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Anna Karenina, Parte Seconda: Capitolo XIV

Parte Seconda: Capitolo XIV

Mentre nella migliore disposizione d'animo si avvicinava a casa, Levin sentì un tinnir di sonagli dalla parte principale dell'ingresso della casa.

«Ma è qualcuno che viene dalla stazione — pensò — è proprio l'ora del treno di Mosca.... Chi può essere? Che sia Nikolaj? L'ha detto del resto: 'Può darsi che vada a fare la cura delle acque, ma chi sa che non venga da tè». Sulle prime provò sgomento e rammarico al pensiero che la presenza del fratello Nikolaj non avesse a turbare quella sua felice disposizione d'animo. Ma poi si vergognò di questo suo sentimento, e subito gli aprì, per così dire, spiritualmente le braccia, e con gioia intenerita s'aspettò e desiderò con tutta l'anima che fosse il fratello. Stimolò il cavallo e, oltrepassata l'acacia, vide la trojka postale della stazione ferroviaria e un signore in pelliccia. Non era il fratello. «Ah, se fosse qualche persona simpatica con la quale poter parlare!» pensò.

— Ah — gridò con gioia Levin, alzando tutte e due le braccia. — Ecco un ospite gradito! Ah, come sono felice di vederti! — gridò, riconoscendo Stepan Arkad'ic.

«Così probabilmente saprò se si è sposata o quando si sposerà» pensò.

E in quella magnifica giornata di primavera, sentì che il ricordo di lei non gli faceva più alcun male.

— Forse non m'aspettavi? — disse Stepan Arkad'ic, uscendo dalla slitta con vari schizzi di fango alla radice del naso, sulla guancia e sul sopracciglio, ma splendente di buonumore e di salute. — Sono venuto, prima di tutto, per vederti — disse, abbracciandolo e baciandolo; — poi, per fermarmi un po' per la caccia, ed infine anche per vendere il bosco di Ergušovo. — Benone! Ma che primavera! com'è che sei arrivato fin qui in slitta?

— In carrozza è anche peggio, Konstantin Dmitric — rispose il postiglione che lo conosceva.

— Bè, sono molto contento di vederti — disse Levin, sorridendo sinceramente di un riso infantile e festoso.

Levin guidò l'ospite nella camera dei forestieri, dove appunto erano state portate le cose di Stepan Arkad'ic: un sacco, un fucile nel fodero, una borsa per i sigari; e, lasciatolo a lavarsi e a cambiarsi, passò nel frattempo in amministrazione a dare gli ordini per l'aratura e per il trifoglio. Agaf'ja Michajlovna, sempre molto preoccupata del prestigio della casa, gli venne incontro in anticamera con alcune domande intorno al pranzo.

— Fate come volete, purché al più presto — disse lui, e andò dall'amministratore.

Quando tornò, Stepan Arkad'ic, lavato, pettinato e raggiante, usciva dalla sua camera, e insieme salirono.

— Ma come son contento d'essere arrivato fin qui da te! Ora capirò in che cosa consistono i prodigi che tu compi qua! Ma, davvero, ti invidio. Che casa, come tutto è eccellente! — disse Stepan Arkad'ic, dimenticando che non sempre c'erano la primavera e le giornate chiare come quella. — E la tua governante che delizia! Forse sarebbe più desiderabile una graziosa cameriera in grembiulino, ma per il tuo cenobitismo e la tua austerità questo va proprio bene.

Stepan Arkad'ic raccontò molte cose interessanti e gli diede la notizia, che riguardava in particolare Levin, che il fratello Sergej Ivanovic si preparava ad andare da lui in campagna per l'estate.

