átverés lehet?

- Bisognerebbe trovarsi nei nostri piedi, per conoscer quanti impicci nascono in queste materie, quanti conti s'ha da rendere. - Szükség lenne talpra állni, tudni, hány probléma merül fel ezekben az ügyekben, hány beszámolót kell készítenünk. Io son troppo dolce di cuore, non penso che a levar di mezzo gli ostacoli, a facilitar tutto, a far le cose secondo il piacere altrui, e trascuro il mio dovere; e poi mi toccan dè rimproveri, e peggio. Túl kedves a szívem, nem gondolom, hogy az akadályoktól való megszabaduláshoz, minden megkönnyítéséhez, mások kedvének megfelelően cselekedjek, és elhanyagolom kötelességemet; aztán szemrehányást kell tennem, és ami még rosszabb.

- Ma, col nome del cielo, non mi tenga così sulla corda, e mi dica chiaro e netto cosa c'è. - De az ég neve mellett ne tartson a kötélen, és mondja el világosan és szépen, mi van ott. - Sapete voi quante e quante formalità ci vogliono per fare un matrimonio in regola?

- Bisogna ben ch'io ne sappia qualche cosa, - disse Renzo, cominciando ad alterarsi, - poiché me ne ha già rotta bastantemente la testa, questi giorni addietro. - Tudnom kell róla valamit - mondta Renzo, kezdve kiborulni -, mert ezekben a napokban már eléggé eltörte a fejem. Ma ora non s'è sbrigato ogni cosa? De vajon most nem csinálnak mindent? non s'è fatto tutto ciò che s'aveva a fare? - Tutto, tutto, pare a voi: perché, abbiate pazienza, la bestia son io, che trascuro il mio dovere, per non far penare la gente. - Minden, minden, úgy tűnik számodra: mert, legyen türelemmel, én vagyok a vadállat, aki elhanyagolja kötelességemet, hogy ne szenvedjen embereket. Ma ora... basta, so quel che dico. Noi poveri curati siamo tra l'ancudine e il martello: voi impaziente; vi compatisco, povero giovane; e i superiori... basta, non si può dir tutto. Mi szegény gondozottak a csap és a kalapács között vagyunk: türelmetlenek; Sajnálom, szegény fiatalember; és a felettesei ... elég, nem mondhatsz el mindent. E noi siam quelli che ne andiam di mezzo. És mi vagyunk azok, akik kitérünk az útból.

- Ma mi spieghi una volta cos'è quest'altra formalità che s'ha a fare, come dice; e sarà subito fatta. - De magyarázd el nekem egyszer, hogy ezt a másik formalitást mit kell tenned, ahogy mondod; és azonnal megtörténik. - Sapete voi quanti siano gl'impedimenti dirimenti? - Tudja, hányféle akadály van? - Che vuol ch'io sappia d'impedimenti? -  Error, conditio, votum, cognatio, crimen,

Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas,

Si sis affinis,...  - cominciava don Abbondio, contando sulla punta delle dita.

- Si piglia gioco di me? - Viccet csinálsz belőlem? - interruppe il giovine. - szakította félbe a fiatalember. - Che vuol ch'io faccia del suo  latinorum ? - Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa. - Tehát, ha nem tudsz dolgokat, légy türelemmel, és halaszd el azokat, akik ismerik őket.

- Orsù!...

- Via, caro Renzo, non andate in collera, che son pronto a fare... tutto quello che dipende da me. Io, io vorrei vedervi contento; vi voglio bene io. Eh!... quando penso che stavate così bene; cosa vi mancava? amikor azt hiszem, olyan jól nézett ki; mi hiányzott? V'è saltato il grillo di maritarvi... Has the cricket of marrying you jumped... A házasság krikettje ... - Che discorsi son questi, signor mio? - Milyen beszédek ezek, uram? - proruppe Renzo, con un volto tra l'attonito e l'adirato. - tört ki Renzo, csodálkozó és dühös arccal. - Dico per dire, abbiate pazienza, dico per dire. Vorrei vedervi contento. Szeretném látni boldognak.

- In somma...

- In somma, figliuol caro, io non ci ho colpa; la legge non l'ho fatta io. - In sum, dear son, I am not to blame; I did not make the law. E, prima di conchiudere un matrimonio, noi siam proprio obbligati a far molte e molte ricerche, per assicurarci che non ci siano impedimenti.

