#1 | La strada dei diritti
**TRASCRIZIONE ACCURATA AL 95%** Quelle che stiamo per raccontare sono storie di diritti e storie di trasformazione.
Sono storie che ci raccontano come gli italiani sono riusciti a conquistare il diritto al
divorzio e una legge sull'aborto.
Ci raccontano come si è arrivati a due tra i referendum più importanti della storia
italiana e di come si costruisce, tassello dopo tassello, la coscienza di un paese sulla
strada dei diritti.
Ad aiutarci in questo racconto ci sarà una donna che ha vissuto quegli anni e quelle
conquiste.
Emma Bonino.
Io sono Lorenzo Varavalle.
Io sono Lorenzo Pregliasco.
E questo è Qui si fa l'Italia.
I momenti che hanno fatto la storia del nostro paese raccontati a chi come noi non li ha vissuti.
Sai che mi mancava?
Era un po' che non la sentivo.
Buonasera a tutti.
Grazie di essere qui.
È un piacere poter raccontare un po' di storie su questo paese, su chi la storia l'ha fatta
di questo paese in queste sale.
Stasera raccontiamo il percorso e la storia dei diritti della legge del referendum sul
divorzio e della legge dei referendum sull'aborto.
È interessante studiarle, capire da dove partono queste storie anche alla luce dei
dibattiti che ci sono stati molto recentemente riguardo penso ai quesiti referendari su eutanasia
e su cannabis e prima sul DDL ZAN.
È interessante perché si capisce che fare i diritti attraverso la politica è un percorso,
è un processo abbastanza lungo.
Pensate che la prima volta in cui si è proposta una legge sul divorzio era il 1878, la seconda
è arrivata praticamente cent'anni dopo, nel 1965, quindi non è stata proprio una cosa
al passo col paese.
Nel 1965 però qualcosa è cambiato perché l'Italia nel 1965 inizia gli anni 60 con
le Olimpiadi di Roma e le finisce poi come tutto il mondo con lo sbarco sulla Luna, già
ci dà un'idea di quanto doveva essere bello vivere negli anni 60 quando il tuo obiettivo
è la Luna.
La storia però dei diritti negli anni 60 è una storia che parte dagli Stati Uniti,
la seconda ondata femminista, non si lotta più per il voto, si lotta per delle cose
anche molto attuali, l'emancipazione femminile, la violenza domestica, le pari opportunità
lavorative e se sono ancora delle cose molto attuali forse anche per il tipo di paese che
eravamo e che siamo stati anche negli anni 60, la sfera lavorativa era completamente
in capo agli uomini, quella casalinga completamente in capo alle donne.
Abbiamo trovato questo bello spot di una lavastoviglie Candy.
Questa è in cucina, è arrivata la lavastoviglie Candy, Candy's Tipo-Matic non vi chiede spazio,
ve lo regala perché si sostituisce un armadietto e ve ne libera altri, siate in tre o siate
in otto, Candy's Tipo-Matic contiene veramente tutto ciò che serve in cucina e in tavola.
Scusi signora, forse lei ha subito una cosa importante, vogliamo ripetere? Guardi, le
lavastoviglie sono...
Ci sono talmente tante cose contro il femminismo, un femminista oggi esploderebbe perché non
solo c'è la lavastoviglie per le donne, c'è il mansplaining su come funziona la lavastoviglie
e tutto incredibilmente sbagliato. Però non è solo un vivere le cose, per le donne negli
anni 60 è impossibile accedere a determinate professioni, potevano venire licenziate non
solo se facevano figli ma se si sposavano addirittura, se non va prima. Nel 1963 finalmente
arriva una legge che determina pari opportunità negli uffici pubblici e nelle professioni,
nel 1965 bisogna aspettare due anni ma finalmente ci sono le prime giudici donne in Italia.
Quindi è un decennio che sta cambiando, abbiamo chiesto, l'avete sentito all'inizio, a Emma
Bonino che cosa volesse dire vivere quegli anni e lei ci ha spiegato questo, che era
un paese che usciva dalla guerra con tutti i suoi problemi possibili, immaginabili ma
è proprio per culture così radicate, attenzione, clericali o comuniste? In prima repubblica
abbiamo la DC e i comunisti, stentava molto a capire le libertà individuali e le scambiava
sempre per anarchia, questo è un passaggio che a noi è piaciuto molto quando dice, e
noi a dire no, veramente la libertà non è anarchia, la mia libertà finisce dove inizia
la tua, non esistono diritti senza doveri, questo è il passaggio.
Se vogliamo però negli anni 60 è il primo momento in cui la politica capisce che c'è
un paese che sta andando a una velocità diversa, prima però ho iniziato dicendo, sono storie
che partono da lontano e arrivano lunghe, non era la prima volta, non era la seconda
volta in cui si parlava di divorzio in Italia, si è iniziato a parlarne vent'anni prima,
mi sbaglio. E' così, e provo a raccontarvi un altro tassello che poi darà spazio alla
nostra chiacchierata, ma è un tassello importante perché bisogna mettere dei punti fermi e
fare un passo indietro come diceva Lorenzo, perché se noi torniamo al 1946, torniamo
al momento in cui questi signori e alcune ma poche signore all'epoca tristemente, scrivevano
la nostra Costituzione, l'Assemblea Costituente, ed è appunto nell'Assemblea Costituente che
si anima un dibattito che dura molto a lungo, proprio sul tema della indissolubilità del
matrimonio. Stavano scrivendo di fatto l'articolo che poi sarebbe diventato l'articolo 29,
che oggi è quello che disciplina la famiglia e il matrimonio, e in sostanza c'erano due
schieramenti in questa Assemblea Costituente, c'erano i democristiani cattolici che avevano
un'impostazione più conservatrice, più orientata a cercare di cristallizzare un punto di vista
più tradizionalista sulla famiglia e la democrazia cristiana voleva mettere nella Costituzione
l'indissolubilità del matrimonio. Dall'altra parte l'altro grande interlocutore avversario
dei democristiani era il Partito Comunista, il Partito Comunista rappresentato dalla capogruppo
Nilde Iotti in quella occasione, però i comunisti, attenzione, non volevano mettere matrimonio
indissolubile della Costituzione, però si guardavano molto bene dal parlare di divorzio.
I comunisti erano molto cauti in quegli anni, siamo nel 46-47 quindi pensate che da un anno
era finita la seconda guerra mondiale, Togliatti era convinto che il paese non fosse pronto,
che non fosse una priorità dell'Italia quella dei diritti civili e quindi in quella fase
diciamo anche per ragioni un po' elettoralistiche si era convinto che ad esempio le masse popolari
cattoliche potessero essere un bacino di voti per il Partito Comunista e a quel punto come
dire stava molto attento a parlare di divorzio e poi lo sapete quegli anni, gli anni che ci
portano a questa cosa qui, cioè alla Costituzione della Repubblica Italiana erano anni di compromessi,
di equilibri difficili, considerate che in questi mesi qui in cui in Assemblea Costituente
si parla di come disciplinare il matrimonio al governo con De Gasperi c'erano ancora
democristiani socialisti e comunisti, insomma altro che governo Draghi, parliamo di equilibri
difficili. Insomma oggi ci appare un po' anacronistico credo a tutti noi che in Assemblea
Costituente si passassero le giornate a parlare di indissolubilità o meno del matrimonio,
eppure era un dibattito che all'epoca coinvolgeva giganti della politica, Giorgio Lapira, un
signore di credo 29 anni che si chiamava Aldo Moro, Piero Calamandrei, insomma erano loro
a essere coinvolti in queste riflessioni e in particolare vi cito Piero Calamandrei,
grande giurista toscano antifascista, esponente del Partito d'Azione, perché lui a un certo
punto dice guardate che questa cosa di mettere in costituzione che il matrimonio non può
essere sciolto non è solo un problema di libertà personale, è un problema di laicità
dello Stato e Calamandrei dice signori colleghi guardate che neanche Mussolini quando la Chiesa
facendo il concordato del 29, i patti lateranensi, gli chiese di mettere la non scioglibilità
del matrimonio nell'ordinamento italiano neanche Mussolini gli disse di sì e la frase
di Calamandrei è questa qua, io mi domando colleghi se questa menomazione di sovranità
di laicità che il governo fascista non consentì possa essere proprio la Repubblica Democratica
italiana a consentirla, vedete quale livello di dibattito era in corso in quei mesi.
