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What's Up Economy, Il passaggio all'EURO ha RADDOPPIATO I PREZZI?

Il passaggio all'EURO ha RADDOPPIATO I PREZZI?

Oh ma... ti ricordi il 2002?

Abbandono della lira e introduzione dell'euro.

Che casino che è stato, eh!

Ma che...

Eh sì, sì! Il cambio di lira e euro ci ha reso la vita molto più costosa.

Inflazione galoppante, prezzi che raddoppiano...

Insomma, ci ha fatto perdere un sacco di soldi e ci ha reso molto più poveri.

Di punto in bianco!

Guarda, in realtà non è andata esattamente così, eh!

Ah, certo, certo. Ora ha ragione lui.

Quello che parla con sé stesso, eh!

Brutto psicopatico.

No, no, davvero!

Nel senso che, se vai a vedere i dati sull'inflazione in quel periodo,

si aggirano tra il 2 e il 3%.

Insomma, valori piuttosto normali.

Mentre molte persone pensano che i prezzi in quel periodo,

col cambio tra lira e euro, siano raddoppiati.

Generando un'inflazione del 100%.

Cioè, valori che non si sono mai visti in quel periodo.

Valori paragonabili a un paese del Sud America, ad esempio.

Infatti, l'altro giorno ho proprio trovato un articolo

fatto dalla Banca d'Italia,

che dimostra quant'era la differenza tra l'inflazione percepita dalle persone in quel periodo,

contro l'inflazione rilevata proprio dall'Istat.

E c'è un bel differenziale, insomma.

Ah, ecco, ora parte la solita retorica dei complottisti, delle persone ignoranti, e bla bla bla.

Tra l'altro, ma chi cazzo stai guardando?

Io sono qui.

Tu, lascia stare e cerca di seguirmi.

Per dimostrare, infatti, quanto questo episodio non abbia a che fare in realtà con euro, con complottisti,

persone più o meno intelligenti, ma in realtà sulla fallibilità dell'essere umano,

basta guardare quanto questo fenomeno sia stato diffuso non solo all'interno dell'Italia,

ma anche nei paesi europei.

Francia, Germania, eccetera eccetera.

Inoltre, se andiamo a dividere la popolazione italiana per classi di istruzione,

vediamo che questo fenomeno di divergenza tra inflazione percepita e inflazione reale

sia diffusa anche tra le classi di popolazione più istruite.

Segno, infatto, che, appunto, l'essere umano, sottoposto a determinate condizioni,

può essere facilmente ingannato.

Ok, quindi tu mi stai dicendo che l'essere umano nel 2002-2003 è stato ingannato dall'euro.

Ma, allora come? Com'è possibile tutto ciò? Spiegami, io ho bisogno di risposte!

Ok, ma ci arriviamo step by step, in quanto il fenomeno è così grande

che può essere spiegato solo tramite l'analisi di una serie di variabili

che poi hanno portato a questa divergenza tra inflazione percepita e inflazione reale.

Prima cosa su tutte, il tasso di conversione.

Come sappiamo, il tasso di conversione Lira-Euro nel 2002 era di 1936,27 Lire per un Euro.

In realtà, molte persone approssimavano questa cifra a 2 Lire per un Euro.

Addirittura, in una conferenza, anche il direttore dell'Istat si mise a fare questo giochino.

E cosa comporta tutto ciò?

Che questa approssimazione già di per sé genera un'inflazione percepita di all'incirca il 3%,

che ovviamente non è in realtà reale, è tutto frutto della nostra testa.

Un altro elemento che ci riesce a spiegare perché sia falsa l'idea che i prezzi siano aumentati a dismisura

dopo l'introduzione dell'Euro, deriva da un punto di vista sociologico.

Infatti, in quel periodo, l'attenzione dei media per quanto riguarda il tema dell'inflazione,

dell'aumento dei prezzi, è stata trattata molto di più rispetto al passato.

Ovviamente, il fatto di andare continuamente a inculcare nella testa delle persone

questo tema dell'inflazione, dell'aumento dei prezzi, in maniera più costante rispetto a prima,

ovviamente induce le persone a percepire un fenomeno che in realtà, in media, non sta avvenendo all'interno del paese.