- Ma via, mi dica una volta che impedimento è sopravvenuto? - Gyerünk, mondd el egyszer, milyen akadályok merültek fel?

- Abbiate pazienza, non son cose da potersi decifrare così su due piedi. - Bear with me, these are not things that can be deciphered just like that. - Legyen türelemmel, ezeket nem a helyszínen lehet így megfejteni. Non ci sarà niente, così spero; ma, non ostante, queste ricerche noi le dobbiam fare. Il testo è chiaro e lampante: antequam matrimonium denunciet... The text is clear and blatant: antequam matrimonium denunciet...

- Le ho detto che non voglio latino.

- Ma bisogna pur che vi spieghi... - But it is necessary for me to explain....

- Ma non le ha già fatte queste ricerche?

- Non le ho fatte tutte, come avrei dovuto, vi dico.

- Perché non le ha fatte a tempo? perché dirmi che tutto era finito? Why tell me that everything was over? perché aspettare...

- Ecco! mi rimproverate la mia troppa bontà. You reproach me for my too much goodness. Ho facilitato ogni cosa per servirvi più presto: ma... ma ora mi son venute... basta, so io. I facilitated everything to serve you sooner: but-but now they came to me.... enough, I know.

- E che vorrebbe ch'io facessi? - And what would you have me do? - Che aveste pazienza per qualche giorno. Figliuol caro, qualche giorno non è poi l'eternità: abbiate pazienza. My dear son, a few days is not then eternity: be patient. - Per quanto?

"Siamo a buon porto", pensò fra sé don Abbondio; e, con un fare più manieroso che mai, - via, - disse: - in quindici giorni cercherò,... procurerò... "We are well in port," thought Don Abbondio to himself; and, with a manner more mannered than ever, - away, - he said: - in a fortnight I will seek,... I will procure... - Quindici giorni! oh questa sì ch'è nuova! S'è fatto tutto ciò che ha voluto lei; s'è fissato il giorno; il giorno arriva; e ora lei mi viene a dire che aspetti quindici giorni! Quindici... - riprese poi, con voce più alta e stizzosa, stendendo il braccio, e battendo il pugno nell'aria; e chi sa qual diavoleria avrebbe attaccata a quel numero, se don Abbondio non l'avesse interrotto, prendendogli l'altra mano, con un'amorevolezza timida e premurosa: - via, via, non v'alterate, per amor del cielo. Fifteen... - he then resumed, in a louder and more testy voice, extending his arm, and thumping his fist in the air; and who knows what devilry he would have attached to that number, if Don Abbondio had not interrupted him, taking his other hand, with a shy and thoughtful loving-kindness: - away, away, don't alter yourselves, for heaven's sake. Vedrò, cercherò se, in una settimana...

- E a Lucia che devo dire?

- Ch'è stato un mio sbaglio. - That it was my mistake. - E i discorsi del mondo? - What about the speeches of the world?

- Dite pure a tutti, che ho sbagliato io, per troppa furia, per troppo buon cuore: gettate tutta la colpa addosso a me. Posso parlar meglio? Can I speak better? via, per una settimana. away, for a week.

- E poi, non ci sarà più altri impedimenti? - And then, will there be no more other impediments?

- Quando vi dico... - When I tell you.

