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Viaggio al centro della Terra, Part (6)

Part (6)

Capitolo 12. Partimmo con un tempo coperto ma stabile: non c'era da temere nessun calore affaticante, né piogge disastrose. Vero tempo da turisti. Il piacere di correre a cavallo attraverso un paese sconosciuto mi riconciliava con l'inizio dell'impresa. Ero tutto preso dalla felicità dell'escursionista, fatta di desideri e di libertà. Cominci Del resto, dicevo tra me e me, che cosa arrischio? Di viaggiare in un paese assai curioso, di scalare una montagna degna di nota e, nella peggiore ipotesi, di discendere in fondo a un cratere spento. E' evidente che quel Saknussemm non ha fatto altro. Quanto all'esistenza di una galleria che metta capo al centro del globo, è cosa impossibile, pura immaginazione. Dunque, prendiamo di questa spedizione quanto vi è di buono da prendere, e senza discutere. Avevo appena finito questo ragionamento quando uscimmo da Reykjavik. Hans camminava in testa, con passo rapido, uguale e continuo. Seguivano i due cavalli con i bagagli, senza che fosse necessario guidarli. Ultimi, mio zio e io, che in verità non facevamo brutta figura sulle nostre bestie piccole ma vigorose. L'Islanda è una delle più grandi isole d'Europa: ha una superficie di oltre centomila chilometri quadrati e non contava allora che sessantamila abitanti. I geografi la dividevano in quattro zone, e noi dovevamo attraversare obliquamente quella che portava il nome di Quarto del Sud-ovest, Sudvestr Fjordungr. Lasciando Reykjavik, Hans aveva immediatamente seguito la riva del mare; attraversammo dei magri pascoli che si davano un gran da fare per essere verdi; ma restavano sempre gialli. Le cime rugose delle masse trachitiche, quella roccia vulcanica feldspatica, di struttura simile a granito o a porfido, costituita da sanidina, con mica, pirosseno, anfibolo, si disegnavano all'orizzonte tra le brume dell'Est; ogni tanto delle zone coperte di neve, concentrando la luce diffusa, splendevano sul versante delle cime lontane; alcune vette, ergendosi più arditamente, bucavano le grigie nubi e riapparivano al di sopra dei mobili vapori, simili a scogli emersi in pieno cielo. Spesso quelle catene di aride rocce facevano una punta verso il mare, mordendo i pascoli, ma restava sempre uno spazio sufficiente per passare. Del resto, i cavalli sceglievano d'istinto i passaggi favorevoli senza mai rallentare il passo. Mio zio non aveva neppure la consolazione di eccitare la cavalcatura con la voce e col frustino: non gli era permesso di essere impaziente. Da parte mia, non potevo fare a meno di sorridere vedendolo così grande sul suo cavallino, e siccome le lunghe gambe quasi toccavano terra, sembrava un centauro a sei piedi. Buona bestia! Buona bestia! diceva. Vedrai, Axel, che non c'è animale più intelligente del cavallo islandese: neve, tempeste, sentieri impraticabili, rocce, ghiacciai, niente lo ferma. E' coraggioso, sobrio e sicuro: mai un passo falso, mai una reazione. Se si presenta un fiume o un fiordo da attraversare, e certamente qualcuno se ne presenterà, lo vedrai entrare nell'acqua senza esitare, come un anfibio, raggiungere la riva opposta. Ma non bisogna trattarlo con autorità, bisogna lasciarlo fare: così faremo, I'uno sull'altro, le nostre dieci miglia al giorno. Noi sì, certo, risposi, ma la guida? Oh, la guida non mi dà pensiero. Sono uomini, quelli, che camminano senza accorgersene: si muovono così poco che non devono mai stancarsi. Del resto, occorrendo, gli cederò la mia cavalcatura. Se non mi muovessi un poco, sarei preso dai crampi. Le braccia vanno bene, ma bisogna pensare anche alle gambe. Frattanto avanzavamo rapidamente. Il paese era quasi deserto: qua e là una fattoria isolata, qualche boer, l'abitazione dei contadini islandesi, solitario, fatto di legno, di terra, di pezzi di lava, appariva come un mendicante sull'orlo d'un sentiero infossato. Quelle catapecchie mezze in rovina, pareva chiedessero la carità ai passanti, e si era quasi tentati di far loro l'elemosina. In quel paese mancavano le strade, anche i sentieri, e la vegetazione, per quanto fosse tarda a spuntare, faceva presto a cancellare il passo dei rari viaggiatori. Tuttavia quella parte della provincia, a due passi dalla capitale, contava fra le parti abitate e coltivate della Islanda. E com'erano allora le parti più deserte di quel deserto? Dopo aver percorso un mezzo miglio, non avevamo ancora visto né un colono sulla soglia della sua capanna, né un selvatico pastore che facesse pascolare un gregge meno selvatico di lui: solo alcune vacche e poche pecore abbandonate a se stesse. Com'erano allora le regioni sconvolte dai fenomeni eruttivi, nate dalle esplosioni vulcaniche e dalle convulsioni sotterranee? Eravamo destinati a conoscerle più tardi; ma, consultando la carta di Olsen, vidi che si poteva evitarle rasentando l'orlo sinuoso della riva; in realtà il grande movimento plutonico si era concentrato soprattutto nell'interno dell'isola; là gli strati orizzontali delle rocce sovrapposte, chiamati trapp in lingua scandinava, le fasce trachitiche, le eruzioni di basalto, di tufo e di tutti i conglomerati vulcanici, le colate di lava e di porfido in fusione, ne hanno fatto un paese di un orrore sovrannaturale. Allora io non sospettavo neppure lo spettacolo che ci aspettava nella penisola dello Sneffels, dove quei guasti di natura vulcanica formano un formidabile caos. Due ore dopo aver lasciato Reykjavik, arrivammo al borgo di Gufenes, chiamato aoalkirkja o chiesa principale. Non offriva niente di notevole, tranne alcune case, appena da formare un casale in Germania. Hans vi si fermò per una mezz'ora. Prese parte al nostro pasto frugale, rispose con un sì o con un no alle domande di mio zio sul genere della strada, e quando gli domandò dove pensasse di passare la notte, rispose soltanto: Gardar. Consultai la carta per sapere che cosa fosse Gardar e trovai una borgata di quel nome sulla riva del Hvalfjord, a quattro miglia da Reykjavik. La mostrai a mio zio. Quattro sole miglia! egli esclamò. Quattro miglia su ventidue! Ma questa è una vera passeggiata! Volle fare un'osservazione alla guida, che, senza rispondere, si rimise alla testa dei cavalli e riprese il cammino. Tre ore dopo, sempre calpestando l'erba scolorita dei pascoli, dovemmo aggirare il Hvalfjord, giro più facile e meno lungo della traversata di quel golfo; e non tardammo a entrare in un ping-staoer, luogo di giurisdizione comunale chiamato Ejulberg, il cui campanile avrebbe suonato le dodici, se le chiese islandesi fossero state abbastanza ricche da possedere un orologio; somigliavano invece ai loro parrocchiani, che non avevano un orologio, e ne facevano a meno. Là facemmo rinfrescare i cavalli; poi, prendendo per una riva racchiusa tra una catena di colline e il mare, arrivammo in una sola tirata all'aoalkirkja di Brantar, e un miglio più oltre a Saurboer Annexia, chiesa annessa, situata sulla riva meridionale del Hvalfjord. Erano le quattro di sera; avevamo percorso quattro miglia. In quel punto il fiordo era largo almeno mezzo miglio; le onde battevano rumorose sulle rocce acute; il golfo si apriva tra le muraglie di scogli, sorta di scarpata a picco alta non meno di mille metri e notevole per gli strati brunastri che separavano quelli di tufo d'una sfumatura rossastra. Qualunque fosse l'intelligenza dei nostri cavalli, io non vedevo bene la traversata d'un vero braccio di mare a dorso di un quadrupede. Se sono intelligenti, pensai, non tenteranno di passare. In ogni modo, m'incarico lo di essere intelligente per loro. Ma lo zio, che non voleva aspettare, diede di sprone verso la riva. La cavalcatura giunse a fiutare l'ultima ondulazione delle onde e si fermò; mio zio, che aveva anche lui il suo istinto, la spinse ancora. Nuovo rifiuto dell'animale, che scosse la testa. Allora da una parte imprecazioni, colpi di frustino, dall'altra lo scalciare della bestia, che cominciò col disarcionare il cavaliere; e infine il cavalluccio, piegando i garretti, si ritirò dalle gambe del professore e lo lasciò piantato diritto su due pietre della riva, come il colosso di Rodi. Maledetto animale! esclamò lo zio, trasformato a un tratto in pedone e vergognoso come un ufficiale di cavalleria passato fantaccino. Fdirja, disse