E arrivo diciamo a concludere con due altri punti che poi lasceranno spazio alla nostra
discussione perché una cosa che ha incuriosito molti penso anche che hanno sentito il podcast
o che lo avevano letto in altra forma è che in realtà mentre si parlava di questo nell'Assemblea
Costituente in Italia qualcuno poteva divorziare, i cattolici potevano fare appello alla sacra
rota a certe condizioni, il Tribunale Ecclesiastico che ha la possibilità di annullare il matrimonio
in alcune condizioni. Molti altri andavano all'estero e all'estero vuol dire soprattutto
a San Marino, vuol dire soprattutto a San Marino dove ammetto che è una cosa che ho
scoperto scrivendo la puntata, hanno divorziato tantissime persone della cultura popolare
italiana, qui ne vedete alcune, Anna Magnani, Adriano Olivetti, ma potrei citarvi Giulio
Inaudi, Giorgio De Chirico, Togliatti no, non divorziò, ci provò, ci provò a divorziare,
poi alla fine non divorziò, però ci ha provato, divorziò Luigi Longo che fu l'altro segretario
del Partito Comunista. Insomma la verità era che in quel momento lì in Italia alcuni
potevano divorziare, quelli che potevano permetterselo in un certo senso. Vado a chiudere con un
momento un po' thriller, nel senso che ci troviamo ad Aprile del 47 e si arriva alla
votazione decisiva sul famoso articolo della Costituzione, vi ricordate l'Assemblea Costituente,
che doveva stabilire se questo matrimonio andava definito come indissolubile o no. Qual
era la conseguenza? Che se fosse stato definito indissolubile noi di divorzio non avremmo
mai più potuto parlare, stasera non ci saremmo trovati Shandy, a meno di riforma costituzionale,
non saremmo nati forse. E quindi insomma era una cosa non da poco. Ebbene che cosa succede?
Siamo nell'Aprile del 47 e si arriva alla votazione decisiva e guardate come era l'articolo
discusso. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata
sul matrimonio indissolubile. Voi capite che questa cosa qui avrebbe bloccato ogni possibilità
di riforma e di introduzione al divorzio. Un socialdemocratico che si chiama Umberto
Grilli dice ma io vi propongo un emendamento colleghi, togliamo solo la parola indissolubile,
una parola sola, rimane tutto uguale ma togliamo la parola indissolubile. Se arriva alla votazione
su questo emendamento colpo di scena, colpo di scena, perché 20 deputati chiedono il
voto segreto e i democristiani dicono ah voto segreto no ma facciamo il voto palese,
vogliamo sapere chi è che vota per tenere l'indissolubilità al matrimonio no. Il presidente
dell'Assemblea Costituente comunista Umberto Terracini dice il regolamento parla chiaro,
se chiedono voto segreto è voto segreto e siamo al 23 aprile 47. Cosa mi ha colpito
in questa data? Erano esattamente due anni dalla liberazione praticamente, pensate è
come fosse marzo del 2020 rispetto a oggi. Era un attimo prima. E si arriva alla votazione,
una votazione molto confusa, è stata da quel che ho visto l'unica votazione a scrutinio
segreto nell'Assemblea Costituente, ho letto questa cosa qui che mi ha molto stupito e
si arriva a l'una di notte al risultato. Il presidente Terracini legge il risultato
della votazione. Votanti 385 maggioranza 193, tenete a mente questo numero, voti contrari
all'emendamento 191, voti favorevoli 194. Per un voto passa l'emendamento di Grilli
e l'articolo della Costituzione diventa questo qui. La Repubblica riconosce i diritti
della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, punto. Il matrimonio non era
indissolubile e la storia che raccontiamo stasera parte da quella notte del 23 aprile
in Assemblea Costituente.
Magni ce lo giochiamo come jolly.
No, ma Magni serve, perché io porto tutto nel presente e lo faccio per una ragione che
è la stessa, che mi conferma alcune parole che ho sentito dire stasera. Innanzitutto
grazie di essere qua e buonasera. Io non c'entro niente, sono semplicemente, non c'entro niente,
non sono tra gli autori, autrici di questo podcast, sono una giornalista molto amica
e fan dei presenti. Perché alcune parole che avete detto adesso mi hanno fatto fare
le stesse riflessioni che ho fatto ascoltando il podcast, e cioè quanto è anacronistico
oggi parlare di queste cose? Zero. Nel senso che sulla parola indissolubile legata al matrimonio,
per esempio, io mi ricordo l'acceso dibattito che ha animato il nostro paese e non solo
la bolla di Twitter. Perché Twitter è il mezzo in cui rileviamo di che cosa si parla,
in realtà poi ci rendiamo conto che lo facciamo soltanto tra noi. All'autogrill invece parlano
giustamente dell'ultimo libro di Fabio Volo. Però ecco, quando c'è stato, mi pare fosse
il 2015, spero di non sbagliarmi, non fa niente se mi sbaglio è perché sono una giornalista,
ma c'era stata la questione del divorzio breve, ve lo ricorderete? Ecco, il dibattito
sui giornali e a casa tra le persone era identico, identico, cioè in ballo c'era l'indissolubilità
del matrimonio, come se indissolubile fosse un predicato inevitabile del matrimonio.
E' la sola ragione per cui il matrimonio ha da essere celebrato, cioè nel momento
in cui tu decidi di sposare per sempre, di sposare e dire per sempre sarai la mia compagna,
tutte quelle fregnaccie che si dicono quando ci si sposa, scusa, perché lui ha questa
fede, che poi la potevi togliere, come se stasera dovevi togliere. Il tesoro. Il tuo
tesoro, esatto, un anello per ... tutte. Però è questa cosa qui, se noi diciamo che
il matrimonio si può interrompere, allora non ha senso che ci sia. E nell'anno del Signore
del 15 la discussione su questo è stata rovente e io la osservavo da un giornale particolare
da questo punto di vista che era il Foglio, che non si era ancora completamente smarcato
come ha fatto poi da alcune posizioni, battaglie di retroguardia, provocazioni, chiamatele
come volete, di Giuliano Ferrara. Però io lì mi sono resa conto davvero che nel nostro
Paese esiste una convinzione radicata, il fatto che quando ci sposi allora tu devi adempiere
a un dovere che resiste per tutta la vita, così come quando fai un figlio o resti incinta,
improvvisamente tu sei in dovere di tenerlo. E i limiti della nostra legislazione, in particolare
della legge sull'aborto, voi concludete il podcast proprio su questo, sono legati a un'idea
che abbiamo, ce l'abbiamo tutti quanti, anche la parte non presentabile di ciascuno di noi,
il più progressista, pensa che in fondo se resti incinta forse è tuo dovere continuare
la gravidanza. È un problema, ed è un problema che è segnalato dal fatto che in questo Paese
esiste l'obiezione di coscienza e il 67% dei nostri medici è obiettore. Quindi i diritti
civili, come diceva Buonino splendidamente nel vostro podcast, vanno continuamente difesi,
non soltanto in Italia, però è una cosa su cui si deve continuamente vigilare. Quindi
quello di cui parliamo stasera che ci racconta un'Italia vintage con lo spot della Candy,
in realtà non è una finestra su un Paese che non c'è più e che è bello o brutto
ricordare, che è importante ricordare per capire che cosa siamo stati e cosa non diventeremo
mai. No, stasera noi stiamo parlando di qualcosa che ci dimostra che l'andamento della storia
non è progressivo, come volevano alcuni ottimisti di sinistra, ma è esattamente retrattile o
forse tende allo sfacelo come io penso, ma questa cosa non l'attribuisco alla sottoscritta
perché non sono abbastanza illustre, però è la lezione di Delsamorante nella storia,
ed è la ragione per cui quel romanzo era stato così osteggiato anche dagli amici di
sinistra, la storia a volte è sfacelo ed è il motivo per cui i diritti vanno non solo
conservati, alcune battaglie anche se poi culminano nell'ottenimento di una legge vanno
preservate, ci sono moltissime forze che mettono in discussione i diritti di cui parliamo stasera,
quello all'aborto e quello al divorzio, in molte parti del mondo ogni tanto c'è un articolo
dell'Atlantic che dice che la generazione Z purtroppo è vero, anche in America lotta
contro l'aborto, che è abbastanza impressionante se ci pensate, io ora in Italia non ho dati
su questo, però ho davanti a me un paese che in fondo davanti alla notizia del fatto che