Stepan Arkad'ic non disse neppure una parola di Kitty, né in generale degli Šcerbackij; riferì solo i saluti di sua moglie. Levin gli fu grato di questa delicatezza e fu molto contento dell'ospite. In genere, nel periodo del suo isolamento, gli si accumulavano un'infinità di pensieri e di sentimenti che non poteva comunicare a quelli che lo circondavano, e invece ora egli poteva riversare in Stepan Arkad'ic la gioia poetica della primavera, le vicende e i progetti per l'azienda, le idee e le osservazioni sui libri che aveva letto, e in particolare lo schema della sua opera che aveva a base, sebbene egli stesso non lo notasse, la critica di tutte le vecchie opere di economia. Stepan Arkad'ic, sempre simpatico, che afferrava tutto da un accenno, fu particolarmente cordiale in questo suo soggiorno, e Levin notò anche un nuovo tratto di considerazione e quasi di tenerezza verso di lui, che lo lusingò.

Gli sforzi di Agaf'ja Michajlovna e del cuoco perché il pranzo fosse in tutto e per tutto ben fatto, produssero l'effetto che i due amici, affamati com'erano, seduti davanti all'antipasto, si rimpinzassero di pane e di burro, di uccelletti e di funghi sotto sale; inoltre, che Levin finisse con l'ordinare di servir la minestra senza gli sfogliantini con i quali il cuoco avrebbe voluto in particolar modo stupire l'ospite. Ma Stepan Arkad'ic, pur abituato a pranzi d'altro genere, trovava tutto eccellente; la salsa verde e il pane e il burro, gli uccelletti e i funghi, la minestra d'ortiche e la gallina in salsa bianca e il vino bianco di Crimea, tutto per lui era straordinario ed eccellente.

— Ottimo, ottimo — diceva accendendo una grossa sigaretta dopo l'arrosto. — Sono arrivato da te proprio come chi, uscendo dal frastuono e dal rollio di un piroscafo, giunga ad una spiaggia silenziosa. Così, allora, tu dici che anche l'elemento «lavoratore» dev'essere preso in considerazione e deve guidare nella scelta dei sistemi economici. Io, già, in questo sono un profano; ma mi sembra che la tua teoria e la sua applicazione potranno incidere sul lavoratore.

— Sì, ma aspetta: io non parlo di economia politica, parlo di scienza agraria. Questa, come le scienze naturali, deve prendere in esame i fenomeni dati e il lavoratore con le sue caratteristiche economiche, etnografiche....

In quel momento entrò Agaf'ja Michajlovna con la marmellata.

— Ehi, Agaf'ja Michajlovna — le disse Stepan Arkad'ic baciandosi la punta delle dita grassocce — che uccelletti che avete!... E che, non è ora Kostja? — aggiunse.

Levin guardò dalla finestra il sole che scendeva dietro le cime del bosco che si riuscivano a scorgere.

— È ora, è ora — disse. — Kuz'ma, fa' attaccare il calesse — e corse giù. Stepan Arkad'ic, disceso, tolse egli stesso con cura la fodera di tela dall'astuccio verniciato e, apertolo, cominciò a montare il suo costoso fucile di nuovo modello. Kuz'ma, che fiutava fin d'ora una grossa mancia, non si allontanava da Stepan Arkad'ic, e gli infilava calze e stivali, mentre Stepan Arkad'ic lasciava fare volentieri.

— Ti prego, Kostja, se viene Rjabinin il compratore, gli ho detto di venire quest'oggi, fallo ricevere, e che mi aspetti....

— Ma forse vendi il bosco a Rjabinin?

— Sì, lo conosci, per caso?

— Altro se lo conosco. Ho avuto un affare con lui «positivamente e definitivamente».

Stepan Arkad'ic rise. «Definitivamente e positivamente» erano gli intercalari del compratore.

— Già, parla in modo proprio buffo. Ha capito dove va il padrone! — aggiunse, tastando con la mano Laska che gironzolava intorno a Levin mugolando e leccandogli ora una mano, ora gli stivali, ora il fucile.

La vettura era già accanto alla scalinata, quando uscirono.

— Ho ordinato di attaccare, sebbene non sia lontano: vogliamo andare a piedi?

