I ROTHSCHILD finanziarono l'Unità d'Italia?
Il 17 marzo 1861, proprio in questa data, come voi ben sapete, fu istituito il Regno d'Italia.
In quel periodo il Regno doveva affrontare numerosi problemi, tra cui ad esempio l'unificazione della macchina amministrativa ai nuovi territori del nuovo Regno,
oppure ancora, da un punto di vista prettamente economico, gestire le nuove finanze pubbliche del Regno.
Ad esempio, per quanto riguarda la questione del debito pubblico, come affrontarla?
A quel tempo Vittorio Emanuele II aveva davanti a sé due opzioni tra cui scegliere.
Unificare in un debito pubblico italiano i vecchi debiti pubblici dei regni preunitari,
oppure tirare una riga e ricominciare da zero con un nuovo debito pubblico del Regno d'Italia.
A questo problema ci fu una soluzione il 10 giugno 1861, quando fu istituito il Gran Libro del Debito Pubblico del Regno d'Italia,
dove vennero accorpati tutti i debiti accumulati dai regni preunitari.
Infatti, il debito pubblico del Regno d'Italia nacque nel 1861 con un valore pari al 40% del PIL.
Il problema è che alcuni osservatori hanno reputato questa scelta di accorpare i precedenti debiti pubblici dei regni della penisola
come qualcosa di nefasto per il Meridione.
Praticamente questa decisione fu una scure per il Regno Borbonico, che poi è divenuto la parte meridionale del Regno d'Italia,
che addirittura minò la crescita del paese e delle regioni meridionali anche nei successivi anni postunitari.
E così, consultando le mie fonti che vi lascio in descrizione, sono andato a verificare questa interpretazione riguardo questa storia.
Ma non contento mi sono chiesto cosa ne penserà mai l'internet di questa storia dei debiti pubblici dei Savoie, dei Borboni e degli altri regni preunitari.
Così, dopo varie ricerche, mi sono imbattuto prima in un articolo di Monet,
che è una testata giornalistica online a base economica piuttosto conosciuta,
che addirittura conferma questa interpretazione dello svantaggio del Meridione nell'unificazione dei debiti pubblici,
ma addirittura esalta le operazioni di finanza pubblica del Regno Borbonico,
descrivendo la gestione delle finanze pubbliche del Regno Borbonico come qualcosa di morigerato
e a molto attento al contrario di quello che è accaduto nel Regno Sabaudo con spese folli e debiti pubblici galoppanti.
Quindi una ode, un inno nei confronti della gestione delle finanze pubbliche del Regno Borbonico.
Ma non contento continuo le mie ricerche e così, in maniera del tutto casuale, mi trovo davanti un video di una nostra vecchia conoscenza.
Sì, sto parlando proprio di Nova Alexio, con il suo video riguardante i Roitschild e l'Unità d'Italia.
Ecco, la tesi di quel video afferma che l'unificazione italiana sia stata soprattutto guidata da interessi economici,
in quanto il Regno Sabaudo pre-unificazione si stava trovando con delle finanze pubbliche molto in difficoltà
e quindi l'unica soluzione per ripagare i loro debiti era quello proprio di annettere gli altri territori della penisola al Regno Sabaudo,
in modo tale da rendere il proprio debito sostenibile.
E così in questi giorni, da una sola tesi che dovevo verificare, me ne sono trovate davanti addirittura tre.
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Riprendiamo con il video.
Ah, e questa è una maglietta della serie TV. Si vede che sono un fanboy, eh?
Le tre tesi partono da soluzioni corrette. Infatti è vero, il debito pubblico sabaudo era molto maggiore rispetto al debito pubblico borbonico.
Oppure ancora è vero, dal 1850 al 1861 il debito pubblico sabaudo aumentò addirittura di ben 5 volte.
Quindi gli anni passarono per il regno sabaudo facendo deficit e mettendo sotto pressione le finanze pubbliche del regno di Sardegna.
Ma da queste due verità, trarre delle conclusioni successive è molto azzardato e sarebbe meglio contestualizzarla all'interno di quello che succedeva in quegli anni nella penisola italiana.
Ad esempio, la tesi di Monet secondo cui il regno sabaudo doveva prendere esempio dalla virtuosità di gestione delle finanze pubbliche del regno borbonico è piuttosto imbarazzante.
E sto utilizzando un eufemismo.
Infatti se andiamo a vedere quali erano le politiche economiche dei due regni vediamo che sì, il regno borbonico aveva un basso debito pubblico,
ma aveva anche delle basse tasse nei confronti dei cittadini borbonici e in più investiva pochissimo in attività economiche per incentivare lo sviluppo del regno borbonico nel campo dell'economia.
Basti guardare a dei dati che abbiamo già citato in altri video della questione meridionale come ad esempio i livelli di istruzione o gli investimenti nello sviluppare un'infrastruttura ferroviaria
che al momento dell'unità nel regno borbonico era solamente a scapito della provincia napoletana praticamente.
