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M - Il figlio del secolo, M03 Gli amanti: Benito e Margherita

M03 Gli amanti: Benito e Margherita

Benito Mussolini Milano, metà maggio 1919

Il cappello. È solo una banale bombetta comprata da Borsalino in Galleria per 40 lire eppure quella calotta di feltro nero attira il suo sguardo come un magnete calamita la limatura di ferro.

I rintocchi del campanile di San Gottardo riempiono l'intera piccola camera miserabile già satura degli odori acri del sesso. La donna giace riversa sulla schiena, le cosce ancora divaricate, accasciata eppure sovrana nella propria nudità spudorata. La campana batte le ore e i quarti. Lui torna a guardare il cappello.

Ha già quarant'anni ma è ancora bella. Gli occhi grigioverdi, i capelli biondo ramato, i seni abbondanti e penduli della madre che ha allattato. Da vestita è di certo la cosa più elegante e raffinata che il portiere di quel tugurio abbia mai visto entrare nell'albergo a ore in cui si guadagna da vivere. Adesso però lei è nuda, sono le sei e quarantacinque – nove rintocchi del campanile di San Gottardo – e lei revisiona ad alta voce il discorso che il suo amante dovrà tenere il 22 di maggio al Teatro Verdi di Fiume.

L'Italia ha una missione nel Mediterraneo e nell'Oriente. Basta dare uno sguardo alla carta geografica per comprendere la verità assiomatica di quest'asserzione. A eguale distanza fra l'equatore e il polo, l'Italia occupa il centro del Mediterraneo, che è il più importante bacino della terra. La configurazione, lo sviluppo litoraneo, la correttezza di linee la mettono in una condizione privilegiata per cui l'Italia è destinata a essere la dominatrice del Mediterraneo; ed è certo che, riconquistato dopo duemila anni il grande vallo della muraglia alpina, essa si riaffaccerà al mare da cui in ogni tempo le vennero prosperità e grandezza. L'Africa è la sua seconda sponda. Si può dire che questa necessità mediterranea rappresenta il diritto di quaranta milioni d'italiani di avere il campo libero della loro naturale espansione. Ma bisogna essere forti. L'ora dell'Italia non è ancora suonata ma deve fatalmente venire. Nell'ordine interno l'Italia deve prima conquistare se stessa. Ecco il compito del fascismo. Un più grande imperiale destino. Una tradizione millenaria chiama l'Italia sui lidi del continente nero.

Lei approva con la testa, le piace la parola “dominatrice”. Poi elimina alcune espressioni con un tratto risoluto di penna e conclude che lui deve incontrare Gabriele D'Annunzio. L'aria nella stanza si fa irrespirabile. Ancora il cappello.

Margherita Sarfatti e Benito Mussolini si sono conosciuti di persona nel febbraio del millenoventotredici quando lui, appena trentenne, era stato nominato direttore dell'Avanti!. Lei, che teneva la critica d'arte per il giornale socialista, si era presentata dimissionaria al nuovo direttore come si faceva abitualmente a ogni cambio di linea politica. Di quel primo incontro, lei avrebbe ricordato i suoi occhi fanatici, gialli, l'energia animalesca, la sua magrezza. Le aveva dato l'impressione di un uomo che lotti per tenere chiusa una porta che vuole a tutti i costi aprirsi. Aveva, però, già sentito parlare di lui in precedenza. Il primo a nominarglielo era stato suo marito, Cesare Sarfatti, insigne avvocato, esponente della corrente riformista del socialismo milanese. Il 13 luglio del millenovecentododici Cesare aveva scritto alla moglie, rimasta a casa, una nota entusiastica da Reggio Emilia, dove era in corso il congresso del Partito socialista: “Benito Mussolini. Segnati questo nome. È lui il prossimo uomo.” E Margherita se lo era segnato.

A Reggio Emilia, il giovane, oscuro delegato della sezione di Forlì si era affacciato alla tribuna cupo come un boia, giacca e cravatta nera, il viso pallido, i vestiti logori, il corpo ossuto, gli occhi spiritati, la barba di tre giorni, e aveva parlato una lingua che non si era mai udita prima. Frasi spezzate, perentorie, martellanti, quasi sempre precedute da un io ipertrofico, cadenzate da silenzi minacciosi, significati inequivocabili e militanti, asserzioni isteriche e memorabili. Benito Mussolini, oscuro delegato della sezione provinciale di Forlì, spazzava via in pochi minuti secoli di eloquenza rotonda e colta, gesticolava come un cinese, malmenava il cappello a tesa larga da mazziniano, bestemmiava Dio dalla tribuna del popolo. Il pubblico si era diviso a metà: i ciechi e gli arroganti avevano riso di lui come di una macchietta, tutti gli altri ne erano rimasti affascinati e sgomenti.

