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Anna Karenina, Parte Prima: Capitulo IX

Parte Prima: Capitulo IX

Alle quattro precise, col cuore che gli batteva, Levin scese dalla vettura al giardino zoologico e si incamminò per un viottolo verso le montagne di ghiaccio e verso il campo di pattinaggio dove era sicuro di trovare lei, perché all'ingresso aveva visto la carrozza degli Šcerbackij. La giornata era chiara, gelida. All'ingresso c'erano file e file di carrozze, slitte, vetturini e gendarmi. Una folla ben vestita, coi cappelli che luccicavano al sole forte, brulicava all'ingresso e per i viali ben spazzati, fra le casette russe dalle travi scolpite, mentre le vecchie betulle frondose del giardino, con tutti i rami curvi per la neve, sembravano adorne di nuove pianete di gala. Levin andava per un viottolo verso il campo di pattinaggio, e diceva a se stesso: “Non bisogna agitarsi... bisogna star tranquilli. Perché? Come mai? Taci, sciocco” diceva rivolto al cuore. Ma quanto più cercava di calmarsi, tanto più gli si mozzava il respiro. Un amico lo incontrò e lo chiamò, ma Levin non riconobbe chi era. Si accostò alle montagne di ghiaccio sulle quali stridevano le catene delle piccole slitte rotolanti e risonavano voci allegre. Fece ancora alcuni passi, e davanti a lui si aprì il campo di pattinaggio e, subito, in mezzo a tutti quelli che pattinavano riconobbe lei.

Riconobbe che era là per la gioia e l'ansia che gli afferrarono il cuore. Lei stava in piedi, parlando con una signora, all'estremo opposto del campo. Non c'era nulla di particolare, almeno così sembrava, nell'abito suo e nella sua posa; ma per Levin era così facile riconoscere lei tra tanta gente, così come una pianta di rose fra le ortiche. Tutto prendeva luce da lei: era lei il sorriso che illuminava tutto, d'ogni intorno. “Ma potrò davvero scendere là sul ghiaccio, accostarmi?” pensò. Il luogo dove lei era gli sembrò un impenetrabile luogo sacro, e per un attimo fu sul punto di andarsene, tanta agitazione lo aveva preso. Dovette fare uno sforzo su se stesso e considerare che accanto a lei camminava gente di ogni specie e che anche lui poteva andare là a pattinare. Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole, ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare.

In quel giorno della settimana e a quell'ora si riunivano sul ghiaccio persone di uno stesso gruppo che si conoscevano fra di loro. C'erano i campioni del pattinaggio, che si esibivano con arte, e c'erano quelli che imparavano reggendosi alle sedie, con movimenti timidi e impacciati, e c'erano ragazzi e persone anziane che pattinavano per ragioni igieniche: tutti parvero a Levin persone elette e felici perché erano là, vicino a lei. I pattinatori, invece, sembravano sorpassarla con assoluta indifferenza, raggiungerla, parlare persino e divertirsi in modo del tutto indipendente da lei, profittando del ghiaccio ottimo e del buon tempo.

Nikolaj Šcerbackij, cugino di Kitty, in giacchetta corta e pantaloni stretti, sedeva su di una panchina, coi pattini ai piedi e, visto Levin, gli gridò:

— Olà, il primo pattinatore di Russia! Da quanto tempo siete qui? Ottimo ghiaccio, mettetevi i pattini.

— Non li ho neppure — rispose Levin, sorpreso di quell'ardire e di quella disinvoltura alla presenza di lei, che egli, anche senza guardare, non perdeva mai di vista. Sentiva che il sole si avvicinava. Ella era in un canto e, strette ad angolo ottuso le gambe sottili negli stivaletti, visibilmente incerta, gli pattinò incontro. Un ragazzo in costume russo, che gesticolava in maniera disperata e si piegava verso terra, la sorpassò. Ella non pattinava ancora del tutto sicura; e, cacciate le mani fuori del piccolo manicotto, sospeso a un cordone, le teneva pronte; guardando Levin che aveva riconosciuto, sorrideva a lui e alla propria timidezza. Superata la curva, si dette una leggera spinta con la gamba agile e pattinò diritta verso Šcerbackij; afferratasi a lui con la mano, fece, sorridendo, un cenno col capo a Levin. Era più bella di quanto non immaginasse.

Quando Levin la pensava poteva rappresentarsi al vivo tutta lei, e in particolare l'incanto di quella testina bionda dall'espressione infantile, limpida e buona, così graziosamente posata sulle spalle ben fatte di fanciulla. L'infantile espressione del viso congiunta alla bellezza sottile della figura formavano il suo incanto particolare, che egli aveva ben presente; ma quello che in lei lo colpiva sempre come cosa inattesa, era l'espressione degli occhi miti, tranquilli e schietti, e quel sorriso che trasportava Levin in un mondo magico nel quale si sentiva intenerito e placato, così come ricordava di essere stato nei pochi giorni felici della sua prima infanzia. — Da molto qui? — disse lei, dandogli la mano. — Grazie — aggiunse quando egli raccattò il fazzoletto cadutole dal manicotto.

— Io? io, da poco, ieri... quest'oggi, cioè... sono arrivato — rispose Levin non avendo capito subito la domanda per l'agitazione. — Volevo venire da voi — aggiunse, ma, ricordatosi subito con quale intenzione la cercava, si turbò e arrossì. — Non sapevo che pattinaste, ed anche bene.

Lei lo guardò con attenzione come se desiderasse capire la causa di quel turbamento.

— Bisogna tenerla in conto la vostra lode. Qui corre voce che siate il miglior pattinatore — disse lei, scotendo con la piccola mano inguantata gli aghi di brina che si erano posati sul manicotto.

— Già, una volta pattinavo con passione; volevo raggiungere la perfezione.

— Voi fate tutto con passione, a quanto pare — disse lei sorridendo. — Ho tanta voglia di vedere come pattinate. Mettetevi i pattini e andiamo a pattinare insieme.

“Pattinare insieme? È mai possibile?” pensò Levin guardandola.

— Me li infilo subito — disse.

E andò a mettersi i pattini.

— Da un pezzo non vi si vedeva, signore — disse l'uomo dei pattini alzandogli un piede e avvitando il tacco.— Dopo di voi, di signori, non ce n'è stato più nessuno in gamba. Va bene così? — diceva, stringendo le cinghie.