Eh sì, sì, diamo tutta la colpa ai media, ma in realtà io mi ricordo che, ad esempio,

le giocate al Super Enalotto, oppure i biglietti del bus o del tram, sono aumentati da un giorno all'altro.

Insomma, l'aumento dei prezzi c'è stato, questo è innegabile.

Sì, però bisogna capire che l'inflazione è un indice calcolato in base ad una media ponderata su un paniere di beni.

La ponderazione avviene tramite l'importanza del bene nelle abitudini di consumo del consumatore.

In quel periodo si è notato come la varianza di quei beni, e c'è praticamente la distanza tra il prezzo singolo di quel bene e la media dell'inflazione, si è aumentata.

Quindi, se è vero che ci sono stati dei prodotti che sono aumentati molto di prezzo, addirittura del 50%,

che comunque il 50% è molto lontano rispetto alla percezione di un raddoppio dei prezzi,

dall'altra parte un gran numero di beni ha subito una diminuzione di prezzo, anche molto importante.

E qui entra in gioco un altro elemento dell'economia comportamentale, e cioè l'avversione alle perdite.

Praticamente si è visto che in media le persone, se nello stesso momento perdono e guadagnano 10€,

si è visto che pongono molta più attenzione ad aver perso 10€ piuttosto che aver guadagnato 10€.

Quindi se a livello contabile la situazione è in pareggio, in realtà nella testa delle persone si ha una propensione ad aver perso soldi piuttosto che non aver guadagnato e perso nulla.

Inoltre in quel periodo di conversione lira e euro, su quei beni che dicevi tu che hanno subito un grande aumento di prezzi,

si è notato anche che molto spesso erano quei beni che venivano acquistati con maggior frequenza.

E qui di nuovo entra un fattore psicologico, in quanto il dover acquistare più volte, magari ogni mese o ogni settimana,

prodotti che sono aumentati di prezzo, ci fa rafforzare l'idea che l'inflazione stia aumentando e che tutti i beni, e non solo quei specifici beni,

siano subendo un incremento spropositato dei prezzi.

Cosa che appunto ci induce ad aumentare questa percezione sbagliata della realtà.

Insomma, quindi mi stai dicendo che siamo tutti matti, siamo dei creduloni, ci siamo inventati tutto, vero?

Eh, non proprio. In una certa misura sì. Infatti, come abbiamo visto, l'inflazione misurata dall'Istat si aggira in quel periodo tra il 2 e il 3%,

mentre l'inflazione percepita dagli italiani si aggirava tra il 6 e il 7%.

E una parte di questa spiegazione è dovuta a questi fattori qui.

Ma per spiegare questo fenomeno non c'è solo l'elemento psicologico, che come hai rassunto tu,

non è che siamo tutti diventati pazzi da un momento all'altro e abbiamo iniziato a sbarellare con i prezzi.

In realtà ci sono anche due elementi molto importanti, prettamente economici, che sono realmente accaduti.

Il primo, ovviamente, trammette non ci sono le stesse abitudini di consumo, vero?

Beh, in realtà sì. Sai com'è? Siamo la stessa persona.

Ok, ma facciamo finta di essere due persone diverse.

Si può ipotizzare anche di avere due abitudini di consumo diverse.

E come abbiamo visto prima, la variazione dei prezzi in quel periodo è stata molto alta, sia in positivo che in negativo, la cosiddetta varianza.

E la Banca d'Italia ha visto che, soprattutto per le classi di popolazione più povere,

andavano ad acquistare soprattutto dei beni che avevano subito maggiormente un rincaro dei prezzi.

E quindi, di conseguenza, non c'è solo un elemento di percezione di aumento dei prezzi,

ma effettivamente c'è stato anche un aumento dei prezzi.

Certo, però, molto lontano dalla percezione che si aveva del 6-7%, questo è sicuro.

Ho ragione io allora, eh? Non proprio, ho cercato di spiegartelo appena adesso.

Un altro elemento importante da un punto di vista prettamente economico è il fatto che,

magari è vero, le persone stavano subendo una diminuzione del potere d'acquisto dei beni.

