grazie a questa presentazione e grazie
soprattutto dell'invito che questo è
sempre un piacere quando è certamente è
un piacere che qualcuno pensi a te per
un convegno di questa di questa portata
avrà il mio tema vado subito dunque è
ampio e dobbiamo sistemarlo in 45 minuti
e quindi io seguirò seguito fedelmente
dentro le mie possibilità
lo schema che ho lasciato e che trovate
nelle cartelle ho fatto qualche piccolo
cambiamento ma di stile i punti sono gli
stessi
incomincio con una citazione viviamo in
un'ora contrassegnata da molti ostacoli
da diverse contraddizioni recati alla
fede
sì che la fede sembra incapace di
interessare gli uomini e le donne di
oggi che vivono nell'indifferenza
riguardo alla fede cristiana e più in
generale sono indifferenti ad ogni
ricerca di dio non solo
proprio in coloro che si dicono credenti
e cristiani di fatto la fede appare
debole a corto respiro incapace di
manifestare quella forza che cambia la
vita
il modo di pensare sentire e agire
sempre di più noi cristiani siamo letti
come una minoranza in una società
plurale per credenze religiose etiche ed
espressioni spirituali che non fanno
alcun riferimento a dio oa vie
tradizionali anche la trasmissione della
fede è diventata difficile e le nuove
generazioni sembrano incapaci di
ricevere quell'eredità di fede
cultura che per secoli ha contrassegnato
la nostra gente
chiudo la citazione
con queste parole esordisce enzo bianchi
un suo saggio intitolato proprio gesù
educa alla fede che assieme ad altre
letture ha ispirato e guidato la
trattazione del tema che mi è stato
affidato
di fronte alle sfide enunciate nel brano
appena citato la figura di gesù ci
indica la strada da percorrere oltre che
profeta e saggio gesù è stato un maestro
di vita un educatore alla fede un
pedagogo si direbbe oggi la sua passione
educativa e palese in tutte le pagine
del vangelo gesù è pienamente
consapevole che tutte le persone che
incontra uomini e donne vecchi e bambini
sani e infermi giudei o stranieri hanno
un bisogno urgente non solo di salvezza
fisica ma ancora di più di una guida
spirituale di un orientamento interiore
e cito il testo che abbiamo appena
ascoltato matteo 9 36
vedendo le folle ne sentì compassione
perché erano stanche e sfinite come
pecore che non hanno pastore ecco quindi
che incominciamo col primo punto gesù
maestro allo scopo di inquadrare il
nostro tema in questa prima sessione
vogliamo offrire alcuni cenni relativi
al vocabolario neotestamentario così
come i lineamenti essenziali
ritratto di gesù maestro due parole
sulla terminologia perché dobbiamo
partire sempre dal testo ed al testo in
lingua originale che in questo caso è la
lingua greca nei vangeli vengono
attribuiti a gesu più di quaranta titoli
il più popolare è quello di maestro in
greco di da scalo che appare 33 volte e
di queste 33 ricorrenze 8 si trovano in
matteo 12 il marco e 13 in luca perfino
in una situazione di conflitto come la
crisi sul lago i discepoli si rivolgono
a gesù chiamandolo maestro
ecco maestro di da scaletta non ti
importa che noi moriamo non soltanto i
discepoli lo chiamano maestro ma anche
gesù utilizza il termine di da scalo in
riferimento a se stesso
bastano due esempi in matteo 26 18
gesù dice ai discepoli andate in città
da un tale ed i teli il maestro ti manda
a dire il mio tempo è vicino farò la
pasqua da te con i miei discepoli in
giovanni 13 13 14 sentiamo voi mi
chiamate maestro e signore e ditte bene
perché lo sono
se dunque io che sono il signore e il
maestro vi ho lavato i piedi anche voi
dovete lavare i piedi gli uni gli altri
ap tasca lost bisogna aggiungere ep
state un sostantivo che viene dal verbo
e pista teo che vuol dire stare in prima
linea dirigere governare
presiedere e che noi traduciamo anche
con il termine maestro questo termine
ricorre soltanto nel vangelo di luca è
sempre sulle labbra dei discepoli a
eccezione di un caso 17 13 dove è messo
sulla bocca dei dieci lebbrosi e pistate
a testa l'autorità di gesù presso i suoi