— Bene, bene, presto per favore — rispondeva Levin, trattenendo a stento il sorriso di felicità che gli appariva involontariamente sul viso. “Sì: ecco la vita — pensò — ecco la felicità. Insieme , ha detto lei, andiamo a pattinare insieme . Dirglielo ora? Ma, ecco perché ho paura di parlare, perché sono felice, felice sia pure di speranza... E allora? Ma si deve, si deve! Bando alla paura!”.

Levin si alzò, si tolse il soprabito e, correndo sul ghiaccio non levigato intorno al casotto, si lanciò di corsa sulla superficie liscia e pattinò senza sforzo, rallentando e dirigendo la corsa, come spinto solo dalla propria volontà. Le si accostò timido, ma di nuovo il sorriso di lei lo placò e rasserenò.

Gli dette la mano e si avviarono insieme aumentando l'andatura, e quanto più questa diveniva veloce tanto più forte ella stringeva la mano di lui. — Con voi avrei imparato più presto; non so perché, mi sento sicura con voi — gli disse.

— Ed anch'io mi sento sicuro quando voi vi appoggiate a me — disse lui; ma spaventato di quello che aveva detto, arrossì. E infatti, appena pronunziate quelle parole, fu come se il sole si fosse nascosto dietro le nuvole: il viso di lei perse la sua tenerezza, e Levin riconobbe il giuoco a lui noto del viso che rivelava lo sforzo del pensiero: sulla fronte spianata era apparsa una piccola ruga.

— C'è qualcosa che vi spiace? Ma già io non ho il diritto di chiedere — aggiunse in fretta.

— E perché no? No, non c'è nulla che mi spiaccia — rispose, fredda, lei, e aggiunse subito: — Non avete visto m.lle Linon? — Non ancora.

— Andate da lei, vi vuole tanto bene.

“Cos'è questo? L'ho contrariata. Signore, aiutami!” pensò Levin e corse verso la vecchia francese dai riccioli grigi, seduta sulla panchina. Costei l'accolse come un vecchio amico, mostrando nel sorriso i suoi denti finti. — Ecco, si cresce, non è vero? — gli disse indicando con gli occhi Kitty — e noi si invecchia. Tiny bear è già grande! — continuò la francese ridendo e ricordando lo scherzo sulle tre signorine ch'egli chiamava col nome dei tre orsacchiotti della fiaba inglese. — Ricordate, voi la chiamavate così?

Egli non ricordava proprio nulla, ma lei rideva e si compiaceva di questo scherzo da più di dieci anni.

— Su, su andate a pattinare. La nostra Kitty ha cominciato a pattinare bene, non è vero?

Quando Levin corse di nuovo verso Kitty, il viso di lei non era più severo, gli occhi guardavano sinceri e dolci, eppure a Levin parve che nella sua dolcezza ci fosse una particolare intonazione di calma voluta. E gliene venne tristezza. Dopo aver parlato un po' della vecchia governante, delle sue originalità, ella gli chiese della sua vita. — Non vi vien noia d'inverno, in campagna? — disse.

— No, niente noia, sono tanto occupato — disse lui sentendo d'essere soggiogato da quel tono calmo al quale non avrebbe avuto la forza di sottrarsi, proprio così com'era successo al principio dell'inverno. — Siete venuto per molto tempo? — gli chiese Kitty.

— Non lo so — rispose lui, senza pensare a quel che diceva. Gli era venuto in mente il pensiero che se si fosse avvezzato a quel tranquillo tono di amicizia, sarebbe di nuovo partito senza aver risolto nulla, e decise di opporvisi.

— Come, non lo sapete?

— Non so, dipende da voi — disse, ed ebbe subito paura delle proprie parole.

O ch'ella non avesse sentito quelle parole, o che non avesse voluto sentirle, certo sembrò inciampicare, batté due volte col piedino a terra e pattinò in fretta via da lui. Si avvicinò pattinando a m.lle Linon, le disse qualcosa e si diresse verso il casotto dove le signore toglievano i pattini.

“Dio mio, che ho fatto! Signore Iddio! Aiutami, guidami tu!” diceva Levin pregando e, sentendo nello stesso tempo un bisogno di moto violento, prendeva la rincorsa e disegnava giri esterni e interni.

In quel momento uno dei giovani, il più abile dei nuovi pattinatori, con la sigaretta in bocca, uscì dal caffè sui pattini e, presa la rincorsa, si slanciò giù per gli scalini, strepitando e saltellando. Era volato giù, e, senza cambiar neppure la libera posizione delle braccia, aveva ripreso a pattinar sul ghiaccio.

— Ah, ecco un esercizio nuovo — disse Levin, e corse subito a tentarlo.

— Volete ammazzarvi! Ci vuol allenamento! — gli gridò Nikolaj Šcerbackij.

Levin salì i gradini, prese la rincorsa quanto più poté dall'alto e si lanciò giù, mantenendosi in equilibrio con le braccia nel movimento insolito. Sull'ultimo scalino inciampò, ma, sfiorato appena il ghiaccio con la mano, fece un movimento brusco, si raddrizzò e, ridendo e pattinando, volò via. “Bravo, simpatico — pensò Kitty, uscendo in quel momento dal casotto con m.lle Linon e guardandolo con un sereno sorriso carezzevole, come un fratello al quale si vuol bene. — Possibile che io sia colpevole, possibile che abbia fatto qualcosa di male? Dicono: civetteria. Lo so che non amo lui, ma intanto con lui ci sto volentieri e lui è così bravo. Ma perché ha detto quella cosa?...” pensava.

Nel veder Kitty che andava via e la madre che la raggiungeva sulle scale, Levin, tutto rosso ancora per il movimento brusco che aveva fatto, si fermò a riflettere. Si tolse i pattini e raggiunse all'uscita madre e figlia. — Molto lieta di vedervi — disse la principessa. — Il giovedì, come sempre, riceviamo.

— Allora, oggi?

— Saremo molto lieti di vedervi — rispose asciutta la principessa.

Questo tono secco amareggiò Kitty, ed ella non poté trattenersi dall'attenuare la freddezza della madre. Girò la testa e con un sorriso disse:

— A rivederci.

In quel momento Stepan Arkad'ic, col cappello di traverso, il viso e gli occhi luccicanti, entrava nel giardino come un trionfatore. Ma, avvicinatosi alla suocera, rispose con viso contrito e confuso alle domande di lei sulla salute di Dolly. Dopo aver parlato a voce bassa e sommessa con la suocera, raddrizzò il torace e prese Levin sottobraccio.

