1° marzo 2011 - Dove stiamo andando
Dove stiamo andando
Scritto da Antonio Passaniti
Pubblicato su “Il legno storto” (www.legnostorto.com) martedì 1° marzo 2011
Per uno dei guai della vita sono ricoverato da qualche giorno presso il Policlinico di Milano. Una struttura d'eccellenza, che non ti fa rimpiangere i tanti soldi che buttiamo, ahimè, nella sanità italiana. La cosa sconcertante che ti fa riflettere è che tutto il personale ausiliario non è italiano. Senegalesi, moldavi, polacchi, c'è di tutto e di più. Si tratta di persone preparate, che vedi svolgere il loro lavoro con interesse e serietà. Dispensano ai malati il sorriso, cosa che in questi ambienti è sempre particolarmente gradita. La cosa che lascia esterrefatti è l'assoluta mancanza di personale italiano. Visti i tempi che corrono sorge spontanea la domanda: come mai i nostri ragazzi rifiutano una professionalità che è gratificante, che ti dà la possibilità di aiutare il prossimo e quindi di sentirti meno inutile in questa valle di lacrime? Ieri un amico, acuto osservatore delle cose del mondo, ha dato la risposta che mi sembra la più azzeccata: perché non è una professionalità gratificante, non ti fa sentire "up". Ma dove stiamo andando? In questi tempi si discute tanto di scuola, di professionalità, di futuro. Ma se i nostri giovani confondono la "cacca" con la "cioccolata" mala tempora currunt. Se preferiscono fare il barista, così conoscono le fighe, anziché dedicarsi ad una professione che potrebbe sicuramente farli sentire meno inutili di tanti altri mestieri insulsi e vuoti, vuol dire due cose: a) non siamo capaci, noi genitori, di dare ai nostri figli gli strumenti affinché si creino una scala gerarchica di che cosa conta veramente nella vita; b) se l'interpretazione della realtà da parte dei nostri giovani avviene attraverso la valorizzazione di personaggi televisivi, soubrette, giocatori di calcio, etc. stanno andando a capofitto verso il nulla. Forse il nostro Presidente del Consiglio dovrebbe sottolineare di più e più spesso quale sia stata la sua esperienza di lavoro. La grande umanità che traspare spesso dai suoi atteggiamenti è anche, in parte, frutto delle numerose esperienze di lavoro che lo hanno maturato e reso più sensibile. A differenza di tanti inutili che bazzicano il Parlamento italiano sparando chiacchiere in libertà.
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