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Anna Karenina, Parte Prima: Capitulo XIV

Parte Prima: Capitulo XIV

Ma proprio in quel momento entrò la principessa. Quando li vide soli e sconvolti, il terrore le si espresse in viso. Levin si inchinò e non disse nulla. Kitty taceva senza alzar gli occhi. “Grazie a Dio, ha detto di no” pensò la madre, e il viso le si schiarì nel consueto sorriso col quale accoglieva gli ospiti il giovedì. Sedette e incominciò a interrogare Levin sulla sua vita in campagna. Egli sedette di nuovo in attesa degli ospiti per andarsene inavvertito.

Dopo cinque minuti entrò un'amica di Kitty che si era sposata l'inverno prima, la contessa Nordston. Era una donna secca e giallognola, con occhi neri scintillanti, malaticcia e nervosa. Voleva bene a Kitty e il suo affetto per lei, come accade sempre alle donne maritate che vogliono bene a una ragazza, si esprimeva nel desiderio di trovarle marito secondo il proprio ideale di felicità; desiderava perciò darla a Vronskij. Levin, che aveva incontrato da loro al principio dell'inverno, le era sempre riuscito antipatico. Ogni volta che lo vedeva, la sua occupazione favorita consisteva nel prenderlo in giro.

“Mi piace quando mi guarda dall'alto della sua superiorità, o interrompe la sua saggia conversazione con me, perché sono una sciocca o quando ancora si benigna di scendere fino a me. Questo mi piace: che discenda. Sono molto contenta che non mi possa sopportare” diceva di lui.

Aveva ragione, perché realmente Levin non la poteva sopportare e la disprezzava per tutto quello di cui lei andava orgogliosa e vaga: per quel suo nervosismo, per quel suo sottile spregio e per quella sua indifferenza verso tutto ciò che è comune e quotidiano.

Fra la Nordston e Levin si erano perciò venuti a stabilire quei rapporti, frequenti nel gran mondo, per cui due persone, pur rimanendo esteriormente in rapporti di cortesia, si disprezzano reciprocamente a tal punto da non riuscire non solo a trattarsi con serietà, ma da non sentirsi neppure offese l'una dall'altra.. La contessa Nordston investì subito Levin.

— Ah, Konstantin Dmitric. Siete venuto di nuovo in questa nostra depravata Babilonia — disse dandogli la sua piccola mano giallognola e ripetendo le parole dette da lui in una certa occasione al principio dell'inverno, che cioè Mosca era una Babilonia. — Che forse Babilonia si è messa sulla giusta via, o siete voi ad esservi pervertito? — soggiunse, guardando Kitty con un sorriso.

— Sono molto lusingato, contessa, che ricordiate le mie parole — rispose Levin che si era affrettato a rimettersi, entrando subito, per abitudine, nei suoi rapporti di scherzosa inimicizia con la contessa Nordston. — Evidentemente, esse hanno fatto molto effetto su di voi.

— Oh, e come! Io prendo nota di tutto. Ebbene, Kitty, hai pattinato di nuovo?

E cominciò a parlare con Kitty. Per quanto poco conveniente fosse ora per Levin andarsene, tuttavia gli era più facile compiere questa sgarberia che rimaner tutta la serata a osservare Kitty che ogni tanto lo guardava di sfuggita ed evitava di incontrare il suo sguardo. Stava per alzarsi, quando la principessa, avendo notato il suo silenzio, gli rivolse la parola:

— Vi trattenete a lungo a Mosca? Perché voi, mi pare, vi occupate degli arbitrati del consiglio distrettuale e non potete assentarvi a lungo.

— No, principessa, non mi occupo più del consiglio distrettuale — disse. — Sono venuto per pochi giorni.

“Ha qualcosa di speciale — pensò la Nordston, osservando il viso di lui serio e severo. — Chi sa perché non si ingolfa nei suoi ragionamenti. Ma io ce lo porterò. Mi piace immensamente di fargli fare la figura dello sciocco davanti a Kitty, e ci riuscirò”.

