La QUESTIONE MERIDIONALE nel 1861
Se il Pil Pro Capide del Sud fosse pari a quello del Nord, il reddito medio sarebbe di 32.500€, contro i 27.500€ attuali.
Praticamente se tutta l'Italia fosse come il Nord, saremmo ricchi quanto i crouchi da merda!
Ma allora perché il Sud è rimasto così indietro?
È forse colpa dei meridionali stessi, oppure del settentrione sfruttatore?
Io sono Giorgio, un terrone emigrato al Nord.
Questo è Whatsapp Economy e oggi andremo a vedere quando e perché è nata la questione meridionale.
In questo video approfondirò l'argomento per quanto riguarda il periodo storico intorno all'unità d'Italia,
mentre per tutti gli altri periodi successivi fino ai giorni nostri,
ne andremo a approfondire in altri video successivi, perché questa sarà una serie.
I regni che si contendevano la penisola al 1860 erano principalmente due,
Regno delle Due Sicilie e Regno di Sardegna.
.
.
I due regni avevano due cose in comune, la prima era l'ambiguità nei nomi,
infatti Regno delle Due Sicilie, ma capitale, era Napoli,
mentre nel Regno di Sardegna la capitale era Torino,
con rispettivamente le regioni più sviluppate appunto in Campania e in Piemonte.
La seconda data in comune era il 1848, data in cui entrambi i due regni adottano la Costituzione,
diventando delle monarchie costituzionali.
A Torino consentì dall'in avanti un profondo cambiamento sia degli assetti istituzionali,
ma anche di quelli economici,
mentre nel Regno delle Due Sardegne...
eh... durò solo un anno e anche a fasi alterne.
Infatti a Re Ferdinando II la monarchia non gli faceva poi così tanto schifo,
e per farla tornare indietro devi mettere in conto anche un po' di manganellate a destra e sinistra.
Queste repressioni, che colpirono soprattutto il Partito Liberale,
sancirono un isolamento politico ma anche militare a livello internazionale,
e questo aiutò anche Garibaldi nella sua spedizione di Mille per unificare l'Italia.
Dall'altra parte paralizzò anche la corrente riformista del governo,
infatti per paura di nuove tensioni e di nuovi scontri,
la pressione fiscale all'interno del Regno delle Due Sardegne rimase sempre bassissima.
Questo basso gettito fiscale impedì al governo di investire in opere pubbliche
che avrebbero favorito lo sviluppo all'interno del Regno delle Due Sicilie.
Ma non dobbiamo sottovalutare troppo il Regno dei Borboni,
infatti dopo anni di regno quasi assolutista riaprirono il Parlamento, più precisamente nel 1860.
Praticamente... Garibaldi era già partito e quindi non servì a nulla quella riapertura.
Quindi ricapitolando, abbiamo da una parte il Regno di Sardegna
che si aggiorna anche a livello istituzionale per diventare sempre più innovativo,
mentre il Regno dei Borboni, forse ancora legato all'idea di ancien regime
caratteristica del Re Sole, imperatore francese,
si oppone al progresso anche istituzionale e ne pagherà le conseguenze.
Una parte dell'opinione pubblica pensa che la questione meridionale sia nata dopo l'unità d'Italia,
ammiccando anche a una tesi che pensa che sia stato il settentrione a sfruttare,
quindi a rendere miserabile un territorio che prima era florido e ricco.
Ed è per questo che in questo video non ci fermeremo solo alla trattazione dei temi istituzionali dei due regni,
ma anche a una trattazione economica per vedere se effettivamente la questione meridionale sia nata prima, durante o dopo l'unità d'Italia.
Prima di andare a vedere la ricchezza delle due nazioni, quindi andando ad analizzare il pil pro capite,
che è un argomento un po' spinoso che dopo andremo ad approfondire,
andiamo ad analizzare alcuni elementi che sono alla base di uno sviluppo economico di lungo periodo e sostenibile,
e cioè istruzione, istituti di credito e infrastrutture, e in particolare le ferrovie.
Infatti le ferrovie alla metà del 1800 erano come gli hoverboard degli anni 2000.
Le ferrovie permettevano un trasporto più economico rispetto a quello marittimo e più efficiente rispetto al trasporto animale via terra.
Insomma, erano la ciliegina sulla torta della nascente industria pesante e degli spostamenti di massa.
Rappresentarono praticamente un simbolo per la seconda rivoluzione industriale e sempre più centrali per lo sviluppo economico,
ed è per questo che dobbiamo approfondire questo argomento.
La prima tratta ferroviaria fu inaugurata a Napoli il 1839 e arrivava fino a Portici.
Se non sapete dove è Portici, beh, è qui.