- Ebbene: avrò pazienza per una settimana; ma ritenga bene che, passata questa, non m'appagherò più di chiacchiere. - Well: I will be patient for a week; but consider well that, once this is over, I will no longer be satisfied with talk. Intanto la riverisco -. In the meantime, I revere her -. E così detto, se n'andò, facendo a don Abbondio un inchino men profondo del solito, e dandogli un'occhiata più espressiva che riverente. Uscito poi, e camminando di mala voglia, per la prima volta, verso la casa della sua promessa, in mezzo alla stizza, tornava con la mente su quel colloquio; e sempre più lo trovava strano. L'accoglienza fredda e impicciata di don Abbondio, quel suo parlare stentato insieme e impaziente, què due occhi grigi che, mentre parlava, eran sempre andati scappando qua e là, come se avesser avuto paura d'incontrarsi con le parole che gli uscivan di bocca, quel farsi quasi nuovo del matrimonio così espressamente concertato, e sopra tutto quell'accennar sempre qualche gran cosa, non dicendo mai nulla di chiaro; tutte queste circostanze messe insieme facevan pensare a Renzo che ci fosse sotto un mistero diverso da quello che don Abbondio aveva voluto far credere. Don Abbondio's cold and haggard reception, his speech at once stunted and impatient, those two gray eyes that, as he spoke, were always running hither and thither, as if afraid to meet the words that came out of his mouth, that almost new making of the marriage so expressly concerted, and above all that he always hinted at some great thing, never saying anything clear; all these circumstances put together made Renzo think that there was a mystery underneath other than what Don Abbondio had wanted him to believe. Stette il giovine in forse un momento di tornare indietro, per metterlo alle strette, e farlo parlar più chiaro; ma, alzando gli occhi, vide Perpetua che camminava dinanzi a lui, ed entrava in un orticello pochi passi distante dalla casa. Le diede una voce, mentre essa apriva l'uscio; studiò il passo, la raggiunse, la ritenne sulla soglia, e, col disegno di scovar qualche cosa di più positivo, si fermò ad attaccar discorso con essa. He gave her a voice as she opened the doorway; he studied the step, caught up with her, retained her on the threshold, and, with the design of unearthing something more positive, paused to engage in conversation with her. - Buon giorno, Perpetua: io speravo che oggi si sarebbe stati allegri insieme. - Good morning, Perpetua: I hoped we would be cheerful together today.

- Ma! quel che Dio vuole, il mio povero Renzo.

- Fatemi un piacere: quel benedett'uomo del signor curato m'ha impastocchiate certe ragioni che non ho potuto ben capire: spiegatemi voi meglio perché non può o non vuole maritarci oggi. - Oh! vi par egli ch'io sappia i segreti del mio padrone? Does it seem to you that I know the secrets of my master? "L'ho detto io, che c'era mistero sotto", pensò Renzo; e, per tirarlo in luce, continuò: - via, Perpetua; siamo amici; ditemi quel che sapete, aiutate un povero figliuolo. - Mala cosa nascer povero, il mio caro Renzo. - Mala cosa nascer povero, my dear Renzo.

- È vero, - riprese questo, sempre più confermandosi nè suoi sospetti; e, cercando d'accostarsi più alla questione, - è vero, - soggiunse, - ma tocca ai preti a trattar male co' poveri? - It is true, - this one resumed, more and more confirming himself in his suspicions; and, trying to get closer to the question, - it is true, - he added, - but is it the priests' turn to deal badly with the poor? - Sentite, Renzo; io non posso dir niente, perché... non so niente; ma quello che vi posso assicurare è che il mio padrone non vuol far torto, né a voi né a nessuno; e lui non ci ha colpa.

- Chi è dunque che ci ha colpa? - domandò Renzo, con un cert'atto trascurato, ma col cuor sospeso, e con l'orecchio all'erta. - Quando vi dico che non so niente... In difesa del mio padrone, posso parlare; perché mi fa male sentire che gli si dia carico di voler far dispiacere a qualcheduno. Pover'uomo! se pecca, è per troppa bontà. If it sins, it is from too much goodness. C'è bene a questo mondo dè birboni, dè prepotenti, degli uomini senza timor di Dio... There is good in this world of rascals, of bullies, of men without the fear of God.... "Prepotenti! birboni! - pensò Renzo: - questi non sono i superiori". - Renzo thought: - these are not the superiors." - Via, - disse poi, nascondendo a stento l'agitazione crescente, - via, ditemi chi è. - Ah! voi vorreste farmi parlare; e io non posso parlare, perché... non so niente: quando non so niente, è come se avessi giurato di tacere. Potreste darmi la corda, che non mi cavereste nulla di bocca. You could give me the rope, which would not get anything out of my mouth. Addio; è tempo perduto per tutt'e due -. Così dicendo, entrò in fretta nell'orto, e chiuse l'uscio. Renzo, rispostole con un saluto, tornò indietro pian piano, per non farla accorgere del cammino che prendeva; ma, quando fu fuor del tiro dell'orecchio della buona donna, allungò il passo; in un momento fu all'uscio di don Abbondio; entrò, andò diviato al salotto dove l'aveva lasciato, ve lo trovò, e corse verso lui, con un fare ardito, e con gli occhi stralunati. Renzo, answering her with a greeting, turned back slowly, so that she would not notice the path he was taking; but, when he was out of earshot of the good woman, he lengthened his stride; in a moment he was at Don Abbondio's doorway; he entered, went diviato to the drawing-room where he had left him, found him there, and ran toward him, with a bold manner, and with bewildered eyes. - Eh! eh! che novità è questa? - disse don Abbondio.