E quindi i soldi che spendeva il regno borbonico erano semplicemente per sostenere l'esercito borbonico oppure ancora per dare privilegi alla classe dirigente.
Non a caso il pilprocapite nel meridione all'unità era particolarmente elevato a Napoli e molto più distante nelle altre regioni del regno borbonico.
Invece per quanto riguarda il regno sabaudo è vero aveva un grande debito pubblico ma ad esempio l'imposizione fiscale era molto più strutturata rispetto al regno borbonico.
Per quanto riguarda le spese anche qui è vero man mano che ci si avvicina verso unificazione le spese militari arrivarono addirittura al 50% del budget del regno sabaudo ma l'altro 50% era investito nell'economia.
Ad esempio abbiamo già citato le grandi infrastrutture ferroviare che avvennero all'unificazione da parte del regno sabaudo nelle regioni del Piemonte e della Liguria e della Lombardia oppure ancora i livelli di istruzione molto più elevati rispetto a quelli del regno borbonico.
Il regno sabaudo investiva in genti quantità di denaro nel cercare di dare un impulso all'economia del regno per utilizzare le parole di Draghi il cosiddetto debito buono.
Infatti in altri video abbiamo visto come le condizioni per lo sviluppo economico erano molto più solide al nord rispetto a che al sud proprio grazie a questi investimenti che sono stati fatti e fare investimenti significa anche aumentare il proprio debito pubblico ma non sempre qualcosa di sbagliato.
Passiamo alla tesi di Novalexio secondo cui l'unificazione italiana si è stata guidata soprattutto da interessi economici in quanto le finanze pubbliche del regno sabaudo erano estremamente in difficoltà e quindi la soluzione sarebbe stata quella di unificare l'intera penisola per rendere le finanze pubbliche più sostenibili.
Credere a questa tesi è come credere che i mille di Garibaldi riusciranno a conquistare da soli l'intero regno borbonico.
Grazie moto!
Non solo da un punto di vista economico che vi dimostrerò ma anche da un punto di vista storico infatti è risaputo che l'unificazione fu qualcosa di inaspettato.
Le intenzioni di Kabur erano quelle di unificare l'alta Italia e non quella di inglobare anche lo stato pontificio e anche il regno borbonico.
Ma torniamo sul terreno che ci compete e quindi cerchiamo di smontare questa tesi da un punto di vista economico.
La tesi parte da presupposti corretti.
Ad esempio è vero che il regno sabaudo fu finanziato dai Rothschild ma non solo.
A causa delle difficoltà sempre più pressanti di finanza pubblica del regno sabaudo le abilità di Kabur riuscirono a trovare nuovi finanziamenti dai Rothschild ma non solo.
Anche da Ambro, Fold e Perrier altre entità che riuscirono a finanziare le attività di governo del regno sabaudo.
Ma per di più ci può anche stare, e è successo molte volte nella storia, che un territorio va a conquistare un altro territorio per interessi economici.
Ma questo caso si applica poco alla situazione dell'unificazione italiana.
Infatti il regno sabaudo avrebbe dovuto conquistare un territorio ad uno stadio di sviluppo economico leggermente inferiore rispetto a quello sabaudo.
E per di più il regno borbonico aveva un'imposizione fiscale piuttosto bassa e quindi i contributi che avrebbe dovuto dare il regno borbonico o i territori del regno borbonico al rendere più sostenibili le finanze pubbliche del regno sabaudo erano piuttosto risibili.
Avrebbe fatto meglio a conquistare territori molto più ricchi del regno borbonico se veramente le intenzioni erano quelle di risolvere problemi di finanza pubblica.
Ma non solo, prendiamo per vera la tesi secondo cui Vittorio Emanuele II voleva unificare l'Italia per risolvere i propri problemi di finanza pubblica.
Beh in realtà non ci riuscì mai.
Infatti se andiamo ad analizzare la storia del debito pubblico italiano abbiamo già detto che parte da un 40% ma nel giro di qualche anno raggiunge addirittura il 70%.
E il costo del debito pubblico grazie Torino per il suo Iclac sono il costo del debito pubblico fu sempre piuttosto elevato anche dopo l'unificazione.
E quindi questo obiettivo di appianamento del problema delle finanze pubbliche grazie all'unificazione non fu mai raggiunto neanche dopo l'unificazione.
I tassi di interesse del debito pubblico erano piuttosto alti, abbiamo già citato, di spread elevati tra il debito pubblico italiano e il debito pubblico ad esempio inglese.
Questo non solo per via della fragile situazione politica all'interno del regno dopo l'unificazione ma anche per l'economia piuttosto debole.
Non solo del regno sabaudo ma anche e soprattutto del regno borbonico.