il 70% dei nostri medici è obiettore e quindi di fatto rende impraticabile una legge, non
ho un paese indignato da questa cosa, ho un paese indignato molto di più dallo schiaffo
di Will Smith a Chris Rock e questo secondo me la dice lunga su un
un costrutto culturale contro cui non abbiamo
battagliato abbastanza, parlo di costrutto culturale perché poi adesso se ne parla moltissimo,
ieri sera ero qui a parlare di un fumetto barba che vi consiglio di leggere, di Alec
Trenta che è un fumetto sull'affermazione di genere, una storia bellissima, finemente
raccontata, però ecco c'è una generazione che ci parla di quanto è difficile in questo
tempo e nel nostro paese parlare di identità e cercare di capire che l'identità è un
costrutto culturale, ha a che fare con quello che si è, ma quello che si è se non è modificabile
è certamente migliorabile e stasera io penso che parliamo di questo, vorrei che parlassimo
anche molto, lo metto qui, poi voi avete raccolto molte storie e molte testimonianze, parliamo
anche della difficoltà che ha la sinistra nel capeggiare non solo queste battaglie,
ma i discorsi che governano queste battaglie, che sono i discorsi di autocoscienza molto
privati, le femministe degli anni 70, quelle della seconda ondata alle quali non siamo
grati abbastanza, secondo me proprio come paese ci hanno insegnato che il privato è
bello perché il privato è pubblico ed è una cosa che noi ci siamo messi alle spalle
e non riusciamo a portare in questo presente, tant'è che poi il femminismo si è arenato,
poi c'è stata la terza ondata, poi adesso c'è la quarta ondata, però di fatto non
facciamo ancora i conti con tutto quello che di quelle leggi è rimasto, viene continuamente
violato ed è rimasto inespresso. Un po' di tempo fa leggevo un pezzo bellissimo di Ritanna
Armeni sulla maternità e lei diceva io non mi posso perdonare come femminista attiva
negli anni 60 e 70 il compromesso che abbiamo accettato, parlava proprio della legge sull'aborto,
le diceva alla fine anche nella conversazione con i compagni, noi abbiamo accettato che
quei diritti venissero assicurati solo in casi emergenziali, è il grande limite della
legge sull'aborto, lo ripeto voi ci concludete il podcast e di fatto quella legge lì è identica,
sono passati 40 anni e noi in questo paese possiamo ancora abortire in casi molto specifici
di gravità, quando c'è in pericolo la salute della donna, quando la donna è in una condizione
economicamente molto precaria, non è ancora passata l'idea per carità discutibile quanto
volete e con discutibile non intendo che ci lascia perplessi ma nel senso che si può
discutere del fatto che se io posso autodeterminarmi e la mia autodeterminazione passa dal mio
corpo, anzi non passa ma inizia e finisce con il mio corpo, allora quello che succede
nel mio corpo io lo devo poter decidere, indipendentemente dalla congiuntura in cui mi trovo a fare quella
scelta, quindi significa che se resto incinta e un figlio non lo voglio, non c'è una ragione
che io devo andare a spiegare al medico, al legislatore, all'avvocato, al tribunale, tale
per cui io debba poter dire sì o no e debba anzi aspettare l'assenso di qualcuno, quindi
questa è una materia caldissima ed è una materia che ha a che fare con il principio
della differenza tra i sessi, il principio cardine, uno dei principi cardine del femminismo
di seconda ondata, che era proprio il femminismo della differenza e che ahimè non ha trovato
ancora un canale di dialogo con invece il femminismo della terza e della quarta ondata,
è sotto gli occhi di tutti, sono sotto gli occhi di tutti le polemiche con la rolling
massacrata da parti della comunità LGBTQ+, perché tutte le volte che lei dice che è
una donna è una donna, allora c'è qualcuno che la massacra, però ecco sono una serie
che poi non è vero in realtà, sono le cose che scrivono i giornali per dire che no ma
è la verità che c'è una guerra in corso, poi invece quando parli con le persone che
quei movimenti li fanno, li pensano, li vivificano, ti accorgi che poi è tutto molto diverso,
è come la cancel culture, come dice Michele Masneri è una dittatura tutta italiana,
però ecco sulla differenza tra uomo e donna, questo è un paese e che cosa dipende da quella
differenza, questo è un paese che ha ancora le idee molto confuse, quindi ecco questo
per dire che le storie che voi raccontate non sono anacronistiche perché sono irrisolte,
perché sono incomplete e perché quelle leggi lì sono state delle concessioni, arrivate
a un punto in cui c'era una maturazione della classe politica che non corrispondeva probabilmente
alla maturazione culturale e sociale del paese. Adesso forse c'è il contrario, beh sì è la cosa
che diciamo sempre, tu prima citavi il D.L. Zan che è cosa abbiamo detto continuamente,
che il paese era molto più avanti rispetto a poi chi invece lo amministra e governa, è vero?
Sì tra l'altro una cosa che mi ha affascinato molto scrivendo la puntata, insomma raccogliendo
i vari spunti che hanno portato la puntata è che molti lessero la legge sul divorzio,
non tanto quella sull'aborto, poi magari dopo ne parliamo, ci sono state due leggi molto diverse,
vissute molto diversamente anche dai media, dalla società italiana, però il divorzio fu
vissuto come un momento che mise la politica di fronte un po' a questa cosa che dicevi tu,
cioè al fatto che il ritmo della società non coincideva più con il ritmo della politica,
mettiamola così, e in questo contesto la cosa che poi mi colpì, qui tra l'altro no, ... abbiamo
i due autori della legge sul divorzio, che sono un socialista e un liberale, due maschi,
due uomini, è un dato di realtà, ma certo, però.
Un elemento interessante e qui vedo che Francesco è sensibile al tema, un po' uscì già prima,
cioè i comunisti, la sinistra, il partito principale della sinistra, era tutt'altro che progressista,
che adesso, non so, di raccontaci un po'.
Adesso i comunisti non ci stanno più, per cui hanno risolto il problema a monte.
Dì gli eredi, gli eredi.
Di nuovo buonasera anche da parte mia, grazie di essere qui, ma allora io,
gli spunti che ci sono stati negli interventi precedenti sono molti, intanto questo paradosso incredibile
che abbiamo imparato 40 anni fa che il personale è politico, oggi che spariamo il personale sui social
75 volte al giorno non conta più, cioè c'è una sovrarrappresentazione, forse,
per cui l'abbiamo anche un po' portato in ritirata.
L'atteggiamento del partito comunista, secondo me, è una delle cose storiograficamente più interessanti
da analizzare da questo punto di vista, perché da un lato era l'altra chiesa,
per fermezza delle convinzioni, anzi forse da un certo punto di vista era ancora più chiesa
della democrazia cristiana, cioè era l'altra chiesa nel senso letterale del termine rispetto a sacra romana chiesa.
Come c'era il papa c'era il segretario del PC, Carica, Vitalizia, che non cambiava mai.
Voi vedete, l'elenco dei segretari del partito comunista si contano, diciamo, sono le dite di due mani fondamentalmente.
Vedete l'elenco dei segretari della democrazia cristiana, cioè da diventare scemi fondamentalmente,
è anche uno dei motivi per i quali c'è stato sempre un rapporto, anche da questo punto di vista,
a livello di politica internazionale, gli Stati Uniti sono sempre stati molto spiazzati dal fatto di dover fare
affidamento per forza su quel partito senza avere sempre un interlocutore più o meno fisso.
E c'era una morale a volte un po' ipocrita, come era il caso di Lungo che ha divorziato San Marino,
di Togliatti che non ha divorziato ma aveva a sinistra la manca e a destra la moglie.
Nell'assemblea costituente c'era Rita Montagnana da una parte, De Jotti dall'altra, lui come si girava si girava,
trovava affetto, mettiamola in questo modo.
Però abbiamo ascoltato testimonianze anche di militanti, di dirigenti dell'epoca che ci raccontavano
che tale era anche dopo l'introduzione della legge sul divorzio, dopo le battaglie che lo stesso partito comunque aveva deciso di fare,
un segretario di sezione decideva di divorziare il segretario di sezione dopo le dimissioni.
