22 marzo 2011 - Libia. La sinistra e l'imbroglio
Libia. La sinistra e l'imbroglio Scritto da Bartolomeo Di Monaco
Pubblicato su "Il legno storto" (www.legnostorto.com) martedì 22 marzo 2011 Lo ha confermato anche Bersani ieri sera in Tv. La differenza tra la guerra in Libia e quella, ad esempio, in Irak, sta nel fatto che la prima è condotta a seguito di una risoluzione dell'Onu, la 1973. Bugie. Perché la risoluzione dell'Onu non autorizzava ciò che sta accadendo in Libia, dove gli aerei e le navi francesi, inglesi e americane non stanno affatto controllando la no fly zone, ma stanno bombardando a più non posso, facendo anche delle vittime civili. Che non si stia rispettando la risoluzione dell'Onu non lo dico io, ma lo dicono la Lega Araba, la Russia, la Cina e ora anche l'Italia. Berlusconi si sta rendendo finalmente conto che il nostro Paese è stato "imbrogliato". Dai francesi, dagli inglesi e dagli americani, ma anche dalla sinistra nostrana, che subito si è sgolata perché l'Italia entrasse in guerra. Una guerra che sta difendendo a spada tratta, attraverso anche gli interventi del capo dello Stato, senza minimamente preoccuparsi di annotare che questa guerra, per il modo in cui è condotta, sta violando lo stesso mandato dell'Onu. Berlusconi ieri lo ha detto esplicitamente:
«La posizione italiana è chiara: non saranno valicati i confini fissati dalle Nazioni Unite. Le nostre forze armate si limiteranno al pattugliamento della no fly zone, all'embargo e alla protezione dei civili». L'obiettivo quindi della sinistra resta quello di sempre: creare difficoltà al governo e approfittare anche di questa disgraziata situazione per far cadere Berlusconi. E se per ottenerlo si deve soffiare sul fuoco della guerra in Libia, dove sussistono forti interessi del nostro Paese, e schiacciare sotto le bombe americane, francesi e inglesi migliaia di civili, ciò è una quisquilia di fronte alla cinica realpolitik bersaniana.
La differenza tra la guerra in Iraq e quella di Libia non sta tanto nel mandato ricevuto o meno dall'Onu, ma nel fatto che Saddam Hussein non era amico di Berlusconi, mentre Gheddafi sì. Costringere Berlusconi a fargli guerra, dopo che gli ha baciato l'anello, è una soddisfazione che la sinistra non si è voluta risparmiare. Ha creduto di umiliare Berlusconi, renderlo ridicolo al cospetto degli italiani, facendolo passare per uno spregiudicato e un voltagabbana. Facendo con ciò, gli interessi soprattutto francesi e inglesi, a danno nostro. Come si suol dire: vendendosi al nemico.
Poiché l'Onu non ha autorizzato i bombardamenti in Libia, ma soltanto di vigilare sulla no fly zone, sarà meglio dunque che l'Italia, come sembra stia facendo, esiga l'assoluto rispetto della risoluzione 1973, oppure si tiri fuori da questo imbroglio e lasci a strepitare la sinistra guerrafondaia, che ne uscirà con le ossa rotte. Questo articolo è tratto dal sito internet del quotidiano online “Il legno storto”. Tutti i diritti riservati. È consentita la ridiffusione dei testi e degli altri contenuti del sito http://www.legnostorto.com/ purché se ne citi la fonte e l'autore.