la guida toccandogli la spalla. Come! un battello? Derj, rispose Hans indicando un battello. Sì, risposi a mia volta. C'è una chiatta. Bisognava dirlo, allora. Ebbene, andiamo. Tidvatten, riprese la guida. Che dice? Dice marea, tradusse per me lo zio dal danese. Bisogna dunque aspettare la marea? Forbida? chiese mio zio. Ja, rispose Hans. Mio zio batté il piede, mentre i cavalli si dirigevano verso la chiatta. Io capii perfettamente la necessità di aspettare, per intraprendere la traversata del fiordo, un certo momento della marea, quando il mare, arrivato alla massima altezza, fosse in fase di stanca. Allora il flusso e il riflusso non avevano una azione sensibile, e il traghetto non arrischiava di essere trascinato, né addentro nel golfo, né in pieno oceano. Il momento favorevole arrivò solo alle sei di sera. Mio zio, io, la guida, i due traghettatori e i quattro cavalli avevamo preso posto in una specie di barca piatta, d'aspetto abbastanza fragile. Abituato com'ero ai traghetti a vapore dell'Elba, considerai i remi dei battellieri un meschino congegno meccanico. Ci volle più di un'ora per attraversare il fiordo, ma finalmente il passaggio avvenne senza alcun incidente. Mezz'ora dopo, raggiungevamo l'aoalkirkja di Gardar. Capitolo 13. Avrebbe dovuto far notte, ma al sessantacinquesimo parallelo il calore diurno delle regioni polari non poteva stupirmi: in Islanda, durante i mesi di giugno e luglio, il sole non tramonta mai. Però la temperatura si era abbassata: avevo freddo e soprattutto fame. Fu dunque benvenuto il boer che si aprì ospitalmente per accoglierci. Era la casa di un contadino, ma in fatto di ospitalità valeva quella di un re. Al nostro arrivo, il padrone si presentò a stringerci la mano, e senz'altra cerimonia ci fece segno di seguirlo. Seguirlo infatti, poiché accompagnarlo sarebbe stato impossibile. Un passaggio lungo, stretto, oscuro, dava a risentiva fortemente. Avevamo appena messo giù il nostro armamentario di viaggiatori, quando la voce dell'ospite c'invitò a passare nella cucina, il solo ambiente in cui si accendeva il fuoco, anche coi più grandi freddi. Lo zio si affrettò a obbedire a quell'amichevole ingiunzione, e io lo seguii. Il camino della cucina, la quale serviva anche da sala da pranzo, era di modello antico: in mezzo alla stanza, il focolare formato da una sola pietra, e nel tetto un buco dal quale sfuggiva il fumo. Al nostro ingresso l'ospite, come se ci vedesse per la prima volta, ci salutò con la parola saellvertu, che significa siate felici, e ci baciò sulla guancia. Dopo di lui, la moglie pronunciò la stessa parola, accompagnata dallo stesso cerimoniale; poi i due sposi s'inchinarono profondamente, mettendo una mano sul cuore. Mi affretto a dire che l'islandese era madre di diciannove figli, tutti, grandi e piccini, formicolanti alla rinfusa in mezzo alle volute di fumo, di cui il focolare riempiva la camera. Ogni tanto vedevo una testina bionda e un po' malinconica uscire da quella nebbia. Si sarebbe detta una ghirlanda d'angeli con le facce non ben lavate. Sia io che mio zio facemmo buona accoglienza a quella covata, e tre o quattro di quei marmocchi non tardarono a montarci sulle spalle, altrettanti sulle ginocchia, e il resto si collocò tra le gambe. Quelli che parlavano ripetevano saellvertu in tutti i toni immaginabili; quelli che non parlavano gridavano anche più forte. Quel concerto fu interrotto dall'annuncio del pasto. In quel momento entrò il cacciatore, che aveva provveduto al nutrimento dei cavalli, vale a dire che li aveva lasciati economicamente in libertà sui prati, dove le povere bestie dovevano contentarsi di brucare il raro musco delle rocce e qualche fuco poco nutriente, non mancando poi l'indomani di presentarsi da sé a riprendere il lavoro del giorno prima. Saellvertu, fece Hans entrando. E tranquillamente, automaticamente, senza che un bacio fosse più accentuato dell'altro, baciò l'ospite, la moglie e i loro diciannove rampolli. Terminata la cerimonia, ci mettemmo a tavola in numero di ventiquattro, per conseguenza gli uni sugli altri nel vero senso della parola: i più fortunati avevano due soli marmocchi sulle ginocchia. All'arrivo della zuppa, in quel mondo si fece il silenzio, e la scarsa facondia, naturale anche nei bambini islandesi, riprese il suo impero. L'ospite ci servì una zuppa di lichene tutt'altro che spiacevole, poi un'enorme porzione di pesce secco, nuotante nel burro inacidito da venti anni, e quindi, secondo le idee gastronomiche islandesi, preferibile al burro fresco. Insieme, lo skyr, specie di latte cagliato, accompagnato da biscotto e condito con succo di bacche di ginepro. Infine, per bevanda, del siero misto ad acqua, chiamato nel paese blanda. Non potei giudicare se quello strano nutrimento fosse buono o no: avevo fame, e, al dolce, inghiottii fino all'ultimo boccone una specie di polenta di grano saraceno. Terminato il pasto, i ragazzi scomparvero e i grandi circondarono il focolare, in cui bruciavano insieme torba, erica, sterco di bue e ossi di pesce secco. E dopo quella presa di calore, i vari gruppi tornarono nelle rispettive camere. La padrona di casa ci offrì di toglierci, secondo l'uso, le calze e i pantaloni; ma, a un grazioso rifiuto da parte nostra, non insisté, e finalmente potei rannicchiarmi nella mia cuccia di foraggio. L'indomani alle cinque, demmo il nostro addio al contadino islandese. Mio zio stentò molto a fargli accettare una conveniente remunerazione, e alla fine Hans diede il segnale della partenza. A cento passi da Gardar, il terreno cominciò a cambiare aspetto: il suolo divenne acquitrinoso e meno favorevole al cammino. Sulla destra, la fila delle montagne si prolungava indefinitivamente come un immenso sistema di fortificazioni naturali, di cui seguivamo la controscarpa: spesso si presentava un ruscello che bisognava passare necessariamente a guado cercando di non far bagnare troppo i bagagli. Il deserto diventava sempre più profondo; qualche volta però un'ombra umana pareva fuggisse lontano. Se una svolta della strada ci avvicinava d'improvviso a uno di quegli spettri, io provavo un istantaneo disgusto alla vista di una testa gonfia, dalla pelle lucente sprovvista di capelli, e a quella di piaghe ripugnanti rivelate dagli strappi di miserabili cenci. Quella disgraziata creatura non si avvicinava a stendere la mano deformata; fuggiva anzi, ma non tanto presto che Hans non potesse salutarla col solito saellvertu. Spetelsk, diceva. Lebbroso, traduceva mio zio. E quella sola parola bastava a produrre un effetto ripulsivo. Quell'orribile male è abbastanza comune in Islanda: non è contagioso, ma ereditario; quindi a quei miserabili è vietato il matrimonio. Quelle apparizioni non erano tali da rallegrare il paesaggio, che andava diventando profondamente triste: gli ultimi ciuffi d'erba morivano sotto i nostri piedi. Non un albero, se non qualche gruppo di betulle nane che sembravano sterpaglie. Non un animale, se non qualche cavallo, di quelli che il padrone non poteva nutrire e che vagavano sulle desolate pianure. Talvolta un falco si librava tra le grigie nubi e poi fuggiva sbattendo rapidamente le ali verso le contrade del Sud. Io mi lasciavo prendere dalla malinconia di quella natura selvatica, e i ricordi mi riportavano al paese natio. Dovemmo attraversare ben presto parecchi piccoli fiordi senza importanza, e infine un vero golfo. La marea, in quel momento ferma, ci permise di passare subito e di raggiungere, un miglio più in là, il villaggio di Alftanes. La sera, dopo aver passato a guado l'Alfa e l'Heta, due fiumi ricchi di trote e di lucci, fummo obbligati a trascorrere la notte in una catapecchia abbandonata, degna d'essere frequentata da tutti i folletti della mitologia scandinava. Sicuramente il genio del freddo vi aveva eletto il suo domicilio, e ne fece delle sue per tutta la notte. Il giorno seguente non presentò nessun particolare incidente. Sempre lo stesso terreno acquitrinoso, la stessa uniformità, sempre l'uguale triste aspetto. La sera, avevamo superata metà della distanza da percorrere, e dormivamo all'annexia di Krosolbt. Il 19 giugno, un terreno di lava si stese sotto i nostri piedi per circa un miglio. Quella disposizione del suolo era chiamata nel paese hraun; la lava, alla quale si mescola in realtà