— E allora, andiamo? — chiese. — Non ho fatto che pensare a te e sono molto contento che tu sia venuto — disse, guardandolo negli occhi con aria significativa.

— Andiamo, andiamo — rispose felice Levin che non cessava di ascoltare il tono della voce che aveva detto “a rivederci” e di vedere il sorriso col quale le parole erano state dette.

— All'“Inghilterra” o all'“Ermitage”? — Per me è lo stesso.

— Su, all'“Inghilterra” — disse Stepan Arkad'ic e scelse l'“Inghilterra” perché all'“Inghilterra” aveva un debito più grosso che non all'“Ermitage”, e riteneva suo dovere farsi vedere in quel ristorante. — Hai una vettura? Benissimo, perché ho rimandato indietro la mia.

Per tutta la strada gli amici tacquero. Levin pensava cosa potesse significare quel mutamento di espressione nel viso di Kitty, e ora rassicurava se stesso col dirsi che una speranza c'era, ora si abbandonava alla disperazione sembrandogli chiaro che la sua speranza fosse completamente insensata; intanto si sentiva tutto un altro uomo, non più simile a quello che era stato fino al sorriso di lei e fino alle parole “a rivederci”. Stepan Arkad'ic durante il percorso componeva la lista del pranzo. — Ti piace il rombo? — disse a Levin quando furono giunti.

— Che cosa? — domandò Levin. — Il rombo? Ah, sì, mi piace straordinariamente il rombo.

Parte Prima: Capitulo IX Part One: Chapter IX Primera parte: Capítulo IX Primeira parte: Capítulo IX

Alle quattro precise, col cuore che gli batteva, Levin scese dalla vettura al giardino zoologico e si incamminò per un viottolo verso le montagne di ghiaccio e verso il campo di pattinaggio dove era sicuro di trovare lei, perché all'ingresso aveva visto la carrozza degli Šcerbackij. Um Punkt vier Uhr stieg Levin mit klopfendem Herzen am Zoo aus dem Auto aus und ging eine Gasse hinunter in Richtung der Eisberge und der Eislaufbahn, wo er sicher war, sie zu finden, denn er hatte die Kutsche von Šcerbackij am Eingang gesehen. La giornata era chiara, gelida. Der Tag war klar und frostig. All'ingresso c'erano file e file di carrozze, slitte, vetturini e gendarmi. Am Eingang standen Reihen von Kutschen, Schlitten, Kutschern und Gendarmen. Una folla ben vestita, coi cappelli che luccicavano al sole forte, brulicava all'ingresso e per i viali ben spazzati, fra le casette russe dalle travi scolpite, mentre le vecchie betulle frondose del giardino, con tutti i rami curvi per la neve, sembravano adorne di nuove pianete di gala. Eine gut gekleidete Menschenmenge, deren Hüte in der starken Sonne glänzten, wimmelte am Eingang und entlang der gut gefegten Alleen, zwischen den russischen Häusern mit ihren geschnitzten Balken, während die alten, belaubten Birken im Garten, deren Äste vom Schnee gebogen waren, mit neuen Galakelchen geschmückt schienen. Levin andava per un viottolo verso il campo di pattinaggio, e diceva a se stesso: “Non bisogna agitarsi... bisogna star tranquilli. Levin ging eine Gasse hinunter in Richtung der Eislaufbahn und sagte zu sich selbst: "Man darf sich nicht aufregen.... man muss ruhig bleiben. Perché? Warum? Come mai? Wie kommt das? Taci, sciocco” diceva rivolto al cuore. Halt die Klappe, du Narr", sagte er und wandte sich an sein Herz. Ma quanto più cercava di calmarsi, tanto più gli si mozzava il respiro. Doch je mehr er versuchte, sich zu beruhigen, desto mehr stockte ihm der Atem. Un amico lo incontrò e lo chiamò, ma Levin non riconobbe chi era. Ein Freund traf ihn und rief ihn an, aber Levin erkannte nicht, wer es war. Si accostò alle montagne di ghiaccio sulle quali stridevano le catene delle piccole slitte rotolanti e risonavano voci allegre. Er näherte sich den Eisbergen, auf denen die Ketten der kleinen rollenden Schlitten kreischten und fröhliche Stimmen erklangen. Fece ancora alcuni passi, e davanti a lui si aprì il campo di pattinaggio e, subito, in mezzo a tutti quelli che pattinavano riconobbe lei. Er ging noch ein paar Schritte weiter, und vor ihm öffnete sich die Eislaufbahn, und sofort erkannte er sie inmitten der vielen Schlittschuhläufer.

Riconobbe che era là per la gioia e l'ansia che gli afferrarono il cuore. Er erkannte, dass er wegen der Freude und der Angst, die sein Herz ergriffen, dort war. Lei stava in piedi, parlando con una signora, all'estremo opposto del campo. Non c'era nulla di particolare, almeno così sembrava, nell'abito suo e nella sua posa; ma per Levin era così facile riconoscere lei tra tanta gente, così come una pianta di rose fra le ortiche. An ihrem Kleid und ihrer Haltung war nichts Besonderes, zumindest schien es so, aber es war so einfach für Levin, sie unter so vielen Menschen zu erkennen, wie eine Rosenpflanze unter Brennnesseln. Tutto prendeva luce da lei: era lei il sorriso che illuminava tutto, d'ogni intorno. Alles wurde von ihr erhellt: Sie war das Lächeln, das alles erleuchtete, überall. “Ma potrò davvero scendere là sul ghiaccio, accostarmi?” pensò. "Aber kann ich wirklich da unten auf dem Eis anhalten?", dachte er. Il luogo dove lei era gli sembrò un impenetrabile luogo sacro, e per un attimo fu sul punto di andarsene, tanta agitazione lo aveva preso. Der Ort, an dem sie sich befand, schien ihm ein undurchdringlicher heiliger Ort zu sein, und einen Moment lang war er kurz davor, ihn zu verlassen, so sehr hatte ihn die Aufregung gepackt. Dovette fare uno sforzo su se stesso e considerare che accanto a lei camminava gente di ogni specie e che anche lui poteva andare là a pattinare. Er musste sich selbst anstrengen und daran denken, dass alle möglichen Leute neben ihr liefen und dass auch er dort Schlittschuh laufen konnte. Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole, ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare. Er ging hinunter und vermied es lange, sie anzusehen, wie man es bei der Sonne tut, aber er sah sie, wie man die Sonne sieht, auch ohne hinzusehen.