- Chi è quel prepotente, - disse Renzo, con la voce d'un uomo ch'è risoluto d'ottenere una risposta precisa, - chi è quel prepotente che non vuol ch'io sposi Lucia? - Che? che?

che?

- balbettò il povero sorpreso, con un volto fatto in un istante bianco e floscio, come un cencio che esca del bucato. E, pur brontolando, spiccò un salto dal suo seggiolone, per lanciarsi all'uscio. Ma Renzo, che doveva aspettarsi quella mossa, e stava all'erta, vi balzò prima di lui, girò la chiave, e se la mise in tasca. - Ah! ah! parlerà ora, signor curato? Tutti sanno i fatti miei, fuori di me. Voglio saperli, per bacco, anch'io. Come si chiama colui?

- Renzo! Renzo! per carità, badate a quel che fate; pensate all'anima vostra. - Penso che lo voglio saper subito, sul momento -. E, così dicendo, mise, forse senza avvedersene, la mano sul manico del coltello che gli usciva dal taschino.

- Misericordia! - esclamò con voce fioca don Abbondio.

- Lo voglio sapere.

- Chi v'ha detto... - No, no; non più fandonie. Parli chiaro e subito.

- Mi volete morto?

- Voglio sapere ciò che ho ragion di sapere.

- Ma se parlo, son morto. Non m'ha da premere la mia vita? Has not my life to press me? - Dunque parli. Quel "dunque" fu proferito con una tale energia, l'aspetto di Renzo divenne così minaccioso, che don Abbondio non poté più nemmen supporre la possibilità di disubbidire. - Mi promettete, mi giurate, - disse - di non parlarne con nessuno, di non dir mai...? - Do you promise, do you swear to me, - he said, - not to talk about it with anyone, never to say...?

- Le prometto che fo uno sproposito, se lei non mi dice subito subito il nome di colui.

A quel nuovo scongiuro, don Abbondio, col volto, e con lo sguardo di chi ha in bocca le tanaglie del cavadenti, proferì: - don...

- Don? - ripeté Renzo, come per aiutare il paziente a buttar fuori il resto; e stava curvo, con l'orecchio chino sulla bocca di lui, con le braccia tese, e i pugni stretti all'indietro. - Don Rodrigo! - pronunziò in fretta il forzato, precipitando quelle poche sillabe, e strisciando le consonanti, parte per il turbamento, parte perché, rivolgendo pure quella poca attenzione che gli rimaneva libera, a fare una transazione tra le due paure, pareva che volesse sottrarre e fare scomparir la parola, nel punto stesso ch'era costretto a metterla fuori. - Ah cane! - urlò Renzo. - E come ha fatto? Cosa le ha detto per...?

- Come eh? come? - rispose, con voce quasi sdegnosa, don Abbondio, il quale, dopo un così gran sagrifizio, si sentiva in certo modo divenuto creditore. - replied, in an almost disdainful voice, Don Abbondio, who, after such a great sacrifice, felt in a certain way that he had become a creditor. - Come eh? Vorrei che la fosse toccata a voi, come è toccata a me, che non c'entro per nulla; che certamente non vi sarebber rimasti tanti grilli in capo -. I wish it had fallen to you, as it fell to me, who had nothing to do with it; that you certainly would not have had so many crickets left in your heads -. E qui si fece a dipinger con colori terribili il brutto incontro; e, nel discorrere, accorgendosi sempre più d'una gran collera che aveva in corpo, e che fin allora era stata nascosta e involta nella paura, e vedendo nello stesso tempo che Renzo, tra la rabbia e la confusione, stava immobile, col capo basso, continuò allegramente: - avete fatta una bella azione! And here he made himself paint in terrible colors the ugly encounter; and, in the discourse, becoming more and more aware of a great anger that he had in his body, and which until then had been hidden and wrapped up in fear, and seeing at the same time that Renzo, amidst anger and confusion, stood motionless, with his head down, he continued cheerfully: -You have done a good deed! M'avete reso un bel servizio! Un tiro di questa sorte a un galantuomo, al vostro curato! A shot of this fate to a gentleman, to your curate! in casa sua! in luogo sacro! Avete fatta una bella prodezza! You have done a great feat! Per cavarmi di bocca il mio malanno, il vostro malanno! To get my sickness, your sickness, out of my mouth! ciò ch'io vi nascondevo per prudenza, per vostro bene! E ora che lo sapete? Vorrei vedere che mi faceste...! I would like to see you do to me...! Per amor del cielo! Non si scherza. Non si tratta di torto o di ragione; si tratta di forza. E quando, questa mattina, vi davo un buon parere... eh! subito nelle furie. Io avevo giudizio per me e per voi; ma come si fa? Aprite almeno; datemi la mia chiave.

