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Anna Karenina, Parte Secunda: Capitolo XVII

Parte Secunda: Capitolo XVII

Stepan Arkad'ic salì con la tasca piena di titoli che gli aveva dato il compratore come rata di tre mesi. L'affare del bosco era concluso, il denaro era in tasca, la caccia era stata magnifica, e Stepan Arkad'ic si trovava nella più amena disposizione d'animo; voleva perciò in particolar modo disperdere il cattivo umore che era piombato su Levin. Aveva voglia di chiudere piacevolmente con la cena la giornata che piacevolmente era cominciata.

Levin era davvero di cattivo umore e, malgrado il desiderio suo di mostrarsi affettuoso, cordiale con l'ospite simpatico, non riusciva a dominarsi. Lo stordimento della notizia che Kitty non s'era sposata cominciava a prenderlo a poco a poco

Kitty tuttora nubile e malata, malata d'amore per l'uomo che l'aveva disdegnata! Quest'offesa gli pareva ricadesse su di lui. Vronskij aveva disdegnato lei, e lei aveva respinto lui. Per conseguenza, Vronskij aveva il diritto di disprezzarlo, e perciò Levin sentiva per lui dell'avversione. Ma Levin non aveva chiaro nella mente tutto ciò. Sentiva solo in maniera confusa che in questo c'era qualcosa d'offensivo per lui e se ne irritava: non proprio per quello che l'aveva sconvolto, ma per ogni cosa che intanto gli accadeva. La vendita insensata del bosco, l'inganno in cui era caduto Oblonskij, e che si era perpetrato in casa sua, lo irritavano.

— Bè, hai finito? — disse, incontrando di sopra Stepan Arkad'ic. — Vuoi cenare?

— Certo, non mi rifiuterò. Che appetito m'è venuto in campagna, un prodigio! Perché mai non hai offerto da mangiare a Rjabinin?

— Che il diavolo se lo pigli!

— Ma come lo maltratti! — disse Oblonskij.

— Non gli hai dato neppure la mano. Perché non gli dai la mano?

— Perché io non do la mano a un lacchè, e un lacchè è cento volte migliore di lui.

— Ma che retrogrado che sei! E la fusione delle classi? — disse Oblonskij.

— Buon pro' gli faccia a chi la vuole la fusione; a me non va. — Vedo che sei decisamente retrogrado.

— Davvero non ho mai pensato a quel che sono. Io sono Konstantin Levin e nient'altro.

— Un Konstantin Levin che è di pessimo umore! — disse, sorridendo, Stepan Arkad'ic.

— Sì, sono di cattivo umore, e tu lo sai perché; per questa tua stupida, scusami, vendita.

Stepan Arkad'ic corrugò bonariamente le sopracciglia come un uomo che viene offeso e mortificato senza ragione.

— Su, basta — disse. — Quando mai s'è visto che un uomo vende qualcosa e non gli dicano subito, dopo la vendita: «questo vale molto di più»? E finché la cosa è in vendita nessuno offre.... No, vedo che tu ce l'hai proprio con quel disgraziato di Rjabinin.

— Può anche darsi. Ma sai perché? Tu dirai di nuovo che io sono un retrogrado o qualche altra strana cosa; tuttavia ti dico che mi spiace e mi offende assistere a questo impoverimento che d'ogni lato si va compiendo della nobiltà alla quale appartengo e alla quale, malgrado la fusione delle classi, sono molto lieto di appartenere.... E questo impoverimento non è oggetto di sperpero che sarebbe cosa di poco conto: lo sperpero da gran signore è affare da signori; solo i signori sanno sperperare così. Adesso i contadini, così come facciamo noi, si accaparrano le terre... e nemmeno questo mi offende. Il signore non fa nulla, il contadino lavora e soppianta l'uomo ozioso. Così deve essere. Anzi sono molto contento per il contadino. Ma mi offende assistere a questo impoverimento dovuto a una certa tal quale, non so come chiamarla, dabbenaggine. Qua un affittuario polacco ha comprato a metà prezzo un magnifico podere della padrona che vive a Nizza, là danno in fitto a un mercante per un rublo una desjatina di terra che ne vale dieci. Qua tu, senza nessuna ragione al mondo, dài in regalo trentamila rubli a questo furfante.