In quel giorno della settimana e a quell'ora si riunivano sul ghiaccio persone di uno stesso gruppo che si conoscevano fra di loro. An diesem Wochentag und zu dieser Stunde versammelten sich Leute aus der gleichen Gruppe, die sich untereinander kannten, auf dem Eis. C'erano i campioni del pattinaggio, che si esibivano con arte, e c'erano quelli che imparavano reggendosi alle sedie, con movimenti timidi e impacciati, e c'erano ragazzi e persone anziane che pattinavano per ragioni igieniche: tutti parvero a Levin persone elette e felici perché erano là, vicino a lei. Es gab die Eislaufmeister, die mit Kunstfertigkeit liefen, und es gab diejenigen, die lernten, indem sie sich an Stühlen festhielten, mit zaghaften und unbeholfenen Bewegungen, und es gab Jungen und ältere Menschen, die aus hygienischen Gründen eisliefen: Sie alle erschienen Levin als auserwählte Menschen und glücklich, weil sie da waren, in ihrer Nähe. I pattinatori, invece, sembravano sorpassarla con assoluta indifferenza, raggiungerla, parlare persino e divertirsi in modo del tutto indipendente da lei, profittando del ghiaccio ottimo e del buon tempo. Die Schlittschuhläufer hingegen schienen völlig gleichgültig an ihr vorbeizuziehen, holten sie ein, unterhielten sich sogar und vergnügten sich völlig unabhängig von ihr, wobei sie das hervorragende Eis und das gute Wetter nutzten.

Nikolaj Šcerbackij, cugino di Kitty, in giacchetta corta e pantaloni stretti, sedeva su di una panchina, coi pattini ai piedi e, visto Levin, gli gridò: Nikolai Šcerbackij, Kittys Cousin, in kurzer Jacke und enger Hose, saß mit Schlittschuhen an den Füßen auf einer Bank und schrie Levin an, als er ihn sah:

— Olà, il primo pattinatore di Russia! - Olá, die erste Eisläuferin aus Russland! Da quanto tempo siete qui? Wie lange sind Sie schon hier? Ottimo ghiaccio, mettetevi i pattini. Tolles Eis, zieht eure Schlittschuhe an.

— Non li ho neppure — rispose Levin, sorpreso di quell'ardire e di quella disinvoltura alla presenza di lei, che egli, anche senza guardare, non perdeva mai di vista. - Ich habe sie nicht einmal", erwiderte Levin, überrascht über diese Kühnheit und Lässigkeit in ihrer Gegenwart, die er, ohne hinzusehen, nie aus den Augen verlor. Sentiva che il sole si avvicinava. Er spürte, wie sich die Sonne näherte. Ella era in un canto e, strette ad angolo ottuso le gambe sottili negli stivaletti, visibilmente incerta, gli pattinò incontro. Sie sang ein Lied und lief mit ihren schlanken Beinen, die in einem stumpfen Winkel in ihren Stiefeln steckten, sichtlich unsicher auf ihn zu. Un ragazzo in costume russo, che gesticolava in maniera disperata e si piegava verso terra, la sorpassò. Ein Junge in einem russischen Kostüm, der verzweifelt gestikulierte und sich zu Boden beugte, überholte sie. Ella non pattinava ancora del tutto sicura; e, cacciate le mani fuori del piccolo manicotto, sospeso a un cordone, le teneva pronte; guardando Levin che aveva riconosciuto, sorrideva a lui e alla propria timidezza. Sie war sich immer noch nicht ganz sicher; und indem sie ihre Hände aus dem kleinen, an einer Schnur aufgehängten Ärmel herauszog, hielt sie sie bereit; sie sah Levin an, den sie erkannte, und lächelte ihn und ihre eigene Schüchternheit an. Superata la curva, si dette una leggera spinta con la gamba agile e pattinò diritta verso Šcerbackij; afferratasi a lui con la mano, fece, sorridendo, un cenno col capo a Levin. Nachdem sie die Kurve passiert hatte, gab sie sich mit ihrem flinken Bein einen leichten Schubs und lief direkt auf Šcerbackij zu; sie ergriff seine Hand und nickte Levin lächelnd zu. Era più bella di quanto non immaginasse. Sie war noch schöner, als er es sich vorgestellt hatte.

Quando Levin la pensava poteva rappresentarsi al vivo tutta lei, e in particolare l'incanto di quella testina bionda dall'espressione infantile, limpida e buona, così graziosamente posata sulle spalle ben fatte di fanciulla. Wenn Levin an sie dachte, konnte er sich ihr ganzes Gesicht vorstellen, und vor allem den Zauber dieses kleinen blonden Kopfes mit seinem kindlichen Ausdruck, klar und gut, der so anmutig auf den wohlgeformten Schultern eines jungen Mädchens ruhte. L'infantile espressione del viso congiunta alla bellezza sottile della figura formavano il suo incanto particolare, che egli aveva ben presente; ma quello che in lei lo colpiva sempre come cosa inattesa, era l'espressione degli occhi miti, tranquilli e schietti, e quel sorriso che trasportava Levin in un mondo magico nel quale si sentiva intenerito e placato, così come ricordava di essere stato nei pochi giorni felici della sua prima infanzia. Der kindliche Gesichtsausdruck in Verbindung mit der subtilen Schönheit der Figur machte ihren besonderen Reiz aus, dessen war er sich wohl bewusst; aber was ihm immer als etwas Unerwartetes an ihr auffiel, war der Ausdruck der milden, ruhigen und offenen Augen und dieses Lächeln, das Levin in eine magische Welt versetzte, in der er sich weich und beruhigt fühlte, so wie er sich an die wenigen glücklichen Tage seiner frühen Kindheit erinnerte. — Da molto qui? - Sind Sie schon lange hier? — disse lei, dandogli la mano. - sagte sie und reichte ihm die Hand. — Grazie — aggiunse quando egli raccattò il fazzoletto cadutole dal manicotto. - Danke", fügte sie hinzu, während er das Taschentuch aufhob, das ihr aus dem Ärmel gefallen war.