Il bersaglio della sua furia erano i vecchi, signorili, bonari notabili dell'ala riformista. Ecco cos'era accaduto: un muratore romano aveva sparato una revolverata al re e loro, guidati da Leonida Bissolati, grande vecchio del socialismo moderato, si erano macchiati della colpa di far visita al sovrano, salendo alla reggia in cappello molle e guanti paglierini. Quel Mussolini, allora, si era messo in maniche di camicia e li aveva spinti tutti al muro. Li aveva percossi in pieno volto. “Non posso approvare il vostro gesto di cortigiano. Ditemi, Bissolati, quante volte siete stato a rendere omaggio a un muratore caduto dall'impalcatura? Quante volte a un birocciaio travolto dal proprio carro? Ebbene? Che cos'è un attentato al re, se non un infortunio sul lavoro?” Applausi. “Per un socialista un attentato è un fatto di cronaca o di storia, secondo i casi. Le doti personali del re sono fuori questione. Per noi il re è un uomo, soggetto come tutti gli altri alle bizzarrie comiche e tragiche del destino. Perché commuoversi e piangere per il re, solo per il re? Tra l'infortunio che colpisce un re e quello che abbatte un operaio, il primo ci può lasciare indifferenti. Il re è un cittadino inutile per definizione.” Applausi. Evviva. Trionfo.

A fine giornata, Bissolati, Bonomi, Cabrini e Podrecca – i capi dell'ala moderata – saranno espulsi dal partito; Benito Mussolini, il rivoluzionario selvaggio venuto dalla provincia, sarà innalzato a suo nuovo idolo; ancora pochi mesi e Margherita, la affascinante figlia della grande borghesia ebrea veneziana, cresciuta a Palazzo Bembo sul Canal Grande, sposa dell'avvocato Sarfatti, intellettuale coltissima, paladina del socialismo, rentier da 40.000 lire l'anno, raffinato critico d'arte, protettrice di Boccioni, mecenate delle futuribili avanguardie artistiche, sarà divenuta la sua amante.

Adesso, però, non è più il millenovecentododici. Sono trascorsi sette anni e una guerra mondiale. I socialisti hanno addirittura espulso dal partito quel Benito Mussolini che prima della guerra ne era stato l'astro nascente, hanno bollato con un marchio di infamia il traditore passato all'improvviso dal fronte pacifista a quello interventista, hanno abbattuto nella vergogna il loro giovane idolo rivoluzionario come lui aveva abbattuto i vecchi patriarchi riformisti. Dopo quattro anni di guerra costantemente avversata dai socialisti ortodossi, il primo di maggio, la classe operaia che odia reduci e interventisti ha celebrato con manifestazioni grandiose la Festa del lavoro. Le masse, inebriate dalla loro potenza, affluiscono gigantesche sotto le bandiere rosse. L'incendio dell'Avanti!, appiccato dai primi fascisti, sembra non averle nemmeno scalfite. In meno di un mese hanno raccolto più di un milione per la ricostruzione. Per Mussolini, invece, quell'incendio ha bruciato tutti i ponti gettati verso i vecchi compagni. Ogni tentativo di creare una costituente delle fazioni interventiste di sinistra è fallito. E poi anche i Fasci di combattimento sono stati un fiasco. Poche centinaia di adepti, dispersi in tutta Italia.

In certe serate di nebbia fredda lui deve camminare su e giù per via Monte di Pietà in attesa che arrivino Marinelli o Pasella ad aprire la porta della sezione. Trockij in Russia in pochi mesi ha messo in piedi una gigantesca Armata Rossa di operai socialisti e lui da settimane non riesce nemmeno a mettere su un turno di squadre a difesa del giornale. E poi il giornale che continua a perdere copie. Morgagni, l'amministratore, fa i salti mortali ma a volte non riesce nemmeno a pagare la carta. E poi c'è il presidente degli Stati Uniti d'America che alla conferenza di pace di Parigi si ostina a umiliare l'Italia. E poi c'è quella pazza femmina vendicativa di Ida Dalser che lo infanga pubblicamente. Ha dato al figlio nato dalla loro relazione clandestina il suo nome – Benito Albino – e adesso ha preso 700 lire da Frassati, il direttore de La Stampa di Torino, per accusarlo di aver fondato nel millenovecentoquindici Il Popolo d'Italia grazie all'oro dei francesi. E poi c'è Bianca Ceccato, la “piccina”, che vuole far la fidanzatina. Si è licenziata da segretaria al giornale e piange perché le danno della mantenuta. Lui prima la portava in camere ammobiliate in via Eustachi ma adesso lei lo costringe a gite romantiche. Sono stati sul lago di Como, ad aprile sono stati a Venezia. Hanno scattato una foto ricordo in piazza San Marco, con i piccioni sulla testa. I portieri d'albergo la credono sua figlia. Ha diciannove anni. Un visino da bambola sotto la cuffietta di pizzo. Dice le orazioni prima di andare a letto.