— E allora? Bisognava contare ogni albero?

— Contare, sì, assolutamente. Ed ecco, tu non hai contato, ma Rjabinin ha contato. I figli di Rjabinin avranno i mezzi per vivere ed educarsi, e i tuoi, perdonami, non ne avranno.

— Su, via, scusami, ma c'è qualcosa di meschino in questo contare. Noi abbiamo le nostre occupazioni, loro le loro, ed essi hanno bisogno di grossi profitti. Via, del resto l'affare è fatto, è concluso. Ma ecco le uova in tegame, le uova che più mi piacciono! E Agaf'ja Michajlovna ci darà quel suo meraviglioso sughetto di erbe....

Stepan Arkad'ic sedette a tavola e cominciò a scherzare con Agaf'ja Michajlovna, assicurando che un pranzo ed una cena simili da lungo tempo non li aveva mangiati.

— Ecco, voi almeno mi fate un elogio — disse Agaf'ja Michajlovna — ma Konstantin Dmitric, qualunque cosa gli si dia, sia pure una crosta di pane, mangia e se ne va.

Per quanto Levin cercasse di dominarsi, era cupo e silenzioso. Aveva gran voglia di fare una domanda a Stepan Arkad'ic, e non riusciva a decidersi e non trovava né il modo, né il momento di farla.

Stepan Arkad'ic era già disceso in camera sua, s'era spogliato, lavato di nuovo, s'era messo in dosso una camicia da notte pieghettata, s'era coricato, e Levin era sempre con lui in camera, parlando di varie sciocchezze, senza avere il coraggio di chiedere quel che voleva sapere.

— Ma in che modo meraviglioso fanno il sapone! — diceva, scartocciando e guardando un pezzo di sapone profumato che Agaf'ja Michajlovna aveva preparato per l'ospite, e che Oblonskij non aveva usato. — Guarda, è proprio un'opera d'arte.

— Già, adesso si è raggiunto in tutto la perfezione — disse Stepan Arkad'ic, sbadigliando molle e beato. — I teatri per esempio e quei luoghi di divertimento... ah ah ah! — sbadigliava. — La luce elettrica dovunque... ah ah....

— Già, la luce elettrica — disse Levin. — Già... e dov'è Vronskij adesso? — chiese dopo aver posato a un tratto il sapone.

— Vronskij — disse Stepan Arkad'ic, arrestando uno sbadiglio — è a Pietroburgo. È andato via poco dopo di te, e poi non è venuto neppure una volta a Mosca. E sai, Kostja, ti dirò la verità — continuò, appoggiandosi col gomito sul tavolo e posando sulla mano il bel viso arrossato sul quale brillavano come stelle i languidi, buoni occhi assonnati. — La colpa è proprio tua. Tu hai avuto paura del rivale. E io, come ti avevo detto anche allora, so da parte di chi c'erano maggiori probabilità. Perché non ti sei fatto avanti? Io ti avevo detto allora che.... — sbadigliò con le sole mascelle senza aprire la bocca.

“Lo sa o non lo sa che io ho fatto la mia domanda di matrimonio? — pensò Levin, guardandolo. — Già; c'è qualcosa di accorto, di diplomatico nel suo viso” e, sentendo di arrossire, guardò in silenzio, diritto negli occhi, Stepan Arkad'ic.

— Se allora da parte di lei c'era qualcosa, era un'attrazione per l'esteriorità — continuò Oblonskij. — Sai, quel perfetto aristocraticismo e la futura posizione nella società hanno agito, non su di lei, ma sulla madre.