— No, meglio in carrozza — disse Stepan Arkad'ic, accostandosi alla vettura. Sedette, avvoltolò le gambe in uno scialle tigrato, e accese un sigaro. — Com'è che non fumi? Il sigaro non è proprio un godimento, ma il coronamento, il segno del godimento. Ecco, questa è vita! Come si sta bene! Ecco come vorrei vivere io!

— E che cosa te lo impedisce? — disse Levin, sorridendo.

— No, tu sei un uomo felice. Hai tutto quello che ti piace. Ti piacciono i cavalli... ne hai, i cani... ne hai, la caccia... ce l'hai, l'azienda... ce l'hai.

— Forse perché mi contento di quello che ho, e non rimpiango quello che non ho — disse Levin, ricordandosi di Kitty.

Stepan Arkad'ic capì, lo guardò, ma non disse nulla.

Levin era grato a Oblonskij di aver notato, con il suo tatto abituale, ch'egli temeva il discorso sugli Šcerbackij, e di non avere detto nulla di loro; ora però Levin cominciava a desiderare di sapere quello che lo tormentava; ma non osava avviare il discorso.

— Bè, i tuoi affari come vanno? — disse Levin, dopo aver pensato che fosse poco gentile da parte sua pensare solo a se stesso.

Gli occhi di Stepan Arkad'ic brillarono allegramente.

— Tu, è vero, non ammetti che possano piacere le ciambelle, quando si ha la razione assegnata; questo per te è un delitto; ma io non so comprendere la vita senza amore — disse, interpretando a modo suo la domanda di Levin. — Che farci, son fatto così. E invero, con questo si fa tanto poco male a qualcuno e tanto piacere a se stesso.

— Bè, c'è forse qualcosa di nuovo? — disse Levin.

— C'è, amico mio! Ecco, vedi: conosci il tipo delle donne ossianesche... delle donne che vedi in sogno.... Queste donne vivono nella realtà... e queste donne sono fatali. La donna, vedi, per quanto tu la studi, è un soggetto sempre nuovo.

— Allora è meglio non studiarlo.

— No, un matematico ha detto che la gioia non consiste nella scoperta della verità, ma nella ricerca di essa.

Levin ascoltava in silenzio e, pur facendo tutti gli sforzi su se stesso, non riusciva in nessun modo a trasferirsi nell'animo dell'amico, non riusciva a capire i suoi sentimenti e il piacere ch'egli provava nello studio di donne siffatte.


Parte Seconda: Capitolo XIV Part Two: Chapter XIV Segunda parte: Capítulo XIV

Mentre nella migliore disposizione d’animo si avvicinava a casa, Levin sentì un tinnir di sonagli dalla parte principale dell’ingresso della casa. As he approached the house in his best frame of mind, Levin heard the tinnir of rattles from the main entrance to the house.

«Ma è qualcuno che viene dalla stazione — pensò — è proprio l’ora del treno di Mosca.... Chi può essere? «But it is someone who comes from the station - he thought - it is really time for the Moscow train .... Who can it be? Che sia Nikolaj? L’ha detto del resto: 'Può darsi che vada a fare la cura delle acque, ma chi sa che non venga da tè». Besides, he said it: 'It may be that he is going to take care of the waters, but who knows that he does not come to you.' Sulle prime provò sgomento e rammarico al pensiero che la presenza del fratello Nikolaj non avesse a turbare quella sua felice disposizione d’animo. At first he felt dismay and regret at the thought that the presence of his brother Nikolaj did not disturb his happy disposition. Ma poi si vergognò di questo suo sentimento, e subito gli aprì, per così dire, spiritualmente le braccia, e con gioia intenerita s’aspettò e desiderò con tutta l’anima che fosse il fratello. But then he was ashamed of this feeling of his, and immediately opened his arms to him, as it were, spiritually, and with tender joy he expected and wished with all his soul that he was his brother. Stimolò il cavallo e, oltrepassata l’acacia, vide la trojka postale della stazione ferroviaria e un signore in pelliccia. He stimulated the horse and, passing the acacia, he saw the postal troika of the railway station and a gentleman in fur. Non era il fratello. «Ah, se fosse qualche persona simpatica con la quale poter parlare!» pensò. "Ah, if it were some nice person you could talk to!" I think.