anche una parte di asfalto bituminoso, rugosa alla superficie, assumeva forme di gomene ora allungate, ora arrotolate su se stesse; un'immensa colata scendeva dalle montagne vicine, vulcani attualmente spenti, ma di cui quegli avanzi dimostravano la passata violenza. Però qua e là serpeggiavano ancora alcune fumate di sorgenti calde. Ci mancava il tempo per osservare quei fenomeni; bisognava andare avanti. Presto il suolo acquitrinoso ricomparve sotto il piede delle cavalcature, interrotto qua e là da piccoli laghi. La nostra direzione era allora verso Ovest: avevamo infatti aggirata la grande baia di Faxa, e la doppia cima bianca dello Sneffels si ergeva tra le nubi a meno di cinque miglia. I cavalli camminavano bene: le difficoltà del terreno non li fermavano. Per conto mio, cominciavo a sentirmi molto stanco, mentre mio zio era sempre sereno e arzillo come il primo giorno. Non potevo fare a meno di ammirare tanto lui quanto il cacciatore, che considerava quella spedizione una semplice passeggiata. Il sabato 20 giugno, alle sei di sera, raggiungemmo Budir, borgata sulla riva del mare, e la guida domandò la paga convenuta, che mio zio gli diede subito. La famiglia stessa di Hans, vale a dire i suoi zii e i suoi cugini, ci offrì l'ospitalità. Fummo bene accolti, e io, pur senza abusare della bontà di quella brava gente, mi sarei volentieri rifatto in casa loro delle fatiche del viaggio. Ma mio zio, che non aveva da rifarsi di nulla, non l'intendeva così, e l'indomani dovemmo inforcare di nuovo le nostre brave bestie. Il suolo risentiva della vicinanza della montagna, le cui radici di granito spuntavano da terra come quelle d'una vecchia quercia. Aggiravamo l'immensa base del vulcano. Il professore non lo lasciava con gli occhi, gesticolava, pareva dicesse in tono di sfida: Ecco il gigante che io sono venuto a domare! Finalmente, dopo quattro ore di cammino, i cavalli si fermarono da sé alla porta del presbiterio di Stapi.


Part (6) Part (6) Parte (6) Partie (6)

Capitolo 12. Partimmo con un tempo coperto ma stabile: non c’era da temere nessun calore affaticante, né piogge disastrose. We left with a covered but stable time: there was no fear of burning heat, nor disastrous rains. Vero tempo da turisti. Real time as tourists. Il piacere di correre a cavallo attraverso un paese sconosciuto mi riconciliava con l’inizio dell’impresa. The pleasure of riding a horse through an unknown country reconciled me with the beginning of the enterprise. Az, hogy öröm lovagolni egy lóval egy ismeretlen országon keresztül, összeegyeztette a vállalkozás kezdetével. Ero tutto preso dalla felicità dell’escursionista, fatta di desideri e di libertà. I was all taken by the hiker's happiness, made of desires and freedom. A természetjáró boldogságából vágyakozókból és szabadságból készített mindent. Cominci Del resto, dicevo tra me e me, che cosa arrischio? Cominci Moreover, I said to myself, what do I risk? Emellett elkezded, azt mondtam magamnak, mit kockáztatok? Di viaggiare in un paese assai curioso, di scalare una montagna degna di nota e, nella peggiore ipotesi, di discendere in fondo a un cratere spento. To travel in a very curious country, to climb a mountain worthy of note and, in the worst case, to descend to the bottom of an extinct crater. Nagyon kíváncsi országba utazni, felmászni egy figyelemre méltó hegyre, és a legrosszabb esetben a kihalt kráter aljára szállni. E' evidente che quel Saknussemm non ha fatto altro. It is evident that that Saknussemm has done nothing else. Nyilvánvaló, hogy Saknussemm nem tett semmit. Quanto all’esistenza di una galleria che metta capo al centro del globo, è cosa impossibile, pura immaginazione. As for the existence of a gallery that places itself at the center of the globe, it is impossible, pure imagination. Ami a világ középpontjába vezető galéria létezik, lehetetlen, tiszta képzelet. Dunque, prendiamo di questa spedizione quanto vi è di buono da prendere, e senza discutere. Therefore, we take from this expedition what is good to take, and without discussing. Avevo appena finito questo ragionamento quando uscimmo da Reykjavik. I had just finished this reasoning when we came out of Reykjavik. Éppen befejeztem ezt az érvelést, amikor elhagytuk Reykjavikot. Hans camminava in testa, con passo rapido, uguale e continuo. Hans walked on his head, with a rapid, equal and continuous step. Hans gyors, egyenletes és folyamatos lépéssel a feje felé sétált. Seguivano i due cavalli con i bagagli, senza che fosse necessario guidarli. They followed the two horses with their luggage, without it being necessary to drive them. Ultimi, mio zio e io, che in verità non facevamo brutta figura sulle nostre bestie piccole ma vigorose. Last, my uncle and I, who in truth did not make a bad impression on our small but vigorous beasts. Végül a nagybátyám és én, akik nem igazán tűntek rossznak a kicsi, de erőteljes vadállatainkon. L’Islanda è una delle più grandi isole d’Europa: ha una superficie di oltre centomila chilometri quadrati e non contava allora che sessantamila abitanti. Iceland is one of the largest islands in Europe: it has an area of over one hundred thousand square kilometers and did not count for that sixty thousand inhabitants. I geografi la dividevano in quattro zone, e noi dovevamo attraversare obliquamente quella che portava il nome di Quarto del Sud-ovest, Sudvestr Fjordungr. The geographers divided it into four zones, and we had to cross obliquely the one that carried the name of Quarto del Sud-ovest, Sudvestr Fjordungr. Lasciando Reykjavik, Hans aveva immediatamente seguito la riva del mare; attraversammo dei magri pascoli che si davano un gran da fare per essere verdi; ma restavano sempre gialli. Leaving Reykjavik, Hans had immediately followed the shore of the sea; we crossed some meager pastures that worked hard to be green; but they remained always yellow. Elhagyva Reykjavikot, Hans azonnal követte a tengerpartot; átmentünk néhány gyenge legelőn, amelyek nagy fájdalmakat vettek ahhoz, hogy zöld színűvé váljanak; de mindig sárga maradtak. Le cime rugose delle masse trachitiche, quella roccia vulcanica feldspatica, di struttura simile a granito o a porfido, costituita da sanidina, con mica, pirosseno, anfibolo, si disegnavano all’orizzonte tra le brume dell’Est; ogni tanto delle zone coperte di neve, concentrando la luce diffusa, splendevano sul versante delle cime lontane; alcune vette, ergendosi più arditamente, bucavano le grigie nubi e riapparivano al di sopra dei mobili vapori, simili a scogli emersi in pieno cielo. The rough peaks of the trachitic masses, that feldspathic volcanic rock, of a structure similar to granite or porphyry, consisting of sanidine, with mica, pyroxene, amphibole, were drawn on the horizon among the mists of the East; occasionally the snow-covered areas, concentrating the diffused light, shone on the side of the distant peaks; some peaks, rising more boldly, pierced the gray clouds and reappeared above the vapor-like vapors, emerging in the sky. A traktita tömegek durva csúcsait, a gránithoz vagy porfírhoz hasonló feldpatpatikus vulkanikus kőzetet, amely sanidint tartalmaz, csillámmal, piroxinnel, amfibollal, a horizonton körvonalaztak a keleti ködök között; időnként néhány hóval borított terület, amely a szórt fényt koncentrálja, a legtávolabbi csúcsok lejtőjén ragyogott; Néhány csúcs, merészebben emelkedve, átszúrta a szürke felhőket, és a mozgó gőzök fölé emelkedett, hasonlóan az égbolton megjelenő sziklákhoz. Spesso quelle catene di aride rocce facevano una punta verso il mare, mordendo i pascoli, ma restava sempre uno spazio sufficiente per passare. Often those chains of arid rocks made a point towards the sea, biting the pastures, but there was always enough space to pass. A száraz sziklák láncai gyakran a tenger felé mutattak, és a legelőket megharapták, de mindig volt elegendő hely a haladáshoz. Del resto, i cavalli sceglievano d’istinto i passaggi favorevoli senza mai rallentare il passo. After all, the horses instinctively chose the favorable passages without ever slowing down. Végül is, a lovak ösztönösen választották a kedvező átjárókat, anélkül, hogy lelassult volna. Mio zio non aveva neppure la consolazione di eccitare la cavalcatura con la voce e col frustino: non gli era permesso