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Storia D'Italia, Il soffio della Bora (388-395) - Ep. 20 (3)

Il soffio della Bora (388-395) - Ep. 20 (3)

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Il primo aiuto, abbastanza convenzionale, venne in realtà dagli uomini. o fu anche quella provvidenza? Arbogast pensava d'avere così tanto in pugno Teodosio che ebbe paura che questi si desse alla fuga con il suo esercito, quindi mandò un distaccamento ad occupare il passo e tagliare la ritirata di Teodosio. Il comandante del distaccamento sapeva riconoscere un'opportunità e mandò messaggeri a Teodosio, chiedendogli cosa gli offriva per disertare Arbogast. Non dubito che fu lautamente ricompensato: sta di fatto che lui e i suoi uomini passarono dalla parte di Teodosio.

L'indomani, rinsaldati dall'inaspettato aiuto dei disertori, gli uomini di Teodosio attaccarono il Comitatus e i foederati occidentali, nel secondo giorno della battaglia del Frigido: è qui che tutti i nostri cronisti riportano strani fenomeni naturali a supporto di Teodosio. Che lo facciano i cristiani è normale, si tratterebbe ovviamente della volontà divina, ma come mai anche Zosimo riporta una storia simile? È difficile dire cosa accadde davvero o se accadde del tutto, eppure i dettagli combaciano con quello che sappiamo della natura dei luoghi, quindi non occorre scomodare Dio per spiegare l'accaduto.

Come molti sanno nei dintorni di Trieste spira la Bora: un vento che può raggiungere la forza di un piccolo uragano. Un vento che a Orosio ovviamente parve divino cominciò a spirare da oriente a occidente, dritto verso e sulle linee di Arbogast ed Eugenio. I loro soldati ebbero gli occhi accecati dalla polvere mentre le frecce e armi da getto non avevano nessuna efficacia, ricadendo sulle truppe che le avevano lanciate. Poi dal turbine della polvere emersero i soldati di Teodosio: armi in pugno e, apparentemente, al comando degli elementi che combattevano al loro fianco. I soldati che solo ore prima credevano di aver vinto la battaglia ebbero un tuffo al cuore mentre i loro commilitoni cadevano intorno a loro. Qualcuno cedette e si diede alla fuga e prima che ognuno potesse rendersene conto l'esercito d'occidente era in rotta: due giorni di duri combattimenti e la ferocia dei Goti, ancora in lutto per le perdite del giorno precedente, trasformarono la battaglia in una carneficina degna di Adrianopoli.

Una battaglia più importante di Adrianopoli

📷

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Le diocesi dell'Impero ai tempi di Teodosio, a loro volta raccolte poi in 4 prefetture (Gallia, Italia, Illirico, Oriente)

Adrianopoli è una battaglia assai più nota di quella del Frigido, eppure credo che quest'ultima sia ancora più importante e per una serie di motivi, alcuni evidenti da subito e altri che lo diventarono con il tempo. Il Frigido è innanzitutto l'ultima sconfitta del paganesimo: dopo una così chiara e divinamente ordinata vittoria non poteva esserci più alcun dubbio, almeno per i seguaci di Cristo. Il Dio dei Cristiani era il vero, unico Dio.

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Questa battaglia ha anche una fondamentale rilevanza militare: l'esercito d'oriente era già in gran parte composto da Goti dopo le perdite di Adrianopoli. Ora quello d'occidente aveva subito due sconfitte nel giro di pochi anni e non a causa dei barbari ma di due guerre civili: quella di Magno Massimo prima e poi quella di Arbogast, entrambe di natura prettamente politica ma anche, credo, di reazione pagana alla politica religiosa di Ambrogio e Teodosio. Dopo il Frigido anche l'esercito d'occidente andrà ricomposto faticosamente ma non avrà, come vedremo, decenni di pace per potersi riprendere.