discepoli e la sua diretta
responsabilità nei loro confronti
in questo ep state differenzia da dida
scalo che designa l'attivita di gesù
come maestro possiamo dire in un senso
più generale gesù riceve anche il titolo
onorifico di rabbi in ebraico
questa parola significa mio grande mio
illustre equivalente a maestro
specialmente nel vangelo di giovanni
faccio alcuni esempi in giovanni 1 28
utilizzano i due discepoli del battista
in 1 49 natanaele in 32 nicodemo in
molti altri passi i discepoli in 20 16
maria maddalena in questo ultimo testo
in realtà viene utilizzato voi
ricorderete rabboni che una forma
aramaica molto più enfatica è la stessa
che i ricevo li del battista utilizzano
per rivolgersi a gesù in giovanni 3 26 e
infine merita una menzione la scena
della trasfigurazione raccontata dai
sinottici secondo matteo pietro si
rivolge a gesù chiamandolo kyrios
secondo marco l'apostolo che utilizza
arabi e secondo luca invece ep state i
tre
sostantivi che noi abbiamo visto gli
evangelisti utilizzano tre termini
diversi per sottolineare l'autorevolezza
di gesù maestro tratti essenziali anche
se il nostro scopo non è di abbozzare un
ritratto di gesù maestro lo studio dei
testi sopra accennati insieme ad altri
brani evangelici fa emergere alcuni
tratti essenziali del maestro per
eccellenza della comunità cristiana del
nostro pedagogo come lo chiama clemente
alessandrino
in primo luogo gesù è un vero rabbi egli
si comporta come gli altri maestri di
israele cioè parla in pubblico è
circondato di discepoli e utilizza una
strategia didattica
tuttavia a differenza di essi gesù
sceglie i propri discepoli
leggo per esempio il testo di giovanni
15 16 non siete state voi a scegliere me
ma io ho scelto poi in secondo luogo
gesù è un maestro autorevole a
un'autorità morale che gli viene dalla
sua coerenza di vita ed alla sua
obbedienza al volere di dio
l'evangelista marco afferma che è
entrato nella sinagoga di cafarnao gesù
insegnava loro come uno che ha autorità
non come gli scrive è un maestro
commenta il cardinal gianfranco ravasi
che si erge
non col potere dell'autorità ma con
l'autorità dell'autorevolezza in terzo
luogo gesù è un maestro trascendente in
quanto la fonte del suo insegnamento e
trascendente in altre parole possiamo
dire che l'insegnamento di gesù è frutto
dalla sua intima comunione col padre dal
quale riceve la sapienza l'ispirazione e
ogni altro dono matteo 11 23 ogni cosa
mi è stata data in mano dal padre mio e
nessuno conosce il figlio se non il
padre e nessuno conosce il padre se non
il figlio è colui al quale il figlio
voglia rivelarlo aggiungiamo altri due
testi emblematici al riguardo tratti dal
vangelo di giovanni giovanni 8 28 quando
avrete iniziati innalzato il figlio
dell'uomo
allora saprete che io sono e non faccio
nulla da me stesso ma come mi ha
insegnato il padre così io parlo
secondo testo giovanni 15 15
io non vi chiamo più servi perché il
servo non sa quello che fa il suo
signore ma vi ho chiamati amici perché
vi ho fatto conoscere tutte le cose che
ho udito e dal padre mio
ecco con questi tratti maris facciamo un
passo in avanti e vediamo non gesù
siamo semplicemente come maestro o come
educatori ma gesù specificamente come
educatori
alla fede che quello che a noi interessa
nella sfida educativa di gesù la
priorità è riservata alla fede
lo confermano sia i sinottici che il
quarto vangelo in matteo marco e luca
la fede è collocata al centro della
relazione tra gesù ai suoi discepoli
da un lato e dei miracoli dall'altro
come afferma il biblista antonio pitta
in evidente contrasto con l'incredulità
dei discepoli i sinottici pongono in
risalto la fede nei malati e in coloro
che li accompagnano
basti ricordare la formula la tua fede
ti ha salvato che spesso funge la
conclusione nei racconti di guarigione
coloro che calano il paralitico dal
tetto il cieco di gerico l'emorroissa
tutti si salvano grazie alla loro fede
nel quarto vangelo la fede meglio ancora
io direi il credere e piste in greco