di essere impaziente. My uncle did not even have the consolation to excite the mount with his voice and his whip: he was not allowed to be impatient. Nagybátyámnak még azt sem kellett vigasztalnia, hogy a hangot és az ostorát felkeltette a hegyre: nem engedték, hogy türelmetlen legyen. Da parte mia, non potevo fare a meno di sorridere vedendolo così grande sul suo cavallino, e siccome le lunghe gambe quasi toccavano terra, sembrava un centauro a sei piedi. For my part, I could not help smiling as I saw him so big on his little horse, and since his long legs almost touched the ground, he looked like a centaur to six feet. A magam részéről nem tudtam elmosolyodni, amikor olyan nagyra láttam póniján, és mivel hosszú lábai majdnem megérintették a talajt, hat lábú kentaurnak nézett ki. Buona bestia! Good beast! Jó fenevad! Buona bestia! diceva. Vedrai, Axel, che non c’è animale più intelligente del cavallo islandese: neve, tempeste, sentieri impraticabili, rocce, ghiacciai, niente lo ferma. You will see, Axel, that there is no animal more intelligent than the Icelandic horse: snow, storms, impracticable paths, rocks, glaciers, nothing stops him. Látni fogja, Axel, hogy nincs intelligensebb állat, mint az izlandi ló: hó, viharok, átjárhatatlan utak, sziklák, gleccserek, semmi sem áll meg. E' coraggioso, sobrio e sicuro: mai un passo falso, mai una reazione. He is brave, sober and sure: never a false step, never a reaction. Bátor, józan és magabiztos: soha nem hamis lépés, soha nem reagál. Se si presenta un fiume o un fiordo da attraversare, e certamente qualcuno se ne presenterà, lo vedrai entrare nell’acqua senza esitare, come un anfibio, raggiungere la riva opposta. If there is a river or a fjord to cross, and certainly someone will present it, you will see it enter the water without hesitating, like an amphibian, to reach the opposite bank. Ha van folyó vagy fjord, amelyet át kell haladni, és természetesen valaki megteszi, láthatja, hogy habozás nélkül habozás nélkül belép a vízbe, mint egy kétéltű, és eléri a másik partot. Ma non bisogna trattarlo con autorità, bisogna lasciarlo fare: così faremo, I’uno sull’altro, le nostre dieci miglia al giorno. But we must not treat it with authority, we must let it be done: we will do one another, our ten miles a day. De nem szabad tekintélyes bánásmódban részesíteni, engedni kell neki, hogy megtegye: így teszünk egymásnak napi tíz mérföldet. Noi sì, certo, risposi, ma la guida? Yes, of course, I answered, but the guide? Igen, természetesen, válaszoltam, de ő vezeti őt? Oh, la guida non mi dà pensiero. Oh, the guide does not give me any thought. Ó, az útmutató nem zavar. Sono uomini, quelli, che camminano senza accorgersene: si muovono così poco che non devono mai stancarsi. They are men, those who walk without realizing it: they move so little that they must never tire. Férfiak, akik gyaloglás nélkül rájönnek: annyira mozognak, hogy soha nem szabad megunni. Del resto, occorrendo, gli cederò la mia cavalcatura. Moreover, if necessary, I will give him my mount. Különben is, ha szükséges, odaadom neki a földet. Se non mi muovessi un poco, sarei preso dai crampi. If I did not move a little, I would be cramped. Ha egy kicsit nem mozognék, szűk leszek. Le braccia vanno bene, ma bisogna pensare anche alle gambe. Your arms are fine, but you have to think about your legs too. A karok rendben vannak, de a lábakra is gondolni kell. Frattanto avanzavamo rapidamente. Meanwhile we advanced rapidly. Il paese era quasi deserto: qua e là una fattoria isolata, qualche boer, l’abitazione dei contadini islandesi, solitario, fatto di legno, di terra, di pezzi di lava, appariva come un mendicante sull’orlo d’un sentiero infossato. The country was almost deserted: here and there an isolated farm, some boer, the lonely Icelandic farmers' dwelling, made of wood, earth, pieces of lava, looked like a beggar on the edge of a sunken path. Az ország szinte elhagyatott volt: itt-ott egy elkülönített gazdaság, néhány boer, az izlandi parasztok otthona, magányos, fából, földből, lávadarabokból készült, koldusnak tűnt egy elsüllyedt ösvény szélén. Quelle catapecchie mezze in rovina, pareva chiedessero la carità ai passanti, e si era quasi tentati di far loro l’elemosina. Those half-ruined hovels seemed to ask charity to passers-by, and it was almost tempting to give them alms. Ezek a félig romos házak látszólag jótékonyságot kértek a járókelőktől, és szinte kísértés volt alamizsnát adni nekik. In quel paese mancavano le strade, anche i sentieri, e la vegetazione, per quanto fosse tarda a spuntare, faceva presto a cancellare il passo dei rari viaggiatori. In that country there were no roads, even the paths, and the vegetation, however late it was, soon cleared the passage of the rare travelers. Ebben az országban nem voltak utak, sőt utak, és a növényzet, bár lassú volt megjelenése, gyorsan megsemmisítette a ritka utazók áthaladását. Tuttavia quella parte della provincia, a due passi dalla capitale, contava fra le parti abitate e coltivate della Islanda. However, that part of the province, a stone's throw from the capital, counted among the inhabited and cultivated parts of Iceland. A tartomány azon része, amely egy kőhajításnyira van a fővárostól, Izland lakott és megművelt részeinek számít. E com’erano allora le parti più deserte di quel deserto? And how were then the most deserted parts of that desert? Dopo aver percorso un mezzo miglio, non avevamo ancora visto né un colono sulla soglia della sua capanna, né un selvatico pastore che facesse pascolare un gregge meno selvatico di lui: solo alcune vacche e poche pecore abbandonate a se stesse. After half a mile, we had not yet seen either a settler on the threshold of his hut, nor a wild shepherd grazing a less wild flock than himself: only a few cows and a few sheep left to themselves. Fél mérföldes gyaloglás után még nem látottunk sem települést a kunyhó küszöbén, sem pedig a vadon élő pásztorot, aki kevésbé vadul legelteti a vadállatot: csak néhány tehén és néhány juhok maradtak magukra, hogy megvédjék magukat. Com’erano allora le regioni sconvolte dai fenomeni eruttivi, nate dalle esplosioni vulcaniche e dalle convulsioni sotterranee? How then were the regions upset by eruptive phenomena, born of volcanic explosions and underground convulsions? Mi volt akkor a vulkáni robbanásokból és a föld alatti görcsökből származó kitörő jelenségek által pusztított régiókban? Eravamo destinati a conoscerle più tardi; ma, consultando la carta di Olsen, vidi che si poteva evitarle rasentando l’orlo sinuoso della riva; in realtà il grande movimento plutonico si era concentrato soprattutto nell’interno dell’isola; là gli strati orizzontali delle rocce sovrapposte, chiamati trapp in lingua scandinava, le fasce trachitiche, le eruzioni di basalto, di tufo e di tutti i conglomerati vulcanici, le colate di lava e di porfido in fusione, ne hanno fatto un paese di un orrore sovrannaturale. We were destined to meet them later; but, consulting Olsen's paper, I saw that one could avoid them by crossing the sinuous edge of the bank; in reality the great Plutonic movement had concentrated above all on the interior of the island; there the horizontal layers of overlapping rocks, called trapps in the Scandinavian language, the trachytic bands, the eruptions of basalt, of tufa and of all the volcanic conglomerates, the lava and cast porphyry flows, have made it a country of horror supernatural. Úgy szánták őket, hogy később megismerjük őket; de Olsen térképén megnézve láttam, hogy ezeket el lehet kerülni, ha a part menti szélét lefedik; a valóságban a nagy plutoni mozgalom elsősorban a sziget belsejére koncentrálódott; ott az átfedő sziklák vízszintes rétegei, amelyeket skandináv nyelven trapp-nak neveznek, a trachyte-övek, a bazalt, a tuff és az összes vulkáni konglomerátum kitörése, a lávaáramok és a foszforban lévő porfír a horror földjévé tették természetfölötti. Allora io non sospettavo neppure lo spettacolo che ci aspettava nella penisola dello Sneffels, dove quei guasti di natura vulcanica formano un formidabile caos. So I did not even suspect the spectacle that awaited us in the Sneffels peninsula, where those volcanic failures form a formidable chaos. Abban az időben nem is gyanítottam azt a