- Posso aver fallato, - rispose Renzo, con voce raddolcita verso don Abbondio, ma nella quale si sentiva il furore contro il nemico scoperto: - posso aver fallato; ma si metta la mano al petto, e pensi se nel mio caso... - I may have failed, - replied Renzo, in a voice that was softened towards Don Abbondio, but in which one could hear the fury against the uncovered enemy: - I may have failed; but put your hand to your chest, and think whether in my case...

Così dicendo, s'era levata la chiave di tasca, e andava ad aprire. So saying, she had taken the key out of her pocket, and went to open it. Don Abbondio gli andò dietro, e, mentre quegli girava la chiave nella toppa, se gli accostò, e, con volto serio e ansioso, alzandogli davanti agli occhi le tre prime dita della destra, come per aiutarlo anche lui dal canto suo, - giurate almeno... - gli disse. Don Abbondio went after him, and, as he turned the key in the keyhole, he approached him, and, with a serious and anxious face, raising before his eyes the three first fingers of his right hand, as if to help him on his side also,-swear at least... - he said to him.

- Posso aver fallato; e mi scusi, - rispose Renzo, aprendo, e disponendosi ad uscire. - I may have failed; and excuse me,‖ replied Renzo, opening, and arranging to leave.

- Giurate... - replicò don Abbondio, afferrandogli il braccio con la mano tremante.

- Posso aver fallato, - ripeté Renzo, sprigionandosi da lui; e partì in furia, troncando così la questione, che, al pari d'una questione di letteratura o di filosofia o d'altro, avrebbe potuto durar dei secoli, giacché ognuna delle parti non faceva che replicare il suo proprio argomento. - Perpetua! Perpetua! - gridò don Abbondio, dopo avere invano richiamato il fuggitivo. Perpetua non risponde: don Abbondio non sapeva più in che mondo si fosse.

È accaduto più d'una volta a personaggi di ben più alto affare che don Abbondio, di trovarsi in frangenti così fastidiosi, in tanta incertezza di partiti, che parve loro un ottimo ripiego mettersi a letto con la febbre. Questo ripiego, egli non lo dovette andare a cercare, perché gli si offerse da sé. La paura del giorno avanti, la veglia angosciosa della notte, la paura avuta in quel momento, l'ansietà dell'avvenire, fecero l'effetto. Affannato e balordo, si ripose sul suo seggiolone, cominciò a sentirsi qualche brivido nell'ossa, si guardava le unghie sospirando, e chiamava di tempo in tempo, con voce tremolante e stizzosa: - Perpetua! - La venne finalmente, con un gran cavolo sotto il braccio, e con la faccia tosta, come se nulla fosse stato. Risparmio al lettore i lamenti, le condoglianze, le accuse, le difese, i "voi sola potete aver parlato", e i "non ho parlato", tutti i pasticci in somma di quel colloquio. Basti dire che don Abbondio ordinò a Perpetua di metter la stanga all'uscio, di non aprir più per nessuna cagione, e, se alcun bussasse, risponder dalla finestra che il curato era andato a letto con la febbre. Salì poi lentamente le scale, dicendo, ogni tre scalini, - son servito -; e si mise davvero a letto, dove lo lasceremo.