Ben 7 km di ferrovie scintillante che permettevano ai reali di essere trasportati comodamente dalla città alla loro residenza estiva, proprio a Portici.
Passati 20 anni, e cioè nel 1859, la situazione delle ferrovie italiane era la seguente.
Gli stati del settentrione contavano ben 1629 km di ferrovie contro i 99 km del regno borbonico.
Il papato ne aveva 101.
Rapportando questi dati all'ampiezza di territori dei singoli stati, la situazione diventava ancora più drammatica.
In un paese che si sta affacciando la produzione industriale, le banche e gli istituti di credito avrebbero rappresentato sempre di più un fattore cruciale per lo sviluppo economico dell'Italia.
Questo perché le banche fanno da intermediario tra lo stato che mette moneta e i cittadini che ne fanno uso.
E fino ad adesso non siamo riusciti a trovare un istituto più efficiente di quello delle banche.
Praticamente sono l'apparato circolatorio di un sistema economico moderno.
.
Nel 1861 di banche al nord se ne potrebbero trovare a decine, di private e di pubbliche, anche alcune di tradizione secolare come ad esempio la Monte dei Paschi di Siena.
Mentre al sud di banche se ne trovavano solamente due ed erano tutte gestite dalla corona, il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli.
Non è forse questa democrazia? Una banca a testa e così nessuno si lamenta.
Negli ultimi settimane se avrete seguito le vicende del governo avrete sicuramente sentito parlare di CARIGE.
CARIGE è un acronimo che sta per Cassa di Risparmio di Genova.
Le casse di risparmio sono delle particolari banche che sono specializzate nel dare credito alle piccole imprese del territorio di appartenenza.
Quindi la CARIGE dà i soldi al territorio di Genova, la CARIFE al territorio di Ferrara e così via eccetera eccetera.
All'unità su 130 casse di risparmio presenti sul territorio italiano solo una faceva parte del ex regno delle due Sicilie.
Come questi ci sono tanti altri dati che ci confermano che lo sviluppo economico, seppur basso rispetto alla media europea,
si stava indirizzando sempre di più verso il settentrione rispetto al meridione, già prima dell'unità d'Italia.
14. Forse è il numero che inchioda di più il regno borbonico alle sue responsabilità per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo del meridione a quell'epoca.
Perché se volessimo tornare indietro al 1861 e mostrassimo un cartello su scritto VIVA IL RE a 100 persone,
di queste 100 persone solo 14 sarebbero riuscite a leggere o a scrivere questa frase.
Praticamente l'86% della popolazione del regno delle due Sicilie era analfabeta.
A tenere il confronto con questa statistica è solo la Russia, peccato però che la Russia a quel tempo era praticamente ferma al medioevo.
Mentre nel settentrione d'Italia era il 63% delle persone che erano analfabeti,
una statistica del tutto conforme agli standard di quell'epoca.
Ma sì dai cosa sarà mai, il sud ha il mare, il sud ha il sole.
Ed è proprio sotto il sole che l'85% dei ragazzi spendeva le proprie giornate, più precisamente andando a lavorare.
Così solo il 17% dei ragazzi terrori tra i 6 e i 10 anni andava a scuola.
Mentre nel centro nord i ragazzi fortunati che potevano avere un'istruzione e magari sperare in una scalata sociale,
erano pari al 67%, mentre il lavoro minorile si fermava solo al 50% dei ragazzi.
E alla fine arriviamo al PIL, forse l'indicatore macroeconomico più conosciuto per valutare la ricchezza di una nazione.
Dovete sapere che il PIL nasce durante la grande crisi del 29 negli Stati Uniti,
e l'Istat iniziò a calcolarlo solo dal 1950.
Ma allora come si fa a sapere il valore del PIL prima del 1950?
Beh, si fa un processo a ritroso, calcolando il PIL tramite dati storici più o meno attendibili.
Questo processo è così semplice che lo iniziò l'Istat negli anni 50,
e dopo più di 60 anni tuttora è ancora il dibattito è aperto riguardo queste rivelazioni, quanto siano attendibili o meno.
E se volete approfondire, link in descrizione per tutte le fonti.
E quindi andiamo finalmente a vedere il PIL pro capita delle singole regioni al 1871.
Se scelta questa data, cioè il 1871, perché la data più vicina all'Unità d'Italia è anche quella più attendibile tra le tutte più vicina all'Unità d'Italia.
Siete pronti? Volete conoscere il PIL pro capita delle singole regioni e del settentrione del meridione?
Beh, eccole qui.
Beh, soddisfatti? Vi aspettavate di più? Vi aspettavate di meno?
Mh? Alla fine la situazione non è poi così male.