“Devi assolutamente incontrare D'Annunzio.” Margherita Sarfatti gli dice che il Vate è un suo caro amico, che può presentarglielo lei. La padronanza di quella donna riempie la stanza: i dinamismi del secolo, la bohème di Parigi, la città che sale, i mondariso del novarese che dopo diciassette giorni di sciopero ottengono le otto ore di lavoro, Umberto Boccioni, il più grande pittore della sua generazione, volontario nel Battaglione nazionale ciclisti, che muore al fronte a soli trentatré anni per un banale incidente. Quel corpo osceno di donna padrona li riassume tutti, il secolo vibra nei suoi seni, nel suo ventre, nelle sue cosce nude, spudorate. Lui, Benito Mussolini da Predappio, figlio di Alessandro, contro quelle cosce da signora ci sbatte come la mosca impazzita sbatte sul vetro del bicchiere capovolto. Lui le entrerebbe dentro con un cavallo. E questo è tutto. Non sa altro.

L'odore nella stanza si è fatto terribile. San Gottardo batte le sette. Sette rintocchi perfetti.

Lui si alza, stringe il nodo alla cravatta, poi lascia che la sua persona fluisca nella corrente magnetica che lo attrae verso la bombetta. No, nessuna donna potrà vantarsi di essere uscita soddisfatta dalla sua intimità. Non appena le ha possedute – cosa di per sé rapidissima – lui sente il bisogno prepotente di rimettere il cappello sulla testa.

Mussolini Prof. Benito fu Alessandro, nato a Predappio il 29.7.1883, residente a Milano in Foro Bonaparte 38, socialista rivoluzionario, schedato, maestro elementare abilitato ad un insegnamento in scuole secondarie, fu prima segretario della Camera del lavoro di Cesena, Forlì e Ravenna, poi dal 1912 direttore del giornale Avanti! al quale impresse forma violenta, suggestiva ed intransigente. Nell'ottobre del 1914, messosi in contrasto con la direzione del Partito socialista italiano perché fautore della neutralità attiva dell'Italia nella guerra delle nazioni contro la tendenza della neutralità assoluta, si ritirò il 20 di detto mese dalla Direzione dell'Avanti!.

Iniziò quindi il 15 novembre successivo la pubblicazione del giornale Il Popolo d'Italia, col quale sostenne, in antitesi all'Avanti! e con aspra polemica contro tale giornale e i suoi principali ispiratori, la tesi dell'intervento dell'Italia nella guerra contro il militarismo degli Imperi Centrali.

Fu per tale fatto accusato dai compagni socialisti d'indegnità morale e politica e fu deliberata la di lui espulsione…

Ebbe per amante anche la trentina Dalser Ida… dalla quale ebbe un figlio nel novembre 1915 riconosciuto dal Mussolini con atto dell'11 gennaio 1916… Abbandonata da Mussolini sparlava con tutti di lui, dicendo anche di averlo aiutato finanziariamente, senza però mai fare riferimento ai suoi precedenti politici… Mentre era internata a Caserta, essa a un funzionario di questo Ufficio (febbraio 1918) accusò Mussolini di essersi venduto alla Francia tradendo gli interessi del proprio Paese ed al riguardo riferì di aver saputo che il 17 gennaio 1914 ebbe luogo a Ginevra un colloquio tra il Mussolini e l'ex presidente del Consiglio francese Caillaux, in seguito al quale quest'ultimo avrebbe versato a Mussolini la somma di un milione di lire…

La Dalser però è una nevrastenica e una isterica esaltata dal desiderio di vendetta contro Mussolini e le sue dichiarazioni non meritano fede.

Tuttavia dalle indagini fatte è risultato che effettivamente non alla data indicata dalla Dalser ma il 13 novembre 1914 (si noti: due giorni prima dell'apparizione del primo numero del Popolo d'Italia) il Benito Mussolini si trovava a Ginevra, precisamente all'Hotel d'Angleterre.

Rapporto dell'ispettore generale di pubblica sicurezza Giovanni Gasti, giugno 1919


M03 Gli amanti: Benito e Margherita M03 Das Liebespaar: Benito und Margherita M03 The lovers: Benito and Margarita M03 De minnaars: Benito en Margherita M03 Os amantes: Benito e Margherita

Benito Mussolini Milano, metà maggio 1919 Benito Mussolini Milan, mid-May 1919

Il cappello. The hat. È solo una banale bombetta comprata da Borsalino in Galleria per 40 lire eppure quella calotta di feltro nero attira il suo sguardo come un magnete calamita la limatura di ferro. Es ist nur eine banale Melone, die Borsalino in der Galleria für 40 Lire gekauft hat, und doch zieht diese schwarze Filzkappe seinen Blick an wie ein Magnet, der Eisenspäne magnetisiert. It is just a banal bowler hat bought by Borsalino in the Galleria for 40 lire and yet that black felt cap attracts his gaze like a magnet magnetizes iron filings.