látványt, amely a Sneffels-félszigeten vár ránk, ahol ezek a vulkáni összetörések félelmetes káoszt képeznek. Due ore dopo aver lasciato Reykjavik, arrivammo al borgo di Gufenes, chiamato aoalkirkja o chiesa principale. Two hours after leaving Reykjavik, we arrived at the village of Gufenes, called aoalkirkja or main church. Non offriva niente di notevole, tranne alcune case, appena da formare un casale in Germania. It offered nothing remarkable, except some houses, just to form a farmhouse in Germany. Néhány ház kivételével semmit sem tett figyelemre méltónak, csupán egy parasztház kialakításához Németországban. Hans vi si fermò per una mezz’ora. Hans stopped there for half an hour. Prese parte al nostro pasto frugale, rispose con un sì o con un no alle domande di mio zio sul genere della strada, e quando gli domandò dove pensasse di passare la notte, rispose soltanto: Gardar. He took part in our frugal meal, he answered yes or no to my uncle's questions about the street, and when he asked him where he thought he would spend the night, he answered only: Gardar. Consultai la carta per sapere che cosa fosse Gardar e trovai una borgata di quel nome sulla riva del Hvalfjord, a quattro miglia da Reykjavik. I consulted the paper to find out what Gardar was and found a town of that name on the bank of the Hvalfjord, four miles from Reykjavik. La mostrai a mio zio. I showed it to my uncle. Quattro sole miglia! Only four miles! egli esclamò. he exclaimed. Quattro miglia su ventidue! Four miles out of twenty-two! Ma questa è una vera passeggiata! But this is a real walk! Volle fare un’osservazione alla guida, che, senza rispondere, si rimise alla testa dei cavalli e riprese il cammino. He wanted to make an observation to the guide, who, without answering, went back to the horses' head and resumed his journey. Megfigyelést akart tenni a vezetőnek, aki válasz nélkül visszatért a lovak fejére és folytatta útját. Tre ore dopo, sempre calpestando l’erba scolorita dei pascoli, dovemmo aggirare il Hvalfjord, giro più facile e meno lungo della traversata di quel golfo; e non tardammo a entrare in un ping-staoer, luogo di giurisdizione comunale chiamato Ejulberg, il cui campanile avrebbe suonato le dodici, se le chiese islandesi fossero state abbastanza ricche da possedere un orologio; somigliavano invece ai loro parrocchiani, che non avevano un orologio, e ne facevano a meno. Three hours later, still trampling on the faded grass of the pastures, we had to bypass the Hvalfjord, an easier and less long ride than the crossing of that gulf; and soon we entered a ping-staoer, a municipal jurisdiction place called Ejulberg, whose bell would ring the twelve, if the Icelandic churches had been rich enough to own a clock; instead they resembled their parishioners, who did not have a watch, and did not. Három órával később, még mindig a legelők elszíneződött fűjén futva, el kellett mennünk a Hvalfjord környékén, könnyebb és kevésbé hosszú túra volt, mint az öböl átkelése; és nem sokkal azelőtt, hogy beléptünk egy ping-staoerbe, egy Ejulberg nevű önkormányzati helyre, amelynek harangtoronyát tizenkét ütötték volna, ha az izlandi egyházak elég gazdagok lennének ahhoz, hogy órát tartsanak; ehelyett hasonlítottak a gyülekezetükhöz, akiknek nem volt órájuk, és nélküle is megtettek. Là facemmo rinfrescare i cavalli; poi, prendendo per una riva racchiusa tra una catena di colline e il mare, arrivammo in una sola tirata all’aoalkirkja di Brantar, e un miglio più oltre a Saurboer Annexia, chiesa annessa, situata sulla riva meridionale del Hvalfjord. There we refreshed the horses; then, taking to a bank enclosed by a chain of hills and the sea, we arrived in a single stretch to the aaliria of Brantar, and a mile further to Saurboer Annexia, an adjoining church, located on the southern bank of the Hvalfjord. Erano le quattro di sera; avevamo percorso quattro miglia. It was four o'clock in the evening; we had traveled four miles. In quel punto il fiordo era largo almeno mezzo miglio; le onde battevano rumorose sulle rocce acute; il golfo si apriva tra le muraglie di scogli, sorta di scarpata a picco alta non meno di mille metri e notevole per gli strati brunastri che separavano quelli di tufo d’una sfumatura rossastra. At that point the fjord was half a mile wide; the waves beat noisy on the high rocks; the gulf opened between the walls of rocks, a sort of steep slope no less than a thousand meters high and notable for the brownish layers that separated those of tufa with a reddish hue. Ezen a ponton a fjord legalább fél mérföld széles volt; a hullámok zajosan vertek az éles sziklákat; az öböl kinyílt a sziklák falai között, egyfajta tiszta lejtőn, amely legalább ezer méter magas, és figyelemre méltó a vöröses tufa rétegeit elválasztó barnás rétegektől. Qualunque fosse l’intelligenza dei nostri cavalli, io non vedevo bene la traversata d’un vero braccio di mare a dorso di un quadrupede. Whatever was the intelligence of our horses, I did not see well the crossing of a real sea arm on the back of a quadruped. Bármi legyen is a lovak intelligenciája, nem láttam jól, hogy egy valódi tenger karja kereszteződjön egy négygyerek hátán. Se sono intelligenti, pensai, non tenteranno di passare. If they're smart, I thought, they will not try to pass. Ha okosak, gondoltam, nem fognak megpróbálni átjutni. In ogni modo, m’incarico lo di essere intelligente per loro. In any case, I am committed to being intelligent for them. Mindenesetre felszámolom tőle, hogy okos számukra. Ma lo zio, che non voleva aspettare, diede di sprone verso la riva. But the uncle, who did not want to wait, gave a spur towards the shore. De a nagybácsi, aki nem akarta várni, a part felé rohant. La cavalcatura giunse a fiutare l’ultima ondulazione delle onde e si fermò; mio zio, che aveva anche lui il suo istinto, la spinse ancora. The mount came to sniff out the last ripple of the waves and stopped; my uncle, who also had his instincts, pushed her again. A hegy megérezte a hullámok utolsó hullámainak illatát, és megállt; a nagybátyám, akinek szintén megvolt az ösztöne, ismét meglökte. Nuovo rifiuto dell’animale, che scosse la testa. New rejection of the animal, who shook his head. Az állat új elutasítása, amely megrázta a fejét. Allora da una parte imprecazioni, colpi di frustino, dall’altra lo scalciare della bestia, che cominciò col disarcionare il cavaliere; e infine il cavalluccio, piegando i garretti, si ritirò dalle gambe del professore e lo lasciò piantato diritto su due pietre della riva, come il colosso di Rodi. Then, on the one hand, curses, whiplashes, on the other the kicking of the beast, which began by unhinging the rider; and finally the horse, bending its hocks, withdrew from the professor's legs and left it planted straight on two stones on the shore, like the colossus of Rhodes. Aztán egyrészt átkok, ostorcsapások, másrészt a vadállat rúgása, amely a lovas kibontásával kezdődött; végül a kis ló, összecsukva a csuklóját, kivonult a tanár lába elől, és egyenesen a part két kövére ültetve hagyta, mint a rodoszi kolosszus. Maledetto animale! Damn animal! Átkozott állat! esclamò lo zio, trasformato a un tratto in pedone e vergognoso come un ufficiale di cavalleria passato fantaccino. exclaimed the uncle, suddenly turned into a pawn and ashamed as a cavalry officer past a fictional. - kiáltott fel nagybátyja, aki hirtelen gyaloggá változott és ugyanolyan szégyenteljes, mint egy lovas tiszt, aki gyalogos volt. Fdirja, disse la guida toccandogli la spalla. Fdirja, said the guide, touching his shoulder. Fdirja - mondta a kalauz, és megérintette a vállát. Come! Such as! un battello? a boat? hajó? Derj, rispose Hans indicando un battello. Derj, Hans replied, pointing to a boat. Sì, risposi a mia volta. Yes, I answered in turn. C’è una chiatta. There is a barge. Van bárka. Bisognava dirlo, allora. We had to say it then. Ebbene, andiamo. Well, let's go. Tidvatten, riprese la guida. Tidvatten, resumed the guide. Tidvatten, folytatta a vezetést. Che dice? That says? Dice marea, tradusse per me lo zio dal danese. He says tide, translated my uncle from the Danish for me. Tide azt mondja, hogy a nagybátyám dán nyelvről fordított nekem. Bisogna dunque aspettare la marea? Should we therefore wait for the tide? Forbida? Forbida? Forbida? chiese