Levin si accigliò. L'affronto del rifiuto, attraverso il quale era passato, gli bruciava nel cuore come una ferita fresca, appena ricevuta. Ma era a casa sua e le mura della casa aiutano.

— Aspetta, aspetta — prese a dire, interrompendo Oblonskij. — Tu dici: aristocraticismo. Ma permettimi di chiederti in che cosa consiste questo aristocraticismo di Vronskij, o di chiunque altro sia; questo tale aristocraticismo per il quale si possa disdegnare me. Tu consideri Vronskij un aristocratico, ma io no. Un uomo il cui padre è venuto su dal nulla con l'intrigo, la cui madre Dio sa con chi non ha avuto legami.... No, scusami, io considero aristocratico me stesso e le persone simili a me che possono vantare tre o quattro oneste generazioni di famiglie che hanno conseguito il più alto grado di cultura (il talento e l'ingegno sono un'altra cosa), che non si sono mai umiliate dinanzi a nessuno, che non hanno mai avuto bisogno di nessuno; così come hanno vissuto mio padre, mio nonno. E io ne conosco molti fatti così. A te sembra cosa meschina che io conti gli alberi nel bosco, mentre tu fai regalo di trentamila rubli a Rjabinin; ma tu riceverai un'indennità o non so cos'altro ancora, mentre io non la ricevo, e perciò mi tengo caro quello che m'han lasciato i miei e il frutto delle mie fatiche. Noi siamo i veri aristocratici, e non quelli che possono viver solo delle elargizioni dei potenti di questo mondo o quelli che si possono comprare con venti copeche.

— Ma con chi te la prendi? Io sono d'accordo con te — disse Stepan Arkad'ic con sincerità e allegria, sebbene sentisse che Levin, accennando a quelli che si possono comprare con venti copeche, si riferisse anche a lui. L'eccitazione di Levin gli piaceva davvero. — Con chi ce l‘hai? Benché gran parte di quel che dici di Vronskij non sia vero, io non mi riferivo a questo. Io ti dico francamente, al posto tuo... insomma dovresti venire con me a Mosca e ...

— No, io non so se tu sia al corrente o no, ma per me è lo stesso. E te lo dico subito: io ho fatto la mia domanda di matrimonio e ho ricevuto un rifiuto; e per me in questo momento, Katerina Aleksandrovna è un ricordo umiliante e molesto.

— E perché? Ma guarda che sciocchezza!

— Non ne parliamo più. Scusami, ti prego, se sono stato villano con te. — disse Levin. Ora, dopo aver messo fuori tutto, era diventato di nuovo quello che era stato la mattina. — Non sei mica in collera con me, Stiva? Ti prego, non ti arrabbiare — disse e, sorridendo, gli prese la mano.

— Ma no, per nulla affatto, e non ce ne sarebbe ragione! Sono contento che ci siamo spiegati. E sai, la caccia del mattino di solito è fruttuosa. Non ci si potrebbe andare? Così non dormirei neppure, e dal posto di caccia andrei di filato alla stazione.

— Benissimo!


Parte Secunda: Capitolo XVII Parte Secunda: Chapter XVII Parte Secunda: Capítulo XVII

Stepan Arkad’ic salì con la tasca piena di titoli che gli aveva dato il compratore come rata di tre mesi. Stepan Arkad'ic went up with the pocket full of titles that the buyer had given him as a three-month installment. L’affare del bosco era concluso, il denaro era in tasca, la caccia era stata magnifica, e Stepan Arkad’ic si trovava nella più amena disposizione d’animo; voleva perciò in particolar modo disperdere il cattivo umore che era piombato su Levin. The wood business was done, the money was in his pocket, the hunt had been magnificent, and Stepan Arkad'ic was in the most agreeable disposition; therefore he particularly wanted to dispel the bad mood that had fallen upon Levin. Aveva voglia di chiudere piacevolmente con la cena la giornata che piacevolmente era cominciata.