I rintocchi del campanile di San Gottardo riempiono l'intera piccola camera miserabile già satura degli odori acri del sesso. Das Glockenspiel des Glockenturms von San Gottardo füllt den gesamten elenden kleinen Raum, der bereits mit den scharfen Gerüchen von Sex gesättigt ist. The tolling of the bell tower of San Gottardo fills the entire small miserable room already saturated with the acrid odors of sex. La donna giace riversa sulla schiena, le cosce ancora divaricate, accasciata eppure sovrana nella propria nudità spudorata. The woman lies on her back, her thighs still wide apart, slumped yet sovereign in her own shameless nakedness. La campana batte le ore e i quarti. Die Glocke schlägt die Stunden und Viertel. Lui torna a guardare il cappello. Er schaut zurück auf den Hut.

Ha già quarant'anni ma è ancora bella. Sie ist bereits vierzig Jahre alt, aber immer noch schön. Gli occhi grigioverdi, i capelli biondo ramato, i seni abbondanti e penduli della madre che ha allattato. Die graugrünen Augen, das kupferblonde Haar, die üppigen und hängenden Brüste der stillenden Mutter. The gray-green eyes, the auburn hair, the abundant and pendulous breasts of the mother who has nursed. Da vestita è di certo la cosa più elegante e raffinata che il portiere di quel tugurio abbia mai visto entrare nell'albergo a ore in cui si guadagna da vivere. Wenn er angezogen ist, ist es sicherlich das eleganteste und raffinierteste, was der Portier dieser Hütte jemals gesehen hat, als er das Hotel zu Stunden betrat, in denen er seinen Lebensunterhalt verdient. Dressed, she is certainly the most elegant and refined thing that the doorman of that hovel has ever seen entering the hotel by the hour in which he earns his living. Adesso però lei è nuda, sono le sei e quarantacinque – nove rintocchi del campanile di San Gottardo – e lei revisiona ad alta voce il discorso che il suo amante dovrà tenere il 22 di maggio al Teatro Verdi di Fiume. Aber jetzt ist sie nackt, es ist sechs Uhr fünfundvierzig - neun Striche des Glockenturms von San Gottardo - und sie überarbeitet laut die Rede, die ihr Geliebter am 22. Mai im Teatro Verdi in Fiume halten muss.

L'Italia ha una missione nel Mediterraneo e nell'Oriente. Italien hat eine Mission im Mittelmeerraum und im Osten. Basta dare uno sguardo alla carta geografica per comprendere la verità assiomatica di quest'asserzione. Schauen Sie sich einfach die Karte an, um die axiomatische Wahrheit dieser Aussage zu verstehen. A eguale distanza fra l'equatore e il polo, l'Italia occupa il centro del Mediterraneo, che è il più importante bacino della terra. In gleicher Entfernung zwischen Äquator und Pol befindet sich Italien im Zentrum des Mittelmeers, dem wichtigsten Becken der Erde. La configurazione, lo sviluppo litoraneo, la correttezza di linee la mettono in una condizione privilegiata per cui l'Italia è destinata a essere la dominatrice del Mediterraneo; ed è certo che, riconquistato dopo duemila anni il grande vallo della muraglia alpina, essa si riaffaccerà al mare da cui in ogni tempo le vennero prosperità e grandezza. Die Konfiguration, die Küstenentwicklung und die Richtigkeit der Linien versetzen sie in einen privilegierten Zustand, für den Italien die Dominante des Mittelmeers sein soll. und es ist sicher, dass, nachdem es nach zweitausend Jahren die große Mauer der Alpenmauer wiedererlangt hat, sie wieder im Meer erscheinen wird, aus dem zu jeder Zeit Wohlstand und Größe hervorgegangen sind. L'Africa è la sua seconda sponda. Afrika ist seine zweite Bank. Si può dire che questa necessità mediterranea rappresenta il diritto di quaranta milioni d'italiani di avere il campo libero della loro naturale espansione. Man kann sagen, dass dieses mediterrane Bedürfnis das Recht von vierzig Millionen Italienern darstellt, das freie Feld ihrer natürlichen Expansion zu haben. Ma bisogna essere forti. L'ora dell'Italia non è ancora suonata ma deve fatalmente venire. Die Stunde Italiens ist noch nicht gekommen, muss aber tödlich kommen. Nell'ordine interno l'Italia deve prima conquistare se stessa. In der inneren Ordnung muss sich Italien zuerst selbst erobern. Ecco il compito del fascismo. Hier ist die Aufgabe des Faschismus. Un più grande imperiale destino. Ein größeres kaiserliches Schicksal. Una tradizione millenaria chiama l'Italia sui lidi del continente nero.

Lei approva con la testa, le piace la parola “dominatrice”. Poi elimina alcune espressioni con un tratto risoluto di penna e conclude che lui deve incontrare Gabriele D'Annunzio. Dann eliminiert er einige Ausdrücke mit einem entschlossenen Federstrich und kommt zu dem Schluss, dass er Gabriele D'Annunzio treffen muss. L'aria nella stanza si fa irrespirabile. Die Luft im Raum wird nicht mehr atmungsaktiv. Ancora il cappello.