— Io? io, da poco, ieri... quest'oggi, cioè... sono arrivato — rispose Levin non avendo capito subito la domanda per l'agitazione. Ich bin vor kurzem, gestern... heute, das heißt... angekommen", antwortete Levin, der die Frage vor Aufregung nicht sofort verstanden hatte. — Volevo venire da voi — aggiunse, ma, ricordatosi subito con quale intenzione la cercava, si turbò e arrossì. - Ich wollte zu dir kommen", fügte er hinzu, aber als er sich sofort daran erinnerte, in welcher Absicht er sie suchte, wurde er verlegen und errötete. — Non sapevo che pattinaste, ed anche bene. - Ich wusste nicht, dass du Schlittschuhlaufen kannst, und das auch noch gut.

Lei lo guardò con attenzione come se desiderasse capire la causa di quel turbamento. Sie sah ihn aufmerksam an, als wolle sie die Ursache für diese Störung verstehen.

— Bisogna tenerla in conto la vostra lode. - Ihr Lob muss berücksichtigt werden. Qui corre voce che siate il miglior pattinatore — disse lei, scotendo con la piccola mano inguantata gli aghi di brina che si erano posati sul manicotto. Man munkelt hier, dass du die beste Eisläuferin bist", sagte sie und schüttelte mit ihrer kleinen, behandschuhten Hand die Frostnadeln ab, die sich auf ihrem Ärmel festgesetzt hatten.

— Già, una volta pattinavo con passione; volevo raggiungere la perfezione. - Ja, ich bin früher mit Leidenschaft Schlittschuh gelaufen; ich wollte Perfektion erreichen.

— Voi fate tutto con passione, a quanto pare — disse lei sorridendo. - Sie machen alles mit Leidenschaft, wie es scheint", sagte sie und lächelte. — Ho tanta voglia di vedere come pattinate. - Ich möchte wirklich sehen, wie du skatest. Mettetevi i pattini e andiamo a pattinare insieme. Zieh deine Schlittschuhe an und lass uns gemeinsam Schlittschuhlaufen gehen.

“Pattinare insieme? "Zusammen Schlittschuhlaufen? È mai possibile?” pensò Levin guardandola. Ist das überhaupt möglich?", dachte Levin, als er sie ansah.

— Me li infilo subito — disse. - Ich ziehe sie sofort an", sagte er. - I'll put them on right away - he said.

E andò a mettersi i pattini. Dann zog er seine Schlittschuhe an. And he went to put on his skates.

— Da un pezzo non vi si vedeva, signore — disse l'uomo dei pattini alzandogli un piede e avvitando il tacco.— Dopo di voi, di signori, non ce n'è stato più nessuno in gamba. - Es ist eine Weile her, dass ich Sie gesehen habe, Sir", sagte der Schlittschuhläufer, hob seinen Fuß an und schraubte an der Ferse: "Nach Ihnen, meine Herren, war niemand mehr gut. - It's been a long time since we've seen you, sir," said the skate man, lifting his foot and screwing his heel down.-After you, of gentlemen, there was no one good. Va bene così? — diceva, stringendo le cinghie. - sagte er und zog seine Gurte fest.

— Bene, bene, presto per favore — rispondeva Levin, trattenendo a stento il sorriso di felicità che gli appariva involontariamente sul viso. - Ja, ja, bald bitte", antwortete Levin und konnte das Lächeln, das unwillkürlich auf seinem Gesicht erschien, kaum zurückhalten. - Well, well, soon please - Levin replied, barely holding back the smile of happiness that involuntarily appeared on his face. “Sì: ecco la vita — pensò — ecco la felicità. "Ja, hier ist das Leben", dachte er, "hier ist das Glück. Insieme , ha detto lei, andiamo a pattinare insieme . Gemeinsam, sagte sie, gehen wir Schlittschuhlaufen. Dirglielo ora? Es ihnen jetzt sagen? Ma, ecco perché ho paura di parlare, perché sono felice, felice sia pure di speranza... E allora? Aber deshalb habe ich Angst zu sprechen, denn ich bin glücklich, glücklich mit der Hoffnung.... Und nun? Ma si deve, si deve! Aber man muss, man muss! But one must, one must! Bando alla paura!”. Verbanne die Angst!" Banish fear!"

Levin si alzò, si tolse il soprabito e, correndo sul ghiaccio non levigato intorno al casotto, si lanciò di corsa sulla superficie liscia e pattinò senza sforzo, rallentando e dirigendo la corsa, come spinto solo dalla propria volontà. Levin stand auf, zog seinen Mantel aus und lief auf dem ungeschliffenen Eis um die Hütte herum, stürzte sich auf die glatte Oberfläche und lief mühelos, verlangsamte und lenkte seinen Lauf, als würde er nur von seinem eigenen Willen angetrieben. Levin stood up, took off his overcoat and, running on the unpolished ice around the shed, hurriedly launched himself onto the smooth surface and skated effortlessly, slowing down and directing his run, as if driven only by his own will. Le si accostò timido, ma di nuovo il sorriso di lei lo placò e rasserenò. Er näherte sich ihr schüchtern, aber ihr Lächeln beruhigte ihn wieder. Se acercó a ella con timidez, pero de nuevo su sonrisa lo calmó y lo animó.

Gli dette la mano e si avviarono insieme aumentando l'andatura, e quanto più questa diveniva veloce tanto più forte ella stringeva la mano di lui. Sie reichte ihm ihre Hand, und sie machten sich gemeinsam auf den Weg, wobei sie ihr Tempo steigerten, und je schneller sie wurde, desto fester drückte sie seine Hand. She gave him her hand and they set off together increasing their gait, and the faster it became the harder she squeezed his hand. — Con voi avrei imparato più presto; non so perché, mi sento sicura con voi — gli disse. - Mit dir würde ich schneller lernen; ich weiß nicht warum, ich fühle mich bei dir sicher", sagte sie ihm.