— Ah — gridò con gioia Levin, alzando tutte e due le braccia. "Ah," Levin shouted gleefully, raising both arms. — Ecco un ospite gradito! - Here's a welcome guest! Ah, come sono felice di vederti! Ah, how happy I am to see you! — gridò, riconoscendo Stepan Arkad’ic. He shouted, recognizing Stepan Arkad'ic.

«Così probabilmente saprò se si è sposata o quando si sposerà» pensò. "So I'll probably know if she got married or when she's getting married," he thought.

E in quella magnifica giornata di primavera, sentì che il ricordo di lei non gli faceva più alcun male. And on that magnificent spring day, he felt the memory of her no longer hurt him.

— Forse non m’aspettavi? - Maybe you weren't expecting me? — disse Stepan Arkad’ic, uscendo dalla slitta con vari schizzi di fango alla radice del naso, sulla guancia e sul sopracciglio, ma splendente di buonumore e di salute. Stepan Arkadic said, coming out of the sled with several splashes of mud at the root of his nose, cheek and eyebrow, but glowing with good humor and health. — Sono venuto, prima di tutto, per vederti — disse, abbracciandolo e baciandolo; — poi, per fermarmi un po' per la caccia, ed infine anche per vendere il bosco di Ergušovo. "I came, first of all, to see you," he said, hugging him and kissing him; - then, to stop for a while for hunting, and finally also to sell the Ergušovo forest. — Benone! - Very good! Ma che primavera! com’è che sei arrivato fin qui in slitta? how did you get here by sleigh?

— In carrozza è anche peggio, Konstantin Dmitric — rispose il postiglione che lo conosceva. "It's even worse in the carriage, Konstantin Dmitric," replied the postilion who knew him.

— Bè, sono molto contento di vederti — disse Levin, sorridendo sinceramente di un riso infantile e festoso. - Well, I'm very glad to see you - Levin said, smiling sincerely with a childlike, festive laugh.

Levin guidò l’ospite nella camera dei forestieri, dove appunto erano state portate le cose di Stepan Arkad’ic: un sacco, un fucile nel fodero, una borsa per i sigari; e, lasciatolo a lavarsi e a cambiarsi, passò nel frattempo in amministrazione a dare gli ordini per l’aratura e per il trifoglio. Levin led the guest into the stranger's room, where Stepan Arkad'ic's things had been brought: a sack, a rifle in the sheath, a cigar bag; and, leaving him to wash and change, he passed in the meantime to the administration to give orders for plowing and clover. Agaf’ja Michajlovna, sempre molto preoccupata del prestigio della casa, gli venne incontro in anticamera con alcune domande intorno al pranzo. Agafya Michajlovna, always very concerned about the prestige of the house, came to meet him in the anteroom with some questions about the dinner.

— Fate come volete, purché al più presto — disse lui, e andò dall’amministratore. "Do as you please, as soon as possible," he said, and went to the administrator.

Quando tornò, Stepan Arkad’ic, lavato, pettinato e raggiante, usciva dalla sua camera, e insieme salirono. When he returned, Stepan Arkad'ic, washed, combed and radiant, came out of his room, and together they went upstairs.

— Ma come son contento d’essere arrivato fin qui da te! - But how happy I am to have come this far to you! Ora capirò in che cosa consistono i prodigi che tu compi qua! Now I will understand what the wonders you are doing here consist of! Ma, davvero, ti invidio. But, really, I envy you. Che casa, come tutto è eccellente! What a house, how excellent everything is! — disse Stepan Arkad’ic, dimenticando che non sempre c’erano la primavera e le giornate chiare come quella. - said Stepan Arkad'ic, forgetting that there weren't always spring and clear days like that. — E la tua governante che delizia! - And your housekeeper what a delight! Forse sarebbe più desiderabile una graziosa cameriera in grembiulino, ma per il tuo cenobitismo e la tua austerità questo va proprio bene. Perhaps a pretty apron-clad waitress would be more desirable, but for your cenobitism and austerity this is just fine.

