Lanci Digitali: Come Fare Sold Out in Poche Ore 😳 - YouTube
[Musica] Benvenute a una nuovissima puntata di Impact Girl, il podcast
dedicato alla crescita professionale e imprenditoriale femminile tutta italiana.
Oggi ho il grande piacere di essere qui con Cinzia Ferrari, conosciuta anche come Cinzia
la bambolaia che è una Biz Girl quindi è un'imprenditrice digitale ma anche non,
è un'imprenditrice a 360 gradi che ho avuto il privilegio di poter conoscere all'interno
della membership di Biz-academy circa tre anni fa ormai, insomma siamo di casa!
Ciao Cinzia e benvenuta!
Cinzia: Ciao Cecilia, grazie per avermi invitata!
Cecilia: è un grande piacere averti qui Cinzia perché nel corso di questi anni insieme hai
raggiunto dei numeri che, onestamente sapevo che avresti fatto grandi numeri ma quando poi
li ho visti e li continuo a vedere in crescita mi lasciano esterrefatta! E da lì che vorrei
partire prima ancora di chiederti di descrivere alle ragazze che sono in ascolto che cosa fai,
perché è una cosa molto particolare ed è la prova vivente insomma che il digitale
si applica con successo quasi ad ogni settore ad ogni nicchia. Ma prima ancora
mi piacerebbe proprio che ci condividessi da un punto di vista di risultato tangibile
e concreto dove sei partita, circa tre anni fa, e che i numeri fai oggi Cinzia.
Cinzia: Allora, io sono partita nel 2018 con un grande sogno e un piccolo sito e basta, niente,
zero. Non avevo clienti, ho aperto una pagina su Facebook che c'ero io e qualche mia amica e ho
cominciato da lì, da dove praticamente cominciano tutti quanti, da zero. Dal 2018 sono due anni e
mezzo io adesso ho il mio sito che mi fa in media 5 mila visite al mese, ho sempre quella pagina
Facebook che ha superato le 50 mila follower, ho una newsletter che nutro tutti i giorni che
mi cresce di circa 400 persone ogni mese.. e in realtà ecco questi qua sono i miei numeri
Cecilia: E non fai sponsorizzate, questa è una cosa che ci tenevo a sottolineare,
quindi tutto nato organicamente che è una cosa che oggi viene considerata quasi un miraggio
perché c'è l'algoritmo, perché bisogna investire chissà quanti soldi in campagne di advertising,
certo quelle possono aiutare però ancora una volta questa è la prova che addirittura in un settore
così una micro nicchia come la tua che è un nicchio della nicchia della nicchia della nicchia
insomma si possono ottenere risultati. Ecco, tu descrivi tuoi numeri con grande nonchalance e
un po' di timidezza ma sottolineo che sono numeri da capogiro, sono numeri pazzeschi soprattutto se
consideriamo appunto che non vengono supportati da una strategia di advertising quindi di pubblicità
a pagamento. Ma c'è anche un altro dato che è molto recente, che mi condividevi appunto
condividevi in realtà nel gruppo insieme a tutte le Biz girls qualche qualche settimana fa qualche
giorno fa relativo al tuo ultimo lancio, che di fatto non è stato come dicevi nemmeno un lancio,
perché è stato un sold out prima ancora che lancio ufficiale iniziasse giusto?
Cinzia: Sì, io avevo avevo creato un corso nuovo e avevo preparato,
perché io lavoro in un piccolo ufficio non hanno grandi spazi non ho.. allora
ho bisogno di materiali per il mio lavoro poi dopo andrò a spiegare e avevo 200 corsi che
potevo vendere. Ho fatto una diretta con le mie ragazze spiegando quello che sarebbe successo,
ho programmato due post di numero su Facebook e ho venduto tutto.
Cecilia: Duecento, no?
Cinzia: Duecento. Duecento scatolette con i miei kit. Pensavo che ne avrei vendute in prevendita 40
se fosse andato bene, 50.. Ne ho vendute 200 e ho dovuto, visto che voglio essere veloce a spedire,
ho passato le notti a impacchettare e tante delle mie amiche Biz Girl mi
facevano coraggio, mi mandavano dei messaggi di incoraggiamento e ho dovuto stoppare il funnel,
ho dovuto stoppare il lancio vero e proprio che sarebbe partito da lì a una settimana
perché avevo finito tutto e ho dovuto mettere sold out nel sito perché avrei venduto di più.