Questo era ancora in alcune zone di Italia il partito.
D'altra parte c'era stata secondo me una incapacità di capire anche quelle fasce della popolazione
che ancora il partito comunista riusciva a rappresentare in modo quasi monolitico, che tipo di sensibilità avesse.
Forse l'impressione era ancora che quelle fasce della popolazione fossero quelle dell'inchiesta sulla miseria del cinquant'u,
un po' quello stereotipo del povero arretrato che non si può permettere il lusso di preoccuparsi del divorzio
perché anzi la famiglia è politica sociale per alcuni di loro.
E invece nella biografia di un dirigente di secondo piano, ma comunque importante dell'epoca,
che si chiamava Gianni Cervetti, che era il segretario della federazione di Milano,
Berlinguer poco prima del referendum ancora il PC aveva deciso di schierarsi,
soprattutto grazie all'influenza dell'Udi, dell'Unione delle donne italiane, di Nilde Jotti, di Giorgio Amendola,
che poi paradossalmente era la destra del partito.
Cervetti gli dice che a Milano il no dovrebbe prevalere, però intorno al 55%,
Berlinguer dice che al 55% a Milano è poco, poi peraltro siamo nella città in cui il no ha fatto registrare i suoi picchi massimi.
Invece poi il paese in che modo risponde? Risponde con una mappa elettorale, non so se forse ce l'abbiamo,
in cui anche le zone a forte tradizione democristiana, a forte tradizione monale,
messa con i colori sembra un po' la mappa del referendum del 2 giugno,
cioè in cui il centro nord vota per l'euro, invece in realtà la cosa interessante che si vede...
Precisiamo solo che il no era il no all'abrogazione.
Siamo in zona... c'è una canzone molto bella che dice
non capiamo perché se votavamo sì il divorzio non c'era, se votavamo no invece c'era,
però in realtà vedete che la retratissima Sicilia, eppure un po' prevale il rosso,
un po' il blu e azzurrino, cioè anche nelle zone a forte insediamento democristiano e missino,
i voti per il sì ci sono, sono maggioranza, ma sono di meno,
tanto è vero che Marco Pannella quella stessa sera o il giorno dopo ringraziò
le masse cattoliche, monarchiche del movimento sociale,
perché evidentemente nel segreto dell'urna, addio, quella volta non li aveva visti.
C'è una frase bellissima di Guia Soncini che dice che l'Italia è un paese fondato sull'adulterio,
e io penso che è verissimo, Guia Soncini non ha caso, ne sa, però è vero,
e secondo me è lì che c'è la questione della diversità di cui parlavi tu su queste due leggi,
perché in fondo il divorzio è una roba che aveva a che fare anche con i maschi,
e quella diversità lì si riverbera tantissimo in questa cosa meravigliosa di San Marino,
cioè a San Marino andavano a divorziare la Sacra Rota Rossa,
anche io questa cosa non la sapevo, l'ho scoperta con il podcast,
ma sono rimasta fulminata se penso che qualche mese fa San Marino finalmente è passata la legge dell'aborto,
quindi San Marino è un'anomalia italiana,
poi San Marino è casa delle libertà perché durante il Covid, quello proprio brutto,
quello senza restrizioni,
cioè la gente andava a San Marino perché a San Marino non c'era bisogno del Green Pass per andarsi a divertire,
grandissime serate a San Marino.
Però un'altra stratagemma dell'epoca era quello, perché oltre all'assenza del divorzio c'era il delitto d'onore,
perché noi le cose le facciamo sempre,
era quella di divorzio all'italiana,
per cui io faccio accoppiare mia moglie con un altro,
li uccido, mi faccio quei sei mesi di galera e poi però mi posso risposare tutta la vita,
quindi è chiaro che il divorzio all'italiana è dei primi anni Sessanta,
poi ce ne voleva,
però poi forse il cinema a via Germi aveva colto.
No, ma Divorzio all'italiana secondo me è un film che parla al presente,
quale marito italiano non ha pensato a quella via lì.
Poi parliamo anche di divorzio all'italiana e anche di seduta.
A me ha colpito molto quello che tu dicevi prima,
sul fatto che poi è quello che ci ha anche detto Emma Bonino,
sul fatto che i diritti li devi lottare ogni giorno anche sulle cose che hai già acquisito.
E ci si chiede un po' perché,
sì è vero in questo momento il paese forse è più avanti,
penso agli DL Zane, quello che hai citato tu,
però è anche vero che in questa storia in particolare
quello che salta fuori in maniera evidente,
soprattutto nella storia della legge del referendum sull'aborto,
è la presenza di un partito che è il partito radicale
che in questo momento nello spettro del nostro parlamento e della nostra vita pubblica manca.
Perché era un partito che se non altro ha condotto delle battaglie
che nessuno conduceva per opportunismo,
penso ai comunisti perché io non vado sull'aborto, sul divorzio,
perché alla fine comunque i voti dei democristiani magari me li vado a prendere,
i voti delle masse cattoliche,
e soprattutto non aveva paura di fare dei gesti di disobbedienza civile
che per l'epoca, ma ancora oggi io penso,
si dice per l'epoca la disobbedienza civile,
i consultori nella sede del partito radicale, incredibile.
Qui c'è Marco Pannella tra l'altro a destra.
Qui credo sia vicino al Senato, vero? Potrebbe essere.
Non conosco i vortili di Roma in memoria.
Tu sei il nostro romano di riferimento.
Il punto è che c'era un partito,
la legge sull'aborto è stimolata dal fatto che a delle faccio viene arrestata
perché Marco Pannella, fanno un sit-in,
fanno questo sit-in al teatro Adriano,
arriva la polizia per cacciarli tutti
e Pannella dice no, guardate c'è un mandato di cattura su di lei, dovete arrestarla.
Dovete arrestarla, certo.
No, no, dovete arrestarla assolutamente.
L'arrestano e da lì parte questa mobilitazione del partito radicale
per raccogliere le firme e abolire una legge,
che in realtà la legge sull'aborto c'era,
era una legge del 1930 fascista che diceva l'aborto...
Del codice penale.
Del codice penale fascista che diceva l'aborto è un delitto contro l'integrità della stirpe.
Ma infatti se voi oggi comprate un codice penale,
c'è ancora la rubrica di quegli articoli che sono stati abrogati,
c'è scritto che sono stati abrogati, con la legge c'è ancora quella.
Nelle puntate precedenti, è bello.
Però era il codice penale che per il resto, più o meno, ancora oggi diciamo...
E quindi però, per riallacciarmi un po' anche al discorso dell'oggi,
forse oggi manca quella parte, nella politica e nell'opinione di tutti noi.
Personalmente, qui opinione del tutto personale,
sono stato molto contento di vedere i ragazzi in strada qualche mese fa, qualche settimana fa.
Era un po' che sui giornali non si vedeva un po' di ragazzi che facessero casino.
Muri puliti, popoli muti, un po' quella roba lì...
Tu parli dei ragazzi in strada qualche settimana fa per i morti sul lavoro?
Per i morti sul lavoro e per quelle battaglie.
E la vita del paese, e quella è anche politica, non è solo quello che succede in Parlamento.
Ed è bello che succeda, ecco.
Chiudo citando Pertini, quando è arrivato il fascismo,
le prime libertà che ci ha tolto erano la libertà di parola e la libertà di stampa, dalla sera alla mattina.
Erano delle libertà che al contadino del Polesine, che magari non sapeva neanche leggere o scrivere, poco gli toccava.
E quindi questa cosa di combattere per i diritti è molto attuale, anche se è molto difficile.
Zaddi Smith diceva che il femminismo che vedo in mia figlia è molto diverso dal femminismo che vedo io.
E diceva che, l'ha detto in un'intervista recente a Tutto Libri, diceva
io non ho mai visto una generazione così terrorizzata come quella di mia figlia.
Ed è incredibile che lo dica lei, mentre invece noi siamo qui a farci bello e a dire
ah le nuove generazioni, e euforia, ah ma come sono disinvolti, ah ma sì, ah ma per loro,
ah ma per loro, ha la fluidità di genere. Invece poi non è così.
