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Cristo si è fermato a Eboli - Carlo Levi, Parte 11

Parte 11

Dove avrebbe alloggiato mia sorella? Lo zoppo ammazzacapre aveva ricevuto la risposta da Napoli, per il palazzo. Gli dicevano che non ci tenevano ad affittarlo, e tutt'al più ne avrebbero dato soltanto una stanza o due, al prezzo, che ritenevano altissimo, e di cui si scusavano, di cinquanta lire al mese; che gli alloggi nell'interno erano in quel momento ricercatissimi, perché si aspettava la guerra e si temevano i bombardamenti della flotta inglese: che a Napoli tutti pensavano di scappare, ed essi stessi, i proprietari, o dei loro amici, sarebbero probabilmente venuti a rifugiarsi quassù. Ma intanto io avevo perduto tutti gli entusiasmi per quella dimora romantica e diroccata, che, a rifletterci bene, mi pareva veramente inabitabile. Lo studente di Pisa, il confinato del pranzo sul muretto, mi aveva mandato a dire da un contadino che si sarebbe fatto libero, fra pochi giorni, un alloggio che egli aveva preso per sua madre e per sua sorella, le maestre, che erano venute a trovarlo, e che vivevano ritirate, senza mai uscire di casa. L'affitto per lui era troppo caro, e alla partenza delle due donne avrei potuto entrarci io. Lo zoppo e donna Caterina me lo consigliarono: così, aspettando la nuova casa, mia sorella dovette adattarsi a spartire con me l'unica camera da letto della vedova, e a fare di lì la sua conoscenza con le cimici, le zanzare e le mosche di Lucania: ma mi disse che, dopo le grotte di Matera, quella stanza melanconica le pareva quasi una reggia. E per fortuna in quelle poche notti non venne né 1'«U. E.» né alcun altro ospite. L'arrivo di mia sorella era stato un avvenimento: i signori del paese le fecero le migliori accoglienze: donna Caterina le confidò i suoi disturbi di fegato e le sue ricette di cucina, e le usò tutte le possibili gentilezze. Una signora del nord, così alla mano, e per di più una medichessa: non ne avevano mai viste. Non bisognava sfigurare con lei. Per i contadini, era una cosa diversa. Abituati alla vita americana, trovavano naturale che una donna facesse il medico: e naturalmente ne approfittarono. Ma quello che li toccava, nella sua presenza, era altro. Finora io ero stato, per loro, qualcuno piovuto dal cielo, ma mi mancava qualcosa: ero solo. L'aver scoperto che anch'io avevo dei legami di sangue su questa terra pareva colmasse piacevolmente, ai loro occhi, una lacuna. Il vedermi con una sorella muoveva uno dei loro più profondi sentimenti: quello della consanguineità, che, dove non c'è senso di Stato né di religione, tiene, con tanta maggiore intensità, il posto di quelli. Non è l'istituto familiare, vincolo sociale, giuridico e sentimentale; ma il senso sacro, arcano e magico di una comunanza. Il paese è tutto legato da queste complicate catene, che non sono soltanto quelle materiali delle parentele (il «fratel-cugino» è veramente come un fratello), ma quelle simboliche e acquistate dei comparaggi. Il compare di San Giovanni è quasi più di un fratello carnale: fa parte davvero, per scelta e iniziazione rituale, dello stesso gruppo consanguineo: e nell'interno di questo si è, l'uno all'altro, sacri; non ci si può sposare. Questo, fraterno, e il più forte legame fra gli uomini.

Quando, verso sera, passeggiavamo per l'unica strada del paese, mia sorella ed io, tenendoci a braccetto, i contadini dalle soglie ci guardavano beati. Le donne ci salutavano, e ci coprivano di benedizioni: - Benedetto il ventre che vi ha portati! - ci dicevano dagli usci, al nostro passaggio. - Benedette le mammelle che vi hanno allattati! - Le vecchie sdentate sulle porte cessavano per un momento di filare la lana, per mormorarci le loro sentenze: - Una sposa è una bella cosa: ma una sorella è molto di più! - Frate e sore, core e core -. Luisa, che aveva portata con sé la sua naturale atmosfera razionale e cittadina, non cessava di stupirsi di un così strano entusiasmo per il fatto, così semplice, che io avessi una sorella.