Cecilia: Ti sei trovata di fronte al problema che tutte vorremmo avere cioè il fatto di avere
un risultato talmente oltre ogni aspettativa che devi decidere cosa fare in uno scenario
che non avevi minimamente preventivato. Ma anche su questo torneremo verso la fine di
questa nostra chiacchierata insieme perché c'è qualcosa che tu hai fatto che può essere
portato a casa da chi ci sta ascoltando e replicato ma prima facciamo un passo
indietro e anticipo anche che andremo a fare una sorta di reverse engineering,
non mi viene mai un'espressione italiana che possa in qualche modo descrivere quest'epressione, ma..
Cinzia: un processo inverso
Cecilia: Processo inverso, esatto, andremo proprio fare a ritroso a recuperare quali
sono state sei tappe cruciali che col senno di poi, unendo i punti, riesci a poter dire
ok sono stati delle pietre miliari che hanno mi hanno permesso di arrivare a questi numeri,
che tra l'altro ricordo che ci ascolta sono numeri che tu hai acquisito gradualmente fino poi ad
arrivare a una situazione come quella appunto che stavi descrivendo dove proprio sono sono esplosi,
quindi andremo a vedere anche questo. Però prima, un piccolo passo indietro,
spiegarci che cosa fai, qual è la sua mission, perché è veramente più unica che rara.
Cinzia: Allora io sono una bambolaia e maestra di bambole. Ho inventato un metodo che si chiama la
via delle bambole, lavoro con le donne e le mie donne hanno un'età che parte dai 50 anni fino
andare in su. Quindi parlo con delle persone con cui non tutti parlano. È un target forse un poì
trascurato. E loro sono proprio la mia forza. Io a loro insegno a ricucirsi attraverso una
bambola perché è arrivano in un'età dove ormai i figli sono grandi, hanno passato una vita nella
cura e la loro funzione di cura primaria si sgretola a quel punto lì, e rimangono sole
davanti a loro stesse tante per la prima volta nella loro vita. E allora lì si incrociano le
nostre strade spesso e io ripropongo loro di prendersi in mano loro stesse attraverso un ago,
un filo, un pochino di maglina di cotone, un ciuffo di lana niente materiali speciali,
niente di particolare anche cose che possono trovare in casa ma che comunque anch'io gli offro
e cucendo una piccola loro stessa è un viaggio che fanno. Insieme a me facciamo un esperienza,
un viaggio all'interno di loro stesse a riscoprire quella bambina che le porta
a ripensare a quello che desiderano e quello che vogliono fare nella loro vita.
Cecilia: questo è bellissimo e mi piacerebbe, anche se toglie un po' della magia di quello che
hai raccontato, però estrapolare diciamo così una sorta di principio strategico che tu hai messo in
atto molto prima in realtà che poi ne parlassimo all'interno di Biz-academy perché ne abbiamo
parlato di recente però che di fatto è un elemento chiave per un brand che possa distinguersi e cioè
il fatto di aver ben chiara la propria mission e tu l'hai descritta senza indugio senza esitazione
in pochissimi secondi, nemmeno minuti, quindi riuscire proprio a dire a spiegare tra l'altro ad
un bambino, riuscire a spiegare la propria mission l'intenzione che c'è dietro al proprio brand,
al di là del prodotto che si vende. Perché tu non non proponi bambole, tu proponi una trasformazione
interiore, la cosa che va ben oltre il fatto della bambola in sé e sé. E lo riesci a spiegare con una
semplicità che potrebbe essere compresa anche da un bambino e questo è un elemento chiave per un
brand che possa effettivamente essere compreso. E l'altra cosa che ti distingue molto da un punto di
vista appunto se dovessi estrapolare diciamo così una strategia utile a chi ci ascolta,
è un unico argomento di vendita che ti rende assolutamente unica appunto non a caso nella
tua nicchia. Proprio perché unisce ad un aspetto se vogliamo passami il termine “banale” che è
quello di prendere ago e filo e mettersi a cucire qualcosa, ci sono tutti i workshop
di patch work o quant'altro che in realtà magari sono semplicemente workshop di patch work perché
la cosa finisce lì. Tu invece sei andata ben oltre e hai capito che succede qualcosa,
si innesca qualcosa di positivo e di utile quando appunto una delle due ragazze prende
in mano ago e filo per la prima volta e crea la sua mini me, come la chiami la
versione bambola di sè e questo è assolutamente straordinario. E questo quindi va a premessa dei
sei step che andremo a vedere insieme e che a ritroso sai di aver aver fatto la differenza.
Allora iniziamo appunto con questi passi che mi raccomando chi è in ascolto,
prendete appunti perché sono passi non soltanto teorici ma che andremo poi ad approfondire nel
concreto e che dovete non potete mettere in atto subito nella vostra attività.