Ma anche perché è quello che, cioè, apriamo un decennio con le Olimpiadi, lo chiudiamo con lo sbarco sulla Luna.
Quanto è bello avere un obiettivo così grande, e invece noi qui oggi, il dibattito delle nuove generazioni è
se non facciamo qualcosa, il mondo finisce.
No, non finisce il mondo, finisce l'essere umano. E la cosa che più mi dispiace è che c'è un sospiro di sollievo.
Che bello! No, invece no.
Fino a te.
Ma Sandy, ho una domanda per te, così facciamo vedere un'improvvisazione.
Nel senso che è tutto vero quello che abbiamo detto, poi però guardo questa immagine qui, per esempio,
è l'immagine dei due promotori della legge dopo l'approvazione della legge, no?
Che è la legge sul divorzio, che nel 1970 viene approvata, con lungo travaglio, eccetera.
E, cioè, in quel caso lì comunque fu la politica a capire che c'erano dei movimenti nella società,
a fare una legge, non in un giorno, ma a farla, e tant'è che furono poi una parte del mondo cattolico a raccogliere le firme in reazione.
Cioè il referendum del 1974 sul divorzio è un referendum per abrogarlo, che viene dai cattolici.
Quindi qualche volta c'è l'impressione, anche nelle settimane scorse quando si è parlato di eutanasia illegale, cannabis,
di sarà capitato di sentire dire che a Italia i diritti arrivano solo con il referendum, no?
C'era un po' questo mantra.
Era una grande cazzata.
E però qua ti dice che non è così.
Quindi qual è il tuo punto di vista su questo?
C'è il fatto che nel 1970 la politica ci arriva e poi è un pezzo di società che raccoglie le firme e dice no, attenzione, andiamo a abolirla questa legge qui.
E poi la interpreta Almirante a destra, la interpreta Fanfani nella DC.
Ti rispondo subito, usando un'altra persona in realtà.
Allora io un po' di tempo fa avevo fatto un'indagine sull'Equaterosa, parlando con un po' di donne, tra cui anche Emma Bonino,
che è sempre difficile da contattare al telefono, adesso mi direte, infatti voi per il tuo mi hai detto che siete stati raccomandati quando l'avevo chiamata io
e mi aveva risposto dicendogli chi le ha dato il mio numero come si permette, giustamente.
No, però io penso che in quegli anni lì la politica era fatta da persone che credevano che avesse un senso.
Stare dentro, farla anche da dentro, farla dentro il partito, farla dentro i palazzi cosiddetti,
adesso invece i referendum hanno magari questa presa diversa perché molte donne restano fuori dalla politica.
Ed è vero, ogni volta che ho discusso, quando avevo fatto questa indagine qui, in moltissime politiche giornaliste mi avevano risposto
ma noi ci abbiamo rinunciato perché ci rendiamo conto che la nostra possibilità di intervento sulla realtà è più forte quando la politica la facciamo fuori.
E' semplicemente questa la mia risposta. I canali sono tanti, sono diversi e questo è qualcosa che deve interrogare non chi sta fuori ma chi sta dentro.
La grande stagione brillante, più o meno brillante, che abbiamo alle spalle dei referendum che poi sono finiti come sono finiti,
delle raccolte di firme, anzi chiamiamole così, di quest'estate, l'estate scorsa, ce lo dicono, cioè che poi di fatto le leggi le fa il Parlamento,
le leggi le fa la politica intesa nel senso più alto del termine. In quegli anni lì credo che ci fosse anche questa idea che tra di noi si è smarrita.
Tu dicevi che ci sono i ragazzi per strada ed è un bel segnale ed è vero. Io non lo so che generazione, che cosa combineranno questi ventenni che vogliono salvare il mondo
però di certo sono molto diversi da noi. Io avevo parlato con Lodo Guenzi, quello dello Stato Sociale, dei ragazzi per strada.
Già è emblematico che tu dica ve lo ricordate. Lo conosce.
Sono tarata, ormai io parlo soltanto con i ragazzi di vent'anni, perché sono gli unici che mi interessano. Lo dico perché la nostra generazione, tu quando parli con un 30-40enne è una lagna continua.
Grazie.
È così però, ma è una lagna di irresponsabilizzazione perché ci è successo di tutto, adesso pure la guerra. Adesso la guerra in Ucraina è l'ennesimo colpo assestato ai millennial.
Però Lodo Guenzi mi aveva detto che questa è una generazione che ti dimostra che finalmente i ragazzi sono capaci di combattere per chi ha meno e quindi portano in strada le istanze vere della sinistra, della sinistra intesa all'europea e non all'americana.
Perché? Perché per lui invece parlare di diritti è un fatto di viziati, è una cosa di università e campus americani che poi viene traslata in Italia e diventa…
ZTL.
Esattamente, esattamente. Però questa cosa qui è la ragione per cui la sinistra negli anni di cui stiamo parlando le femministe le accettava con il ghigno sulla faccia.
Io leggo molto spesso un pezzo bellissimo che vi ho stampato, poi magari vi leggo un estratto se c'è tempo, se no no, però vi invito ad andare a leggerlo, di Isabella Rossellini che nel 1976, quindi a un anno dalla legge sul nuovo diritto di famiglia, detta così un periodo migliore di quegli anni per questo paese, insomma il nuovo diritto di famiglia sanciva molte cose importanti che ci permettono di essere adesso,
di essere più o meno alla pari, per esempio il fatto che la decadenza della patria potestà e il fatto che la genitorialità è qualcosa di condiviso, questo è importantissimo, adesso si comincia a vedere realizzato,
perché a casa mia la genitorialità è condivisa pur venendo da una famiglia di sinistra, insomma, devo dire che non proprio.
Però, è meso persa? No, ecco Isabella Rossellini nel 1976 scrive su F rivista, trovate gli archivi online, di un incubo ricorrente che lei faceva in quel periodo in cui lei ha una manifestazione per diritti femminili, una manifestazione femminista,
era nel corteo e a un certo punto aveva voglia di salire però su un palco per dire quali erano le cose che si raccontavano le compagne nei collettivi di autocoscienza, che erano questi momenti di ostensione della propria intimità, di modo da poi farne un'istanza politica.
E lei racconta che sognava che in quel momento lì i compagni la menavano e lei aveva questo terrore, cioè diceva ma porca miseria, alla fine i nostri compagni femministi, il PCI, sono quelli che ci tengono semplicemente per dovere di rappresentanza, ma che non ci fanno parlare.
E questo è un problema che la sinistra al suo interno non ha mai risolto davvero.
Ed è una risposta alla tua domanda, so che sono andata così come al solito mio, ho divagato, però è la risposta alla tua domanda.
Ed è la poca incidenza delle istanze femminili in politica, è una delle ragioni per cui ci sembrano molto più avanti quella politica fatta negli anni settanta quasi soltanto da uomini che quella fatta adesso, perché è una politica sfiancata.
Io ogni volta che parlo con delle donne che sono in Parlamento mi sembra di parlare con le giornaliste italiane, cioè c'è lo stesso problema, che più siamo e meno contiamo, perché hanno capito che fa bello tenerci in mostra, ma di fatto non partecipi davvero al cambiamento delle cose e allora lo fai fuori.
Non so se è risposta alla tua domanda, ma è l'unica cosa che...
No, vado, vado, qui abbiamo dei materiali dell'epoca che sono sempre bellissimi da vedere.
Per mettermi sul piano della questione femminile non lo farei mai.
No, puoi, puoi, io non sono come Isabella Rossellini, purtroppo no.
Condivido 3000x3000 quello che dicevi. C'è una questione forse anche di culture politiche per riportarla su quel piano. Prima noi parlavamo delle difficoltà del PC, però noi siamo cresciuti nell'epoca del bipolarismo, in cui anche quel poco di cui si parlava di diritti civili era comunque lo stagio della retorica del bipolarismo.
Per cui un po' ne parlava il centrosinistra, che prima, ricordate nel 2006 si dovevano fare i PACS, poi si sono fatti i DICO, poi è dovuto arrivare uno che veniva dalla tradizione della democrazia cristiana per fare le unioni civili, perché non si è mai parlato appunto che uno che veniva dalla tradizione dei DS lo potesse fare.
