In Viaggio con Nonno Renato
Frecciarossa, carrozza 6 posti 17A e 17B.
Ho 79 anni, sono pensionato e faccio il nonno a tempo pieno. Mi divido tra Milano dove lavora mio figlio e Venezia dove vivo con mia moglie e accudisco mio nipote.
Voce leggermente rauca, guance segnate dalla forza di gravità.
Mi racconta di com'era bella Venezia qualche decennio fa, di quando tutte le case erano abitate, dell'alba sulla laguna perché “se non l'hai mai vista non sai cosa ti sei persa”. Mi racconta delle signore che facevano i merletti nelle calle e infilavano le perle di Murano per far collane.
“Sono una di quelle persone che ha cominciato a lavorare a 11 anni ma non mi sono mai lamentato. Non ho ricordo di essere mai stato disoccupato. Quando ho potuto sono andato ai corsi serali e mi sono accontentato, ai tempi si faceva così. Ci sono stati periodi in cui facevo tre lavori per mandare i figli a studiare, è stata dura ma io e mia moglie ce l'abbiamo fatta”
Lei mi aspetta per cena, anche se è tardi. E se tornassi indietro la sposerei di nuovo. Mi trovo bene! Si litiga ogni tanto ma quando il litigio è fatto per arrivare ad un'intesa allora va bene. Non quando si litiga per scontrarsi.
Mio nipote ha 9 anni, è un bambino sportivo. Fa basket, calcio, nuoto e gli piace anche la pesca. Il mercoledì chiede a mia figlia se può uscire un po' prima perché “così posso andare a pescare con il nonno!”
Bisogna guidare, non imporre. Mio figlio è un linguista e ha ottenuto da poco la cattedra all'università. Sono fortunato, nella vita ci vuole fortuna. Si fanno sacrifici, si lavora duro ma ci vuole anche un po' di fortuna.
Questa chiacchierata mi ha riscaldato il cuore. Lui non ha avuto tempo per compilare la settimana enigmistica e io ne ho passato meno al telefono.
Parlate con i nonni e se non ci sono più, guardatevi attorno, da qualche parte un anziano aspetta di condividere la propria storia.
Ciao Nonno Renato, un brindisi a noi e buon rientro a casa.