Margherita Sarfatti e Benito Mussolini si sono conosciuti di persona nel febbraio del millenoventotredici quando lui, appena trentenne, era stato nominato direttore dell'Avanti!. Lei, che teneva la critica d'arte per il giornale socialista, si era presentata dimissionaria al nuovo direttore come si faceva abitualmente a ogni cambio di linea politica. Sie, die die Kunstkritik für die sozialistische Zeitung hielt, hatte sich dem neuen Herausgeber wie gewohnt bei jedem Wechsel der politischen Linie vorgestellt. Di quel primo incontro, lei avrebbe ricordato i suoi occhi fanatici, gialli, l'energia animalesca, la sua magrezza. Of that first meeting, she would remember his fanatical, yellow eyes, his animalistic energy, his thinness. Le aveva dato l'impressione di un uomo che lotti per tenere chiusa una porta che vuole a tutti i costi aprirsi. Es hatte den Eindruck eines Mannes erweckt, der darum kämpfte, eine Tür geschlossen zu halten, die er um jeden Preis öffnen wollte. It gave her the impression of a man struggling to keep a door closed that wants to open at all costs. Aveva, però, già sentito parlare di lui in precedenza. Er hatte jedoch zuvor von ihm gehört. She had, however, heard of him before. Il primo a nominarglielo era stato suo marito, Cesare Sarfatti, insigne avvocato, esponente della corrente riformista del socialismo milanese. Der erste, der ihn nannte, war ihr Ehemann Cesare Sarfatti, ein angesehener Anwalt, Vertreter der reformistischen Strömung des Mailänder Sozialismus. Il 13 luglio del millenovecentododici Cesare aveva scritto alla moglie, rimasta a casa, una nota entusiastica da Reggio Emilia, dove era in corso il congresso del Partito socialista: “Benito Mussolini. Segnati questo nome. Write down this name. È lui il prossimo uomo.” E Margherita se lo era segnato. Er ist der nächste Mann. " Und Margherita hatte es geschafft. He is the next man. " And Margherita had marked it.

A Reggio Emilia, il giovane, oscuro delegato della sezione di Forlì si era affacciato alla tribuna cupo come un boia, giacca e cravatta nera, il viso pallido, i vestiti logori, il corpo ossuto, gli occhi spiritati, la barba di tre giorni, e aveva parlato una lingua che non si era mai udita prima. In Reggio Emilia, the young, obscure delegate of the Forlì section had looked out at the grandstand as dark as an executioner, black jacket and tie, pale face, worn clothes, bony body, haunted eyes, three-day beard, and he had spoken a language he had never heard before. Frasi spezzate, perentorie, martellanti, quasi sempre precedute da un io ipertrofico, cadenzate da silenzi minacciosi, significati inequivocabili e militanti, asserzioni isteriche e memorabili. Gebrochene Sätze, zwanghaft, pochend, fast immer von einem hypertrophen Ego vorangestellt, das von drohendem Schweigen, eindeutigen und militanten Bedeutungen, hysterischen und einprägsamen Aussagen begleitet wird. Benito Mussolini, oscuro delegato della sezione provinciale di Forlì, spazzava via in pochi minuti secoli di eloquenza rotonda e colta, gesticolava come un cinese, malmenava il cappello a tesa larga da mazziniano, bestemmiava Dio dalla tribuna del popolo. Benito Mussolini, obscure delegate of the provincial section of Forlì, swept away centuries of rounded and cultured eloquence in a few minutes, gesticulated like a Chinese, beat up his Mazzinian wide-brimmed hat, cursed God from the people's gallery. Il pubblico si era diviso a metà: i ciechi e gli arroganti avevano riso di lui come di una macchietta, tutti gli altri ne erano rimasti affascinati e sgomenti. Das Publikum hatte sich in zwei Hälften geteilt: Der Blinde und Arrogante hatte ihn wie einen Fleck ausgelacht, alle anderen waren fasziniert und bestürzt. The audience was divided in half: the blind and the arrogant had laughed at him like a speck, all the others had been fascinated and dismayed.

