Quello che non vi dicono sull'economia italiana
Oggi vi spiegherò perché da sei mesi a questa parte lo spread è così alto in Italia.
Ma prima vediamo un po' la situazione in generale dell'Italia utilizzando dei dati della Banca d'Italia.
E se non vi fidate della Banca d'Italia, beh, noi due abbiamo qualche problema.
Ricordate che l'economia è una scienza, quindi se non vi mostrano dati e fatti, diffidate.
A chi vuole arrivare al sodo, dedichiamo questo primo grafico che ci dice la situazione in generale dell'Italia.
I pallini rossi indicano per l'appunto la variazione di pil trimestrale da trimestre a trimestre,
mentre la linea blu è l'indicatore che si chiama ciclo coincidente.
Questa statistica è molto interessante perché racchiude in sé tutti i indicatori più essenziali di un'economia,
come l'inflazione, la fiducia dei consumatori e delle imprese, la produzione industriale, la vendita al dettaglio.
Insomma, prende gli indicatori più importanti di un'economia e li racchiude in un'unica statistica.
Quindi diciamo che rappresenta un buon termometro per sapere le condizioni dell'economia italiana.
Prima di analizzare l'ultimo anno di questo indicatore, facciamo un passo indietro
e vediamo come nel 2011 e 2012 la situazione per l'Italia è stata catastrofica
e molte volte anche nel dibattito pubblico sembra che questa cosa se ne sia dimenticata.
Ma ritorniamo al nostro ultimo anno perché lo so che voi volete dare la colpa a qualcuno.
E vediamo di chi sono le colpe.
Infatti vediamo che questo è il grafico appunto che da febbraio 2018 fino ad adesso
c'è stato un calo repentino di questo indicatore ciclo coincidente.
Ma chi è dovuto questo calo? A lui.
Mi dispiace dirvi che ve lo avevo detto ma il 25 marzo facevo un video dove parlavo del
signor Trump e dei suoi tazzi dove appunto affermavamo le seguenti cose.
Le guerre commerciali non hanno mai avuto nessuno come vincitore.
Semplicemente noi consumatori, come abbiamo visto prima, pagheremo di più i prodotti
e gli stati probabilmente rinunceranno a qualche punto di pilla.
A parte la mia discutibile barba e la parlantina non troppo sveglia devo dire che la mia laurea
in economia mi ha fatto prevedere il futuro.
No in realtà non c'era bisogno di una laurea in economia era così scontato che l'economia
mondiale ne risentisse di questo atteggiamento.
Però purtroppo il presidente americano non ha chiamato il vero presidente americano.
Ma è solo colpa di Trump? Beh mi criticate molto spesso che non cito mai Keynes.
E allora citiamolo questo Keynes che molte volte è citato così a cazzo di cane.
Infatti Keynes teorizzò una figura economica dal nome di animal spirits.
Questi animal spirits che se vogliamo sono anche abbastanza ingenui o stupidi nonostante
la crisi economica spinti da un senso di ottimismo o di fiducia proprio come da buoni
ignoranti iniziano delle attività economiche che fanno sì che il paese riprenda a crescere.
Beh però per far attivare questi animal spirits le condizioni anche se disastrose devono essere
comunque abbastanza stabili con appunto il governo che di anche una mano a questi animal
spirits per svolgere al meglio le proprie attività.
Quindi in poche parole c'è bisogno di un contesto economico e sociale tranquillo e
stabile in modo che questi animal spirits agiscono al meglio.
Peccato che da maggio a questa parte questa sensazione di tranquillità sia persoché
sparita con dichiarazioni avventate sfide all'Europa e chi più ne ha più ne metta.
Questa considerazione è dimostrata anche dai dati della Banca d'Italia.
Infatti la sua relazione ci mostra due grafici che indicano il primo la produzione e clima
di fiducia delle imprese industriali e il secondo il giudizio delle condizioni per investire
rispetto al trimestre precedente e vediamo come tutti questi due grafici dall'inizio
del 2018 sono praticamente impicchiata.
Un po' per i motivi che abbiamo detto prima per Trump e le condizioni macroeconomiche
mondiali abbastanza tese ma anche questo clima molto instabile che cerca di sfidare qualsiasi
persona è abbastanza deleterio.
Per farvi un altro esempio siamo al 16 di dicembre, entro il 31 di dicembre deve essere
approvata la legge di bilancio e ancora tuttora non sappiamo in questa legge di bilancio come
funziona e cosa ci sarà dentro.
Questo è un indice di una grande instabilità a livello governativo e anche economico del
paese che non pone le condizioni sufficienti alle imprese di investire in modo adeguato
e in modo sicuro perché se ci dobbiamo mettere nei panni degli investitori già loro hanno
il rischio di impresa quindi già si assumono le loro responsabilità a combattere contro
il mercato.