Cinzia: Si, quello che mi sento di dire è che non si costruiscono per caso i numeri, le persone,
quello che succede. Può succedere qualcosa anche a livello fortuito ma ci deve essere
tanto tanto impegno e tanta costanza. Quindi la costanza è un po' come il sale su tutti gli altri
gli ingredienti che andremo a dire no in questo momento. Sicuramente una cosa che mi ha aiutata
molto a essere riconoscibile, a essere trovata è la costanza nello scrivere e nel popolare il mio
blog. È da due anni che ogni lunedì esce un nuovo articolo. E tante persone mi dicono ma tu riesci
a scrivere? ..scrivendo solo di bambole, io scrivo solo di bambole e parlo solo di
bambole. Le persone si stupiscono “ma come fai a scrivere sempre e solo di questo argomento?”
Perché quando hai una competenza, io sono dieci anni che faccio bambole non ho difficoltà,
non ho difficoltà a scrivere, è molto molto semplice. Quindi le mie ragazze come le
chiamo io sanno che ogni lunedì cominciano la settimana leggendo l'articolo del mio blog,
che io gli faccio trovare già pronto il lunedì mattina alle 6 che loro si svegliano presto,
hanno già il loro articolo li faccio compagnia mentre facciamo colazione..
Cecilia: Voglio specificare una cosa Cinzia, le ragazze che ricevono il tuo articolo non
sono soltanto clienti, tu stai parlando di tutto il tuo bacino di iscritte quindi
alla newsletter e tra l'altro questa cosa mi piace moltissimo perché proprio a tra
poco uscira il training dedicato al blogging masterclass all'interno di Biz-Academy e non
vedo l'ora perché già il tuo blog funziona e così lo facciamo proprio esplodere definitivamente che
poi però dobbiamo anticipare eventuali numeroni! Ma appunto un'altra cosa importante che estrapolo
da quello che hai detto è se scegli il tema in cui diciamo che unisce la tua passione alla
tua competenza, è difficile esaurire le idee. Non sempre siamo così fortunate magari stiamo
esplorando una strada che di cui non siamo proprio convinte.. io sono una grande fan del testare
dell'esplorare perchè se aspettiamo la passione fulminante potremmo aspettare una vita intera,
e quindi magari facciamo un po' di fatica per trovare dei temi utili.. però per questo bisogna
essere dentro a Biz-academy perchè parleremo proprio di questo all'interno del nostro training.
Ti lascio invece andare alla seconda tappa che a tuo avviso è stata cruciale. Secondo un altro
ingrediente è la presenza cioè essere presente nel senso che non io ho cercato di non nella settimana
creativa condivi nei social nelle email 200 idee e 200 post e poi dopo sparisci. E le persone non
sanno più dove trovarti. Quindi gestire bene le energie, gestire bene le energie in modo da
esserci sempre, garantire la giusta presenza. Rispondere ai messaggi, rispondere ai commenti,
ascoltarle quando hanno bisogno perché per me era un assetto preziosissimo,
per me è preziosissimo quando loro hanno voglia di fare delle chiacchiere con me, perché mi
chiedono quello che desiderano e io glielo realizzo ed è già venduto per chi lo vogliono.
Cecilia: E questo da solo vale ecco.. se c'è una cosa che vi suggerisco ragazze all'ascolto
di portarvi via da questa puntata.. questo tra le tante tappe queste in assoluto è la cruciale
ascoltare la nostra Doris. Doris è il nome che noi diamo all'interno della membership di Biz-academy
alla nostra cliente ideale, chiamiamola così al nostro customer avatar, per utilizzare tecnica
più fredda. Per noi è Doris. Ascoltarla è la chiave. È la chiave per il copy. È la
chiave per scrivere i blog post di cui parlava Cinzia prima per non esaurire le idee. È la
chiave.. anche se le nostre Doris sono tre perché stiamo iniziando quelle tre Doris..
Cinzia: le mie erano tre!
Cecilia: queste tre Doris con cui iniziamo ad interagire per la prima volta sono tanto preziose
quanto le 300 Doris che arriveranno a distanza di qualche mese, di qualche anno, le 3000 Doris anzi,
sono le prime che ci danno fiducia, sono diciamo così i nostri angeli che poi appunto ci aiuteranno
anche a creare ad innescare quel passaparola se però interagiamo con loro, se le ascoltiamo. Ecco
chiaro che Doris aperta e chiusa parentesi, non deve essere una donna per forza, noi la chiamiamo
Doris a prescindere, c'è chi chiama Boris la versione maschile, mi è piaciuto molto questa
diversa definizione.. quindi bellissimo questo elemento e mi è piaciuto anche quando hai detto
giusta presenza, cioè non deve ovviamente farci andare fuori di testa per la se io
sono continuamente davanti al telefono perché devo rispondere questo no. Quindi a monte ci
deve essere una capacità organizzativa e anche un giusto settaggio delle aspettative. La risposta
magari non arriva in due secondi può volerci un giorno però arriva e questo è l'elemento chiave.