Ma quello che soprattutto la meravigliava e scandalizzava, era che nessuno facesse nulla per questo paese. Poiché è un temperamento costruttivo, di quelli che gli astrologhi direbbero solari, e la sua bontà attiva non ama gli indugi, passava il tempo a parlare con me di quello che si potesse fare, e mi esponeva dei progetti pratici per aiutare i contadini di Gagliano, i bambini di Matera. Ospedali, asili, lotta antimalarica, scuole, opere pubbliche, medici di Stato ed eventualmente volontari, campagna nazionale per il rinnovamento di questi paesi, e così via. Lei stessa avrebbe dato volentieri il suo tempo per una causa che le pareva così giusta. Bisognava fare, non dormire, né rimandare sempre a un nuovo domani. Aveva certamente ragione: e quello che proponeva era giusto e buono, e realizzabile; ma le cose, quaggiù, sono assai più complicate di quello che non appaiano alle chiare menti degli uomini giusti e buoni.

I quattro giorni della sua permanenza passarono presto. Quando la 509 del meccanico, che la portava, scomparve alla svolta dietro il cimitero, in una nuvola di polvere, anche quel mondo di attiva creazione, di valori e di cultura a cui ero legato e che, con lei, mi era riapparso presente, parve dileguarsi, come risucchiato nel tempo, nella nuvola lontanissima del ricordo.


Parte 11 Part 11

Dove avrebbe alloggiato mia sorella? Lo zoppo ammazzacapre aveva ricevuto la risposta da Napoli, per il palazzo. Gli dicevano che non ci tenevano ad affittarlo, e tutt'al più ne avrebbero dato soltanto una stanza o due, al prezzo, che ritenevano altissimo, e di cui si scusavano, di cinquanta lire al mese; che gli alloggi nell'interno erano in quel momento ricercatissimi, perché si aspettava la guerra e si temevano i bombardamenti della flotta inglese: che a Napoli tutti pensavano di scappare, ed essi stessi, i proprietari, o dei loro amici, sarebbero probabilmente venuti a rifugiarsi quassù. Ma intanto io avevo perduto tutti gli entusiasmi per quella dimora romantica e diroccata, che, a rifletterci bene, mi pareva veramente inabitabile. Lo studente di Pisa, il confinato del pranzo sul muretto, mi aveva mandato a dire da un contadino che si sarebbe fatto libero, fra pochi giorni, un alloggio che egli aveva preso per sua madre e per sua sorella, le maestre, che erano venute a trovarlo, e che vivevano ritirate, senza mai uscire di casa. L'affitto per lui era troppo caro, e alla partenza delle due donne avrei potuto entrarci io. Lo zoppo e donna Caterina me lo consigliarono: così, aspettando la nuova casa, mia sorella dovette adattarsi a spartire con me l'unica camera da letto della vedova, e a fare di lì la sua conoscenza con le cimici, le zanzare e le mosche di Lucania: ma mi disse che, dopo le grotte di Matera, quella stanza melanconica le pareva quasi una reggia. The lame man and Donna Caterina recommended it to me: so, waiting for the new house, my sister had to adapt to sharing the widow's only bedroom with me, and from there to make her acquaintance with the bugs, mosquitoes and flies of Lucania: but she told me that, after the caves of Matera, that melancholy room almost seemed like a palace. E per fortuna in quelle poche notti non venne né 1'«U. E.» né alcun altro ospite. L'arrivo di mia sorella era stato un avvenimento: i signori del paese le fecero le migliori accoglienze: donna Caterina le confidò i suoi disturbi di fegato e le sue ricette di cucina, e le usò tutte le possibili gentilezze. Una signora del nord, così alla mano, e per di più una medichessa: non ne avevano mai viste. Non bisognava sfigurare con lei. Per i contadini, era una cosa diversa. Abituati alla vita americana, trovavano naturale che una donna facesse il medico: e naturalmente ne approfittarono. Ma quello che li toccava, nella sua presenza, era altro. Finora io ero stato, per loro, qualcuno piovuto dal cielo, ma mi mancava qualcosa: ero solo. L'aver scoperto che anch'io avevo dei legami di sangue su questa terra pareva colmasse piacevolmente, ai loro occhi, una lacuna. Il vedermi con una sorella muoveva uno dei loro più profondi sentimenti: quello della consanguineità, che, dove non c'è senso di Stato né di religione, tiene, con tanta maggiore intensità, il posto di quelli. Non è l'istituto familiare, vincolo sociale, giuridico e sentimentale; ma il senso sacro, arcano e magico di una comunanza. Il paese è tutto legato da queste complicate catene, che non sono soltanto quelle materiali delle parentele (il «fratel-cugino» è veramente come un fratello), ma quelle simboliche e acquistate dei comparaggi. The country is all linked by these complicated chains, which are not only the material ones of kinship (the "brother-cousin" is really like a brother), but the symbolic and acquired ones of comparisons. Il compare di San Giovanni è quasi più di un fratello carnale: fa parte davvero, per scelta e iniziazione rituale, dello stesso gruppo consanguineo: e nell'interno di questo si è, l'uno all'altro, sacri; non ci si può sposare. The companion of San Giovanni is almost more than a fleshly brother: he is truly part, by choice and ritual initiation, of the same consanguineous group: and within this one is sacred to one another; we can't get married. Questo, fraterno, e il più forte legame fra gli uomini.