— Ed anch'io mi sento sicuro quando voi vi appoggiate a me — disse lui; ma spaventato di quello che aveva detto, arrossì. - Und ich fühle mich auch sicher, wenn du dich an mich lehnst", sagte er, aber vor Angst über das, was er gesagt hatte, errötete er. E infatti, appena pronunziate quelle parole, fu come se il sole si fosse nascosto dietro le nuvole: il viso di lei perse la sua tenerezza, e Levin riconobbe il giuoco a lui noto del viso che rivelava lo sforzo del pensiero: sulla fronte spianata era apparsa una piccola ruga. Und tatsächlich, kaum waren diese Worte ausgesprochen, war es, als hätte sich die Sonne hinter den Wolken versteckt: ihr Gesicht verlor seine Zartheit, und Levin erkannte das vertraute Spiel des Gesichts, das die Anstrengung des Denkens verriet: eine kleine Falte war auf ihrer abgeflachten Stirn erschienen. And in fact, as soon as he spoke those words, it was as if the sun had hidden behind the clouds: her face lost its tenderness, and Levin recognized the familiar play of his face that revealed the effort of thought: on the forehead it was plain a small wrinkle appeared.

— C'è qualcosa che vi spiace? - Gibt es etwas, das Sie stört? - Is there anything you mind? Ma già io non ho il diritto di chiedere — aggiunse in fretta. Aber ich habe ohnehin kein Recht zu fragen", fügte er schnell hinzu.

— E perché no? - Und warum nicht? No, non c'è nulla che mi spiaccia — rispose, fredda, lei, e aggiunse subito: — Non avete visto m.lle Linon? Nein, ich habe nichts dagegen", antwortete sie kalt und fügte schnell hinzu: "Haben Sie Frau Linon nicht gesehen? — Non ancora. - Noch nicht.

— Andate da lei, vi vuole tanto bene. - Geh zu ihr, sie liebt dich so sehr.

“Cos'è questo? "Was ist das? L'ho contrariata. Ich sah sie stirnrunzelnd an. I frowned at her. Signore, aiutami!” pensò Levin e corse verso la vecchia francese dai riccioli grigi, seduta sulla panchina. Herr, hilf mir!", dachte Levin und lief auf die alte Französin mit den grauen Locken zu, die auf der Bank saß. Lord, help me!" thought Levin and ran toward the old French woman with gray curls, sitting on the bench. Costei l'accolse come un vecchio amico, mostrando nel sorriso i suoi denti finti. Sie begrüßte ihn wie einen alten Freund und zeigte dabei ihre falschen Zähne. Costei greeted him like an old friend, showing his false teeth in his smile. — Ecco, si cresce, non è vero? - So, du wirst erwachsen, nicht wahr? - There, you grow up, don't you? — gli disse indicando con gli occhi Kitty — e noi si invecchia. - sagte sie ihm und deutete mit ihren Augen auf Kitty - und wir werden alt. Tiny bear è già grande! Der kleine Bär ist schon groß! — continuò la francese ridendo e ricordando lo scherzo sulle tre signorine ch'egli chiamava col nome dei tre orsacchiotti della fiaba inglese. - fuhr die Französin lachend fort und erinnerte sich an den Witz über die drei jungen Damen, die er nach den drei Teddybären aus dem englischen Märchen benannt hatte. - continued the Frenchwoman laughing and remembering the joke about the three young ladies whom he named after the three teddy bears in the English fairy tale. — Ricordate, voi la chiamavate così? - Erinnern Sie sich noch daran, dass Sie es früher so nannten?

Egli non ricordava proprio nulla, ma lei rideva e si compiaceva di questo scherzo da più di dieci anni. Er erinnerte sich an nichts, aber sie lachte und hatte mehr als zehn Jahre lang Freude an diesem Scherz. He did not remember anything at all, but she had been laughing and delighting in this joke for more than ten years.

— Su, su andate a pattinare. - Los, gehen Sie Schlittschuhlaufen. - Go on, go skate. La nostra Kitty ha cominciato a pattinare bene, non è vero? Unsere Kitty hat angefangen, gut zu laufen, nicht wahr?

Quando Levin corse di nuovo verso Kitty, il viso di lei non era più severo, gli occhi guardavano sinceri e dolci, eppure a Levin parve che nella sua dolcezza ci fosse una particolare intonazione di calma voluta. Als Levin zu Kitty zurücklief, war ihr Gesicht nicht mehr streng, ihre Augen sahen aufrichtig und lieblich aus, und doch schien es Levin, als läge in ihrer Sanftheit ein besonderer Tonfall absichtlicher Ruhe. When Levin ran back to Kitty, her face was no longer stern, her eyes looked sincere and sweet, yet it seemed to Levin that in her gentleness there was a particular intonation of intentional calm. E gliene venne tristezza. Und Traurigkeit überkam ihn. And sadness came to him. Dopo aver parlato un po' della vecchia governante, delle sue originalità, ella gli chiese della sua vita. Nachdem sie ein wenig über die alte Haushälterin und ihre Originalität gesprochen hatte, fragte sie ihn nach seinem Leben. After talking a bit about the old housekeeper, her originality, she asked him about his life. — Non vi vien noia d'inverno, in campagna? - Wird es Ihnen im Winter auf dem Land nicht langweilig? - Don't you get bored in winter in the countryside? — disse. - sagte.

— No, niente noia, sono tanto occupato — disse lui sentendo d'essere soggiogato da quel tono calmo al quale non avrebbe avuto la forza di sottrarsi, proprio così com'era successo al principio dell'inverno. - Nein, keine Langeweile, ich bin so beschäftigt", sagte er und fühlte sich von diesem ruhigen Ton, aus dem er nicht die Kraft hatte zu entkommen, unterdrückt. - No, no boredom, I am so busy - he said, feeling that he was subjugated by that calm tone from which he would not have the strength to escape, just as it had happened at the beginning of the winter. — Siete venuto per molto tempo? - Warst du lange Zeit hier? — gli chiese Kitty. - fragte Kitty ihn.

— Non lo so — rispose lui, senza pensare a quel che diceva. - Ich weiß es nicht", antwortete er, ohne darüber nachzudenken, was er sagte. Gli era venuto in mente il pensiero che se si fosse avvezzato a quel tranquillo tono di amicizia, sarebbe di nuovo partito senza aver risolto nulla, e decise di opporvisi. Ihm kam der Gedanke, dass er, wenn er sich an diesen ruhigen Ton der Freundschaft gewöhnte, wieder gehen würde, ohne etwas beschlossen zu haben, und er beschloss, sich dagegen zu wehren. The thought had occurred to him that if he became accustomed to that quiet tone of friendship, he would again leave without having resolved anything, and he decided to oppose it.

— Come, non lo sapete? - Was soll das heißen, Sie wissen es nicht? - What, you don't know?