Il bersaglio della sua furia erano i vecchi, signorili, bonari notabili dell'ala riformista. The target of his fury was the old, noble, good-natured notables of the reformist wing. Ecco cos'era accaduto: un muratore romano aveva sparato una revolverata al re e loro, guidati da Leonida Bissolati, grande vecchio del socialismo moderato, si erano macchiati della colpa di far visita al sovrano, salendo alla reggia in cappello molle e guanti paglierini. Folgendes geschah: Ein römischer Maurer hatte einen Revolver auf den König abgefeuert, und sie, angeführt von Leonidas Bissolati, einem großen alten Mann des gemäßigten Sozialismus, hatten sich mit der Schuld befleckt, den Souverän zu besuchen und mit weichen Hüten und Strohhandschuhen zum Palast hinaufzugehen. Here is what had happened: a Roman mason had fired a revolver at the king and they, led by Leonida Bissolati, a great old man of moderate socialism, were guilty of visiting the sovereign, going up to the palace in soft hats and straw-colored gloves. Quel Mussolini, allora, si era messo in maniche di camicia e li aveva spinti tutti al muro. Dieser Mussolini hatte also Hemdsärmel angezogen und sie alle an die Wand geschoben. That Mussolini, then, had put on his shirt sleeves and pushed them all to the wall. Li aveva percossi in pieno volto. Er hatte ihnen ins Gesicht geschlagen. He had beaten them full in the face. “Non posso approvare il vostro gesto di cortigiano. „Ich kann deine höfische Geste nicht gutheißen. Ditemi, Bissolati, quante volte siete stato a rendere omaggio a un muratore caduto dall'impalcatura? Sag mir, Bissolati, wie oft warst du schon eine Hommage an einen Maurer, der vom Gerüst gefallen ist? Tell me, Bissolati, how many times have you been to pay homage to a bricklayer who has fallen from the scaffolding? Quante volte a un birocciaio travolto dal proprio carro? Ebbene? Che cos'è un attentato al re, se non un infortunio sul lavoro?” Applausi. Was ist ein Angriff auf den König, wenn nicht ein Arbeitsunfall? " Beifall. “Per un socialista un attentato è un fatto di cronaca o di storia, secondo i casi. „Für einen Sozialisten ist ein Angriff eine Tatsache aus Nachrichten oder Geschichte. Le doti personali del re sono fuori questione. Per noi il re è un uomo, soggetto come tutti gli altri alle bizzarrie comiche e tragiche del destino. Für uns ist der König ein Mann, der wie alle anderen den komischen und tragischen Kuriositäten des Schicksals ausgesetzt ist. Perché commuoversi e piangere per il re, solo per il re? Tra l'infortunio che colpisce un re e quello che abbatte un operaio, il primo ci può lasciare indifferenti. Zwischen der Verletzung, die einen König trifft, und der Verletzung, die einen Arbeiter niederschlägt, kann der erstere uns gleichgültig lassen. Between the injury that hits a king and the one that knocks down a worker, the former can leave us indifferent. Il re è un cittadino inutile per definizione.” Applausi. Evviva. Trionfo.

A fine giornata, Bissolati, Bonomi, Cabrini e Podrecca – i capi dell'ala moderata – saranno espulsi dal partito; Benito Mussolini, il rivoluzionario selvaggio venuto dalla provincia, sarà innalzato a suo nuovo idolo; ancora pochi mesi e Margherita, la affascinante figlia della grande borghesia ebrea veneziana, cresciuta a Palazzo Bembo sul Canal Grande, sposa dell'avvocato Sarfatti, intellettuale coltissima, paladina del socialismo, rentier da 40.000 lire l'anno, raffinato critico d'arte, protettrice di Boccioni, mecenate delle futuribili avanguardie artistiche, sarà divenuta la sua amante.

Adesso, però, non è più il millenovecentododici. Sono trascorsi sette anni e una guerra mondiale. I socialisti hanno addirittura espulso dal partito quel Benito Mussolini che prima della guerra ne era stato l'astro nascente, hanno bollato con un marchio di infamia il traditore passato all'improvviso dal fronte pacifista a quello interventista, hanno abbattuto nella vergogna il loro giovane idolo rivoluzionario come lui aveva abbattuto i vecchi patriarchi riformisti. Die Sozialisten wiesen sogar aus, dass Benito Mussolini, der vor dem Krieg sein aufgehender Stern gewesen war, den Verräter, der plötzlich vom Pazifisten zur interventionistischen Front gegangen war, mit einem Stigma gebrandmarkt und ihr junges Idol beschämt niedergeschlagen hatte. revolutionär wie er die alten reformistischen Patriarchen gestürzt hatte. Dopo quattro anni di guerra costantemente avversata dai socialisti ortodossi, il primo di maggio, la classe operaia che odia reduci e interventisti ha celebrato con manifestazioni grandiose la Festa del lavoro. After four years of war constantly opposed by the Orthodox socialists, the working class who hates veterans and interventionists celebrated Labor Day with grandiose demonstrations on May 1st. Le masse, inebriate dalla loro potenza, affluiscono gigantesche sotto le bandiere rosse. L'incendio dell'Avanti!, appiccato dai primi fascisti, sembra non averle nemmeno scalfite. Das von den ersten Faschisten begonnene Verbrennen der Avanti! Scheint sie nicht einmal zerkratzt zu haben. The fire of the Avanti !, started by the first fascists, seems not to have even scratched them. In meno di un mese hanno raccolto più di un milione per la ricostruzione. Per Mussolini, invece, quell'incendio ha bruciato tutti i ponti gettati verso i vecchi compagni. For Mussolini, however, that fire burned all the bridges thrown towards his old comrades. Ogni tentativo di creare una costituente delle fazioni interventiste di sinistra è fallito. Jeder Versuch, einen Bestandteil der linksinterventionistischen Fraktionen zu schaffen, ist gescheitert. E poi anche i Fasci di combattimento sono stati un fiasco. Und dann waren die Combat Bundles auch ein Fiasko. Poche centinaia di adepti, dispersi in tutta Italia. Nur wenige Hunderte von Anhängern, die in ganz Italien verstreut sind.