mio zio. asked my uncle. Ja, rispose Hans. Mio zio batté il piede, mentre i cavalli si dirigevano verso la chiatta. My uncle clapped his foot as the horses headed for the barge. Io capii perfettamente la necessità di aspettare, per intraprendere la traversata del fiordo, un certo momento della marea, quando il mare, arrivato alla massima altezza, fosse in fase di stanca. I perfectly understood the necessity of waiting, to undertake the crossing of the fjord, a certain moment of the tide, when the sea, reached its maximum height, was in the process of being tired. Allora il flusso e il riflusso non avevano una azione sensibile, e il traghetto non arrischiava di essere trascinato, né addentro nel golfo, né in pieno oceano. Then the flow and ebbing did not have a sensible action, and the ferry did not risk being dragged, either in the gulf or in the middle of the ocean. Abban az időben a hullámvíznek és az áramlásnak nem volt értelmes hatása, és a kompot nem kockáztatták meg, hogy elhúzzák sem az öbölbe, sem a nyílt óceánba. Il momento favorevole arrivò solo alle sei di sera. The favorable moment only came at six o'clock in the evening. Mio zio, io, la guida, i due traghettatori e i quattro cavalli avevamo preso posto in una specie di barca piatta, d’aspetto abbastanza fragile. My uncle, me, the guide, the two ferrymen and the four horses had taken our place in a sort of flat boat, looking quite fragile. Nagybátyám, jómagam, a vezető, a két révész és a négy ló egyfajta lapos csónakban foglaltuk el a helyüket, meglehetősen törékeny volt. Abituato com’ero ai traghetti a vapore dell’Elba, considerai i remi dei battellieri un meschino congegno meccanico. Used as I was at the steamboats of the Elbe, I considered the boatmen's oars a mean mechanical device. Ahogy megszoktam az Elba gőzkompjait, a hajósok evezõit apró mechanikai eszköznek tekintettem. Ci volle più di un’ora per attraversare il fiordo, ma finalmente il passaggio avvenne senza alcun incidente. It took more than an hour to cross the fjord, but finally the passage took place without any incident. Mezz’ora dopo, raggiungevamo l’aoalkirkja di Gardar. Half an hour later, we reached the aoalkirkja of Gardar. Capitolo 13. Avrebbe dovuto far notte, ma al sessantacinquesimo parallelo il calore diurno delle regioni polari non poteva stupirmi: in Islanda, durante i mesi di giugno e luglio, il sole non tramonta mai. It should have been nightfall, but at the 65th parallel the daytime heat of the polar regions could not astonish me: in Iceland, during the months of June and July, the sun never sets. Éjszakának kellett volna lennie, de a hatvanötödik párhuzamosban a sarkvidékek nappali hősége nem tudott meglepni: Izlandon június és július hónapokban a nap soha nem nyugszik. Però la temperatura si era abbassata: avevo freddo e soprattutto fame. But the temperature was lowered: I was cold and above all hungry. De a hőmérséklet csökkent: fáztam és mindenekelőtt éhes voltam. Fu dunque benvenuto il boer che si aprì ospitalmente per accoglierci. It was therefore welcome the boer who opened hospitably to welcome us. Ezért üdvözölték az üstöt, és vendégszeretettel nyitottak minket. Era la casa di un contadino, ma in fatto di ospitalità valeva quella di un re. It was a peasant's house, but in the matter of hospitality it was worth a king's. Gazda háza volt, de vendéglátás szempontjából megérte a királyét. Al nostro arrivo, il padrone si presentò a stringerci la mano, e senz’altra cerimonia ci fece segno di seguirlo. Upon our arrival, the master showed up to shake hands, and without ceremony he motioned us to follow him. Megérkezésünk után a mester kezet fogott, és minden további szertartás nélkül jelezte, hogy kövessük őt. Seguirlo infatti, poiché accompagnarlo sarebbe stato impossibile. In fact, following him because it would have been impossible to accompany him. Valójában követni őt, mivel elkísérni lehetetlen lett volna. Un passaggio lungo, stretto, oscuro, dava a risentiva fortemente. A long, narrow, dark passage gave a strong resonance. Egy hosszú, keskeny, sötét járat erősen adott és érzett. Avevamo appena messo giù il nostro armamentario di viaggiatori, quando la voce dell’ospite c’invitò a passare nella cucina, il solo ambiente in cui si accendeva il fuoco, anche coi più grandi freddi. We had just put down our paraphernalia of travelers, when the guest's voice invited us to pass into the kitchen, the only place where the fire was lit, even with the greatest colds. Éppen letettük az utazók kellékeit, amikor a vendég hangja meghívott bennünket, hogy a legnagyobb megfázás esetén is menjünk be a konyhába, az egyetlen helyiségbe, ahol a tüzet gyújtották. Lo zio si affrettò a obbedire a quell’amichevole ingiunzione, e io lo seguii. Uncle hurried to obey that friendly injunction, and I followed him. A bácsi sietett engedelmeskedni ennek a baráti parancsnak, én pedig követtem őt. Il camino della cucina, la quale serviva anche da sala da pranzo, era di modello antico: in mezzo alla stanza, il focolare formato da una sola pietra, e nel tetto un buco dal quale sfuggiva il fumo. The fireplace in the kitchen, which also served as a dining room, was an ancient model: in the middle of the room, the hearth made of a single stone, and a hole in the roof from which the smoke escaped. A konyha kandallója, amely egyben étkezőnek is szolgált, ősi mintájú volt: a szoba közepén a kandalló egyetlen kőből állt, a tetőben pedig egy lyuk, ahonnan a füst kiszabadult. Al nostro ingresso l’ospite, come se ci vedesse per la prima volta, ci salutò con la parola saellvertu, che significa siate felici, e ci baciò sulla guancia. At our entrance the guest, as if seeing us for the first time, greeted us with the word saellvertu, which means be happy, and kissed us on the cheek. Dopo di lui, la moglie pronunciò la stessa parola, accompagnata dallo stesso cerimoniale; poi i due sposi s’inchinarono profondamente, mettendo una mano sul cuore. After him, his wife pronounced the same word, accompanied by the same ceremonial; then the bride and groom bowed deeply, putting a hand on the heart. Utána felesége ugyanazt a szót ejtette, ugyanazon szertartás kíséretében; aztán a pár mélyen meghajolt, kezet tett a szívükön. Mi affretto a dire che l’islandese era madre di diciannove figli, tutti, grandi e piccini, formicolanti alla rinfusa in mezzo alle volute di fumo, di cui il focolare riempiva la camera. I hasten to say that the Icelandic was the mother of nineteen children, all of them, young and old, tingling in the midst of the swirls of smoke, of which the hearth filled the room. Sietve mondom, hogy az izland tizenkilenc gyermek édesanyja volt, mind fiatalok, mind idősek, és a füst kavarogása közepette bizsergett, amellyel a kandalló megtöltötte a szobát. Ogni tanto vedevo una testina bionda e un po' malinconica uscire da quella nebbia. Every now and then I saw a blond and a bit melancholic head coming out of that fog. Hébe-hóba láttam egy kis szőke fejet és egy kis melankóliát kijönni abból a ködből. Si sarebbe detta una ghirlanda d’angeli con le facce non ben lavate. It would have been called a garland of angels with faces not well washed. Mosdatlan arcú angyalok koszorújának hívták volna. Sia io che mio zio facemmo buona accoglienza a quella covata, e tre o quattro di quei marmocchi non tardarono a montarci sulle spalle, altrettanti sulle ginocchia, e il resto si collocò tra le gambe. Both my uncle and I welcomed that brood, and three or four of those brats did not take long to get on their shoulders, as many on their knees, and the rest sat between their legs. Nagybátyámmal mindketten örömmel fogadtuk ezt a fiókát, és ezek közül három vagy négyen hamar felkapaszkodtak a vállunkra, ahányan a térdünkön voltak, a többit pedig a lábunk közé tették. Quelli che parlavano ripetevano saellvertu in tutti i toni immaginabili; quelli che non parlavano gridavano anche più forte. Those who spoke repeated saellvertu in all imaginable tones; those who did not speak shouted even louder. Azok, akik beszéltek, minden elképzelhető hangnemben megismételték a saellvertut; akik nem beszéltek, még hangosabban kiabáltak. Quel concerto fu interrotto dall’annuncio del pasto. That concert was interrupted by the announcement of the meal. Ezt a