Cinzia: Sì certo perché se altrimenti ci esauriamo se stiamo sempre lì e arriva che
non sopportiamo più le persone che ci scrivono.
Cecilia: E succede più di quanto immaginiamo la cosiddetta sbornia
da digitale. Allora la terza tappa che è stata cruciale..
Cinzia: La terza tappa in realtà l'ho un po' anticipata raccontando la seconda è appunto
l'ascolto. Rimanere in ascolto anche di noi stesse, di quello che noi vogliamo e di quello che
le persone ci chiedono. Ad esempio quando io cerco di ritagliarmi dei tardi pomeriggi quando qualcuna
mi comincia a scrivere. Allora dico “guarda, io ho proprio del tempo libero se ti va parliamo un
po'”. Sapere un po' delle loro vite, sapere un po' di come usufruiscono del corso, “hai fatto
il corso ma come ti sei trovata? Hai trovato delle difficoltà, c'è qualche passaggio ?”.
Quello poi dopo mi serve per ritornare sul mio corso e sempre migliorarlo perché partiamo con
le migliori intenzioni ma se aspettiamo la perfezione divina non esiste e poi quello
che è perfetto per me non è detto che lo sia per le persone che mi seguono.
Cecilia: ecco perché, scusami se ti interrompo ma secondo me è importantissimo dirlo adesso scendere
in campo prima di sentirsi pronte perfette è la chiave perché solo quando scendiamo in
campo e ci esponiamo alla nostra Doris la nostra Doris ci può dare un feedback. E quel feedback
che non deve essere interpretato come un “oddio ho sbagliato tutto” ma come un feedback assolutamente
necessario per capire.. perché noi possiamo immaginare possiamo fare tutti gli studi del
caso però poi alla nostra Doris il giudice finale che ci dirà “ok io farei così” e se noi riusciamo
poi a rispondere a questa esigenza questa domanda Doris resta allibita in senso positivo,
sorpresa perché non lo fa quasi nessuno perché tutti parlano un muro di gomma. Non
c'è l'ascolto di cui hai parlato, che sembra un termine banale una cosa così “a va beh sì
rispondo ai commenti” ma non è una risposta fino a se stessa, è un ascoltare attivo.
Cinzia: E una cosa che mi sorprende molto quando si va, non assolutamente non in Biz-Academy,
ma nel mondo fuori, quando si parla di business, di vendita usano molto la parola “spingere” che è
una parola che proprio a me non appartiene. Io non ho mai spinto e non c'è non voglio
farlo. Mi sento io sospinta mi sento, perché appunto ascoltando le persone, sono loro che
mi chiedono tante volte la mia fatica più grande è stare dietro alle loro richieste perché non ho
abbastanza tempo, abbastanza energia mentale per realizzare tutto quello che mi chiedono.
Se io devo implementare, ho il quaderno delle idee con le cose che mi chiedono loro credo
che ho da lavorare per almeno due anni a ritmi veramente molto molto molto intensi.
Cecilia: Di questa cosa ne abbiamo parlato nel gruppo di recente. È importante poi ovviamente
coinvolgere Doris nella co-creazione del nostro ecosistema digitale,
delle nostre offerte, chiaro senza impazzire e cioè dando le giuste aspettative. Alcune
cose si possono fare subito altre cose si pianificheranno nel tempo però l'ascolto
è il punto di partenza. Ce n'è un'altra di tappa che direi e non so quale ha quale dare
più importanza. Sicuramente ogni volta che ne vedo una che me le son segnate qui quelle
che mi ha anticipato dico “Cacchio, anche questa è importantissima!” qual è Cinzia?
Cinzia: Un passaggio per me fondamentale è stato quando ho capito che le persone
volevano vedermi in video. Sono una persona molto schiva, molto timida,
molto introversa. All'inizio mi dicevo “ma sì, io scrivo. Il mio modo di uscire è quello lì,
e scriverò. Basta, si accontenteranno” poi invece ho cambiato punto di vista perché ho capito che
potevo aiutare più persone. Allora semplicemente andare oltre questo mio pensiero limitante,
questa paura potevo arrivare da più persone e aiutarne di più e magari anche in modo più
efficace. Allora forte di questa idea cioè “lo faccio per gli altri, non lo faccio per me” ho
superato questa paura che leggo che veramente molto molto comune. E c'è la credenza che bisogna
essere assolutamente estroverse assolutamente amiche della telecamera per poter fare dei
video e io dico che non è assolutamente vero perché sono quel tipo di persona che cerca
sempre un po' di defilarsi, di stare un po' nell'ultima fila è però si può si può quando si
ha un forte perché poi dopo il modo e si trova. Ho cominciato con una via di mezzo facendo dei
video tutorial in cui si vedevano le mani e poi sono passato a parlare davanti a una telecamera.