In certe serate di nebbia fredda lui deve camminare su e giù per via Monte di Pietà in attesa che arrivino Marinelli o Pasella ad aprire la porta della sezione. An bestimmten Abenden mit kaltem Nebel muss er die Via Monte di Pietà auf und ab gehen und darauf warten, dass Marinelli oder Pasella die Sektionstür öffnen. Trockij in Russia in pochi mesi ha messo in piedi una gigantesca Armata Rossa di operai socialisti e lui da settimane non riesce nemmeno a mettere su un turno di squadre a difesa del giornale. E poi il giornale che continua a perdere copie. Morgagni, l'amministratore, fa i salti mortali ma a volte non riesce nemmeno a pagare la carta. Morgagni, der Administrator, macht die Flips, aber manchmal kann er die Karte nicht einmal bezahlen. Morgagni, the administrator, goes through hoops but sometimes he can't even pay the card. E poi c'è il presidente degli Stati Uniti d'America che alla conferenza di pace di Parigi si ostina a umiliare l'Italia. Und dann ist da noch der Präsident der Vereinigten Staaten von Amerika, der darauf besteht, Italien auf der Pariser Friedenskonferenz zu demütigen. E poi c'è quella pazza femmina vendicativa di Ida Dalser che lo infanga pubblicamente. Und dann ist da noch diese verrückte rachsüchtige Frau von Ida Dalser, die ihn öffentlich trübt. And then there's that vengeful crazy female Ida Dalser publicly muddying him. Ha dato al figlio nato dalla loro relazione clandestina il suo nome – Benito Albino – e adesso ha preso 700 lire da Frassati, il direttore de La Stampa di Torino, per accusarlo di aver fondato nel millenovecentoquindici Il Popolo d'Italia grazie all'oro dei francesi. Er gab seinem Sohn - Benito Albino - seinen Namen, der aus seiner geheimen Beziehung geboren wurde, und jetzt hat er Frassati, dem Herausgeber von La Stampa von Turin, 700 Lire abgenommen, um ihn zu beschuldigen, Il Popolo d'Italia in den neunzehnhundertfünfzehn Jahren dank des Goldes der USA gegründet zu haben Französisch. He gave his son born from their clandestine relationship his name - Benito Albino - and now he has taken 700 lire from Frassati, the director of La Stampa of Turin, to accuse him of having founded Il Popolo d'Italia in nineteen hundred and fifteen thanks to the gold of the French. E poi c'è Bianca Ceccato, la “piccina”, che vuole far la fidanzatina. Und dann ist da noch Bianca Ceccato, das "kleine Mädchen", das eine Freundin sein will. And then there is Bianca Ceccato, the "little one", who wants to be a girlfriend. Si è licenziata da segretaria al giornale e piange perché le danno della mantenuta. Sie kündigte als Sekretärin der Zeitung und weinte, weil sie ihr eine behaltene gab. She quit her job as a secretary at the newspaper and cries because they call her a kept woman. Lui prima la portava in camere ammobiliate in via Eustachi ma adesso lei lo costringe a gite romantiche. Früher brachte er sie in möblierte Zimmer in der Via Eustachi, aber jetzt zwingt sie ihn zu romantischen Reisen. He used to take her to furnished rooms on Eustachi Street but now she forces him on romantic outings. Sono stati sul lago di Como, ad aprile sono stati a Venezia. Hanno scattato una foto ricordo in piazza San Marco, con i piccioni sulla testa. I portieri d'albergo la credono sua figlia. Die Hotel-Concierges glauben, dass sie seine Tochter ist. Ha diciannove anni. Un visino da bambola sotto la cuffietta di pizzo. Ein Puppengesicht unter der Spitzenkappe. A doll's face under the lace cap. Dice le orazioni prima di andare a letto.

“Devi assolutamente incontrare D'Annunzio.” Margherita Sarfatti gli dice che il Vate è un suo caro amico, che può presentarglielo lei. "Du musst D'Annunzio unbedingt treffen." Margherita Sarfatti sagt ihm, dass der Vate eine liebe Freundin von ihr ist, die sie ihm vorstellen kann. La padronanza di quella donna riempie la stanza: i dinamismi del secolo, la bohème di Parigi, la città che sale, i mondariso del novarese che dopo diciassette giorni di sciopero ottengono le otto ore di lavoro, Umberto Boccioni, il più grande pittore della sua generazione, volontario nel Battaglione nazionale ciclisti, che muore al fronte a soli trentatré anni per un banale incidente. The mastery of that woman fills the room: the dynamisms of the century, the bohème of Paris, the rising city, the mondariso of Novara who after seventeen days of strike get the eight hours of work, Umberto Boccioni, the greatest painter of his generation, a volunteer in the National Cyclists Battalion, who died at the front at the age of thirty-three from a trivial accident. Quel corpo osceno di donna padrona li riassume tutti, il secolo vibra nei suoi seni, nel suo ventre, nelle sue cosce nude, spudorate. That obscene body of a mistress woman sums them all up, the century vibrates in her breasts, in her belly, in her bare, shameless thighs. Lui, Benito Mussolini da Predappio, figlio di Alessandro, contro quelle cosce da signora ci sbatte come la mosca impazzita sbatte sul vetro del bicchiere capovolto. He, Benito Mussolini da Predappio, son of Alessandro, slams us against those lady's thighs like the mad fly hits the glass of an upturned glass. Lui le entrerebbe dentro con un cavallo. Er würde mit einem Pferd hereinkommen. He would go inside her with a horse. E questo è tutto. Non sa altro. Er weiß nichts anderes.