Infine il Frigido fu un disastro per l'Impero anche dal punto di vista politico: come spero di aver fatto notare più volte le guerre civile erano il vero cancro che nuoceva continuamente alla stabilità e forza dell'impero. In tempi più felici queste erano crisi momentanee da cui poi l'impero si riprendeva, spesso alla guida di un nuovo forte leader come Diocleziano, Costantino o anche Giuliano. Oggi, in una situazione che stava per diventare assai più fragile e con una invitta tribù che legava molta della sua fedeltà al nome di Teodosio e di nessun altro, l'impero avrebbe avuto bisogno di un lungo regno da parte di quest'ultimo, in modo da permettere a Teodosio di rimettere in piedi la forza dell'Impero e preparare i suoi giovani figli, Onorio e Arcadio, a succedergli. D'altronde Teodosio non era così anziano, aveva cinquantaquattro anni ed era ora imperatore di tutto il mondo Romano, l'ultimo a potersi fregiare di questo titolo. Con un po' di fortuna Teodosio avrebbe potuto preparare l'impero a reggere alla tempesta che stava per scatenarsi ai suoi confini. Invece, 5 mesi dopo, l'imponderabile accadde.

Teodosio lascia l'Impero in mano a due figli inetti, e ai loro protettori

📷

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Le 4 prefetture dell'Impero al tempo di Teodosio: due andranno ad Onorio (Italia e Gallia) e due ad Arcadio (Illirico e Oriente)

Teodosio, dopo la battaglia del Frigido, fece di nuovo un ingresso trionfale a Milano e iniziò un secondo repulisti della corte occidentale, oltre a darsi da fare per revocare ogni editto pro-pagano di Eugenio. L'altare della vittoria fu rimosso per l'ultima volta dalla sala del senato e da questo momento in poi scompare dalla storia: è probabile che finì in mille pezzi. Teodosio iniziò anche la politica che aveva inaugurato in oriente, quella di completo dissolvimento di ogni rimasuglio di eredità pagana. Le vergini vestali, una tradizione religiosa antica come Roma, furono dissolte e il sacro fuoco da loro custodito fu spento. Serena, la nipote di Teodosio, entrò nel tempio delle Vestali e si mise al collo gli ornamenti della Dea Rhea Silvia. I pagani, inorriditi, si attesero da quel momento in poi che qualcosa di terribile accadesse alla loro città, ora che questa aveva girato le spalle ai numi protettori che ne avevano guidato l'ascesa e poi protetto l'impero: considerando quel che accadde di lì a poco è difficile dargli completamente torto.

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Eppure, nel momento del trionfo Teodosio si ammalò. Di lì a poco, il 17 gennaio del 395, dopo aver retto per l'ultima volta unitariamente l'Impero Romano per 5 mesi, Teodosio morì: l'impero, invece di avere 10, 15 anni di stabile guida si ritrovò con due giovanissimi augusti di indole imbelle, viziata e in apparenza privi di ogni talento. Entrambi avrebbero avuto bisogno della tutela di uomini forti e di lì a poco si scatenò la gara a chi avrebbe controllato ognuno di loro. È molto incerto cosa accadde sul punto di morte, come spesso accade in questi casi: sembra che Teodosio abbia mormorato a Stilicone, il generale che era diventato suo parente sposandone la nipote Serena, di proteggere suo figlio Onorio, o i suoi figli. O forse non mormorò nulla, parleremo delle conseguenze politiche della successione a Teodosio nel prossimo episodio.

Come giudicare Teodosio, detto il grande dai cristiani e odiato per ovvie ragioni dai pagani come Zosimo o Eunapio? Non so se si meriti l'appellativo di grande, qualunque cosa questo voglia dire. Sta di fatto che la storia dell'occidente deve molto a Teodosio e su molti livelli. Fu Teodosio a trovare la pace con i Goti ammettendoli legalmente nell'impero in quanto nazione, una decisione che fu a lungo termine funesta per l'impero ma che era diventata inevitabile in seguito alle numerose sconfitte: comunque sia Teodosio riuscì sempre a gestire i suoi Goti, convincendoli per ben due volte a combattere per lui. A lungo andare però la sua decisione di non tentare neanche di integrare i Goti, di non provare neanche a convertirli al cattolicesimo che tanto gli stava a cuore furono elementi che portarono questo popolo a rimanere separato in casa dei Romani: non credo si possa attribuire a Teodosio il sacco di Roma, ma neanche ha le mani completamente pulite.