Ma questa diminuzione del potere d'acquisto, molto probabilmente, non è derivata dall'aumento dei prezzi,

bensì, ma è derivata da un aumento del proprio reddito disponibile,

inferiore rispetto all'aumento normale dei prezzi.

E infatti, anche qui, la Banca d'Italia ha notato che il reddito, soprattutto delle classi di popolazione più povere,

è praticamente rimasto uguale tra il 2000 e il 2002.

Ma con un'inflazione positiva, intorno al 2%, ovviamente, il mio potere d'acquisto diminuisce.

Ma non perché è derivato dal cambio Lira-Euro e dall'inflazione pazzesca che ne è generata,

ma semplicemente perché il tuo reddito non è aumentato abbastanza

da garantirti un potere d'acquisto uguale durante tutto il tempo.

Quindi, caro Giorgio, a causa del cambio Lira-Euro, il costo della vita è aumentato all'interno dell'Italia?

Sì, ma in misura normalissima.

Infatti, come abbiamo visto, l'inflazione misurata dall'Istat è sempre stata pari al 2-3%,

insomma, valori assolutamente normali e lontanissimi dalla percezione degli italiani,

con addirittura delle inflazioni del 6-7% e alcuni prodotti addirittura un raddoppio dei prezzi.

Ciò significa un'inflazione del 100%, mai avvenuta in nessun prodotto.

Il prodotto con un'inflazione più alta è stato pari al 50%.

E quindi entrano in gioco fattori molto spesso, soprattutto psicologici, in questo evento

e una piccola parte anche fattori economici, ma che non hanno nulla a che fare con il tasso di cambio e con l'inflazione.

Quindi, la regola del giorno è, basta dire che a causa dell'Euro il costo della vita è aumentato a dismisura.

Le dinamiche ho cercato di spiegarvi nel più possibile, insieme anche al mio caro amico Giorgio.

Spero che questo video vi sia piaciuto e alla prossima.

Ciao!

Eh? Ti è piaciuta? Forse mi hai convinto. Forse.

Sottotitoli e revisione a cura di QTSS


Il passaggio all'EURO ha RADDOPPIATO I PREZZI? ¿Ha DOBLADO LOS PRECIOS el paso al EURO? Le passage à l'euro a-t-il doublé les prix ? A passagem para o EURO DOBROU OS PREÇOS? 转换为欧元价格是否会翻倍?

Oh ma... ti ricordi il 2002?

Abbandono della lira e introduzione dell'euro.

Che casino che è stato, eh!

Ma che...

Eh sì, sì! Il cambio di lira e euro ci ha reso la vita molto più costosa.

Inflazione galoppante, prezzi che raddoppiano...

Insomma, ci ha fatto perdere un sacco di soldi e ci ha reso molto più poveri.

Di punto in bianco!

Guarda, in realtà non è andata esattamente così, eh!

Ah, certo, certo. Ora ha ragione lui.

Quello che parla con sé stesso, eh!

Brutto psicopatico.

No, no, davvero!

Nel senso che, se vai a vedere i dati sull'inflazione in quel periodo,

si aggirano tra il 2 e il 3%.

Insomma, valori piuttosto normali.

Mentre molte persone pensano che i prezzi in quel periodo,

col cambio tra lira e euro, siano raddoppiati.

Generando un'inflazione del 100%.

Cioè, valori che non si sono mai visti in quel periodo.

Valori paragonabili a un paese del Sud America, ad esempio.

Infatti, l'altro giorno ho proprio trovato un articolo

fatto dalla Banca d'Italia,

che dimostra quant'era la differenza tra l'inflazione percepita dalle persone in quel periodo,

contro l'inflazione rilevata proprio dall'Istat.

E c'è un bel differenziale, insomma.

Ah, ecco, ora parte la solita retorica dei complottisti, delle persone ignoranti, e bla bla bla.

Tra l'altro, ma chi cazzo stai guardando?

Io sono qui.

Tu, lascia stare e cerca di seguirmi.

Per dimostrare, infatti, quanto questo episodio non abbia a che fare in realtà con euro, con complottisti,

persone più o meno intelligenti, ma in realtà sulla fallibilità dell'essere umano,

basta guardare quanto questo fenomeno sia stato diffuso non solo all'interno dell'Italia,

ma anche nei paesi europei.