Però negli anni 70, con le ideologie che avevano un peso immenso, anche appunto nel fare le chiese, nel dire fate il plebiscito anticomunista, Berlinguer che dice non votate come almirante, Almirante che appunto giustamente dice non votate come comuni, cioè no,
eppure il partito liberale, cioè il partito diciamo laico però, l'alleato di destra della democrazia cristiana che sul piano dei diritti sociali era molto lontano dal popolarismo cattolico-democratico, che era stato il punto di riferimento di Confindustria anche con dei finanziamenti poco significativi, faceva il partito liberale, cioè faceva il partito dei diritti individuali.
Infatti qua a destra è Bassarini.
Uno dei due estensori, primi firmatari della legge è un esponente del partito liberale che quindi non solo vota in Parlamento ma pone uno dei suoi esponenti, dà il nome alla legge.
Io mi chiedo anche, sempre tornando a Twitter, è Liovito a parte? Oggi quella cultura liberale, no perché c'è il fenomeno Liovito su Twitter che è come dire meteore a parte del fenomeno politico social, però quella cultura liberale non conservatrice in tema di diritti individuali è andata perdendosi,
cioè è stata forse una fusione delle due tradizioni conservatrici, quella cattolica che era della destra democristiana, contraria a questo tipo di interventi, che poi forse alla fine lo stesso Fanfani si è trovato a rappresentare neanche troppo volentieri, era tornato a fare il segretario della democrazia cristiana dopo dieci anni.
Lui non è che rappresentasse la destra della DC?
No, nella storia della DC questa cosa c'è sempre, cioè Tambroni era la sinistra DC e poi faceva il governo con il movimento sociale, Fanfani più o meno la stessa cosa, però manca anche quell'altro pezzo nella politica degli ultimi vent'anni, trent'anni, cioè manca quella capacità della destra liberale di fare la destra liberale, cosa che non c'è perché poi è andato tutto perdendosi nella rigidità del bipolarismo
e oggi comunque invece in una proiezione semplicemente di una destra conservatrice, tanto è vero che oggi ci sentiamo dire che la sinistra è quella mondialista, cioè mondialista, gayista, transista, non so cosaista, atlantista, però anche da quel punto di vista c'è una perdita identitaria e di cultura politica molto importante
Volevo proporvi di tornare su uno dei materiali che abbiamo, che può essere interessante anche per un commento di Shandy su questo, perché insomma l'abbiamo capito, alla fine la legge viene approvata nel 70, queste tra l'altro sono le prime pagine, qui vi è la stampa in onore di Shandy
Devo dire in onore di Shandy ma anche perché ha un eccellente archivio, archivio lastampa.it, trovate tutto dal 1870
Tutto quello che c'è dal 19.. poi dal 2015 in poi non c'è niente
Pai vuole
Comunque insomma diventa legge, diventa legge, tra l'altro con una seduta infinita che dura 20 ore
Quindi ore 5 e 40
Però poi si arriva al referendum perché il movimento cattolico dice no vogliamo abrogarla, questa tra l'altro è la scheda, si dovette inventare una scheda per il referendum perché fino al 70 questo è un'altra cosa, i referendum non erano mai stati attuati, erano presenti in costituzione ma non erano mai stati attuati, sono stati regolati con una legge del 70
Materialmente era uno strumento nuovissimo ed è un voto che divide tantissimo il paese, qui avete appunto, sono bellissimi visti oggi al di là del messaggio questi manifesti dell'epoca e però avete anche una campagna che divide il paese dal punto di vista culturale
E qui Shandi in quanto esperta di cultura popolare ti chiedo di commentarci questi due momenti, questo è, voi siete romani, quindi insomma
Io sono materana per piacere
Tu sei materana, tu sei romana
Non ce l'avevamo un attore materano, ti chiedo scusa
Qui abbiamo Gigi Proietti che viene coinvolto dal comitato per il no all'abrogazione del divorzio e guardiamo che cosa fa
E abbiamo un'altra influencer se vuoi dell'epoca, Gianni Morandi
Senza Anna
E qui vediamo questi 30 secondi e poi ci dici quanto rivediamo anche dell'impegno dei VIP, delle celebrities in politica, questo è l'appello di Gianni Morandi con Famiglia
Qui è fantastico no?
C'è un momento straordinario, che ci dice secondo te di quell'Italia lì che va anche nella cultura popolare a portare questa decisione?
Allora ci dice la parola che non abbiamo ancora pronunciato stasera e questo è significativo, che è la parola felicità
Lo spot di Proietti è questo, ti fa capire in pochissimo che quella cosa lì ha a che fare con la felicità delle persone
Ed è lì il grande errore della sinistra che continua ad avere, che non capisce che intestarsi in una battaglia sulla possibilità di essere felici è tutto
Cioè la politica è una conquista di felicità per le persone, deve stare nella vita delle persone per renderle felici, aumentare, migliorare, creare nuovi diritti a che fare con la felicità
Questo è proprio secondo me un tarlo culturale del nostro paese
Della cultura popolare che cosa ci dice? Ci dice che siamo ancora quel paese lì ma il mondo è fatto così, le persone hanno bisogno di esempi
E questa cosa qua se ci fosse stato Twitter all'epoca avrebbe provocato la solita scissione, divisione in due fazioni opposte
Dalla parte di quelli che ha che fico Morandi, che fico Gigi Proietti e dall'altra invece vogliono soltanto vendere l'ultimo disco
E' sempre tutta una manipolazione, però l'importanza dell'esempio non vuol dire che le persone sono una massa indistinta di pecoroni che hanno bisogno di vedere uno più bravo di loro che fa il primo passo
Ma ci dice semplicemente che le persone sono spaventate e si fidano di chi gli piace e quindi io sono sempre molto in realtà favorevole non solo all'esempio ma proprio alla rappresentazione
Per quanto Tiziano Ferro mi stia sulle scatole perché lo trovo patetico però tutto quello che lui fa
Piano
No piano
Piano
Adesso ti spiego perché lo trovo patetico
Qui facciamo un referendum
No, non tocchiamo
Ha scritto delle canzoni straordinarie ma possiamo distinguere l'uomo dall'artista
Possiamo proseguire
Però Tiziano Ferro ha fatto una cosa che per quanto a me possa sembrare una rottura di palle, che a volte sembra più realista del re, sembra mia zia che ti deve far vedere per forza le foto di tutti i suoi figli e quanto è fiero, la cosa più bella nella vita è fare figli
Però in realtà noi non ci rendiamo conto di quanto è importante, di quanto parla di più a casa di mia nonna il fatto che Tiziano Ferro, che è uno che mia nonna ascolta, normalizza una condizione, una situazione e ti dice
E questa cosa si può fare, va bene, non succede niente
E l'Italia di 40 anni fa ha bisogno di questo, probabilmente non sarà più così tra 20 anni perché saremo tutti più avvertiti, meglio alfabetizzati, avremo avuto accesso a, anzi già io tolgo fuori la nostra generazione da questo ma i 20 anni di adesso non è che hanno bisogno di qualcuno che gli dica cosa devono votare
Forse no, forse sì, io non lo so, però i 20 anni di adesso hanno bisogno di un grande lip che gli dica puoi non truccarti, è una storia vecchia come il mondo, non ci dice chi eravamo, al massimo ci dice chi siamo sempre stati, questi due esempi credo che ci dicano chi siamo sempre stati e che cos'è l'essere umano perché è così importante
L'esempio anche quando ci sembra patetico e in fondo sono tutte grandi prove di democrazia queste, è un tentativo di arrivare a tutti
Lollo l'altra cosa che raccontiamo nella puntata è il percorso della legge sull'aborto di cui già prima abbiamo un po' parlato questa sera, una cosa che abbiamo notato guardando le prime pagine, la lascio raccontare a te direi perché facciamo il confronto un attimo, queste sono le prime pagine
Sempre alla stampa, ti preoccupo
Lascio a te illustrare
Manca Roma qui
Uno potrebbe dire abbiamo l'aborto da una parte e le BR dall'altra ma vorrei anche far notare la data, 19 maggio 68 da Via Caetani, siamo a 10 giorni dalla morte del Domoro
E quindi è molto notevole come il divorzio
Esatto, così è il divorzio e l'aborto è quasi una spalla e soprattutto viene raccontata come una legge per la donna
Perché sì è così
Mi ha colpito anche molto i materiali, gli striscioni, cercandoli, sono tutti femminili
Io ricordo una volta di aver letto, forse era sul divorzio non sull'aborto ma insomma la mettiamo all'interno dello stesso filone a proposito del pc, un articolo molto bello di Miriam Fai
Isolatissima femminista nel pc dell'epoca
Che diceva che in realtà questa per noi è stata una battaglia di tolleranza
Prima ancora di una battaglia di cultura politica
E' una battaglia fondamentalmente per essere tutti quanti uguali, poi è la cosa veramente più antica del mondo
Forse erano un po' lo Spartaco degli anni 70, era una questione di tolleranza in un mondo molto poco tollerante nei confronti di ciò che non era maschio o vecchio
E' anche vero che la legge sul referendum sull'aborto, poi direi che andiamo a chiudere se no ci uccidono giustamente
Dobbiamo fare il momento di finta democrazia
Adesso facciamo un referendum
Riceviamo delle domande, non facciamo delle domande
Si accettano solo domande con le risposte sì o no, così la chiudiamo subito
Fai vedere di nuovo Moranti che dice come devo la fare
Mano destra, mano sinistra
E' anche come è andata la legge e il referendum sull'aborto, sono andate in maniera molto diversa
La legge 194 esce sostanzialmente per impedire ai radicali di fare il referendum
Quindi esattamente al contrario, il divorzio, legge e poi referendum dei cattolici che raccolgono le firme per abrogare la legge
Qui invece vogliono abrogare la legge fascista, i partiti dicono mettiamoci d'accordo così non andiamo a referendum
E curiosità, Loris Fortuna, il deputato che prima Lorenzo ci ha fatto vedere, che ha dato il nome insieme a Baslini sulla legge sul divorzio
Si dimette da deputato in protesta contro i partiti che osteggiano sostanzialmente, cercano con questa legge di aggirare la chiamata al voto popolare
Che comunque ragazzi la 194 prima di essere approvata inizia l'iterne 75, perde il senato per due voti, torna alla camera
Cambia legislatura nel frattempo
E viene approvata per 12 voti, con Nenni che ha appena preso un collasso col bastone
Comunque non è che poi è stato un plebiscito, 12 voti comunque passate la situazione
Oggi mentre ero in treno venendo qua ho scritto a lui e gli ho detto ma tu hai idea di chi sia il primo firmatario della 194?