Di maggiore impatto negativo sulla stabilità dell'impero lo ebbero le due guerre civili che combatté ma anche in questo caso non so quali colpe addossare davvero a Teodosio: i legittimi imperatori erano stati assassinati in entrambi i casi e in quanto imperatore che si sforzava in tutti i modi di dimostrarsi legittimo – arrivando ad imparentarsi con la dinastia Valentiniana – Teodosio non aveva forse alternative: lasciare il regicidio senza colpe avrebbe invitato il suo di regicidio.

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Di imensa importanza sulla storia occidentale e mondiale fu la sua politica religiosa: invertendo il trend pro-ariano in oriente fece trionfare l'ortodossia cattolica trinitaria in quelle terre per poi passare a reprimere come mai prima di allora il paganesimo. La sua vittoria sui filopagani occidentali fu l'ultimo chiodo nella bara dell'esercito pagano che aveva portato al potere Giuliano: è questo anche in occidente il punto di non ritorno del paganesimo.

Infine Teodosio è fondamentale perché finì per inchinarsi al volere del suo vescovo Ambrogio: Teodosio avrebbe potuto far arrestare e bandire il vescovo, come faranno i sovrani orientali di qui a pochi anni con Giovani Crisostomo a Costantinopoli. Ne aveva il potere e l'autorità. Eppure non lo fece non perché Ambrogio avesse dietro di sé chissà quale potere terreno al di là di qualche centinaio di guardie personali armate. Lo fece perché la sua coscienza di sovrano profondamente religioso gli chiedeva di farlo per la sua salvezza nel mondo al di là: le fiamme della dannazione erano più pericolose di qualunque arma. Il precedente era stato creato: presto per la dottrina della Chiesa i sovrani temporali potranno e dovranno inchinarsi all'autorità suprema della Chiesa Cattolica Apostolica e del suo rappresentante in terra, l'erede di San Pietro Apostolo.

Grazie mille per la lettura! Se il podcast vi interessa vi pregherei di cliccare su subscribe, in modo da non perdervi i prossimi episodi. Vi pregherei di donare un minuto del vostro tempo a lasciare una recensione, aiuta moltissimo il podcast! Come sempre mi trovate anche sul sito italiastoria.com, su facebook alla pagina “storia d'Italia”, su twitter e su Instagram. Alla prossima puntata!

Il soffio della Bora (388-395) - Ep. 20 (3) Die Bora-Brise (388-395) - Ep. 20 (3) The Bora Breeze (388-395) - Ep. 20 (3) A Brisa de Bora (388-395) - Ep. 20 (3) The Bora Breeze (388-395) - Ep. 20 (3)

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Il primo aiuto, abbastanza convenzionale, venne in realtà dagli uomini. o fu anche quella provvidenza? Arbogast pensava d'avere così tanto in pugno Teodosio che ebbe paura che questi si desse alla fuga con il suo esercito, quindi mandò un distaccamento ad occupare il passo e tagliare la ritirata di Teodosio. Il comandante del distaccamento sapeva riconoscere un'opportunità e mandò messaggeri a Teodosio, chiedendogli cosa gli offriva per disertare Arbogast. Non dubito che fu lautamente ricompensato: sta di fatto che lui e i suoi uomini passarono dalla parte di Teodosio.

L'indomani, rinsaldati dall'inaspettato aiuto dei disertori, gli uomini di Teodosio attaccarono il Comitatus e i foederati occidentali, nel secondo giorno della battaglia del Frigido: è qui che tutti i nostri cronisti riportano strani fenomeni naturali a supporto di Teodosio. Che lo facciano i cristiani è normale, si tratterebbe ovviamente della volontà divina, ma come mai anche Zosimo riporta una storia simile? È difficile dire cosa accadde davvero o se accadde del tutto, eppure i dettagli combaciano con quello che sappiamo della natura dei luoghi, quindi non occorre scomodare Dio per spiegare l'accaduto.