— Non so, dipende da voi — disse, ed ebbe subito paura delle proprie parole. - Ich weiß nicht, das hängt von dir ab", sagte er und erschrak sofort über seine eigenen Worte. - I don't know, it depends on you - he said, and was immediately afraid of his own words.

O ch'ella non avesse sentito quelle parole, o che non avesse voluto sentirle, certo sembrò inciampicare, batté due volte col piedino a terra e pattinò in fretta via da lui. Ob sie diese Worte nicht gehört hatte oder nicht hören wollte, sie schien jedenfalls zu stolpern, stampfte zweimal mit dem Fuß auf den Boden und lief schnell von ihm weg. Either that she had not heard those words, or that she had not wanted to hear them, she certainly seemed to stumble, tapped her little foot on the ground twice, and skated quickly away from him. Si avvicinò pattinando a m.lle Linon, le disse qualcosa e si diresse verso il casotto dove le signore toglievano i pattini. Er lief zu Frau Linon, sagte etwas zu ihr und ging in Richtung des Schuppens, wo die Damen ihre Schlittschuhe auszogen. He skated up to m.lle Linon, said something to her, and headed toward the shed where the ladies were taking off their skates.

“Dio mio, che ho fatto! "Mein Gott, was habe ich getan! Signore Iddio! Herr Gott! Lord God! Aiutami, guidami tu!” diceva Levin pregando e, sentendo nello stesso tempo un bisogno di moto violento, prendeva la rincorsa e disegnava giri esterni e interni. Hilf mir, führe mich", sagte Levin betend, und da er gleichzeitig ein heftiges Bedürfnis nach Bewegung verspürte, nahm er Anlauf und zeichnete äußere und innere Kreise. Help me, guide me you!" said Levin praying and, feeling at the same time a need for violent motion, he took the chase and drew outer and inner turns.

In quel momento uno dei giovani, il più abile dei nuovi pattinatori, con la sigaretta in bocca, uscì dal caffè sui pattini e, presa la rincorsa, si slanciò giù per gli scalini, strepitando e saltellando. In diesem Moment kam einer der Jugendlichen, der geschickteste der neuen Schlittschuhläufer, mit einer Zigarette im Mund auf seinen Schlittschuhen aus dem Café und sprintete mit Anlauf die Treppe hinunter, schreiend und springend. At that moment, one of the young men, the most skilled of the new skaters, with a cigarette in his mouth, came out of the café on skates and, taking a run-up, sprinted down the steps, screeching and jumping. Era volato giù, e, senza cambiar neppure la libera posizione delle braccia, aveva ripreso a pattinar sul ghiaccio. Er war nach unten geflogen und hatte, ohne auch nur die freie Position seiner Arme zu verändern, das Schlittschuhlaufen auf dem Eis wieder aufgenommen. He had flown down, and, without even changing the free position of his arms, had resumed skating on the ice.

— Ah, ecco un esercizio nuovo — disse Levin, e corse subito a tentarlo. - Ah, hier ist eine neue Übung", sagte Levin und rannte sofort los, um sie auszuprobieren. - Ah, here is a new exercise - Levin said, and immediately ran to try it.

— Volete ammazzarvi! - Ihr wollt euch umbringen! Ci vuol allenamento! Das erfordert Übung! It takes training! — gli gridò Nikolaj Šcerbackij. - rief Nikolai Šcerbackij ihm zu.

Levin salì i gradini, prese la rincorsa quanto più poté dall'alto e si lanciò giù, mantenendosi in equilibrio con le braccia nel movimento insolito. Levin stieg die Stufen hinauf, nahm von oben so viel Anlauf wie möglich und warf sich hinunter, wobei er seine Arme in der ungewöhnlichen Bewegung balancierte. Levin climbed the steps, took as much of a run-up as he could from above and launched himself down, keeping his arms balanced in the unusual movement. Sull'ultimo scalino inciampò, ma, sfiorato appena il ghiaccio con la mano, fece un movimento brusco, si raddrizzò e, ridendo e pattinando, volò via. Auf der letzten Stufe stolperte er, doch kaum hatte er mit der Hand das Eis berührt, machte er eine plötzliche Bewegung, richtete sich auf und flog lachend und schlittschuhlaufend davon. On the last step he stumbled, but, barely brushing the ice with his hand, he made a sudden movement, straightened up and, laughing and skating, flew off. “Bravo, simpatico — pensò Kitty, uscendo in quel momento dal casotto con m.lle Linon e guardandolo con un sereno sorriso carezzevole, come un fratello al quale si vuol bene. Gut gemacht, mein Guter", dachte Kitty, die in diesem Moment mit M.lle Linon aus dem Haus ging und ihn mit einem ruhigen, zärtlichen Lächeln ansah, wie einen Bruder, den man liebt. "Bravo, nice guy - thought Kitty, coming out of the cottage at that moment with m.lle Linon and looking at him with a serene caressing smile, like a brother one loves. — Possibile che io sia colpevole, possibile che abbia fatto qualcosa di male? - Könnte es sein, dass ich schuldig bin, könnte es sein, dass ich etwas falsch gemacht habe? - Could it be that I am guilty, could it be that I have done something wrong? Dicono: civetteria. Sie sagen: Koketterie. They say: coquetry. Lo so che non amo lui, ma intanto con lui ci sto volentieri e lui è così bravo. Ich weiß, dass ich ihn nicht liebe, aber in der Zwischenzeit bin ich glücklich mit ihm und er ist so gut. I know I don't love him, but meanwhile I'm happy with him and he's so good. Ma perché ha detto quella cosa?...” pensava. Aber warum hat er das gesagt?...', dachte er. But why did he say that thing?..." he thought.

Nel veder Kitty che andava via e la madre che la raggiungeva sulle scale, Levin, tutto rosso ancora per il movimento brusco che aveva fatto, si fermò a riflettere. Als er sah, wie Kitty ging und seine Mutter zu ihr auf die Treppe kam, hielt Levin, noch immer rot von der plötzlichen Bewegung, die er gemacht hatte, inne und dachte nach. As he saw Kitty leaving and his mother joining her on the stairs, Levin, all red still from the abrupt movement he had made, paused to reflect. Si tolse i pattini e raggiunse all'uscita madre e figlia. Er zog seine Schlittschuhe aus und begleitete Mutter und Tochter zum Ausgang. He took off his skates and joined mother and daughter at the exit. — Molto lieta di vedervi — disse la principessa. - Ich freue mich sehr, dich zu sehen", sagte die Prinzessin. — Il giovedì, come sempre, riceviamo. - Donnerstags empfangen wir wie immer. - On Thursdays, as always, we receive.