L'odore nella stanza si è fatto terribile. Der Geruch im Raum ist schrecklich geworden. The smell in the room got terrible. San Gottardo batte le sette. San Gottardo schlägt sieben. San Gottardo strikes seven. Sette rintocchi perfetti. Seven perfect strokes.

Lui si alza, stringe il nodo alla cravatta, poi lascia che la sua persona fluisca nella corrente magnetica che lo attrae verso la bombetta. Er steht auf, zieht den Knoten an der Krawatte fest und lässt seine Person in dem magnetischen Strom fließen, der ihn zur Melone hin anzieht. He stands up, tightens the knot in his tie, then lets his person flow in the magnetic current that draws him to the bowler hat. No, nessuna donna potrà vantarsi di essere uscita soddisfatta dalla sua intimità. Nein, keine Frau kann sich rühmen, mit ihrer Intimität zufrieden gewesen zu sein. No, no woman will be able to boast of being satisfied with her intimacy. Non appena le ha possedute – cosa di per sé rapidissima – lui sente il bisogno prepotente di rimettere il cappello sulla testa. As soon as he has possessed them - which in itself is very fast - he feels the overwhelming need to put the hat back on his head.

Mussolini Prof. Benito fu Alessandro, nato a Predappio il 29.7.1883, residente a Milano in Foro Bonaparte 38, socialista rivoluzionario, schedato, maestro elementare abilitato ad un insegnamento in scuole secondarie, fu prima segretario della Camera del lavoro di Cesena, Forlì e Ravenna, poi dal 1912 direttore del giornale Avanti! Mussolini Prof. Benito fu Alessandro, born in Predappio on 29.7.1883, residing in Milan at Foro Bonaparte 38, revolutionary socialist, registered, elementary school teacher licensed to teach in secondary schools, was first secretary of the Chamber of Labor of Cesena, Forlì and Ravenna, then from 1912 editor of the newspaper Avanti! al quale impresse forma violenta, suggestiva ed intransigente. Nell'ottobre del 1914, messosi in contrasto con la direzione del Partito socialista italiano perché fautore della neutralità attiva dell'Italia nella guerra delle nazioni contro la tendenza della neutralità assoluta, si ritirò il 20 di detto mese dalla Direzione dell'Avanti!.

Iniziò quindi il 15 novembre successivo la pubblicazione del giornale Il Popolo d'Italia, col quale sostenne, in antitesi all'Avanti! e con aspra polemica contro tale giornale e i suoi principali ispiratori, la tesi dell'intervento dell'Italia nella guerra contro il militarismo degli Imperi Centrali.

Fu per tale fatto accusato dai compagni socialisti d'indegnità morale e politica e fu deliberata la di lui espulsione… For this fact he was accused by his socialist comrades of moral and political unworthiness and his expulsion was deliberated ...

Ebbe per amante anche la trentina Dalser Ida… dalla quale ebbe un figlio nel novembre 1915 riconosciuto dal Mussolini con atto dell'11 gennaio 1916… Abbandonata da Mussolini sparlava con tutti di lui, dicendo anche di averlo aiutato finanziariamente, senza però mai fare riferimento ai suoi precedenti politici… Mentre era internata a Caserta, essa a un funzionario di questo Ufficio (febbraio 1918) accusò Mussolini di essersi venduto alla Francia tradendo gli interessi del proprio Paese ed al riguardo riferì di aver saputo che il 17 gennaio 1914 ebbe luogo a Ginevra un colloquio tra il Mussolini e l'ex presidente del Consiglio francese Caillaux, in seguito al quale quest'ultimo avrebbe versato a Mussolini la somma di un milione di lire…

La Dalser però è una nevrastenica e una isterica esaltata dal desiderio di vendetta contro Mussolini e le sue dichiarazioni non meritano fede. But Dalser is a neurasthenic and a hysteric exalted by the desire for revenge against Mussolini and her statements do not deserve faith.

Tuttavia dalle indagini fatte è risultato che effettivamente non alla data indicata dalla Dalser ma il 13 novembre 1914 (si noti: due giorni prima dell'apparizione del primo numero del Popolo d'Italia) il Benito Mussolini si trovava a Ginevra, precisamente all'Hotel d'Angleterre.

Rapporto dell'ispettore generale di pubblica sicurezza Giovanni Gasti, giugno 1919