Inoltre come vedremo successivamente il regno d'Italia fu numerosi investimenti all'interno delle regioni meridionali per cercare di adeguare degli standard infrastrutturali nei confronti delle altre regioni settentrionali.
E quindi di nuovo anche qui la tesi vediamo che traballa, insomma tu vai a conquistare un territorio sperando di risolvere dei problemi di finanza pubblica ma poi investi per cercare di farlo sviluppare.
Insomma come vediamo la tesi di Nuova Alexio è traballante non solo e soprattutto da un punto di vista storico ma anche economico.
Per ultimo andiamo a validare la mia tesi originaria cioè secondo cui l'unificazione del debito pubblico degli stati preunitari fu tutta a svantaggio del meridione e che questa comportò anche una bassa crescita economica negli anni postunitari.
C'è del vero c'è del falso vediamo di nuovo come stavano le cose all'interno del contesto italiano in quegli anni.
Abbiamo generalizzato come da una parte c'era il regno sabaudo con un alto debito pubblico con una quota importante di investitori stranieri e dall'altra parte un regno borbonico con un basso debito pubblico.
A quel punto nel 1861 il birre Vittorio Emanuele II aveva la possibilità o di proseguire a mantenere i debiti degli stati preunitari oppure stralciare tutti i debiti e ricominciare da zero.
Peccato che la seconda opzione era praticamente impercorribile infatti se avessimo veramente girato le spalle ai nostri vecchi investitori non ci sarebbe stato nessun altro investitore a darci i soldi.
Dal punto di vista straniero e estero ci saremmo giocati la nostra credibilità mentre da un piano interno la nostra economia era troppo sottosviluppata per avere un numero sufficiente di investitori a supportare la politica economica del nuovo regno d'Italia.
Quindi la scelta era quasi obbligata a continuare a sostenere gli investitori e il debito pubblico degli stati preunitari.
Ma non c'erano alternative. Inoltre la tesi secondo cui questa unificazione del debito pubblico è stata un'ingiustizia addirittura nei confronti delle regioni meridionali è piuttosto bizzarra.
Infatti se andiamo a vedere la composizione del debito pubblico tramandato dagli stati preunitari addirittura l'80% del debito pubblico del nuovo regno d'Italia proveniva dal regno sabaudo e dal regno borbonico con una composizione pari a 2 terzi regno sabaudo e 1 terzo regno borbonico.
Ma noi come sappiamo gli stati preunitari non erano solo due ma ben cinque. Quindi se c'è stata un'ingiustizia per quanto riguarda l'unificazione del debito pubblico c'è stata da parte degli altri tre stati preunitari nei confronti degli altri due stati preunitari più grandi.
Come vediamo gli altri tre stati preunitari tra cui ad esempio lo stato pontificio, quello toscano e quello lombardo veneto negli anni hanno avuto una crescita economica piuttosto soddisfacente. Altro fatto che ci evidenzia come effettivamente questa unificazione del debito pubblico non ha avuto poi così tanto impatto per la crescita economica delle regioni meridionali.
Inoltre come vi accennavo anche prima gli investimenti che sono stati fatti da parte del regno d'italia nei confronti del sud sono stati piuttosto ingenti. Ad esempio si è cercato soprattutto di costruire un'infrastruttura ferroviaria soddisfacente e inoltre si sono recuperati altri gap non economici ma sociali come ad esempio livelli di istruzione, analfabetismo e tanti altri indicatori che nelle regioni meridionali dopo l'unificazione sono migliorati a livello di unificazione.
Quindi sostenere che questo trasferimento di risorse dal sud al nord abbia avuto un grande impatto sul sottosviluppo delle regioni meridionali nei primi anni dell'unificazione è una tesi falsa.
Tra l'altro tutti questi discorsi e l'assurdità di alcune tesi possono essere anche applicate nel contesto oggi. Chi di noi non vorrebbe unificazione dei debiti pubblici a livello europeo? Perché ovviamente sarebbe un vantaggio per l'italia in quanto ha un debito pubblico molto più alto rispetto agli altri stati europei mentre gli altri stati europei sono piuttosto dubbiosi in questo senso.
Al contrario tutto ciò sarebbe dovuto avvenire nella questione meridionale, il nord e il sud. Il sud è stata un'ingiustizia che il nord ne ha approfittato mentre poi in Europa tutta questa ingiustizia non vale più.
Insomma ragionamenti per convenienza se vogliamo, tra l'altro ragionamenti che sono falsi come ho cercato di dimostrarvi in questo video. Spero di avervi dato un quadro generale in quegli anni per quanto riguarda soprattutto le finanze pubbliche di alcune dinamiche e di alcune tesi piuttosto sciocche diciamo così.
Niente spero di avervi interessato, vi ringrazio gli abbonati per sostenere questo progetto di divulgazione economica e ci vediamo al prossimo video. Alla prossima!
Autore dei sottotitoli e revisione a cura di QTSS