Renzo intanto camminava a passi infuriati verso casa, senza aver determinato quel che dovesse fare, ma con una smania addosso di far qualcosa di strano e di terribile. I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi. The provocateurs, the overpowerers, all those who, in any way, wrong others, are guilty, not only of the evil they commit, but of the perversion still to which they lead the minds of the offended. Renzo era un giovine pacifico e alieno dal sangue, un giovine schietto e nemico d'ogni insidia; ma, in què momenti, il suo cuore non batteva che per l'omicidio, la sua mente non era occupata che a fantasticare un tradimento. Renzo was a peaceful and bloodless youth, a straightforward youth and an enemy of all insidiousness; but, in què moments, his heart beat only for murder, his mind was occupied only with fantasizing a betrayal. Avrebbe voluto correre alla casa di don Rodrigo, afferrarlo per il collo, e... ma gli veniva in mente ch'era come una fortezza, guarnita di bravi al di dentro, e guardata al di fuori; che i soli amici e servitori ben conosciuti v'entravan liberamente, senza essere squadrati da capo a piedi; che un artigianello sconosciuto non vi potrebb'entrare senza un esame, e ch'egli sopra tutto... egli vi sarebbe forse troppo conosciuto. Si figurava allora di prendere il suo schioppo, d'appiattarsi dietro una siepe, aspettando se mai, se mai colui venisse a passar solo; e, internandosi, con feroce compiacenza, in quell'immaginazione, si figurava di sentire una pedata, quella pedata, d'alzar chetamente la testa; riconosceva lo scellerato, spianava lo schioppo, prendeva la mira, sparava, lo vedeva cadere e dare i tratti, gli lanciava una maledizione, e correva sulla strada del confine a mettersi in salvo. He then imagined himself taking his shotgun, flattening himself behind a hedge, waiting if ever, if ever he came to pass alone; and, internalizing himself, with fierce complacency, in that imagination, he imagined himself hearing a tread, that tread, raising his head cheerfully; he recognized the villain, levelled his rifle, took aim, fired, saw him fall and give the strokes, cursed him, and ran to the border road to safety. "E Lucia?" Appena questa parola si fu gettata a traverso di quelle bieche fantasie, i migliori pensieri a cui era avvezza la mente di Renzo, v'entrarono in folla. As soon as this word had been thrown across those wicked fantasies, the best thoughts to which Renzo's mind was accustomed, crowded into it. Si rammentò degli ultimi ricordi dè suoi parenti, si rammentò di Dio, della Madonna e dè santi, pensò alla consolazione che aveva tante volte provata di trovarsi senza delitti, all'orrore che aveva tante volte provato al racconto d'un omicidio; e si risvegliò da quel sogno di sangue, con ispavento, con rimorso, e insieme con una specie di gioia di non aver fatto altro che immaginare. He remembered the last memories of his relatives, he remembered God, Our Lady and the saints, he thought of the consolation he had so many times felt at being without crime, of the horror he had so many times felt at the tale of murder; and he awoke from that dream of blood, with fear, with remorse, and at the same time with a kind of joy at having done nothing but imagine. Ma il pensiero di Lucia, quanti pensieri tirava seco! But the thought of Lucia, how many thoughts it pulled with it! Tante speranze, tante promesse, un avvenire così vagheggiato, e così tenuto sicuro, e quel giorno così sospirato! E come, con che parole annunziarle una tal nuova? And how, in what words to announce such a new thing to her? E poi, che partito prendere? Come farla sua, a dispetto della forza di quell'iniquo potente? How to make her his, in spite of the strength of that iniquitous potentate? E insieme a tutto questo, non un sospetto formato, ma un'ombra tormentosa gli passava per la mente. And along with all this, not a formed suspicion, but a tormenting shadow passed through his mind. Quella soverchieria di don Rodrigo non poteva esser mossa che da una brutale passione per Lucia. E Lucia? Che avesse data a colui la più piccola occasione, la più leggiera lusinga, non era un pensiero che potesse fermarsi un momento nella testa di Renzo. That he had given him the smallest opportunity, the slightest flattery, was not a thought that could stop for a moment in Renzo's head. Ma n'era informata? But were you aware of it? Poteva colui aver concepita quell'infame passione, senza che lei se n'avvedesse? Avrebbe spinte le cose tanto in là, prima d'averla tentata in qualche modo? Would he have pushed things that far before he had attempted it in any way? E Lucia non ne aveva mai detta una parola a lui! al suo promesso!