koncertet az étkezés bejelentése szakította meg. In quel momento entrò il cacciatore, che aveva provveduto al nutrimento dei cavalli, vale a dire che li aveva lasciati economicamente in libertà sui prati, dove le povere bestie dovevano contentarsi di brucare il raro musco delle rocce e qualche fuco poco nutriente, non mancando poi l’indomani di presentarsi da sé a riprendere il lavoro del giorno prima. At that moment he entered the hunter, who had provided the nourishment of the horses, that is to say that he had left them economically free on the lawns, where the poor beasts had to content themselves with burning the rare rock moss and some nourishing drone, not missing the next day to introduce himself to resume work the day before. Ebben a pillanatban belépett a vadász, aki gondoskodott a lovak táplálásáról, vagyis gazdaságilag szabadon hagyta őket a réteken, ahol a szegény vadállatoknak meg kellett elégedniük a sziklák ritka mohájának legeltetésével és néhány rosszul tápláló moszattal. másnap, hogy maga jöjjön vissza, hogy előző nap folytassa a munkát. Saellvertu, fece Hans entrando. E tranquillamente, automaticamente, senza che un bacio fosse più accentuato dell’altro, baciò l’ospite, la moglie e i loro diciannove rampolli. And quietly, automatically, without a kiss being more pronounced than the other, he kissed the guest, his wife and their nineteen offspring. És csendesen, automatikusan, anélkül, hogy az egyik csók kifejezettebb lenne, mint a másik, megcsókolta a vendéget, feleségét és tizenkilenc utódaikat. Terminata la cerimonia, ci mettemmo a tavola in numero di ventiquattro, per conseguenza gli uni sugli altri nel vero senso della parola: i più fortunati avevano due soli marmocchi sulle ginocchia. After the ceremony, we set ourselves at the table in twenty-four, consequently on each other in the true sense of the word: the lucky ones had only two brats on their knees. Az ünnepség végén huszonnégy számban leültünk az asztalhoz, következésképpen egymásra a szó valódi értelmében: a szerencséseknek csak két kölyök volt a térdén. All’arrivo della zuppa, in quel mondo si fece il silenzio, e la scarsa facondia, naturale anche nei bambini islandesi, riprese il suo impero. At the arrival of the soup, in that world there was silence, and the scarce faceless, natural even in Icelandic children, resumed his empire. Amikor megérkezett a leves, csend volt ebben a világban, és az izlandi gyermekeknél is természetes bizalomhiány folytatta birodalmát. L’ospite ci servì una zuppa di lichene tutt’altro che spiacevole, poi un’enorme porzione di pesce secco, nuotante nel burro inacidito da venti anni, e quindi, secondo le idee gastronomiche islandesi, preferibile al burro fresco. The guest served us a lichen soup that was anything but unpleasant, then a huge portion of dried fish, swimming in butter soured for twenty years, and therefore, according to Icelandic gastronomic ideas, preferable to fresh butter. Insieme, lo skyr, specie di latte cagliato, accompagnato da biscotto e condito con succo di bacche di ginepro. Together, the skyr, a kind of curdled milk, accompanied by biscuit and seasoned with juniper berry juice. A skyr egyfajta túrós tej, keksz kíséretében és borókabogyó lével ízesítve. Infine, per bevanda, del siero misto ad acqua, chiamato nel paese blanda. Finally, for drink, whey mixed with water, called in the bland country. Végül italként a vízzel elkevert savó, amelyet blanda-nak hívnak. Non potei giudicare se quello strano nutrimento fosse buono o no: avevo fame, e, al dolce, inghiottii fino all’ultimo boccone una specie di polenta di grano saraceno. I could not judge if that strange nourishment was good or not: I was hungry, and, to dessert, I swallowed a kind of buckwheat porridge to the last morsel. Nem tudtam megítélni, hogy ez a különös táplálék jó-e vagy sem: éhes voltam, és a desszertnél az utolsó falatig lenyeltem egyfajta hajdina polentát. Terminato il pasto, i ragazzi scomparvero e i grandi circondarono il focolare, in cui bruciavano insieme torba, erica, sterco di bue e ossi di pesce secco. After the meal, the boys disappeared and the big ones surrounded the hearth, in which peat, heather, ox-dung and bones of dried fish burned together. Az étkezés után a fiúk eltűntek, és a felnőttek körülvették a kandallót, amelyben tőzeg, hanga, ökörtrágya és szárított halcsont égett együtt. E dopo quella presa di calore, i vari gruppi tornarono nelle rispettive camere. And after that heat stroke, the various groups returned to their respective rooms. La padrona di casa ci offrì di toglierci, secondo l’uso, le calze e i pantaloni; ma, a un grazioso rifiuto da parte nostra, non insisté, e finalmente potei rannicchiarmi nella mia cuccia di foraggio. The landlady offered us to take off our socks and trousers, according to use; but, to a gracious refusal on our part, he did not insist, and finally I could curl up in my fodder bed. L’indomani alle cinque, demmo il nostro addio al contadino islandese. The next day at five, we gave our farewell to the Icelandic farmer. Másnap ötkor búcsúzunk az izlandi gazdától. Mio zio stentò molto a fargli accettare una conveniente remunerazione, e alla fine Hans diede il segnale della partenza. My uncle struggled to make him accept a convenient remuneration, and in the end Hans gave the signal of departure. A cento passi da Gardar, il terreno cominciò a cambiare aspetto: il suolo divenne acquitrinoso e meno favorevole al cammino. A hundred paces from Gardar, the land began to change its appearance: the ground became swampy and less conducive to the walk. Száz lépésnyire Gardartól a talaj változni kezdett: a talaj mocsarasabbá vált, és kevésbé volt kedvező a járáshoz. Sulla destra, la fila delle montagne si prolungava indefinitivamente come un immenso sistema di fortificazioni naturali, di cui seguivamo la controscarpa: spesso si presentava un ruscello che bisognava passare necessariamente a guado cercando di non far bagnare troppo i bagagli. On the right, the row of mountains was indefinitely prolonged as an immense system of natural fortifications, of which we followed the counterscarp: often there was a stream that had to necessarily go to ford trying not to get too wet the luggage. Jobb oldalon a hegyek sora a végtelenségig kiterjedt, mint a természetes erődítmények hatalmas rendszere, amelyek közül az ellencipőt követtük: gyakran volt olyan patak, amelyet át kellett lépni, és szükségszerűen megpróbálták nem nedvesíteni a csomagokat. Il deserto diventava sempre più profondo; qualche volta però un’ombra umana pareva fuggisse lontano. The desert became ever deeper; sometimes, however, a human shadow seemed to flee far away. A sivatag egyre mélyebbre nyúlt; de néha úgy tűnt, hogy egy emberi árnyék messze menekül. Se una svolta della strada ci avvicinava d’improvviso a uno di quegli spettri, io provavo un istantaneo disgusto alla vista di una testa gonfia, dalla pelle lucente sprovvista di capelli, e a quella di piaghe ripugnanti rivelate dagli strappi di miserabili cenci. If a turn of the road suddenly brought us closer to one of those ghosts, I felt an instant disgust at the sight of a swollen head, the shining skin without hair, and that of repulsive sores revealed by the tears of miserable rags. Ha az úton kanyarodás hirtelen közelebb hozott minket e szellemek egyikéhez, azonnali undort éreztem egy duzzadt, fényes bőrű, haj nélküli fej és a szörnyű rongyok tépése által feltárt förtelmes sebek láttán. Quella disgraziata creatura non si avvicinava a stendere la mano deformata; fuggiva anzi, ma non tanto presto che Hans non potesse salutarla col solito saellvertu. That unhappy creature did not come close to spread the deformed hand; on the contrary, he was running away, but not so soon that Hans could not greet her with the usual saellvertu. Spetelsk, diceva. Spetelsk, he said. Lebbroso, traduceva mio zio. Leprous, he translated my uncle. Leper, a nagybátyám fordította. E quella sola parola bastava a produrre un effetto ripulsivo. And that single word was enough to produce a repulsive effect. Quell’orribile male è abbastanza comune in Islanda: non è contagioso, ma ereditario; quindi a quei miserabili è vietato il matrimonio. That horrible evil is quite common in Iceland: it is not contagious, but hereditary; therefore