Episodio 5 - La strage dei gatti neri (2)
La stessa Oprah Winfrey, la regina della tv popolare americana, ha dedicato ore e ore a questo argomento.
Live Oprah: … Our next guest was used also in worshipping the devil, participated in human sacrifice rituals, cannibalism…
E così, racconti di persone costrette a mangiare carne umana e ad assistere a violenze di gruppo hanno invaso milioni di case in tutti gli Stati Uniti.
Presunti esperti della polizia e dell'FBI giravano per il Paese, organizzando seminari su come riconoscere la presenza di gruppi satanici nel proprio quartiere.
In breve tempo il panico satanista ha attraversato l'oceano e contaminato anche l'Europa.
Ce lo racconta Giuliana Mazzoni…
Live Mazzoni: Sono professore ordinario di psicologia e neuroscienze presso l'università di Hull, in Inghilterra.
La Mazzoni studia questi casi ormai da anni. Soprattutto nel Regno Unito.
Live Mazzoni: Questi casi sono interessanti perché sono tutti preceduti da conferenze, le quali fondamentalmente informano insegnanti e genitori dell'esistenza dell'abuso sessuale collettivo di tipo satanico, e invitano genitori e insegnanti e assistenti sociali a interrogare i bambini, senza in realtà insegnare come interrogare i bambini. Ed è curiosissimo come alcuni mesi dopo questi seminari abbiano cominciato a fioccare le denunce.
Live Pablo: Cioè dove passava… dove arrivava questo seminario poi si creava un caso?
Live Mazzoni: E poi si creava un caso, sì.
In decine e decine di processi, e fra migliaia di bambini coinvolti in tutto il mondo, ricorrono sempre gli stessi elementi descritti anche dai piccoli della Bassa Modenese.
Abusi sessuali, il sangue da bere, i travestimenti, gli omicidi più cruenti…
Perché i racconti di bambini di Los Angeles, di Manchester e di Massa Finalese si assomigliano così tanto?
Secondo molti studiosi della materia, è perché fanno parte di un immaginario collettivo condiviso da tutti, che assimiliamo sin dalla prima dall'infanzia e che ci accompagna per tutta la vita.
Siamo bombardati da questa roba anche se non ce ne rendiamo conto.
Le coltellate al cuore? Non vi ricorda l'incontro tra la matrigna di Biancaneve e il cacciatore?
Live cartone Biancaneve: … e per portarmi la prova che l'hai davvero uccisa mi porterai il suo cuore, qua dentro!
Persone mascherate che fanno rituali? Per esempio in Eyes Wide Shut, di Stanley Kubrik.
Live Eyes Wide Shut: … può dirmi la parola d'ordine, gentilmente?
Sangue da bere? Tutti sappiamo chi era il Conte Dracula.
Sono solo alcuni esempi fra migliaia di cartoni film, libri e serie tv. I mostri ci hanno sempre fatto paura, da quando esistiamo.
Questa cultura del macabro genera però in noi sospetti e pregiudizi, anche quando non siamo di fronte a una minaccia reale.
Il meccanismo è molto semplice: senti parlare di un pericolo, ti convinci che esista, e poco dopo cominci a vederlo ovunque anche tu.
Basta accendere la televisione.
Live TG
Arriva un grido d'allarme, ogni anno sparirebbero almeno 60.000 gatti neri, 7000 solo in Lombardia, 1500 a Roma, Milano e Torino, uccisi durante riti satanici...
60.000 gatti neri, cioè 7 ogni ora? E' un vero e proprio sterminio!
Può anche far sorridere, ma dietro a notizie come questa c'è un fenomeno pericoloso, perché quello che la memoria registra è che in giro per l'Italia ci siano migliaia di satanisti di cui avere paura. Pochi probabilmente si chiedono: chi ha fatto queste statistiche, e come?
Non importa. Scatta il panico collettivo e a tutti manca un gatto nero all'appello.
Live David Murgia: Ben trovato al pubblico di Vade Retro. In questa nuova puntata del nostro settimanale di informazione sul mondo del satanismo e sul mondo dell'occulto…
La tv è piena di programmi dedicati a Satana e ai fenomeni dell'occulto, che propongono immagini e musiche suggestive, con stormi di corvi neri, tombe e teschi...
Live Vade Retro: … dove uccidono animali, dove stuprano delle donne e purtroppo anche nei confronti dei bambini...
Però non ci sono mai prove oggettive e dati statistici. Sembra più di sentire le storie dell'orrore che ci accompagnano fin da quando andavamo all'asilo.