Levin era davvero di cattivo umore e, malgrado il desiderio suo di mostrarsi affettuoso, cordiale con l’ospite simpatico, non riusciva a dominarsi. Levin was in a very bad mood and, despite his desire to be affectionate, cordial to his likeable host, he could not control himself. Lo stordimento della notizia che Kitty non s’era sposata cominciava a prenderlo a poco a poco

Kitty tuttora nubile e malata, malata d’amore per l’uomo che l’aveva disdegnata! Kitty still unmarried and sick, sick of love for the man who had disdained her! Quest’offesa gli pareva ricadesse su di lui. This offense seemed to him to fall upon him. Vronskij aveva disdegnato lei, e lei aveva respinto lui. Vronsky had disdained her, and she had rejected him. Per conseguenza, Vronskij aveva il diritto di disprezzarlo, e perciò Levin sentiva per lui dell’avversione. Consequently, Vronsky had the right to despise him, and therefore Levin felt aversion for him. Ma Levin non aveva chiaro nella mente tutto ciò. But Levin didn't have all this clear in his mind. Sentiva solo in maniera confusa che in questo c’era qualcosa d’offensivo per lui e se ne irritava: non proprio per quello che l’aveva sconvolto, ma per ogni cosa che intanto gli accadeva. He felt only in a confused way that there was something offensive to him in this and he was irritated by it: not because of what had upset him, but because of everything that was happening to him in the meantime. La vendita insensata del bosco, l’inganno in cui era caduto Oblonskij, e che si era perpetrato in casa sua, lo irritavano. The senseless sale of the forest, the deception into which Oblonsky had fallen, and which had been perpetrated in his house, irritated him.

— Bè, hai finito? — disse, incontrando di sopra Stepan Arkad’ic. He said, meeting Stepan Arkad'ic upstairs. — Vuoi cenare?

— Certo, non mi rifiuterò. - Of course, I will not refuse. Che appetito m’è venuto in campagna, un prodigio! Perché mai non hai offerto da mangiare a Rjabinin?

— Che il diavolo se lo pigli! - The devil take it!

— Ma come lo maltratti! - But how you mistreat him! — disse Oblonskij.

— Non gli hai dato neppure la mano. - You didn't even give him your hand. Perché non gli dai la mano?

— Perché io non do la mano a un lacchè, e un lacchè è cento volte migliore di lui.

— Ma che retrogrado che sei! - What a retrograde you are! E la fusione delle classi? And the merger of classes? — disse Oblonskij.

— Buon pro' gli faccia a chi la vuole la fusione; a me non va. - Good pro 'do it to those who want the merger; I don't like it. — Vedo che sei decisamente retrogrado.

— Davvero non ho mai pensato a quel che sono. - I never really thought about who I am. Io sono Konstantin Levin e nient’altro.

— Un Konstantin Levin che è di pessimo umore! — disse, sorridendo, Stepan Arkad’ic.

— Sì, sono di cattivo umore, e tu lo sai perché; per questa tua stupida, scusami, vendita.

Stepan Arkad’ic corrugò bonariamente le sopracciglia come un uomo che viene offeso e mortificato senza ragione.

— Su, basta — disse. — Quando mai s’è visto che un uomo vende qualcosa e non gli dicano subito, dopo la vendita: «questo vale molto di più»? - When has it ever been seen that a man sells something and they don't tell him immediately, after the sale: "this is worth much more"? E finché la cosa è in vendita nessuno offre.... No, vedo che tu ce l’hai proprio con quel disgraziato di Rjabinin. And as long as the thing is up for sale no one offers .... No, I see that you are really angry with that wretched Ryabinin.