Quando, verso sera, passeggiavamo per l'unica strada del paese, mia sorella ed io, tenendoci a braccetto, i contadini dalle soglie ci guardavano beati. Le donne ci salutavano, e ci coprivano di benedizioni: - Benedetto il ventre che vi ha portati! - ci dicevano dagli usci, al nostro passaggio. - Benedette le mammelle che vi hanno allattati! - Le vecchie sdentate sulle porte cessavano per un momento di filare la lana, per mormorarci le loro sentenze: - Una sposa è una bella cosa: ma una sorella è molto di più! - Frate e sore, core e core -. Luisa, che aveva portata con sé la sua naturale atmosfera razionale e cittadina, non cessava di stupirsi di un così strano entusiasmo per il fatto, così semplice, che io avessi una sorella.

Ma quello che soprattutto la meravigliava e scandalizzava, era che nessuno facesse nulla per questo paese. Poiché è un temperamento costruttivo, di quelli che gli astrologhi direbbero solari, e la sua bontà attiva non ama gli indugi, passava il tempo a parlare con me di quello che si potesse fare, e mi esponeva dei progetti pratici per aiutare i contadini di Gagliano, i bambini di Matera. Ospedali, asili, lotta antimalarica, scuole, opere pubbliche, medici di Stato ed eventualmente volontari, campagna nazionale per il rinnovamento di questi paesi, e così via. Lei stessa avrebbe dato volentieri il suo tempo per una causa che le pareva così giusta. Bisognava fare, non dormire, né rimandare sempre a un nuovo domani. It was necessary to do, not sleep, or always put off for a new tomorrow. Aveva certamente ragione: e quello che proponeva era giusto e buono, e realizzabile; ma le cose, quaggiù, sono assai più complicate di quello che non appaiano alle chiare menti degli uomini giusti e buoni. He was certainly right: and what he proposed was right and good, and achievable; but things down here are much more complicated than they appear to the clear minds of just and good men.

I quattro giorni della sua permanenza passarono presto. Quando la 509 del meccanico, che la portava, scomparve alla svolta dietro il cimitero, in una nuvola di polvere, anche quel mondo di attiva creazione, di valori e di cultura a cui ero legato e che, con lei, mi era riapparso presente, parve dileguarsi, come risucchiato nel tempo, nella nuvola lontanissima del ricordo.