Stepan Arkad’ic raccontò molte cose interessanti e gli diede la notizia, che riguardava in particolare Levin, che il fratello Sergej Ivanovic si preparava ad andare da lui in campagna per l’estate. Stepan Arkad'ic told many interesting things and gave him the news, which concerned Levin in particular, that his brother Sergei Ivanovic was preparing to go to him in the countryside for the summer.

Stepan Arkad’ic non disse neppure una parola di Kitty, né in generale degli Šcerbackij; riferì solo i saluti di sua moglie. Stepan Arkadic did not say a word of Kitty, nor of the Sherbatsy in general; he only reported greetings from his wife. Levin gli fu grato di questa delicatezza e fu molto contento dell’ospite. Levin was grateful to him for this delicacy and was very pleased with the host. In genere, nel periodo del suo isolamento, gli si accumulavano un’infinità di pensieri e di sentimenti che non poteva comunicare a quelli che lo circondavano, e invece ora egli poteva riversare in Stepan Arkad’ic la gioia poetica della primavera, le vicende e i progetti per l’azienda, le idee e le osservazioni sui libri che aveva letto, e in particolare lo schema della sua opera che aveva a base, sebbene egli stesso non lo notasse, la critica di tutte le vecchie opere di economia. In general, in the period of his isolation, an infinity of thoughts and feelings accumulated in him that he could not communicate to those around him, and instead now he could pour into Stepan Arkad'ic the poetic joy of spring, the events and plans for the company, the ideas and observations on the books he had read, and in particular the outline of his work which was based, although he himself did not notice it, the critique of all the old works of economics. Stepan Arkad’ic, sempre simpatico, che afferrava tutto da un accenno, fu particolarmente cordiale in questo suo soggiorno, e Levin notò anche un nuovo tratto di considerazione e quasi di tenerezza verso di lui, che lo lusingò. Stepan Arkad'ic, always likeable, who caught everything from a hint, was particularly cordial in his stay, and Levin also noticed a new trait of consideration and almost tenderness towards him, which flattered him.

Gli sforzi di Agaf’ja Michajlovna e del cuoco perché il pranzo fosse in tutto e per tutto ben fatto, produssero l’effetto che i due amici, affamati com’erano, seduti davanti all’antipasto, si rimpinzassero di pane e di burro, di uccelletti e di funghi sotto sale; inoltre, che Levin finisse con l’ordinare di servir la minestra senza gli sfogliantini con i quali il cuoco avrebbe voluto in particolar modo stupire l’ospite. The efforts of Agafya Michajlovna and the cook to ensure that the meal was completely well done, produced the effect that the two friends, hungry as they were, sitting in front of the appetizer, gorged themselves on bread and butter, of little birds and salted mushrooms; moreover, that Levin ended up by ordering to serve the soup without the sfogliantini with which the cook would have particularly wanted to surprise the guest. Ma Stepan Arkad’ic, pur abituato a pranzi d’altro genere, trovava tutto eccellente; la salsa verde e il pane e il burro, gli uccelletti e i funghi, la minestra d’ortiche e la gallina in salsa bianca e il vino bianco di Crimea, tutto per lui era straordinario ed eccellente. But Stepan Arkadic, though accustomed to meals of another kind, found everything excellent; the green sauce and the bread and butter, the birds and the mushrooms, the nettle soup and the chicken in white sauce and the Crimean white wine, all for him was extraordinary and excellent.