Se poi però ci si mette il governo a squilibrare delle condizioni economiche che dovrebbero
essere in teoria abbastanza favorevoli, vediamo come ci dimostrano anche nei grafici che le
condizioni per investire diminuiscono.
Spiegata questa cosa ritorniamo agli indicatori macroeconomici e per l'appunto andiamo ad
analizzare il PIL e le principali componenti da domanda fornite sempre dalla Banca d'Italia.
Come possiamo vedere il PIL si è ripreso ma abbastanza lievemente e siamo ancora sotto
di 5 punti percentuali rispetto al PIL pre-crisi quindi del 2007.
Come vi dicevo anche in altri video se analizziamo però le principali componenti da domanda
vediamo che il problema non è effettivamente la domanda interna ma gli investimenti fissi
lordi.
Se andiamo a vedere la definizione di investimenti fissi lordi dell'Istat ci dice come questo
è un indicatore abbastanza importante per capire come la produzione industriale sta
andando in un paese perché ci indica tutti quei fattori che permettono alle imprese di
produrre bene e quindi di fare aumentare il PIL.
In questo indicatore possiamo vedere come ha perso 20 punti percentuali dal 2007.
Soffermiamoci un altro po' sulla questione investimenti e produzione industriale analizzando
i dati di Eurostat che ci indicano la quantità di spesa in ricerca e sviluppo del paese Italia
e vediamo che anche qui è un altro problema dell'Italia infatti se li confrontiamo con
la media europea e le altre nazioni sviluppate della zona Europa risultiamo come penultimi
su 5.
Questo indicatore è molto importante proprio perché permette a un'economia di innovarsi
e quindi di migliorare la propria produzione e crescere sempre di più.
Ora facciamo una carrellata di altri indicatori macroeconomici presi un po' dalla relazione
della Banca d'Italia e un po' da altri siti affidabili e vi metto tutte le fonti in descrizione.
E come al solito diffidate da chi non vi mette le fonti quando parla di economia come qualsiasi
altra persona che parla di scienza.
Vediamo per l'appunto il tasso di disoccupazione che è attualmente al 10,6% che comunque si
sta abbassando in linea tendenziale dal 2014 quando ha avuto un picco più del 13%.
Anche il tasso di occupazione è in netto miglioramento dal 2013 arrivando fino a una
platea di persone che adesso è attualmente occupata di 23 milioni di persone.
Ora molti di voi mi diranno si ma con quali condizioni?
Se a tempo indeterminato, a tempo determinato, part time?
Questo è un altro discorso che non voglio approfondire adesso magari lo faremo in un
altro video.
La pressione fiscale nel 2017 è pari al 42,4%, sesto paese con la pressione fiscale
più alta al mondo con una media del 34,2% anche se bisogna dire che dal 2013 ad oggi
la pressione fiscale è diminuita di più di un punto e mezzo percentuale.
Le condizioni di accesso al credito da parte delle imprese dopo tre anni positivi stanno
diventando sempre più difficili e come ci dice anche la Banca d'Italia anche i tassi
di interesse dei prestiti stanno aumentando anche se in misura abbastanza lieve però
da pochi mesi a questa parte stanno aumentando come anche dicevo in un vecchio video dove
appunto lo spread nel medio periodo può incidere sui tassi di interesse dei prestiti.
Ma adesso per allegrarci un po' perché non occuparci di finanza pubblica?
Il debito pubblico su PIL è pari al 131,8%, terzo debito pubblico più grande del mondo.
Il PIL è uno dei più bassi d'Europa e lo spread ormai viaggia stabile sopra i 260
punti base con picchi anche superiori.
Ora ma perché lo spread è così alto?
Vi ho promesso che vi spiegavo tramite un semplice grafico perché lo spread è così
alto e manterrò le mie promesse.
Come vi ho detto già molte volte i CDS sono una specie di titolo assicurativo per il mondo
finanziario.
Prima però dovete sapere che i CDS dal 2003 al 2014 avevano un certo tipo di regolamentazione
che non tutelava molto il cambio di valuta dei titoli obbligazionari.
Mentre dal 2014 in poi i regolamenti che guidano i CDS sono stati cambiati e attualmente i
CDS miticano maggiormente il rischio di cambio di valuta.
Questo grafico rappresenta il differenziale tra i CDS emessi dopo il 2014 e i CDS emessi
prima del 2014 quando appunto il rischio di cambio di moneta non era mitigato da questi
strumenti finanziari.
E se andiamo a vedere il grafico da maggio 2018 in poi questo grafico ci mostra proprio
come questo differenziale sia schizzato enormemente.