Live Pablo: Professor Introvigne, mi parla del satanismo legato anche alla pedofilia?
Live Introvigne: Sì, su questo naturalmente ci sono molte leggende urbane, molti casi famosi si sono conclusi in un nulla di fatto, cioè in maggioranza sono casi fasulli.
Lo studioso Massimo Introvigne cita due grossi studi commissionati dal governo americano e da quello inglese, che hanno analizzato migliaia di casi…
Live Introvigne: … e hanno trovato che in un numero di casi molto basso, c'erano stati dei pedofili che avevano indossato maschere da demoni, ma sono casi molto molto rari. I più grandi processi collassano senza condanne. Le condanne sono pochissime.
In poche parole: non ci sono prove dell'esistenza di sette sataniche che compiono sacrifici e abusi rituali collettivi, ma rari casi di pedofili che utilizzano l'immaginario satanista per compiere i loro atti criminali.
Ora, non fraintendiamoci. Gli abusi sessuali sui bambini esistono e sono un problema reale. E' un dramma che avviene in tutto il mondo, spesso tra le mura di casa.
Per combattere questo fenomeno c'è bisogno di programmi, di fondi, di strutture, e di professionisti in ambito giudiziario e sociale che sappiano come proteggere e curare le vittime.
Stiamo parlando di una delle materie in assoluto più delicate e difficili da trattare, non solo per chi affronta questi problemi tutti i giorni, ma anche per chi fa il nostro mestiere.
Credetemi, non è facile.
Quello che però esperti ed accademici hanno iniziato a chiedersi è: che cos'è più diffuso, il fenomeno della pedofilia, o la nostra paura della pedofilia?
In tutto il mondo è stata prodotta una vasta letteratura scientifica sull'argomento.
Molti sono concordi nel sostenere che alla metà degli anni ‘90, proprio quando avvengono i fatti della Bassa Modenese, il nostro Paese sia stato attraversato da un'ondata di ‘psicosi pedofilia'.
Come per tutti i fenomeni non c'è mai un solo una causa. In tanti sostengono però che l'apice sia stato raggiunto nel 1996, in concomitanza con l'approvazione al Senato della Legge 66, “Norme contro la violenza sessuale”, che trasformò questo reato da ‘delitto contro la moralità pubblica' a ‘delitto contro la persona'.
Si tratta di un provvedimento importante e assolutamente necessario, arrivato dopo anni di battaglie e di campagne per il riconoscimento di un reato fino a quel momento troppo sottovalutato.
L'esistenza della legge di sicuro aveva creato consapevolezza nella popolazione, che ora aveva uno strumento per difendere i bambini, ma allo stesso tempo sembra aver alimentato una psicosi che già da tempo cresceva ovunque.
Dopo l'approvazione di quella legge si verificò infatti un trend abbastanza particolare.
Occhio ai numeri. Tra il 1996 e il 1999 ci fu un aumento del 90% delle denunce di violenze sui minori. I tribunali cominciavano a riempirsi di processi ai pedofili, a cui i giornali davano ampio risalto. Abbiamo fatto una ricerca nell'archivio storico di Repubblica: negli articoli scritti tra il 1986 e il 1996 i risultati della parola ‘pedofilia' sono 122, mentre nei dieci anni successivi schizzano a 4388.
Chi ha vissuto quegli anni ricorderà che di pedofilia si parlava molto spesso. Un testimone ce l'ho qui accanto a me: Alessia Rafanelli, con cui ho scritto Veleno, che è nata nel 1990.
Live Alessia: La storia di Veleno io la sento molto mia perché il paese in cui sono nata è molto simile a Massa Finalese. E' piccolo, in cui tutti conoscono tutti…
Un giorno poi scoppiò un caso anche da noi, nel senso che venne fuori che una bambina aveva visto uno sconosciuto ai giardinetti che faceva delle foto a noi bambini mentre giocavamo. E la mamma subito era corsa a scuola dagli altri genitori, e aveva detto “attenzione, i pedofili sono arrivati anche da noi. Non lasciate i bimbi da soli”. Quindi c'era proprio il panico. I carabinieri vennero a scuola, anche quello me lo ricordo.
Live Pablo: Ma questo pedofilo alla fine poi non ho capito… si è trovato? Live Alessia: No… perché non esisteva!
Live Pablo: In che senso?
Live Alessia: Nel senso che la bambina che per prima aveva visto il pedofilo fotografo, a 16 anni mi confidò che il pedofilo non era mai esistito. Mi disse che lei l'aveva raccontato alla mamma solo perché non voleva andare a scuola…
Di nuovo… significa che il problema non esiste? Assolutamente no.