— Ottimo, ottimo — diceva accendendo una grossa sigaretta dopo l’arrosto. "Excellent, excellent," he said, lighting a large cigarette after roasting. — Sono arrivato da te proprio come chi, uscendo dal frastuono e dal rollio di un piroscafo, giunga ad una spiaggia silenziosa. - I came to you just like someone who, coming out of the noise and rolling of a steamer, reaches a silent beach. Così, allora, tu dici che anche l’elemento «lavoratore» dev’essere preso in considerazione e deve guidare nella scelta dei sistemi economici. So, then, you say that the "worker" element must also be taken into consideration and must guide the choice of economic systems. Io, già, in questo sono un profano; ma mi sembra che la tua teoria e la sua applicazione potranno incidere sul lavoratore. Yes, I am a layman in this; but it seems to me that your theory and its application may affect the worker.

— Sì, ma aspetta: io non parlo di economia politica, parlo di scienza agraria. - Yes, but wait: I am not talking about political economy, I am talking about agricultural science. Questa, come le scienze naturali, deve prendere in esame i fenomeni dati e il lavoratore con le sue caratteristiche economiche, etnografiche.... This, like the natural sciences, must take into consideration the given phenomena and the worker with his economic, ethnographic characteristics ....

In quel momento entrò Agaf’ja Michajlovna con la marmellata. At that moment Agafya Michajlovna came in with the jam.

— Ehi, Agaf’ja Michajlovna — le disse Stepan Arkad’ic baciandosi la punta delle dita grassocce — che uccelletti che avete!... - Hey, Agafya Michajlovna - Stepan Arkad'ic told her, kissing the tips of his plump fingers - what little birds you have! ... E che, non è ora Kostja? And what, isn't it now Kostja? — aggiunse. - he added.

Levin guardò dalla finestra il sole che scendeva dietro le cime del bosco che si riuscivano a scorgere. Levin watched from the window as the sun set behind the tops of the woods that could be seen.

— È ora, è ora — disse. "It's time, it's time," he said. — Kuz’ma, fa' attaccare il calesse — e corse giù. - Kuz'ma, get the gig to attack - and he ran downstairs. Stepan Arkad’ic, disceso, tolse egli stesso con cura la fodera di tela dall’astuccio verniciato e, apertolo, cominciò a montare il suo costoso fucile di nuovo modello. Stepan Arkad'ic descended and carefully removed the canvas lining from the painted case himself and, opening it, began to assemble his expensive new model rifle. Kuz’ma, che fiutava fin d’ora una grossa mancia, non si allontanava da Stepan Arkad’ic, e gli infilava calze e stivali, mentre Stepan Arkad’ic lasciava fare volentieri. Kuz'ma, who was sniffing a big tip from now on, did not leave Stepan Arkad'ic, and put on his socks and boots, while Stepan Arkad'ic gladly let him do it.

— Ti prego, Kostja, se viene Rjabinin il compratore, gli ho detto di venire quest’oggi, fallo ricevere, e che mi aspetti.... - Please, Kostya, if Ryabinin the buyer comes, I told him to come today, let him receive it, and that you are waiting for me ....

— Ma forse vendi il bosco a Rjabinin? - But maybe you sell the wood to Ryabinin?

— Sì, lo conosci, per caso? - Yes, do you know him, by any chance?

— Altro se lo conosco. - More if I know him. Ho avuto un affare con lui «positivamente e definitivamente». I had an affair with him "positively and definitively".

Stepan Arkad’ic rise. Stepan Arkadic laughed. «Definitivamente e positivamente» erano gli intercalari del compratore. "Definitely and positively" were the buyer's interlayers.

— Già, parla in modo proprio buffo. Ha capito dove va il padrone! He understood where the master is going! — aggiunse, tastando con la mano Laska che gironzolava intorno a Levin mugolando e leccandogli ora una mano, ora gli stivali, ora il fucile. - added, feeling with his hand Laska who was walking around Levin moaning and licking now his hand, now the boots, now the rifle.

La vettura era già accanto alla scalinata, quando uscirono. The car was already beside the steps when they got out.

— Ho ordinato di attaccare, sebbene non sia lontano: vogliamo andare a piedi? - I have ordered to attack, although it is not far: do we want to go on foot?