occupa ugualmente un posto centrale con
l'uso frequente del verbo credere in sé
dei suoi sinonimi venire a cogliere
vedere
l'evangelista vuole enfatizzare la
dimensione dinamica della fede per lui
la fede non è una virtù statica ma un
operare dinamico che coinvolge la vita
del credente in tutti i suoi aspetti
le espressioni credere in gesù credere
nel nome di gesù credere nel padre tutte
caratteristiche del quarto vangelo
mostrano che la dinamica della fede non
e generi ma personale nel quarto vangelo
commenta il compianto padre giovanni che
ci ha lasciato da poco stato mio
professore li al biblico
secondo lui
vuol dire stabilire un rapporto
interpersonale un contatto di fiducia di
accettazione di amore verso la persona
nella quale si crede a questo punto
possiamo domandarci come educa gesù alla
fede o alle strategie pedagogiche
utilizza che tipo di insegnamento di
atteggiamento assume quale comportamento
adotta con i destinatari del suo
insegnamento
qual è il fulcro del suo messaggio
tenteremo di rispondere a queste domande
in maniera trasversale presentando la
figura di gesù educatore e incomincio
con questi tratti che avete anche sullo
schema gesù uomo credibile e ho aggiunto
e affidabile che cosa è la credibilità
chi è credibile secondo i dizionari la
credibilità e la capacità di essere
creduto e credibile significa che può
essere creduto che è accettabile come
vero una persona credibile dunque una
persona degna di fede degna di fiducia
una persona affidabile
il problema della credibilità è
indubbiamente molto attuale nella nostra
società tutti vogliono essere credibili
ma alla credibilità proiettata non
corrisponde sempre una altrettanta
credibilità percepita e questo perché la
credibilità così lo spiega il sociologo
guido gili non è e non è solo una
caratteristica personale è qualcosa che
viene riconosciuto dagli altri anche se
evidentemente non può prescindere dalle
qualità personali
che ne costituiscono il fondamento la
credibilità e una relazione e un
rapporto nel caso di gesù la sua
credibilità è fuori dubbio sia per
quanto riguarda la sua persona i suoi
interlocutori
da un lato la sua credibilità viene
dall'alto nasce dalla sua intima unione
col padre cioè dalla sua condizione
divina ricordiamo io il padre siamo una
stessa cosa o nel prologo di giovanni
gesù è descritto come il figlio
unigenito che viene dal padre pieno di
grazia e di verità che vuol dire questo
pieno di grazia e di verità
l'espressione greca pienezza di grazia e
di verità
vuol dire che in gesù si concentra e si
concretizza oggettivamente tutta la
benevolenza divina e che lui si trova
tutta la rivelazione del padre
dall'altro lato la credibilità di gesù
scaturisce dalla sua personalità
unitaria e coerente compassionevole e
attenta ai bisogni altrui in lui non
c'era divario tra insegnamento e vita
tra parole e azioni tra sentimenti e
gesti tra quello che pensava e diceva è
quello che viveva e operava la sua
integrità era tale che suscitava
attrazione e ammirazione
un esempio paradigmatico si trova nel
discorso della montagna
quando gesù è determinato questi
discorsi le folle erano stupite dal suo
insegnamento
egli infatti insegnava loro come uno che
ha autorità e ksu sia la parola greca
molto forte e non come loro scrivi
un altro tratto caratteristico della
personalità di gesù e il suo amore per
la verità ben riassunto dalla sua
raccomandazione sia il vostro parlare sì
sì no no
il di più viene dal maligno o anche i
suoi interlocutori dicono maestro
sappiamo che sei veritiero e che non
cerchi il favore di nessuno perché non
guardi l'aspetto esteriore delle persone
ma insegni la via di dio
secondo verità in marco 12 14 concludo
questo primo questo primo punto questo
primo flash con il commento di giuseppe
tanzella è tratto da un suo saggio molto
stimolante sulla psicologia di gesù che
io vi raccomando e poi lo troverete
quando sarà pubblicato molto molto
interessante dice così di fatto tutto
ciò che si potrebbe ragionevolmente