Cecilia: ti ricordi, non è un interrogazione questa, che io
sono di parte perché li faccio io i training o la maggior parte dei training di Biz-academy,
ma ti ricordi tra i suggerimenti dei Biz Shot, come chiamiamo i training mini,
di Biz-academy, dedicato a come superare la paura di stare davanti alla telecamera,
ce n'è uno in particolare che ti aveva colpito e che poi hai integrato e utilizzato?
Cinzia: Beh in realtà io non so mai scegliere perché ogni parola è preziosa,
ogni cosa è preziosa. Io ecco una cosa veramente molto utile è stato pensare
e di registrare ma di non pubblicare, come se fosse un gioco, ho detto vabbè,
è come se fosse come mia figlia che si mette davanti alla telecamera e
registra faccio così. E poi invece mi son riguardata con un occhio più neutro,
a distanza di qualche giorno non subito e ho detto “Eh, però, però però..! Si può fare..”
Cecilia: Non è poi così male! Ecco, anche qui la pratica è tutto, perché di fatto
possiamo imparare tutta la teoria del mondo però insomma poi dobbiamo scendere in campo
e farlo e un'altra cosa che mi sento di dire a chi ascolta che magari insomma sta pensando
“no io non lo farò mai” non è necessario farlo subito e non è necessario a volte
farlo proprio nel senso che ci sta se qualcuno piace scrivere e riesce a raggiungere la propria
Doris con la scrittura va benissimo. È stato molto bello quello che è condiviso Cinzia,
quando hai detto “io ad un certo punto ho preso questa decisione non perché fossi costretta ma
perché mi sono resa conto che poteva essere uno strumento in più per aiutare più Doris”.
Cinzia: Si
Cecilia: Poi ci sono, diciamo così, no in realtà.. stavo pensando che non sono delle strategie,
quelli che condiviso finora sono dei modi di essere. Hai parlato della costanza,
la costanza è un modo di essere, un modo di vivere. Hai parlato della cura e dell'ascolto,
anche questi modi di essere e modi di vivere. Hai parlato di andare un pochino
fuori dalla zona di confort per provare a fare qualcosa di nuovo, anche questo più
che una strategia è un modo di essere che abbracciamo magari non funziona sempre ma
cerchiamo di abbracciarlo. E invece la prossima è più una strategia insomma tangibile, cos'è?
Cinzia: imparare a utilizzare bene uno strumento come la newsletter,
che però anche lì secondo me c'è una parte comportamentale perché io nonostante quello
che tu dici e correttamente dici e sostiene fortemente che è un assetto molto importante,
io avevo paura di disturbare con la newsletter. Anche questa è una cosa comune perché su Facebook
una persona viene e ti cerca, nel blog una persona viene e ti cerca, non sei tu che
bussin alla porta, no? Invece con la newsletter lo fai e questa mi pensavo ma poi forse perché
non ho tante idee per le newsletter, invece mi raccontavo tante scuse, mi raccontavo,
per questa appunto atavica paura di disturbare. Cosa che poi ho capito che non andava bene per me
è neanche per le persone, perché è un modo diverso di comunicare arrivi in modo più personale,
le persone ti rispondono alla newsletter e cominci un dialogo che non è quello dei commenti,
non è quello.. è più intimo.. arrivi proprio nell'esperienza. E poi la newsletter dal punto
di vista strategico cambia assolutamente i numeri. Cambia i numeri perché riesci a raggiungere
più persone perché ti rivolgi forse a meno persone, non lo so, un pubblico più ristretto..
Cecilia: sì, chi si iscrive è interessaato chiaramente..
Cinzia: è interessato e essere prendere la decisione ecco mi ha aiutato a trovare un
nome alla newsletter. Quando era newsletter non mi piaceva quando è diventato racconta
bambole ho arredato uno spazio che ho capito come poterci mettere le mani.
E da lì sono diventata più costante e questa cosa di nuovo è stato un assetto,
una leva che è ha lavorato anche sul resto.