— Allora, oggi? - Also, heute? - So today?

— Saremo molto lieti di vedervi — rispose asciutta la principessa. - Wir werden uns sehr freuen, Sie zu sehen", antwortete die Prinzessin trocken. - We will be very glad to see you - replied the princess dryly.

Questo tono secco amareggiò Kitty, ed ella non poté trattenersi dall'attenuare la freddezza della madre. Dieser trockene Ton verbitterte Kitty, und sie konnte es nicht unterlassen, die Kälte ihrer Mutter zu mildern. This dry tone embittered Kitty, and she could not refrain from softening her mother's coldness. Girò la testa e con un sorriso disse: Er drehte den Kopf und sagte mit einem Lächeln: He turned his head and with a smile said:

— A rivederci. - Auf Wiedersehen.

In quel momento Stepan Arkad'ic, col cappello di traverso, il viso e gli occhi luccicanti, entrava nel giardino come un trionfatore. In diesem Moment betrat Stepan Arkad'ic mit schief sitzendem Hut, glitzerndem Gesicht und Augen den Garten wie ein triumphierender Mann. At that moment Stepan Arkad'ic, with his hat askew, his face and eyes glittering, entered the garden like a triumphant man. Ma, avvicinatosi alla suocera, rispose con viso contrito e confuso alle domande di lei sulla salute di Dolly. Doch als er sich seiner Schwiegermutter näherte, beantwortete er ihre Fragen nach Dollys Gesundheit mit einem zerknirschten und verwirrten Gesicht. But as he approached his mother-in-law, he responded with a contrite and confused face to her questions about Dolly's health. Dopo aver parlato a voce bassa e sommessa con la suocera, raddrizzò il torace e prese Levin sottobraccio. Nachdem er mit leiser, gedämpfter Stimme zu seiner Schwiegermutter gesprochen hatte, richtete er seine Brust auf und nahm Levin unter den Arm. After speaking in a low, hushed voice to her mother-in-law, she straightened her chest and took Levin under her arm.

— E allora, andiamo? - Also, sollen wir gehen? - So, shall we go? — chiese. - Kirchen. — Non ho fatto che pensare a te e sono molto contento che tu sia venuto — disse, guardandolo negli occhi con aria significativa. - Ich habe nur an dich gedacht, und ich bin sehr froh, dass du gekommen bist", sagte sie und sah ihm bedeutungsvoll in die Augen. - I've been thinking about you all the time, and I'm very glad you came," she said, looking meaningfully into his eyes.

— Andiamo, andiamo — rispose felice Levin che non cessava di ascoltare il tono della voce che aveva detto “a rivederci” e di vedere il sorriso col quale le parole erano state dette. - Gehen wir, gehen wir", antwortete Levin fröhlich, der nicht aufhörte, den Tonfall der Stimme zu hören, die "Wir sehen uns wieder" gesagt hatte, und das Lächeln zu sehen, mit dem die Worte ausgesprochen worden waren. - Let's go, let's go - happily replied Levin who did not cease to listen to the tone of the voice that had said "see you again" and to see the smile with which the words had been said.

— All'“Inghilterra” o all'“Ermitage”? - Nach 'England' oder in die 'Eremitage'? — Per me è lo stesso. - Für mich ist es dasselbe.

— Su, all'“Inghilterra” — disse Stepan Arkad'ic e scelse l'“Inghilterra” perché all'“Inghilterra” aveva un debito più grosso che non all'“Ermitage”, e riteneva suo dovere farsi vedere in quel ristorante. - Nach oben, nach 'England', sagte Stepan Arkad'ic, und er wählte 'England', weil er in 'England' mehr Schulden hatte als in der 'Eremitage', und er hielt es für seine Pflicht, in diesem Restaurant aufzutauchen. - Up, to "England"-Stephan Arkad'ic said, and he chose "England" because at "England" he owed more than at the "Hermitage," and he felt it was his duty to show up at that restaurant. — Hai una vettura? - Haben Sie ein Auto? - Do you have a car? Benissimo, perché ho rimandato indietro la mia. Gut, denn ich habe meine zurückgeschickt. Very good, because I sent mine back.

Per tutta la strada gli amici tacquero. Während der ganzen Zeit schwiegen die Freunde. All along the way the friends were silent. Levin pensava cosa potesse significare quel mutamento di espressione nel viso di Kitty, e ora rassicurava se stesso col dirsi che una speranza c'era, ora si abbandonava alla disperazione sembrandogli chiaro che la sua speranza fosse completamente insensata; intanto si sentiva tutto un altro uomo, non più simile a quello che era stato fino al sorriso di lei e fino alle parole “a rivederci”. Levin dachte darüber nach, was der veränderte Gesichtsausdruck von Kitty bedeuten könnte, und jetzt beruhigte er sich selbst, indem er sich sagte, dass es Hoffnung gab, jetzt gab er sich der Verzweiflung hin, als ihm klar wurde, dass seine Hoffnung völlig sinnlos war; inzwischen fühlte er sich wie ein ganz anderer Mensch, nicht mehr der, der er bis zu ihrem Lächeln und den Worten "Wir sehen uns wieder" gewesen war. Levin thought about what that change of expression in Kitty's face could mean, and now he reassured himself by telling himself that there was hope, now he indulged in despair by seeming clear to him that his hope was completely foolish; meanwhile he felt like a different man altogether, no longer like what he had been until her smile and until the words "see you again." Stepan Arkad'ic durante il percorso componeva la lista del pranzo. Stepan Arkad'ic stellte unterwegs seine Essensliste zusammen. Stepan Arkad'ic on the way composed the lunch list. — Ti piace il rombo? - Mögen Sie das Rumpeln? - Do you like the rumble? — disse a Levin quando furono giunti. - sagte Levin, als sie ankamen. - said to Levin when they arrived.

— Che cosa? - Wie? — domandò Levin. - fragte Levin. — Il rombo? - Das Rumpeln? - The rumble? Ah, sì, mi piace straordinariamente il rombo. Ah, ja, das Rumpeln gefällt mir außerordentlich gut. Ah, yes, I extraordinarily like the rumble.