Nel 1871 è già presente un divario tra Nord e Sud in favore del Nord di circa il 20%,
che comunque dobbiamo sempre prendere con le pinze.
Però una cosa è chiara, che se forse il Nord era più ricco del Sud, sicuramente il Sud, prima dell'Unità d'Italia, non era più ricco del Nord.
Comunque questo gap del 20% non è poi così catastrofico da costringere i meridionali a usare la scusa dell'accoglienza
contro l'incapacità di un territorio di generare ricchezza e lavoro e che costringe i giovani ad emigrare.
E quindi? Ci rimangeva una parola?
Beh, no. Anche perché ci ho speso un bel po' per fare questo video e quindi non vorrei buttare tutto in cesso.
E infatti per avere una visione globale della situazione durante l'Unità d'Italia,
dobbiamo accostare ai dati del PIL pro capita altri dati statistici che ci confermano più o meno quello che abbiamo detto fino ad adesso.
Nel dibattito pubblico odierno si parla molto spesso di povertà
ed andiamo ad analizzare anche questo dato statistico della povertà durante l'Unità d'Italia.
Nel 1861 nel Regno delle Due Sicilie i poveri erano pari al 52%, mentre nel Nord erano pari al 37%.
Ed ecco spiegato perché il PIL pro capita e bisogna prenderlo con le pinze e non ci dice proprio tutta la verità.
Proprio perché la miseria, che era caratteristica dei cedi meno abbienti,
era nascosta dalla grande ricchezza dei nobili e della persona vicina alla corona,
che facevano alzare il PIL pro capita in una maniera spropositata.
E infatti se torniamo indietro alla mappa che vi ho mostrato per il PIL pro capita regionale,
vediamo proprio che la regione che sta messa meglio al livello di PIL pro capita nel Regno delle Due Sicilie era proprio la Campania.
Regione dove abitavano i nobili o le persone vicine alla corona e quindi con una grande ricchezza patrimoniale.
Quindi il PIL pro capita, come abbiamo visto, mente abbastanza.
Non solo se accostato da altre statistiche come abbiamo visto,
ad esempio delle condizioni di vita ma anche a livello di infrastruttura e istruzione,
ma mente anche se immergiamo questo dato all'interno del contesto economico dell'Italia.
Infatti l'Italia, sebbene si stava per affacciare la produzione industriale,
tutta la sua struttura economica era ancora incentrata sull'agricoltura.
Quindi se da un lato abbiamo il Regno di Sardegna,
che stava facendo un turnover verso la produzione industriale ma che ancora non aveva dato tutti i suoi benefici,
dall'altro lato abbiamo il Regno delle Due Sicilie che ancora cerca di spremere le ultime gocce dal settore agricolo,
che da lì in poi praticamente era destinato al declino.
Ed è per questo se le differenze di Pil Pro Capite tra Nord e Sud
ancora non sono così apprezzabili come lo saranno anche con gli anni successivi all'Unità d'Italia.
Ed è anche questa caratteristica del Pil Pro Capite che non riesce a descriverci bene
la situazione reale che stava accadendo in quegli anni,
se è nata anche una corrente di pensiero che appunto afferma come la questione meridionale
sia nata dopo l'Unità d'Italia e non prima,
proprio perché pone come elemento della sua parte questo Pil
che anche in alcune statistiche affermano essere maggiore al Sud rispetto al Nord,
ma statistiche poi che se dati alla mano sono veramente poco attendibili.
E quindi diciamo che questa tesi della questione meridionale che è nata dopo l'Unità d'Italia
forse è frutto di una pigrizia di quelli che l'hanno ideata nell'analizzare i dati e vedere la situazione nel complesso.
POSSIBILITÀ DI RISCATTO
Se la corona con le sue politiche assolutiste e poco coraggiose non aveva garantito uno sviluppo economico di lungo periodo,
anche nobili e borghesia che cento anni prima in Gran Bretagna contribuirono alla prima rivoluzione industriale
hanno le loro compe all'interno del regno delle due Sicilie,
inchiodando la popolazione del Sud, soprattutto quella più bisognosa,
ad un circolo vizioso di povertà, disuguaglianza e impossibilità di riscatto.
Se infatti l'edifondismo, e cioè il possesso da parte di una cerchia ristretta di nobili di un grande numero di terreni,
era un fenomeno caratteristico di tutta la penisola italiana,
le modalità di concessione delle terre verso gli agricoltori e le persone più povere
era tutt'altro che uguale tra il regno delle due Sicilie e il regno di Sardegna.