Cecilia: Allora il tema del nome è una chicca ragazze, segnatevela,
stiamo estrapolando chicche.. Biz Chicche di Biz-Academy e le stiamo spargendo qui, quindi
mi raccomando prendetele e utilizzatele.. dare un nome la newsletter la rende riconoscibile la rende
qualcosa di concreto e di tangibile. Proporre “iscriviti alla newsletter perché ogni lunedì
condivido dei suggerimenti o degli spunti utili”, lascia il tempo che trova. Cerchiamo di essere
sempre tangibili quando invitiamo qualcuno come diceva Cinzia ad essere poi ricontattato da noi
perché poi la newsletter questo è. E l'altra cosa che hai detto molto molto importante è relativa
sempre legata diciamo al nome è che, dandogli un nome, hai creato uno spazio, hai usato questa
terminologia. Quindi riesci anche a renderlo un aspetto, uno spazio riconoscibile quindi atteso.
Non è più un “oddio potrai disturbare” è un “oddio non vedono l'ora di ricevere la newsletter”,
questa settimana me la sono dimenticata, quindi cambia completamente il paradigma. E nel momento
in cui la newsletter ha dentro valore, anche se poi vendiamo qualcosa ma si può vendere
dando valore. La vendita non è un compra qui tieni eccolo, cioè è parte di una conversazione
strutturata che che offre valore e che l'obiettivo qual è quello di lasciare anche chi non compra
con un bel po' di valore in tasca. Magari non comprerà mai, magari comprerà più avanti, però
resterà sempre nella memoria di questa persona in relazione al nostro brand una memoria positiva.
Cinzia: Sì, sì la persona che non compra anche parla con delle amiche, che magari loro comprano.
Cecilia: Eccolo lì, il famoso passaparola che appunto sembra inesistente e invece è cruciale
ed è tra l'altro uno delle fasi del famoso viaggio di Doris che scriviamo
anche all'interno di Biz-academy. Ora l'ultimo punto che però non è meno
importante perché ultimo però è ultimo per un motivo principale perché di solito questo è un
punto di conclusione nella mente di molti, la vendita. Ho venduto quindi ho finito il
mio compito. E invece proprio dopo la vendita che inizia.. di cosa stiamo parlando Cinzia?
Cinzia: C'è sempre altro viaggio dopo dopo la vendita perché quando una persona da fruitore
di materiali, ammiratore diventa cliente ti sta dando la sua fiducia. E quindi da lì parte un
altro tipo di comunicazione cioè non si ferma la comunicazione, non è che hai comprato da
me e io ti dico “grazie arrivederci e grazie”, come nei negozi e finisce lì,
perché ho comunque i tuoi dati e hai acquistato e hai lasciato la tua email perché io invio anche il
materiale digitale ma la cura continua perché e io cerco poi di offrire alle persone degli
strumenti pratici per migliorare l'esperienza. Io non è che avendo una tazza che ti arriva in
casa la lavi e la usi e basta. Nel momento in cui tu fai un acquisto da me comincia un corso,
comincia un percorso, comincia un'esperienza e devi trovarti il tempo per farlo, devi trovarti
il giusto spazio mentale che è magari per loro non è proprio così scontato. E io non voglio che
il mio corso sia l'ennesimo acquisto che rimane nel computer, che rimane sullo scaffale della
libreria e poi dopo non lo fanno mai. Quindi, non dico che le incalzo perché non lo faccio,
però le ricordo, chiedo loro “hai cominciato a lavorare? Come ti stai trovando?”
Cecilia: C'è un interesse vero, c'è un interesse reale
Cinzia: Ricordo il bonus che hanno, ricordo il mio aiuto che c'è fino all'ultimo capello
e dico fino a dal primo punto all'ultimo capello attaccato io ci sono. C'è il
gruppo delle allieve quindi ricordo che puoi entrare all'interno di un gruppo,
dove ci si aiuta a vicenda perché ormai ho le allieve esperte che hanno fatto tante bambole..
Cecilia: Senior!
Cinzia: Esatto e loro sanno che io ci sono. Questo poi dopo rende
anche è facile continuare la relazione perché almeno l'ottanta per cento delle
mie allieve ha comprato tutti i miei corsi, è una specie di membership senza la membership.