Dominato da questi pensieri, passò davanti a casa sua, ch'era nel mezzo del villaggio, e, attraversatolo, s'avviò a quella di Lucia, ch'era in fondo, anzi un po' fuori. Aveva quella casetta un piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino. Renzo entrò nel cortile, e sentì un misto e continuo ronzìo che veniva da una stanza di sopra. S'immaginò che sarebbero amiche e comari, venute a far corteggio a Lucia; e non si volle mostrare a quel mercato, con quella nuova in corpo e sul volto. Una fanciulletta che si trovava nel cortile, gli corse incontro gridando: - lo sposo! A little girl who was in the courtyard ran to him, shouting: - the groom! lo sposo!

- Zitta, Bettina, zitta! - disse Renzo.

- Vien qua; va' su da Lucia, tirala in disparte, e dille all'orecchio... ma che nessun senta, né sospetti di nulla, vè... dille che ho da parlarle, che l'aspetto nella stanza terrena, e che venga subito -. La fanciulletta salì in fretta le scale, lieta e superba d'avere una commission segreta da eseguire. Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre. Le amiche si rubavano la sposa, e le facevan forza perché si lasciasse vedere; e lei s'andava schermendo, con quella modestia un po' guerriera delle contadine, facendosi scudo alla faccia col gomito, chinandola sul busto, e aggrottando i lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca s'apriva al sorriso. The friends were stealing the bride, and forcing her to let herself be seen; and she was shielding herself, with that somewhat warlike modesty of the peasant women, shielding her face with her elbow, bending it over her torso, and frowning her long, black eyebrows, while yet her mouth opened to a smile. I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa dè raggi d'un'aureola, come ancora usano le contadine nel Milanese. The black and youthful hair, parted above the forehead, with a white and thin dirizzatura, was coiled, behind the head, in multiple circles of braids, pierced by long silver pins, which were divided all around, almost like the rays of a halo, as the peasant women in the Milanese still use. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch'esse, a ricami. Oltre a questo, ch'era l'ornamento particolare del giorno delle nozze, Lucia aveva quello quotidiano d'una modesta bellezza, rilevata allora e accresciuta dalle varie affezioni che le si dipingevan sul viso: una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido accoramento che si mostra di quand'in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare. La piccola Bettina si cacciò nel crocchio, s'accostò a Lucia, le fece intendere accortamente che aveva qualcosa da comunicarle, e le disse la sua parolina all'orecchio. - Vo un momento, e torno, - disse Lucia alle donne; e scese in fretta. Al veder la faccia mutata, e il portamento inquieto di Renzo, - cosa c'è? - disse, non senza un presentimento di terrore.

- Lucia! - rispose Renzo, - per oggi, tutto è a monte; e Dio sa quando potremo esser marito e moglie.

- Che? - disse Lucia tutta smarrita. Renzo le raccontò brevemente la storia di quella mattina: ella ascoltava con angoscia: e quando udì il nome di don Rodrigo, - ah! - esclamò, arrossendo e tremando, - fino a questo segno!

- Dunque voi sapevate...? - disse Renzo.

- Pur troppo! - rispose Lucia; - ma a questo segno!

- Che cosa sapevate?

- Non mi fate ora parlare, non mi fate piangere. Corro a chiamar mia madre, e a licenziar le donne: bisogna che siam soli.

Mentre ella partiva, Renzo sussurrò: - non m'avete mai detto niente. - Ah, Renzo! - rispose Lucia, rivolgendosi un momento, senza fermarsi. Renzo intese benissimo che il suo nome pronunziato in quel momento, con quel tono, da Lucia, voleva dire: potete voi dubitare ch'io abbia taciuto se non per motivi giusti e puri? Intanto la buona Agnese (così si chiamava la madre di Lucia), messa in sospetto e in curiosità dalla parolina all'orecchio, e dallo sparir della figlia, era discesa a veder cosa c'era di nuovo. La figlia la lasciò con Renzo, tornò alle donne radunate, e, accomodando l'aspetto e la voce, come poté meglio, disse: - il signor curato è ammalato; e oggi non si fa nulla -. Ciò detto, le salutò tutte in fretta, e scese di nuovo.

Le donne sfilarono, e si sparsero a raccontar l'accaduto. Due o tre andaron fin all'uscio del curato, per verificar se era ammalato davvero. - Un febbrone, - rispose Perpetua dalla finestra; e la trista parola, riportata all'altre, troncò le congetture che già cominciavano a brulicar nè loro cervelli, e ad annunziarsi tronche e misteriose nè loro discorsi.