Perché mentre della legge sul divorzio conosciamo i nomi, abbiamo visto le foto, Fortuna e Baslini avremmo detto 70 mila volte stasera
Magari non conosciamo il numero, invece dell'aborto è esattamente l'opposto perché la legge è un numero, i laureati con le legge lo sanno abbastanza bene
Però quella è la 194 per antonomasia, chi sia stato quello che ha scritto il testo, come sia andato
Era un round robin che era la firma degli ammutinati, praticamente si firmava in cerchio perché così il capitano non scoprisse
Ci dice un fatto che è ancora radicatissimo nel nostro paese, ovvero sia l'idea che i figli tanto sono delle donne
Noi un po' di tempo fa alla stampa abbiamo animato questo dibattito sulla genitorialità che è immediatamente diventato il dibattito sulla maternità
Io ero lì e dicevo no, no, no, no
No, al contrario, è il dibattito sulla paternità
Ma voi non avete idea, siamo stati, quando l'abbiamo cavalcato come dibattito sulla maternità, quindi le ragioni del no e lì a dire non c'è per forza una ragione
Per chi non vuole dei figli, era nato come risposta alternativa alle catastrofiche previsioni dell'Istat, cioè nel senso che non è che in questo paese non si fanno figli soltanto perché non ci sono le condizioni per farlo
Ci sono fette di popolazione crescente, ahimè, purtroppo mi dispiace dirlo, ma è così, che non vogliono, non vogliono punto
Incredibilmente quella cosa non si recepiva, cioè era il dibattito sulla maternità e quindi fin tanto che è stato dibattito sulla maternità
Noi siamo stati subissati da lettere, richieste di intervento e che abbiamo pubblicato in parte, in parte abbiamo archiviato perché poi i giornali non si possono fare monotematici, ahimè
Ma si dovrebbe forse, magari
Anche secondo me si dovrebbero, però vabbè, purtroppo io ancora non vi cito
Stolo facciamo domani sera, tanto domani sera sarai di nuovo qua, probabilmente
Ho le chiavi del circolo
E quando invece l'abbiamo spostato sulla paternità, il deserto
Cioè io sono dovuta andare a citofonare a casa di 3-4 scrittori per dirgli che cos'è oggi essere un padre, così, intimoritissimi
E lo vedevi no? Vedevi proprio questa difficoltà nel sentirsi parte di quella cosa, è un fatto che non so se riusciremo mai a contrastare
Però è così, il genitore, il cosiddetto genitore prevalente nelle cause di divorzio, quando poi dopo si deve decidere a chi affidare il bambino
È sempre la mamma, c'è poco da fare, è così, è così, ed è un fatto culturale
Cioè direi come è andato, la questione del fandom sull'aborto è interessante anche politicamente
Poi davvero facciamo un momento consultivo se avete domande, solo con sì o no come risposta
Non è vero, anche degli interventi prendiamo senza punti interrogativi
Come in Parlamento, cambiamo radicalmente
Un po' più brevi per carità
No, gli ultimi minuti li lasceremmo alle vostre domande, curiosità sul podcast, eccetera
Però è interessante perché una cosa che molti non sanno, e se hanno ascoltato Qui si fa l'Italia speriamo che se lo ricordino
È che in realtà la legge sull'aborto, no Lollo, viene approvata
Dopodiché quello che succede
Il referendum, ricordiamo il referendum sul divorzio è sostanzialmente un plebiscito a favore della non abrogazione della legge
Quello sul, invece il referendum sull'aborto è un gran casino perché praticamente viene approvata la legge
E abbiamo due referendum, uno dei radicali che dicevano la 194 è troppo morbida
Ed è vero, l'altro del movimento per la vita che invece dice no, bisogna assolutamente stringere ancora di più le maglie della 194
E il paradosso è che entrambi raccolgono le firme
E quindi alcuni di voi lo ricorderanno perché hanno gli anni per poterlo ricordare
Si arriva a votare su due quesiti, no non intendevo nessuno qui ma qualcuno là
Si arriva a votare su due quesiti opposti, cioè gli italiani lo stesso giorno ricevono tra l'altro cinque schede
C'erano altri tre
Cioè ricordate il 70, nel 70 c'è Moranti che vi fa vedere la scheda elettorale e poi questa roba qua
Coca-Cola o Fanta
E poi c'è questo
E insomma si trovano tre leggi sull'ordine pubblico di fatto
Ecco diamoci 81, tre anni dopo Moro, un anno dopo la strage di Borgo, insomma gli anni erano quelli
E due quesiti opposti sull'aborto
Quello che succede è che molto diverso dal divorzio, no, è che l'esito è schiacciante
Il paese progressista che i giornali avevano dipinto nel divorzio, l'Italia si scopre progressista
E poi c'è una schiacciante vittoria del no, dove però a me piace molto il
Abbiamo vinto, dicono i radicali, brutta batosta, dice il movimento, lo stesso risultato
Avevo un'aspettativa che fosse diversa, c'è comunque un 32% che vota sì al quesito cattolico
Che quindi avrebbe quasi abolito
Contro l'undici
L'undici che vota invece sì al referendum radicale
Il senso qual è? Che il paese sceglie di tenere in vita quel difficile compromesso di cui abbiamo parlato prima
E era solo per raccontare la fine della storia
Il pregliasco comunicatore dell'epoca come avrebbe gestito le campagne di comunicazione
Lo vediamo tra due mesi
Quel 32% si è poi riprodotto come le bollette fino ad arrivare al 70% e delle obiezioni di coscienza
Dall'altra parte erano confidati
Quello che è successo
Domande?