Cecilia: è pazzesca questa cosa e tra l'altro estrapolando sempre in maniera un po' brutale
la strategia di marketing se così si può definire un cliente soddisfatto un cliente
ripetuto , un cliente ripetuto vale molto di più di quanto possa o più che vale è molto più facile
da fare grazie alla cura el'attenzione reali e genuini rispetto che un cliente
nuovo. Perché un cliente nuovo deve partire da zero, deve conoscere, scoprirti, conoscerti,
sceglierti e poi continuare il viaggio mentre chi è già dentro spesso viene dimenticato perché “ah,
ok hai comprato ciao tanti saluti” quando in realtà sono loro la nostra tribù più preziosa,
al di là che abbiamo una membership oppure no. E qui voglio passare ad un ultima cosa prima di
passare all'esercizio finale che ti chiederò di condividere, che hai fatto dopo il tuo lancio che
è esploso letteralmente, che ci stanno gli errori, cioè il fatto di prendersi cura dei nostri clienti
non significa che non ci sarà mai qualcuno che resta deluso perché abbiamo fatto un errore,
c'è stata una svista, non lo so, la qualunque. Quello succederà a prescindere,
quindi non dobbiamo aspettarci il paradiso terrestre dove c'è sempre l'idillio. Resta
il fatto però che se noi riusciamo ad interagire e instaurare una relazione di fiducia anche laddove
si dovesse verificare un errore ci si scusa e si rimedia e si va avanti a prescindere da,
a seconda di qual è la parte che ha commesso l'eventuale errore. Quindi un'ultima cosa che
ti chiedo al centro che utile questa puntata è stata praticamente uno spunto dietro l'altro è
relativo a un esercizio che tu hai condiviso all'interno del gruppo di Biz-academy e che
hai fatto dopo che questo lancio che descrivevi all'inizio della nostra chiacchierata insieme
riuscito che uscito di controllo, insomma è uscito fuori dai binari in senso buono,
nel senso che i numeri sono stati molto più alti. E tu, conclusa questa esperienza,
hai preso le distanze e hai fatto qualcosa che mi è piaciuto molto.
Cinzia: Sì, allora si, è stato un po' un frullatore quel periodo dell'ultimo
lancio. Mi sono sentita dentro a un frullatore ed era un periodo in cui impacchettavo e basta,
impacchettavo e poi uscivo di casa per andare a spedire i pacchetti,
tornavo a casa e riimpacchettavo. È stato un periodo così. Finito, mandato l'ultimo ordine mi
si è aperto un po' specie di spazio vuoto davanti e ho cominciato un po' a riflettere perché dopo
ogni lancio un po' mi siedo e faccio un po' un bilancio di quello che è successo, soprattutto
in questo ultimo che ci avevo veramente capito poco. Un lancio senza lancio, sold out. Allora
la parte di me un po' più signorina-perfettina così ha cominciato a dire “Eh, però vedi, senza
neanche fare il lancio che numeri hai fatto.. ma se ti fosse organizzata meglio? Ma se avessi fatto
meglio? Ma se avessi fatto di più? Ma se tutti, se se se e così.. chissà avresti fatto ancora meglio,
avresti fatto ancora altri numeri, pensa è stata una cosa anche un po' monca.. ho cominciato
un po' a parlare male di questa esperienza. Allora, visto che io ancora con questa parte
di me ho una relazione difficile, ho fatto così, ho fatto spazio sulla scrivania ho messo via tutti
i materiali in giro, forbici, guarze, robe, mi sono seduta, ha preso il mio quaderno e ho
cominciato a scrivere. Ho cominciato a scrivere da dove sono partita. E ho scritto tutto il mio
viaggio in due anni. Da dove sono partita, i miei valori, quello che io credo quello che desideravo
e quello che effettivamente ho raggiunto. Ho scritto tutti i punti di miglioramento perché
quelli meno male che ci sono! Se non ci fossero io chiuderei bottega, ormai avrei fatto tutto,
mi metto a braccia conserte no, finito. Quindi tutti i punti di miglioramento
sotto tutti i punti di vista. Sono come salita in alto sulla mia vita personale e lavorativa,
mi sono distaccata e ho semplicemente guardato quello che ho raggiunto come quando cammini in
montagna, ti sembra sempre di stare fermo, poi ti giri indietro e dici “ma dove ma io ero lì
sotto” che le persone ti sembrano piccole così.. e sono arrivata fino qui. Mi è servito proprio
personalmente per fare un bilancio sedermi, e vedere la strada fatta perché per come sono fatta
io non è mai sufficiente, non è mai abbastanza, avrei sempre potuto fare di più e questo è vero
perché a livello ideale.. però io non vivo in un mondo ideale, vivo in un mondo reale. Cerco di
fare quello che posso con gli strumenti che ho a disposizione e sono fortunata perché anche grazie
al percorso in Biz-Academy ho più strumenti, ho più strumenti rispetto a che se non ci fossi.