Se infatti l'agricoltore del Nord aveva l'onere della gestione del terreno
concedendo solo una piccola parte del raccolto al proprietario terriero,
quindi dovendosi occupare della gestione del capitale e di tutte le risorse per portare avanti la campagna,
e quindi promuovendo un certo spirito imprenditoriale,
gli agricoltori del Sud non avevano l'onere di gestione del terreno,
anzi erano praticamente sfruttati dai proprietari terrieri.
E questo impediva una sorta di spirito imprenditoriale,
ma anche non erano invogliati a innovare la propria produzione e quindi a diventare sempre più produttivi,
perché sostanzialmente non ne avrebbero beneficiato di questo aumento di produttività dei terreni.
Quindi se dal Nord stavano iniziando a formarsi delle piccole e medie imprese tramite questo meccanismo,
al Sud invece gli agricoltori erano praticamente sfruttati
e si limitavano semplicemente a lavorare la terra senza alcun beneficio e senza alcuna aspirazione di ascesa sociale.
Finito questo discorso e penso che sia abbastanza palese come la questione meridionale sia nata prima dell'Unità d'Italia,
vorrei analizzare un ultimo argomento e cioè quello delle organizzazioni criminali,
che erano caratteristica del Sud ma ormai negli ultimi decenni si stanno anche espandendo al Nord.
Ma quando nascono la Mafia, la Camorra e la 'Ndrangheta?
Beh, è credenza comune che nascano dopo l'Unità d'Italia.
Beh, purtroppo non è proprio così.
Però questa credenza è dovuta al fatto che l'opinione pubblica si rese conto di questo problema delle organizzazioni criminali
solo dopo l'Unità d'Italia,
ma questo non vuol dire che la Mafia come la Camorra e la 'Ndrangheta sono nate dopo l'Unità d'Italia, bensì molto prima.
Il contesto istituzionale e sociale non riusciva a fare emergere nel dibattito pubblico questo effettivo problema.
Infatti vi spiegherò brevemente, anche se non ho tutte queste competenze per parlare di questo argomento,
e infatti se volete approfondire vi lascio il link in descrizione di una fonte molto più autoreula della mia,
Comunque vi spiego in breve come nasce la Mafia come la Camorra e la 'Ndrangheta nel Regno delle Due Sicilie.
Diciamo comunque che le organizzazioni criminali di base erano frequenti fin dal 1700,
però ci sono due eventi storici che cambiarono totalmente il destino di queste organizzazioni criminali,
in particolare il 1812 e il 1848.
Nel 1812 fu l'abolizione della fedelità.
Praticamente da lì in poi lo Stato rivendicò i terreni prima in possesso dell'aristocrazia.
Se nelle intenzioni aveva preso possesso di questi terreni prima appartenenti all'aristocrazia,
nei fatti comunque la gestione di questi terreni era comunque rimasta all'aristocrazia.
Mentre nel 1848 nel Regno delle Due Sicilie ci furono notevoli moti rivoluzionari
che permisero alle organizzazioni criminali di prendere sempre più potere nei confronti dello Stato.
Chiudo questo argomento che sono sicuro di aver spiegato malissimo.
L'unica cosa che mi piacerebbe fare, sempre riguardante l'argomento mafia,
è una descrizione di Francesco Barbagallo, che è uno studioso di storia e anche della mafia,
che descrive appunto chi erano questi, in questo caso, i camorristi.
Era una violenta organizzazione criminale composta di plebei che però guardavano in alto.
Da una parte si ponevano in diretta concorrenza con lo Stato,
sottrendoli in notevole parti l'esercizio di una funzione basilare,
qual era l'esazione fiscale.
Per altro verso cercavano di imitare i modelli e i codici di comportamento dell'aristocrazia,
facendo ricorso a rituali che davano valore al giuramento e all'onore.
Quindi possiamo vedere come quelli che facevano parte della camorra erano un certo medio
che aveva perso completamente la connessione con lo Stato
e c'era anche un'incapacità dello Stato di far vigere le proprie leggi,
come ad esempio quella più basilare, quella di esigere il gettito fiscale.
Quindi abbiamo visto come nasce la mafia e non c'è neanche bisogno di dirvi come
questo influenzi le possibilità di crescita di un territorio come quello del Sud,
che è dove appunto la mafia è da padrona, non c'è bisogno neanche di spiegarvelo insomma.
Spero che questo video sia stato utile, ditemi se vi è stato utile,
se vi è stato utile, non lo so, condividetelo con gli vostri amici,
fatelo conoscere, questo video ad altre persone che sono interessate.
Ci vediamo nei prossimi video e soprattutto ci vediamo al prossimo video dove analizzerà gli
eventi storici dopo l'unità d'Italia per quanto riguarda la questione meridionale.
Ciao a tutti!