Come molti sanno nei dintorni di Trieste spira la Bora: un vento che può raggiungere la forza di un piccolo uragano. Un vento che a Orosio ovviamente parve divino cominciò a spirare da oriente a occidente, dritto verso e sulle linee di Arbogast ed Eugenio. I loro soldati ebbero gli occhi accecati dalla polvere mentre le frecce e armi da getto non avevano nessuna efficacia, ricadendo sulle truppe che le avevano lanciate. Poi dal turbine della polvere emersero i soldati di Teodosio: armi in pugno e, apparentemente, al comando degli elementi che combattevano al loro fianco. I soldati che solo ore prima credevano di aver vinto la battaglia ebbero un tuffo al cuore mentre i loro commilitoni cadevano intorno a loro. Qualcuno cedette e si diede alla fuga e prima che ognuno potesse rendersene conto l'esercito d'occidente era in rotta: due giorni di duri combattimenti e la ferocia dei Goti, ancora in lutto per le perdite del giorno precedente, trasformarono la battaglia in una carneficina degna di Adrianopoli.

**Una battaglia più importante di Adrianopoli**

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Le diocesi dell'Impero ai tempi di Teodosio, a loro volta raccolte poi in 4 prefetture (Gallia, Italia, Illirico, Oriente)

Adrianopoli è una battaglia assai più nota di quella del Frigido, eppure credo che quest'ultima sia ancora più importante e per una serie di motivi, alcuni evidenti da subito e altri che lo diventarono con il tempo. Il Frigido è innanzitutto l'ultima sconfitta del paganesimo: dopo una così chiara e divinamente ordinata vittoria non poteva esserci più alcun dubbio, almeno per i seguaci di Cristo. Il Dio dei Cristiani era il vero, unico Dio.

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Questa battaglia ha anche una fondamentale rilevanza militare: l'esercito d'oriente era già in gran parte composto da Goti dopo le perdite di Adrianopoli. Ora quello d'occidente aveva subito due sconfitte nel giro di pochi anni e non a causa dei barbari ma di due guerre civili: quella di Magno Massimo prima e poi quella di Arbogast, entrambe di natura prettamente politica ma anche, credo, di reazione pagana alla politica religiosa di Ambrogio e Teodosio. Dopo il Frigido anche l'esercito d'occidente andrà ricomposto faticosamente ma non avrà, come vedremo, decenni di pace per potersi riprendere.

Infine il Frigido fu un disastro per l'Impero anche dal punto di vista politico: come spero di aver fatto notare più volte le guerre civile erano il vero cancro che nuoceva continuamente alla stabilità e forza dell'impero. In tempi più felici queste erano crisi momentanee da cui poi l'impero si riprendeva, spesso alla guida di un nuovo forte leader come Diocleziano, Costantino o anche Giuliano. Oggi, in una situazione che stava per diventare assai più fragile e con una invitta tribù che legava molta della sua fedeltà al nome di Teodosio e di nessun altro, l'impero avrebbe avuto bisogno di un lungo regno da parte di quest'ultimo, in modo da permettere a Teodosio di rimettere in piedi la forza dell'Impero e preparare i suoi giovani figli, Onorio e Arcadio, a succedergli. D'altronde Teodosio non era così anziano, aveva cinquantaquattro anni ed era ora imperatore di tutto il mondo Romano, l'ultimo a potersi fregiare di questo titolo. Con un po' di fortuna Teodosio avrebbe potuto preparare l'impero a reggere alla tempesta che stava per scatenarsi ai suoi confini. Invece, 5 mesi dopo, l'imponderabile accadde.

**Teodosio lascia l'Impero in mano a due figli inetti, e ai loro protettori**

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Le 4 prefetture dell'Impero al tempo di Teodosio: due andranno ad Onorio (Italia e Gallia) e due ad Arcadio (Illirico e Oriente)

Teodosio, dopo la battaglia del Frigido, fece di nuovo un ingresso trionfale a Milano e iniziò un secondo repulisti della corte occidentale, oltre a darsi da fare per revocare ogni editto pro-pagano di Eugenio. L'altare della vittoria fu rimosso per l'ultima volta dalla sala del senato e da questo momento in poi scompare dalla storia: è probabile che finì in mille pezzi. Teodosio iniziò anche la politica che aveva inaugurato in oriente, quella di completo dissolvimento di ogni rimasuglio di eredità pagana. Le vergini vestali, una tradizione religiosa antica come Roma, furono dissolte e il sacro fuoco da loro custodito fu spento. Serena, la nipote di Teodosio, entrò nel tempio delle Vestali e si mise al collo gli ornamenti della Dea Rhea Silvia. I pagani, inorriditi, si attesero da quel momento in poi che qualcosa di terribile accadesse alla loro città, ora che questa aveva girato le spalle ai numi protettori che ne avevano guidato l'ascesa e poi protetto l'impero: considerando quel che accadde di lì a poco è difficile dargli completamente torto.