Francia, Germania, eccetera eccetera.

Inoltre, se andiamo a dividere la popolazione italiana per classi di istruzione,

vediamo che questo fenomeno di divergenza tra inflazione percepita e inflazione reale

sia diffusa anche tra le classi di popolazione più istruite.

Segno, infatto, che, appunto, l'essere umano, sottoposto a determinate condizioni,

può essere facilmente ingannato.

Ok, quindi tu mi stai dicendo che l'essere umano nel 2002-2003 è stato ingannato dall'euro.

Ma, allora come? Com'è possibile tutto ciò? Spiegami, io ho bisogno di risposte!

Ok, ma ci arriviamo step by step, in quanto il fenomeno è così grande

che può essere spiegato solo tramite l'analisi di una serie di variabili

che poi hanno portato a questa divergenza tra inflazione percepita e inflazione reale.

Prima cosa su tutte, il tasso di conversione.

Come sappiamo, il tasso di conversione Lira-Euro nel 2002 era di 1936,27 Lire per un Euro.

In realtà, molte persone approssimavano questa cifra a 2 Lire per un Euro.

Addirittura, in una conferenza, anche il direttore dell'Istat si mise a fare questo giochino.

E cosa comporta tutto ciò?

Che questa approssimazione già di per sé genera un'inflazione percepita di all'incirca il 3%,

che ovviamente non è in realtà reale, è tutto frutto della nostra testa.

Un altro elemento che ci riesce a spiegare perché sia falsa l'idea che i prezzi siano aumentati a dismisura

dopo l'introduzione dell'Euro, deriva da un punto di vista sociologico.

Infatti, in quel periodo, l'attenzione dei media per quanto riguarda il tema dell'inflazione,

dell'aumento dei prezzi, è stata trattata molto di più rispetto al passato.

Ovviamente, il fatto di andare continuamente a inculcare nella testa delle persone

questo tema dell'inflazione, dell'aumento dei prezzi, in maniera più costante rispetto a prima,

ovviamente induce le persone a percepire un fenomeno che in realtà, in media, non sta avvenendo all'interno del paese.

Eh sì, sì, diamo tutta la colpa ai media, ma in realtà io mi ricordo che, ad esempio,

le giocate al Super Enalotto, oppure i biglietti del bus o del tram, sono aumentati da un giorno all'altro.

Insomma, l'aumento dei prezzi c'è stato, questo è innegabile.

Sì, però bisogna capire che l'inflazione è un indice calcolato in base ad una media ponderata su un paniere di beni.

La ponderazione avviene tramite l'importanza del bene nelle abitudini di consumo del consumatore.

In quel periodo si è notato come la varianza di quei beni, e c'è praticamente la distanza tra il prezzo singolo di quel bene e la media dell'inflazione, si è aumentata.

Quindi, se è vero che ci sono stati dei prodotti che sono aumentati molto di prezzo, addirittura del 50%,

che comunque il 50% è molto lontano rispetto alla percezione di un raddoppio dei prezzi,

dall'altra parte un gran numero di beni ha subito una diminuzione di prezzo, anche molto importante.

E qui entra in gioco un altro elemento dell'economia comportamentale, e cioè l'avversione alle perdite.

Praticamente si è visto che in media le persone, se nello stesso momento perdono e guadagnano 10€,

si è visto che pongono molta più attenzione ad aver perso 10€ piuttosto che aver guadagnato 10€.

Quindi se a livello contabile la situazione è in pareggio, in realtà nella testa delle persone si ha una propensione ad aver perso soldi piuttosto che non aver guadagnato e perso nulla.

Inoltre in quel periodo di conversione lira e euro, su quei beni che dicevi tu che hanno subito un grande aumento di prezzi,

si è notato anche che molto spesso erano quei beni che venivano acquistati con maggior frequenza.

E qui di nuovo entra un fattore psicologico, in quanto il dover acquistare più volte, magari ogni mese o ogni settimana,

prodotti che sono aumentati di prezzo, ci fa rafforzare l'idea che l'inflazione stia aumentando e che tutti i beni, e non solo quei specifici beni,

siano subendo un incremento spropositato dei prezzi.