— Può anche darsi. - Maybe. Ma sai perché? Tu dirai di nuovo che io sono un retrogrado o qualche altra strana cosa; tuttavia ti dico che mi spiace e mi offende assistere a questo impoverimento che d’ogni lato si va compiendo della nobiltà alla quale appartengo e alla quale, malgrado la fusione delle classi, sono molto lieto di appartenere.... E questo impoverimento non è oggetto di sperpero che sarebbe cosa di poco conto: lo sperpero da gran signore è affare da signori; solo i signori sanno sperperare così. You will say again that I am a retrograde or some other strange thing; nevertheless I tell you that I am sorry and it offends me to witness this impoverishment that is taking place on every side of the nobility to which I belong and to which, despite the fusion of classes, I am very happy to belong .... And this impoverishment is not an object of squandering that would be of little consequence: squandering as a great lord is a business for lords; only gentlemen know how to squander like this. Adesso i contadini, così come facciamo noi, si accaparrano le terre... e nemmeno questo mi offende. Now the peasants, as we do, are grabbing the land ... and even that doesn't offend me. Il signore non fa nulla, il contadino lavora e soppianta l’uomo ozioso. Così deve essere. So it must be. Anzi sono molto contento per il contadino. Ma mi offende assistere a questo impoverimento dovuto a una certa tal quale, non so come chiamarla, dabbenaggine. But it offends me to witness this impoverishment due to a certain person, I don't know what to call it, by gullibility. Qua un affittuario polacco ha comprato a metà prezzo un magnifico podere della padrona che vive a Nizza, là danno in fitto a un mercante per un rublo una desjatina di terra che ne vale dieci. Qua tu, senza nessuna ragione al mondo, dài in regalo trentamila rubli a questo furfante. Here you, for no reason in the world, give thirty thousand rubles as a present to this scoundrel.

— E allora? Bisognava contare ogni albero? Did every tree have to be counted?

— Contare, sì, assolutamente. Ed ecco, tu non hai contato, ma Rjabinin ha contato. And behold, you did not count, but Ryabinin did. I figli di Rjabinin avranno i mezzi per vivere ed educarsi, e i tuoi, perdonami, non ne avranno. Rjabinin's children will have the means to live and educate themselves, and yours, forgive me, they will not.

— Su, via, scusami, ma c’è qualcosa di meschino in questo contare. - Come on, sorry, but there is something petty about this counting. Noi abbiamo le nostre occupazioni, loro le loro, ed essi hanno bisogno di grossi profitti. We have our jobs, they have theirs, and they need big profits. Via, del resto l’affare è fatto, è concluso. Come on, after all, the deal is done, it is concluded. Ma ecco le uova in tegame, le uova che più mi piacciono! But here are the eggs in the pan, the eggs I like the most! E Agaf’ja Michajlovna ci darà quel suo meraviglioso sughetto di erbe.... And Agafya Michajlovna will give us that wonderful herb sauce of hers ....

Stepan Arkad’ic sedette a tavola e cominciò a scherzare con Agaf’ja Michajlovna, assicurando che un pranzo ed una cena simili da lungo tempo non li aveva mangiati. Stepan Arkad'ic sat down at the table and began to joke with Agafya Michajlovna, assuring him that a similar lunch and dinner had not been eaten for a long time.

— Ecco, voi almeno mi fate un elogio — disse Agaf’ja Michajlovna — ma Konstantin Dmitric, qualunque cosa gli si dia, sia pure una crosta di pane, mangia e se ne va. "Well, you at least praise me," said Agafya Mikhailovna, "but Konstantin Dmitric, whatever he is given, even a crust of bread, eats and goes."

Per quanto Levin cercasse di dominarsi, era cupo e silenzioso. As much as Levin tried to control himself, he was dark and silent. Aveva gran voglia di fare una domanda a Stepan Arkad’ic, e non riusciva a decidersi e non trovava né il modo, né il momento di farla. He was very keen to ask Stepan Arkad'ic a question, and he couldn't make up his mind and found neither the way nor the time to ask it.