Per capire cosa succede davvero però, bisogna osservare attentamente l'ambiente e il contesto in cui i fatti accadono.
A Massa Finalese le piccole vittime vivevano una situazione di stress molto più grande di loro. Pensateci.
Allontanati da casa.
I genitori in carcere, o in attesa di processo.
La scia di morti che si allungava anno dopo anno.
Una madre, Francesca, che si era lanciata dal quinto piano.
Un condannato, Alfredo, l'amico di Romano Galliera, morto di infarto subito dopo la sentenza.
Un prete, Don Giorgio, già definito martire.
Infine Adriana, la mamma naturale di Dario, liberata dalla casa circondariale di Monza quando il cancro l'aveva già quasi uccisa.
E poi le manifestazioni di piazza, gli articoli sui giornali, gli appelli in tv...
Quanto erano condizionati i bambini dall'atmosfera di paura e di sospetto che serpeggiava tra le stanze del loro nuovo mondo, quello dei Servizi Sociali?
E' stata una telefonata a farmelo capire più di ogni altra cosa.
Dall'altra parte dell'apparecchio c'era una donna a cui era stata affidata una delle bambine allontanate, che aveva fatto quei racconti terribili.
Live madre affidataria: Tra me e me ho pensato tante volte “sono cose impossibili”. Però nel momento in cui mi si teneva al corrente, mi si diceva “c'è il fratellino, anche il fratellino è stato allontanato, sono stati allontanati quattro fratelli”, poi mi si diceva “fate molta attenzione, quando andate via da qua dalla neuropsichiatra, state attenti che non vi segua nessuna macchina”. Cioè voglio dire… anche la cosa più assurda può essere vera.
E se una madre affidataria viene indotta a credere di essere addirittura spiata e seguita, cosa veniva detto ai bambini?
Alessia ed io abbiamo provato a chiederlo direttamente a loro. Non è stato facile trovarli.
Così come non è stato facile presentarsi alla porta di ragazzi che stanno cercando di dimenticare i traumi dell'infanzia e che a fatica provano a ricostruirsi una vita.
E' brutto, ti senti una merda.
Ma era l'unico modo che avevamo per capire cosa fosse accaduto davvero.
Abbiamo provato a rintracciare di Dario. Il bambino zero. Lo stiamo cercando dappertutto. Niente. Sembra sparito nel nulla.
Però abbiamo trovato Marta. E' stata molto carina e gentile, ma non ha voluto parlarci.
Margherita invece è rimasta affacciata al balcone. Non ci ha cacciati. Ma non ci ha fatti nemmeno salire.
E poi abbiamo incontrato tre dei figli di Lorena. Sono stati molto educati, ma anche loro hanno detto no.
E proprio quando stavamo per rassegnarci all'idea che non avremmo mai sentito la versione di uno di questi ragazzi, in un bar di Massa Finalese abbiamo conosciuto Alessandro. La sua storia ci ha colpiti molto, perché ci ha aperto gli occhi su una realtà per noi nuova: l'universo deforme, contorto, ambiguo e costellato di buchi neri che si nasconde nella nostra memoria.
Di lui non vi abbiamo ancora mai parlato, ma la notte del 12 novembre 1998, mentre la polizia entrava in casa di Lorena, una volante si era presentata anche alla porta dei suoi genitori. E come i 4 fratellini Covezzi, anche lui era stato portato via. E' l'unico tra i 16 bambini ad aver accettato di parlare con noi. L'unico ad essere tornato a casa.
Anche se troppo tardi.
Alessandro oggi ha 30 anni. E' un ragazzo pieno di rabbia e di amarezza.
Fino al giorno in cui lo hanno portato via, ha sempre vissuto a Massa Finalese.
Live Alessandro: … straviziato come tutti i figli unici penso, perché quello che volevo c'avevo.
Live Pablo: I tuoi genitori? Tuo papà e tua mamma com'erano?
Live Alessandro: Sempre presenti, mai avuto un problema, tranne una volta che sono scappato dal ristorante al mare, per andare a vedere le barche illuminate, ho preso due calci in culo da mio padre, ma ci sta.
Suo papà non era esattamente uno stinco di santo e sulla sua fedina penale aveva più di un trascorso...
Live Alessandro: Spaccio, gare clandestine, furti di videoregistratori...
E qualche soggiorno in carcere.
La madre, da quanto si dice in paese, era l'esatto opposto. Una brava ragazza, tranquilla, molto legata alla sua famiglia.