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Eppure, nel momento del trionfo Teodosio si ammalò. Di lì a poco, il 17 gennaio del 395, dopo aver retto per l'ultima volta unitariamente l'Impero Romano per 5 mesi, Teodosio morì: l'impero, invece di avere 10, 15 anni di stabile guida si ritrovò con due giovanissimi augusti di indole imbelle, viziata e in apparenza privi di ogni talento. Entrambi avrebbero avuto bisogno della tutela di uomini forti e di lì a poco si scatenò la gara a chi avrebbe controllato ognuno di loro. È molto incerto cosa accadde sul punto di morte, come spesso accade in questi casi: sembra che Teodosio abbia mormorato a Stilicone, il generale che era diventato suo parente sposandone la nipote Serena, di proteggere suo figlio Onorio, o i suoi figli. O forse non mormorò nulla, parleremo delle conseguenze politiche della successione a Teodosio nel prossimo episodio.

Come giudicare Teodosio, detto il grande dai cristiani e odiato per ovvie ragioni dai pagani come Zosimo o Eunapio? Non so se si meriti l'appellativo di grande, qualunque cosa questo voglia dire. Sta di fatto che la storia dell'occidente deve molto a Teodosio e su molti livelli. Fu Teodosio a trovare la pace con i Goti ammettendoli legalmente nell'impero in quanto nazione, una decisione che fu a lungo termine funesta per l'impero ma che era diventata inevitabile in seguito alle numerose sconfitte: comunque sia Teodosio riuscì sempre a gestire i suoi Goti, convincendoli per ben due volte a combattere per lui. A lungo andare però la sua decisione __di non tentare neanche__ di integrare i Goti, di non provare neanche a convertirli al cattolicesimo che tanto gli stava a cuore furono elementi che portarono questo popolo a rimanere separato in casa dei Romani: non credo si possa attribuire a Teodosio il sacco di Roma, ma neanche ha le mani completamente pulite.

Di maggiore impatto negativo sulla stabilità dell'impero lo ebbero le due guerre civili che combatté ma anche in questo caso non so quali colpe addossare davvero a Teodosio: i legittimi imperatori erano stati assassinati in entrambi i casi e in quanto imperatore che si sforzava in tutti i modi di dimostrarsi legittimo – arrivando ad imparentarsi con la dinastia Valentiniana – Teodosio non aveva forse alternative: lasciare il regicidio senza colpe avrebbe invitato il suo di regicidio.

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Infine Teodosio è fondamentale perché finì per inchinarsi al volere del suo vescovo Ambrogio: Teodosio avrebbe potuto far arrestare e bandire il vescovo, come faranno i sovrani orientali di qui a pochi anni con Giovani Crisostomo a Costantinopoli. Ne aveva il potere e l'autorità. Eppure non lo fece non perché Ambrogio avesse dietro di sé chissà quale potere terreno al di là di qualche centinaio di guardie personali armate. Lo fece perché la sua coscienza di sovrano profondamente religioso gli chiedeva di farlo per la sua salvezza nel mondo al di là: le fiamme della dannazione erano più pericolose di qualunque arma. Il precedente era stato creato: presto per la dottrina della Chiesa i sovrani temporali potranno e dovranno inchinarsi all'autorità suprema della Chiesa Cattolica Apostolica e del suo rappresentante in terra, l'erede di San Pietro Apostolo.

Grazie mille per la lettura! Se il podcast vi interessa vi pregherei di cliccare su subscribe, in modo da non perdervi i prossimi episodi. Vi pregherei di donare un minuto del vostro tempo a lasciare una recensione, aiuta moltissimo il podcast! Come sempre mi trovate anche sul sito italiastoria.com, su facebook alla pagina “storia d'Italia”, su twitter e su Instagram. Alla prossima puntata!