marriage is forbidden to those who are miserable. Ez a szörnyű betegség meglehetősen gyakori Izlandon: nem fertőző, hanem örökletes; ezért azoknak a nyomorultaknak tilos házasságot kötniük. Quelle apparizioni non erano tali da rallegrare il paesaggio, che andava diventando profondamente triste: gli ultimi ciuffi d’erba morivano sotto i nostri piedi. Those apparitions were not such as to cheer up the landscape, which was becoming profoundly sad: the last tufts of grass died beneath our feet. Ezek a jelenések nem voltak olyanok, amelyek felderítették a tájat, amely mélyen szomorú lett: az utolsó fűcsomók elhaltak a lábunk alatt. Non un albero, se non qualche gruppo di betulle nane che sembravano sterpaglie. Not a tree, if not a group of dwarf birches that looked like weeds. Nem egy fa, hanem néhány törpés nyírfacsomó, amelyek ecsetnek tűntek. Non un animale, se non qualche cavallo, di quelli che il padrone non poteva nutrire e che vagavano sulle desolate pianure. Not an animal, if not some horse, of those that the master could not feed and wandered on the desolate plains. Talvolta un falco si librava tra le grigie nubi e poi fuggiva sbattendo rapidamente le ali verso le contrade del Sud. Sometimes a hawk hovered among the gray clouds and then escaped quickly flapping its wings towards the southern districts. Néha egy sólyom lebegett a szürke felhők között, majd szárnyaival csapkodva gyorsan elmenekült a déli kerületek felé. Io mi lasciavo prendere dalla malinconia di quella natura selvatica, e i ricordi mi riportavano al paese natio. I let myself be taken by the melancholy of that wild nature, and memories brought me back to my native country. Dovemmo attraversare ben presto parecchi piccoli fiordi senza importanza, e infine un vero golfo. We soon had to cross several small fjords without importance, and finally a real gulf. La marea, in quel momento ferma, ci permise di passare subito e di raggiungere, un miglio più in là, il villaggio di Alftanes. The tide, at that moment, allowed us to pass immediately and reach, a mile further, the village of Alftanes. Az árapály ebben a pillanatban még mindig lehetővé tette, hogy haladjunk el azonnal és egy mérföldnyire tovább érjünk Alftanes faluba. La sera, dopo aver passato a guado l’Alfa e l’Heta, due fiumi ricchi di trote e di lucci, fummo obbligati a trascorrere la notte in una catapecchia abbandonata, degna d’essere frequentata da tutti i folletti della mitologia scandinava. In the evening, after having forded the Alfa and the Heta, two rivers rich in trout and pike, we were forced to spend the night in an abandoned hut, worthy of being frequented by all the elves of Scandinavian mythology. Este, az Alfa és a Heta - két pisztrángban és csukában gazdag folyó - gázolása után kénytelenek voltunk éjszakát egy elhagyott kunyhóban tölteni, méltóan arra, hogy a skandináv mitológia összes manója gyakran látogassa őket. Sicuramente il genio del freddo vi aveva eletto il suo domicilio, e ne fece delle sue per tutta la notte. Surely the genius of the cold had elected you his domicile, and he made some of his for the whole night. Bizonyára a hideg zsenialitása választotta ottani otthonát, és egész éjszaka sajátjává tette. Il giorno seguente non presentò nessun particolare incidente. The following day he presented no particular incident. Sempre lo stesso terreno acquitrinoso, la stessa uniformità, sempre l’uguale triste aspetto. Always the same swampy ground, the same uniformity, always the same sad appearance. Mindig ugyanaz a mocsaras talaj, ugyanaz az egységesség, mindig ugyanaz a szomorú megjelenés. La sera, avevamo superata metà della distanza da percorrere, e dormivamo all’annexia di Krosolbt. In the evening, we had passed half the distance to go, and slept at Krosolbt's anxia. Este megtettük a megtett távolság felét, és a Krosolbt melléképületén aludtunk. Il 19 giugno, un terreno di lava si stese sotto i nostri piedi per circa un miglio. On June 19, a lava land stretched out beneath our feet for about a mile. Június 19-én láva föld terült el a lábunk alatt körülbelül egy mérföldnyire. Quella disposizione del suolo era chiamata nel paese hraun; la lava, alla quale si mescola in realtà anche una parte di asfalto bituminoso, rugosa alla superficie, assumeva forme di gomene ora allungate, ora arrotolate su se stesse; un’immensa colata scendeva dalle montagne vicine, vulcani attualmente spenti, ma di cui quegli avanzi dimostravano la passata violenza. That land arrangement was called in the hraun country; the lava, to which is actually mixed also a part of asphalt bituminous, wrinkled to the surface, assumed forms of elongated now elbows, now rolled up on themselves; a huge flow descended from the nearby mountains, now extinct volcanoes, but of which those remains showed past violence. Però qua e là serpeggiavano ancora alcune fumate di sorgenti calde. But here and there some meanderings of hot springs meandered around. Ci mancava il tempo per osservare quei fenomeni; bisognava andare avanti. We lacked the time to observe those phenomena; we had to move on. Presto il suolo acquitrinoso ricomparve sotto il piede delle cavalcature, interrotto qua e là da piccoli laghi. Soon the marshy ground reappeared under the foot of the mounts, interrupted here and there by small lakes. Hamarosan újra megjelent a mocsaras talaj a hegyek talpa alatt, amelyet itt-ott kis tavak szakítottak meg. La nostra direzione era allora verso Ovest: avevamo infatti aggirata la grande baia di Faxa, e la doppia cima bianca dello Sneffels si ergeva tra le nubi a meno di cinque miglia. Our direction was then to the west: we had in fact bypassed the great Faxa bay, and the double white summit of the Sneffels stood in the clouds for less than five miles. I cavalli camminavano bene: le difficoltà del terreno non li fermavano. The horses walked well: the difficulties of the terrain did not stop them. Per conto mio, cominciavo a sentirmi molto stanco, mentre mio zio era sempre sereno e arzillo come il primo giorno. On my own, I was beginning to feel very tired, while my uncle was always calm and lively as the first day. Non potevo fare a meno di ammirare tanto lui quanto il cacciatore, che considerava quella spedizione una semplice passeggiata. I could not help but admire him as much as the hunter, who considered that expedition a simple walk. Il sabato 20 giugno, alle sei di sera, raggiungemmo Budir, borgata sulla riva del mare, e la guida domandò la paga convenuta, che mio zio gli diede subito. On Saturday, June 20, at six in the evening, we reached Budir, a village on the seashore, and the guide asked for the agreed pay, which my uncle gave him immediately. La famiglia stessa di Hans, vale a dire i suoi zii e i suoi cugini, ci offrì l’ospitalità. The family itself of Hans, that is to say his uncles and his cousins, offered us hospitality. Fummo bene accolti, e io, pur senza abusare della bontà di quella brava gente, mi sarei volentieri rifatto in casa loro delle fatiche del viaggio. We were well received, and I, even without abusing the goodness of that good people, I would gladly redeem their home to the labors of the journey. Ma mio zio, che non aveva da rifarsi di nulla, non l’intendeva così, e l’indomani dovemmo inforcare di nuovo le nostre brave bestie. But my uncle, who had nothing to do with anything, did not mean it, and the next day we had to get our good beasts back. Il suolo risentiva della vicinanza della montagna, le cui radici di granito spuntavano da terra come quelle d’una vecchia quercia. The ground was affected by the proximity of the mountain, whose granite roots protruded from the ground like those of an old oak tree. Aggiravamo l’immensa base del vulcano. We went around the immense base of the volcano. A vulkán hatalmas bázisát szoknyáztuk. Il professore non lo lasciava con gli occhi, gesticolava, pareva dicesse in tono di sfida: Ecco il gigante che io sono venuto a domare! The professor did not leave him with his eyes, gesticulated, seemed to say in a tone of challenge: Here is the giant that I came to tame! Finalmente, dopo quattro ore di cammino, i cavalli si fermarono da sé alla porta del presbiterio di Stapi. Finally, after four hours of walking, the horses stopped by themselves at the Stapi presbytery door.