Stepan Arkad’ic era già disceso in camera sua, s’era spogliato, lavato di nuovo, s’era messo in dosso una camicia da notte pieghettata, s’era coricato, e Levin era sempre con lui in camera, parlando di varie sciocchezze, senza avere il coraggio di chiedere quel che voleva sapere. Stepan Arkadic had already gone down to his room, undressed, washed again, put on a pleated nightgown, went to bed, and Levin was always with him in the room, talking about various nonsense , without having the courage to ask what he wanted to know.

— Ma in che modo meraviglioso fanno il sapone! - But how wonderful they make soap! — diceva, scartocciando e guardando un pezzo di sapone profumato che Agaf’ja Michajlovna aveva preparato per l’ospite, e che Oblonskij non aveva usato. — Guarda, è proprio un’opera d’arte.

— Già, adesso si è raggiunto in tutto la perfezione — disse Stepan Arkad’ic, sbadigliando molle e beato. "Yes, now he has reached perfection in everything," said Stepan Arkad'ic, yawning softly and blissfully. — I teatri per esempio e quei luoghi di divertimento... ah ah ah! — sbadigliava. — La luce elettrica dovunque... ah ah.... - Electric light everywhere ... ha ha ....

— Già, la luce elettrica — disse Levin. — Già... e dov’è Vronskij adesso? — chiese dopo aver posato a un tratto il sapone. He asked after suddenly putting down the soap.

— Vronskij — disse Stepan Arkad’ic, arrestando uno sbadiglio — è a Pietroburgo. È andato via poco dopo di te, e poi non è venuto neppure una volta a Mosca. He left shortly after you, and then he didn't come to Moscow once. E sai, Kostja, ti dirò la verità — continuò, appoggiandosi col gomito sul tavolo e posando sulla mano il bel viso arrossato sul quale brillavano come stelle i languidi, buoni occhi assonnati. And you know, Kostya, I'll tell you the truth - he went on, leaning his elbow on the table and placing on his hand the beautiful red face on which the languid, good sleepy eyes shone like stars. — La colpa è proprio tua. Tu hai avuto paura del rivale. You were afraid of the rival. E io, come ti avevo detto anche allora, so da parte di chi c’erano maggiori probabilità. And I, as I told you even then, I know whose side it was most likely. Perché non ti sei fatto avanti? Why didn't you come forward? Io ti avevo detto allora che.... — sbadigliò con le sole mascelle senza aprire la bocca. I told you then that .... - he yawned with only his jaws without opening his mouth.

“Lo sa o non lo sa che io ho fatto la mia domanda di matrimonio? “Do you know or don't you know that I have made my marriage application? — pensò Levin, guardandolo. — Già; c’è qualcosa di accorto, di diplomatico nel suo viso” e, sentendo di arrossire, guardò in silenzio, diritto negli occhi, Stepan Arkad’ic. - Already; there is something shrewd, diplomatic in his face ”and, feeling that he was blushing, he looked silently, straight into the eyes, Stepan Arkad'ic.

— Se allora da parte di lei c’era qualcosa, era un’attrazione per l’esteriorità — continuò Oblonskij. "If there was anything on her part then, it was an attraction to exteriority," Oblonsky continued. — Sai, quel perfetto aristocraticismo e la futura posizione nella società hanno agito, non su di lei, ma sulla madre. - You know, that perfect aristocraticism and future position in society acted, not on her, but on the mother.

Levin si accigliò. Levin frowned. L’affronto del rifiuto, attraverso il quale era passato, gli bruciava nel cuore come una ferita fresca, appena ricevuta. The face of rejection, through which he had passed, burned in his heart like a fresh wound, just received. Ma era a casa sua e le mura della casa aiutano. But he was in his house and the walls of the house help.