Fatto che ci dimostra che gli investitori finanziari hanno paura che il governo esca
dall'Europa e cambi moneta.
Questo interessantissimo grafico ci dimostra anche perché Savona aveva ipotizzato il piano
B come segreto.
Proprio perché se anche tu solo ipotizzi un referendum come lo voleva fare il momento
5 stelle per l'euro i mercati finanziari semplicemente non te lo fanno fare se ne scappano
prima che il referendum abbia inizio.
Quindi Savona ipotizzando il piano B in modo segreto avrebbe eliminato questo rischio dei
capitali che se ne sarebbero andati in modo preventivo.
Quindi gli investitori come vediamo non hanno paura né del reddito di cittadinanza né
di quota 100 ma la cosa che gli preme di più è che l'Italia non esca dall'euro.
Rimanendo sempre sul mondo finanziario vediamo come la borsa italiana abbia sofferto molto
in questo 2018.
Sempre per i due motivi che ho detto già prima.
Questo grafico che può essere così innuovo ci dice che si sono bruciati un sacco di
miliardi nei mercati finanziari.
Visto che parliamo di finanza pubblica perché non parlare anche di spesa pubblica.
Infatti come vediamo spendiamo il 50,2% rispetto al PIL di spesa pubblica e siamo il settimo
paese con la più grande spesa pubblica al mondo.
Ma vediamo anche come è composta questa spesa pubblica.
Infatti vediamo come la componente principale della spesa pubblica è la protezione sociale
che si attesta al 21,3%.
Di questo 21,3% il 16,5% è dedicato alle pensioni.
Secondo dato più grande a livello europeo dopo la Grecia.
Altro fattore secondo me importante da sottolineare è che spendiamo più per interessi sul debito
pubblico rispetto all'educazione.
Infatti spendiamo il 4,1% per gli interessi o comunque per le spese per sostenere il debito
pubblico.
Mentre per l'educazione spendiamo il 4% dell'intera spesa pubblica totale.
E magari questo dato sarebbe utile aumentarlo.
Perché no?
Quindi magari quando vi dicono che il debito pubblico è un'invenzione mostratevi questo
grafico e chiedeteli se sono ancora convinti di questa affermazione.
Dai che siamo per finire con questo video pallosissimo in cui parlo un sacco di grafici,
numeri eccetera eccetera.
Uno degli ultimi aspetti interessanti che ci fornisce la banca d'italia nella sua relazione
sono i tassi di interesse sui titoli di stato.
Andrò a spiegare un concetto un po' complesso ed è proprio per questo che non andrò troppo
in dettaglio.
Però basti pensare che si può costruire una curva dei tassi di interesse sul debito
pubblico.
Che è tendenzialmente un'inclinazione positiva.
Questa ad esempio è una tipica curva dei tassi di interesse sul titolo di stato considerata
abbastanza normale.
Benissimo, ora vediamo man mano che passa il tempo da un anno a questa parte come cambia
questa curva dei tassi di interesse e vediamo cosa significa.
Come possiamo vedere dalla grafica piano piano questa curva si alza e diventa sempre più
piatta.
Inge che le finanze pubbliche e anche la situazione economica in generale dell'italia sta via
via peggiorando man mano passa il tempo.
L'export rimane sempre positivo, in più vi lascio in descrizione un link dove c'è
un sito che vi mostra in modo molto simpatico e accattivante tutti i dati riguardanti l'esportazione,
i prodotti che esportiamo di più eccetera eccetera.
La banca d'italia ci dice anche qualcosa sulla competitività della nazione, Italia,
e ci dice che la situazione può essere migliorata infatti la Germania e la Francia ci battono
ampiamente.
Ricordo che il grafico si deve leggere al contrario quindi più il valore è basso e
migliore la competitività di una nazione.
Finiamo con le previsioni di crescita che ci danno un 2018 pari all'1,2% per quanto
riguarda la banca d'italia mentre riguardo al 2019 e al 2020 la crescita rimane stabile
sull'1%.
E arriviamo alla fine alle conclusioni.
Come sta l'italia?
L'italia sta bene ma potrebbe stare meglio.
Purtroppo le criticità dell'economia provengono da tempi anche lontani e le criticità specifiche
di questo ultimo periodo anche da contesti macroeconomici internazionali abbastanza
tesi e complicati.
Però diciamo che il governo non sta aiutando per andare contro questa direzione abbastanza
negativa.
Speriamo che il 2019 sarà positivo anche se tutte le previsioni e tutti i dati macroeconomici
ci dicono che ci sarà da stringere il sedere.
Niente, spero che questo video sia stato utile e se lo è stato ci rivediamo al prossimo
video altrimenti...
Non so.
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Ciao!
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