Cosa che appunto ci induce ad aumentare questa percezione sbagliata della realtà.

Insomma, quindi mi stai dicendo che siamo tutti matti, siamo dei creduloni, ci siamo inventati tutto, vero?

Eh, non proprio. In una certa misura sì. Infatti, come abbiamo visto, l'inflazione misurata dall'Istat si aggira in quel periodo tra il 2 e il 3%,

mentre l'inflazione percepita dagli italiani si aggirava tra il 6 e il 7%.

E una parte di questa spiegazione è dovuta a questi fattori qui.

Ma per spiegare questo fenomeno non c'è solo l'elemento psicologico, che come hai rassunto tu,

non è che siamo tutti diventati pazzi da un momento all'altro e abbiamo iniziato a sbarellare con i prezzi.

In realtà ci sono anche due elementi molto importanti, prettamente economici, che sono realmente accaduti.

Il primo, ovviamente, trammette non ci sono le stesse abitudini di consumo, vero?

Beh, in realtà sì. Sai com'è? Siamo la stessa persona.

Ok, ma facciamo finta di essere due persone diverse.

Si può ipotizzare anche di avere due abitudini di consumo diverse.

E come abbiamo visto prima, la variazione dei prezzi in quel periodo è stata molto alta, sia in positivo che in negativo, la cosiddetta varianza.

E la Banca d'Italia ha visto che, soprattutto per le classi di popolazione più povere,

andavano ad acquistare soprattutto dei beni che avevano subito maggiormente un rincaro dei prezzi.

E quindi, di conseguenza, non c'è solo un elemento di percezione di aumento dei prezzi,

ma effettivamente c'è stato anche un aumento dei prezzi.

Certo, però, molto lontano dalla percezione che si aveva del 6-7%, questo è sicuro.

Ho ragione io allora, eh? Non proprio, ho cercato di spiegartelo appena adesso.

Un altro elemento importante da un punto di vista prettamente economico è il fatto che,

magari è vero, le persone stavano subendo una diminuzione del potere d'acquisto dei beni.

Ma questa diminuzione del potere d'acquisto, molto probabilmente, non è derivata dall'aumento dei prezzi,

bensì, ma è derivata da un aumento del proprio reddito disponibile,

inferiore rispetto all'aumento normale dei prezzi.

E infatti, anche qui, la Banca d'Italia ha notato che il reddito, soprattutto delle classi di popolazione più povere,

è praticamente rimasto uguale tra il 2000 e il 2002.

Ma con un'inflazione positiva, intorno al 2%, ovviamente, il mio potere d'acquisto diminuisce.

Ma non perché è derivato dal cambio Lira-Euro e dall'inflazione pazzesca che ne è generata,

ma semplicemente perché il tuo reddito non è aumentato abbastanza

da garantirti un potere d'acquisto uguale durante tutto il tempo.

Quindi, caro Giorgio, a causa del cambio Lira-Euro, il costo della vita è aumentato all'interno dell'Italia?

Sì, ma in misura normalissima.

Infatti, come abbiamo visto, l'inflazione misurata dall'Istat è sempre stata pari al 2-3%,

insomma, valori assolutamente normali e lontanissimi dalla percezione degli italiani,

con addirittura delle inflazioni del 6-7% e alcuni prodotti addirittura un raddoppio dei prezzi.

Ciò significa un'inflazione del 100%, mai avvenuta in nessun prodotto.

Il prodotto con un'inflazione più alta è stato pari al 50%.

E quindi entrano in gioco fattori molto spesso, soprattutto psicologici, in questo evento

e una piccola parte anche fattori economici, ma che non hanno nulla a che fare con il tasso di cambio e con l'inflazione.

Quindi, la regola del giorno è, basta dire che a causa dell'Euro il costo della vita è aumentato a dismisura.

Le dinamiche ho cercato di spiegarvi nel più possibile, insieme anche al mio caro amico Giorgio.

Spero che questo video vi sia piaciuto e alla prossima.

Ciao!

Eh? Ti è piaciuta? Forse mi hai convinto. Forse.

Sottotitoli e revisione a cura di QTSS