— No, meglio in carrozza — disse Stepan Arkad’ic, accostandosi alla vettura. "No, better in the carriage," said Stepan Arkad'ic, approaching the carriage. Sedette, avvoltolò le gambe in uno scialle tigrato, e accese un sigaro. She sat down, wrapped her legs in a brindle shawl, and lit a cigar. — Com’è che non fumi? - How come you don't smoke? Il sigaro non è proprio un godimento, ma il coronamento, il segno del godimento. The cigar is not really an enjoyment, but the crowning, the sign of enjoyment. Ecco, questa è vita! Here, this is life! Come si sta bene! How good it feels! Ecco come vorrei vivere io! This is how I would like to live!

— E che cosa te lo impedisce? - And what's stopping you? — disse Levin, sorridendo. - Levin said, smiling.

— No, tu sei un uomo felice. - No, you are a happy man. Hai tutto quello che ti piace. You have everything you like. Ti piacciono i cavalli... ne hai, i cani... ne hai, la caccia... ce l’hai, l’azienda... ce l’hai. You like horses ... you have them, dogs ... you have them, hunting ... you have them, the company ... you have them.

— Forse perché mi contento di quello che ho, e non rimpiango quello che non ho — disse Levin, ricordandosi di Kitty. "Maybe because I'm happy with what I have, and don't regret what I don't have," Levin said, remembering Kitty.

Stepan Arkad’ic capì, lo guardò, ma non disse nulla. Stepan Arkad'ic understood, looked at him, but said nothing.

Levin era grato a Oblonskij di aver notato, con il suo tatto abituale, ch’egli temeva il discorso sugli Šcerbackij, e di non avere detto nulla di loro; ora però Levin cominciava a desiderare di sapere quello che lo tormentava; ma non osava avviare il discorso. Levin was grateful to Oblonsky for having noticed, with his habitual tact, that he feared the talk about the Shcerbacky, and for having said nothing about them; but now Levin was beginning to want to know what was bothering him; but he dared not initiate the conversation.

— Bè, i tuoi affari come vanno? - Well, how's your business going? — disse Levin, dopo aver pensato che fosse poco gentile da parte sua pensare solo a se stesso. Levin said, having thought it unkind of him to think only of himself.

Gli occhi di Stepan Arkad’ic brillarono allegramente. Stepan Arkad'ic's eyes glittered cheerfully.

— Tu, è vero, non ammetti che possano piacere le ciambelle, quando si ha la razione assegnata; questo per te è un delitto; ma io non so comprendere la vita senza amore — disse, interpretando a modo suo la domanda di Levin. - You, it is true, you do not admit that they can like donuts, when you have the assigned ration; this is a crime for you; but I can't understand life without love - he said, interpreting Levin's question in his own way. — Che farci, son fatto così. - What to do with it, that's how I am. E invero, con questo si fa tanto poco male a qualcuno e tanto piacere a se stesso. And indeed, this does so little harm to someone and so much to please oneself.

— Bè, c’è forse qualcosa di nuovo? - Well, is there something new maybe? — disse Levin.

— C’è, amico mio! Ecco, vedi: conosci il tipo delle donne ossianesche... delle donne che vedi in sogno.... Queste donne vivono nella realtà... e queste donne sono fatali. Here, you see: you know the type of Ossian women ... of the women you see in dreams .... These women live in reality ... and these women are fatal. La donna, vedi, per quanto tu la studi, è un soggetto sempre nuovo.

— Allora è meglio non studiarlo.

— No, un matematico ha detto che la gioia non consiste nella scoperta della verità, ma nella ricerca di essa. - No, a mathematician said that joy does not consist in the discovery of truth, but in the search for it.

Levin ascoltava in silenzio e, pur facendo tutti gli sforzi su se stesso, non riusciva in nessun modo a trasferirsi nell’animo dell’amico, non riusciva a capire i suoi sentimenti e il piacere ch’egli provava nello studio di donne siffatte. Levin listened in silence and, while making every effort on himself, he could not in any way transfer himself to his friend's soul, he could not understand his feelings and the pleasure he took in studying such women.