Domande, critiche
Solo sì o no, tanto diciamo solo sì o no
Non abbiate paura
Io dico nì, io so fluida
Tu dici no
Tu fai questa cosa nel compromesso
Sono per la terza via
Abbiamo qualche minuto ancora per le domande quindi io ne approfitterei
Se no ci salutiamo
Se no diciamo qualcosa su come avete fatto questo podcast, perché, a chi avete pensato
Secondo me è una curiosità che qualcuno ha, però aspettiamo che venga da loro
C'è questo terribile momento
La prima domanda è sempre un casino
La prima domanda è complicata
Se la potete scrivere per sms
Adesso vi do il numero del pregliasco, lo so che lo volete
Ezzo
Niente
Rispondiamo a una domanda che avrebbero potuto fare
Siete amici?
No, sì, che in realtà risponde, ma qui lascio a voi insomma raccontare un po'
Nel senso che noi stasera vi abbiamo portato una delle puntate del podcast qui su Fa l'Italia
Ricorrendo un po' dei contenuti che la animano
Però è un podcast che nasce con l'idea di raccontare tanti momenti
E quindi sul perché, forse Lollo puoi dirci tu
Perché sono stati scelti questi fatti e qual era il taglio che volevamo dare
A Qui Si Fa l'Italia, che speriamo di aver dato
Così poi diamo anche appuntamento al prossimo
Il taglio era un po' capire quali erano i momenti che segnano un prima o un dopo
C'è sempre quell'accordo dei Beatles che inseriscono e cambia un po' tutta la storia
Ed è interessante capire come nella nostra storia più recente
Quella che non studiamo a scuola perché non ci arriviamo
Capire invece quali sono quei momenti che hanno determinato un prima o un dopo
Quindi non fare il cosa sarebbe successo se, ma cosa è successo
E perché sono cambiate le cose
Questo secondo me è stata una puntata molto complicata
Dal punto di vista dei contenuti forse la più complicata di tutte
Perché di momenti ne aveva quattro
Due leggi, due referendum
Quindi è stata abbastanza difficile da gestire, da scrivere, da raccontare
Però fondamentale, ci doveva assolutamente stare
Altri momenti su cui abbiamo messo sotto il buon Francesco
Invece erano molto più complicati dal punto di vista
Di una cosa di cui vado anche molto orgoglioso
Della imparzialità, del guardare al fatto
Con abbastanza distanza da potertelo raccontare
Senza parteggiare, che è una cosa che di questi tempi è abbastanza rara
Come ad esempio Piazza Fontana, la bomba di Piazza Fontana
Il rapimento e l'uccisione di Aldomoro
Quindi queste vicende un po' più complicate
Anche dal punto di vista del pluralismo
No tra l'altro è stata una puntata complessa
Anche perché era una puntata molto politica
In cui dovevi raccontare queste leggi, l'assemblea costituente
La raccolta firme e non c'era, passatemi l'elemento
Di giallo, di thriller
Che non è per minimizzare i fatti tragici che raccontiamo
Ma che in altre storie erano invece presenti narrativamente
Quindi noi ci siamo trovati a dove la costruire in un certo modo
Altre avevano degli elementi un po' più di mistero
Che quindi ci hanno portato a fare una narrazione diversa
Chiaramente il caso Moro su tutte probabilmente
Ma anche le stragi di mafia di cui parleremo a maggio
Qui al Circolo ma anche Piazza Fontana che citavi tu
Insomma ciascuna puntata a suo modo è costruita in un modo un po' diverso
Ciascuna ha un testimone
Tra l'altro quanti di voi hanno ascoltato il podcast?
Sulle mani, vabbè dai
Come una bella community
Più o meno sapete di che parliamo
Dei grandi coraggiosi
Quelli che non l'hanno ascoltato sanno che adesso lo ascolteranno
La prossima volta pagano
Sapete come va a finire alla fine di questa
Però no, quello che mi premeva dire è che ogni puntata ha un suo sviluppo, ha un suo ospite
Qui Emma Bonino che è stata anche un po' protagonista della storia
In altri casi invece sono testimoni
Ma ciascuna puntata secondo me a modo suo dà un messaggio
Sul perché quello che raccontiamo non è un momento passato
Ma è qualcosa che riguarda il paese che siamo oggi
Ma se voi pensate che nella passata legislatura
Quindi non parliamo di un Parlamento di quelli
Parliamo del Parlamento della passata legislatura
C'è stata la seconda commissione parlamentare di inchiesta sul caso Moro
Evidentemente è qualcosa che ancora fa parte della nostra attualità politica
Cioè molti parlamentari diciamo riconfermati
Ma insomma comunque di signori che erano degli onorevoli della Repubblica
Fino a quattro anni fa, a tre anni fa
Durante il loro lavoro si occupavano di capire che cosa fosse successo in quei 55 giorni
Peraltro una delle difficoltà di quella puntata
È stata proprio quella di coniugare due verità istituzionali
Quella della commissione e quella dei processi
Che in alcune parti non proprio secondarie
Si contraddicevano tra loro
Questo è una delle grandi difficoltà di quelle puntate
Paradossalmente Piazza Fontana è stata forse da questo punto di vista più semplice
Perché comunque i processi quelli sono, sono finiti
Più o meno sappiamo qual è stata l'origine e i mandanti di quella strage
Però noi passavamo da puntate in cui c'erano montagne di elementi di narrazione
Per cui bisognava intanto comunque averceli tutti davanti
Perché fanno parte di una storia che vuoi raccontare
Poi devi capire quali selezionare
A Monteggio c'era stato il filtro delle puntate
Che non poco difficoltoso
E poi metterli insieme in un tessuto narrativo
Capire che Calogero e Lorenzon si sono visti in un comune in Veneto
Cioè questo è forse il difficile e la cosa molto bella di fare questo tipo di lavoro
Il lavorare contemporaneamente su Pertini che ti dice combatto per i giovani
E il giorno dopo devi lavorare su Tangentopoli e Craxi che hanno creato un clima infame
E' sempre molto...
Un passione, certo
Shani noi ci rivedremo il 12 aprile
Un grande invitato
Di Craxi, sì, ha questo talento
Sì, Fabiniano diciamo
Noi ci rivediamo il 12 aprile
All'eventuno perché racconteremo un personaggio
L'argelo del life
Cioè Sandro Pertini
E le tante vite di Sandro Pertini che è il titolo anche della puntata
Racconteremo che lui spegneva tutte le luci
Racconteremo un sacco di cose
Che è molto attuale tra l'altro
Assolutamente, il risparmio energetico
Sì, quindi insomma il 12 aprile se volete ci ritroviamo qua
Con cui si fa l'Italia numero 2, puntata 2
E parliamo di Sandro Pertini e le sue tante vite
L'idea era quella di salutarci con un 30 secondi
Che sono il finale della puntata
E l'abbiamo già citata in realtà prima
La fonte
Perché c'è una cosa che ci ha detto Emma Bonino
Che vi faremo sentire dalla sua voce
E quindi
Eccola qua
Io una cosa solo voglio dire ragazzi
I diritti come la democrazia
Non è una cosa che arriva per miracolo dalla sera alla mattina
E non è che appena conquistato rimane lì per tabulas per sempre
Come la democrazia vanno curati, coltivati, protetti, attuati
Cioè non è che conquisti un diritto e poi lo metti sull'armadio
Tanto a stare lì per sempre
Non è così
Perché la politica ha grandi fragilità
Quindi se non te ne occupi
Ti svegli un giorno e quel diritto non c'è più
Direi che possiamo
Buonanotte
Grazie
Grazie a tutti
Grazie a voi, bravi
Allora vogliamo dire le cose che si dicono
Dove si può ascoltare questo podcast
Sulle piattaforme
No, no, no, tutte no
No, tutte no
Solo su Spotify
Solo su Spotify perché loro se la tirano
No, non è che ce la tiriamo noi
C'è scritto anche
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L'hanno pagato loro
Prodotto da Spotify
Quindi lo trovate solo su Spotify
Però anche gratuitamente
Insomma l'account gratuito vi consente
Ma solo su Spotify
Insomma quei pochi che non l'hanno ascoltato tra voi
Se tornano il 12 aprile
Ci fanno sapere se gli è piaciuto quello che hanno sentito
Poi ovviamente ci sarà anche un libro
Tratto da questo podcast
Perché adesso, giusto?
Sì
Io non lo so
Lo so io
In questo momento siamo gli unici podcaster
Che non hanno fatto un libro
Esatto
Quindi vi capiterà anche
Buon lavoro
Grazie a tutti
Grazie a Shandy
Grazie, grazie
Grazie a te
Ciao