Quindi non ho da investire tempo ad andare a cercare le cose che non so, e questa è una cosa
immensa se uno ci pensa. Quindi gli strumenti già ce li e ne ho tanti. Io ci metto naturalmente del
mio perché nessuno mi ha regalato niente, cioè io lavoro, lavoro e tanto come tante persone che
adesso ci stanno ascoltando. Mi piace lavorare, amo quello che faccio e devo proprio darmi dei
limiti ad esempio uno dei punti di miglioramento è quello di darmi un limite e non andare troppo
avanti la sera. E quindi con questo noi diciamo nel gergo di Biz-academy “mi sono
messa il camice da scienziata” e ho analizzato un po' gli aspetti della mia vita. Ho anche
visto dove voglio arrivare, come posso fare per arrivare e ho scelto pochissime di queste cose,
che so che posso raggiungere in questo anno e mi son creata il mio 2021. Ma mi è servito partire
dalle origini, partire da zero e darmi la mia pacca sulla spalla. Perché effettivamente sì,
è vero avessi avuto più materiale, avessi avuto dei fornitori, non lo so, degli spazi dove
riporre più cose, magari ne creava 400 di kit, vendevo doppio. Però due anni fa chi l'avrebbe
mai detta una cosa così? Non era scritto veramente da nessuna, da nessuna parte che io avrei fatto..
magari quando farò l'ultimo lancio dell'anno quest'anno riuscirò a migliorarmi, perché
poi dopo dicendola tutta io lavoro sul serio soltanto su questo progetto da un anno perché ..
Cecilia: Eccola lì, volevo proprio arrivare lì,
che ci siamo dimenticate di dirlo ma una cosa cruciale è che tu prima facevi anche altro.
Cinzia: Io fino all'anno scorso lavoravo in ufficio in una università e poi l'anno
scorso ho deciso di fare il salto, mi hanno dato tutte la pazza..
“Hai un contratto a tempo indeterminato in un università e ti licenzi per far delle bambole!”.
Pensa no, Cecilia! Infatti quando mi chiedono “ma cosa fai tu nella vita?” io rispondo più
“io pettino le bambole, il lavoro più bello del mondo”. Che poi non è vero perchè faccio i corsi..
Cecilia: Quindi potremmo dire che ci sono due cose molto importanti che sono trapelate oltre
all'esercizio molto utile che hai descritto, che è un esercizio che io suggerisco di fare sempre,
dopo un ciclo di lavoro per il quale ci eravamo dati un obiettivo. A Biz-academy spesso parliamo
di lanci quindi alla fine di un lancio spesso l'abitudine qual è, quella di reimmergersi in
un..anzi se è andato male continuiamo a piangerci addosso, ci trasciniamo.. se è andato bene siamo
già verso il prossimo obiettivo. E invece darci può essere un'ora di tempo per prendere le
distanze capire davvero che cosa è successo, che cosa è andato bene, che cosa non è andato bene,
che cosa può andare meglio la prossima volta perché ovvio che alcune cose non le controlliamo
e quindi è inutile che ci fasciamo la testa su cosa che non possiamo controllare però molte
cose magari si. E solo prendendo queste distanze possiamo capirlo, e la seconda cosa che è detto
molto importante è quello di darci dei limiti e ti ringrazio per aver condiviso questa acquistato
difficoltà nello staccare la sera perché come dico sempre, uno dei grandi vantaggi del digitale è che
tu ti puoi portare, puoi gestire il lavoro da dove vuoi, quando vuoi. Uno dei grandi svantaggi del
digitale è che puoi gestire il lavoro dove vuoi e quando vuoi. Che sono due facce della stessa
medaglia e se non stiamo attente ci impedisce di distaccare perché tu puoi accendere il telefonino,
per guardare cosa succede il tuo gruppo Facebook, quanti ordini hai fatto e invece ad un certo punto
dobbiamo darci un punto e questo può richiedere un po' di allenamento graduale. Sentisse Cinzietta,
dove possiamo trovarti e volevo chiederti senza che però questo possa in qualche
modo.. vedo che c'è una manina dietro di te, ci puoi far vedere una bambola..
Cinzia: Allora io qui ho l'ultima nata.. vado sempre in giro con la mia
culla.. l'ultima arrivata è una fata con le ali..
Cecilia: Bellissima...
Cinzia: Questa è una mini me che ho trasformato in questa fata perché
appunto l'ho chiamata fata novella, che è la fatta delle buone notizie. Visto
che siamo tutti affamati di buone notizie in questo periodo e allora mi serve anche
per i post su Facebook.. faccio delle grafiche con lei, scrivo “la buona notizia di oggi è..”
Cecilia: Vedi, no non so non posso più.. allora dobbiamo darci un taglio,
perchè stiamo condividendo veramente un sacco! Ragazze scrivetevela questa cosa.. il famoso
quello che noi dentro Biz-academy chiamiamo “il potere del riciclo” quindi il fatto di