— Aspetta, aspetta — prese a dire, interrompendo Oblonskij. "Wait, wait," he began, interrupting Oblonsky. — Tu dici: aristocraticismo. - You say: aristocraticism. Ma permettimi di chiederti in che cosa consiste questo aristocraticismo di Vronskij, o di chiunque altro sia; questo tale aristocraticismo per il quale si possa disdegnare me. But let me ask you what this aristocraticism of Vronsky, or whoever else he is, consists of; this such aristocraticism for which you can disdain me. Tu consideri Vronskij un aristocratico, ma io no. Un uomo il cui padre è venuto su dal nulla con l’intrigo, la cui madre Dio sa con chi non ha avuto legami.... No, scusami, io considero aristocratico me stesso e le persone simili a me che possono vantare tre o quattro oneste generazioni di famiglie che hanno conseguito il più alto grado di cultura (il talento e l’ingegno sono un’altra cosa), che non si sono mai umiliate dinanzi a nessuno, che non hanno mai avuto bisogno di nessuno; così come hanno vissuto mio padre, mio nonno. A man whose father came up out of nowhere with intrigue, whose mother God knows who he had no ties with .... No, I'm sorry, I consider myself aristocratic and people like me who can boast three or four honest generations of families who have achieved the highest degree of culture (talent and ingenuity are another thing), who have never humiliated themselves before anyone, who have never needed anyone; as my father, my grandfather lived. E io ne conosco molti fatti così. And I know many facts like that. A te sembra cosa meschina che io conti gli alberi nel bosco, mentre tu fai regalo di trentamila rubli a Rjabinin; ma tu riceverai un’indennità o non so cos’altro ancora, mentre io non la ricevo, e perciò mi tengo caro quello che m’han lasciato i miei e il frutto delle mie fatiche. It seems petty to you that I count the trees in the wood, while you give Rjabinin a gift of thirty thousand rubles; but you will receive an indemnity or I do not know what else, while I do not receive it, and therefore I cherish what mine have left me and the fruit of my labors. Noi siamo i veri aristocratici, e non quelli che possono viver solo delle elargizioni dei potenti di questo mondo o quelli che si possono comprare con venti copeche. We are the real aristocrats, and not those who can live only from the donations of the powerful of this world or those who can be bought with twenty kopecks.

— Ma con chi te la prendi? - Who are you mad at? Io sono d’accordo con te — disse Stepan Arkad’ic con sincerità e allegria, sebbene sentisse che Levin, accennando a quelli che si possono comprare con venti copeche, si riferisse anche a lui. I agree with you - Stepan Arkad'ic said with sincerity and glee, although he felt that Levin, referring to those that can be bought for twenty kopecks, was also referring to him. L’eccitazione di Levin gli piaceva davvero. — Con chi ce l‘hai? - Who are you angry with? Benché gran parte di quel che dici di Vronskij non sia vero, io non mi riferivo a questo. Io ti dico francamente, al posto tuo... insomma dovresti venire con me a Mosca e ...

— No, io non so se tu sia al corrente o no, ma per me è lo stesso. E te lo dico subito: io ho fatto la mia domanda di matrimonio e ho ricevuto un rifiuto; e per me in questo momento, Katerina Aleksandrovna è un ricordo umiliante e molesto.

— E perché? Ma guarda che sciocchezza! But look what nonsense!

— Non ne parliamo più. Scusami, ti prego, se sono stato villano con te. — disse Levin. Ora, dopo aver messo fuori tutto, era diventato di nuovo quello che era stato la mattina. Now, after putting it all out, he had become what he had been in the morning again. — Non sei mica in collera con me, Stiva? - Aren't you mad at me, Hold? Ti prego, non ti arrabbiare — disse e, sorridendo, gli prese la mano.

— Ma no, per nulla affatto, e non ce ne sarebbe ragione! - But no, not at all, and there would be no reason! Sono contento che ci siamo spiegati. E sai, la caccia del mattino di solito è fruttuosa. Non ci si potrebbe andare? Couldn't we go there? Così non dormirei neppure, e dal posto di caccia andrei di filato alla stazione. So I wouldn't even sleep, and from the hunting place I'd go straight to the station.

— Benissimo!