— Konstantin Dmitric — gli disse — spiegatemi, vi prego, voi sapete tutto ciò, che cosa mai significa che da noi, nel villaggio di Kaluga, i contadini e perfino le donne si son mangiati tutto quello che avevano e a noi non hanno dato proprio un bel nulla. Che significa? Voi non fate che cantar le lodi dei contadini.

In quel momento entrò nella stanza una signora e Levin si alzò.

— Perdonatemi, contessa, ma io davvero non so nulla di questo e non posso dirvene nulla — disse, e si mise a guardare un ufficiale che era entrato dopo la signora.

“Deve essere Vronskij” pensò Levin e, per convincersene, guardò Kitty. Ella aveva fatto appena in tempo a guardare Vronskij e s'era poi girata verso Levin. E da questo solo sguardo dei suoi occhi, involontariamente illuminati, Levin capì che ella amava quell'uomo, e lo capì così fermamente come se glielo avesse detto lei a parole. Ma che uomo era mai?

Adesso — fosse bene o fosse male — Levin non poteva non rimanere: doveva sapere che uomo era mai quello che lei amava.

Ci sono delle persone che, incontrando un rivale fortunato in una qualsiasi cosa, sono subito pronte a distogliere lo sguardo da tutto ciò che c'è di buono in lui e a vederne solo le manchevolezze; vi sono persone, invece, che desiderano trovare nel rivale fortunato proprio quelle qualità con le quali costui ha vinto loro, e vedono in lui, con una punta di dolore al cuore, solo le buone qualità. Levin apparteneva a queste ultime persone. Ma a lui non fu difficile trovare il lato buono e attraente di Vronskij; questo anzi gli saltò subito agli occhi. Vronskij era di statura media, ma di costituzione forte, bruno, con un viso simpatico e bello, straordinariamente calmo e deciso. Nel viso e nella persona di lui, dai capelli neri dal taglio corto e dal mento rasato di fresco fino all'uniforme ampia e nuova fiammante, tutto era semplice e nello stesso tempo elegante. Cedendo il passo alla signora che entrava, Vronskij si avvicinò alla principessa e poi a Kitty.

Nel momento in cui si avvicinò a lei, i suoi begli occhi brillarono di una particolare tenerezza e con un impercettibile sorriso felice di trionfo discreto (così parve a Levin), chinandosi con rispetto verso di lei, le tese la mano non grande, ma larga.

Dopo aver salutato tutti e dopo aver detto qualche parola, sedette senza guardare neppure una volta Levin che non staccava gli occhi da lui.

— Permettete che vi presenti — disse la principessa indicando Levin. — Konstantin Dmitric Levin. Il conte Aleksej Kirillovic Vronskij.

Vronskij si alzò e, guardando cordialmente Levin negli occhi, gli strinse la mano.

— Questo inverno dovevo pranzare con voi, mi pare — disse, sorridendo del suo semplice e aperto sorriso. — Ma voi partiste all'improvviso per la campagna. — Konstantin Dmitric disprezza e odia la città e tutti noi cittadini — disse la contessa Nordston.

— Si vede proprio che le mie parole vi hanno fatto effetto, per ricordarle tanto — disse Levin; ma pensando di averlo già detto prima, arrossì.

Vronskij guardò Levin e la contessa Nordston e sorrise.

— E voi siete sempre in campagna? — chiese. — Ci si annoia, penso, d'inverno. — No, non ci si annoia, quando si ha da fare; e poi anche a star da soli con se stessi non ci si annoia — rispose aspro Levin.

— A me piace la campagna — disse Vronskij, avendo notato, ma fingendo di non rilevare, il tono di Levin.

— Ma spero, conte, che non acconsentiate a vivere sempre in campagna — disse la contessa Nordston.

— Non so, non ho mai provato a lungo. Ho provato un sentimento strano però — soggiunse. — Non ho mai provato tanta nostalgia per la campagna, per la campagna russa con i lapti e con i muziki , come dopo aver vissuto un inverno intero a Nizza con mia madre. Nizza di per sé è noiosa e anche Napoli, Sorrento, sono belle solo per poco tempo. E proprio là ci si ricorda intensamente della Russia e in particolare della campagna russa. Esse sono quasi come...

Egli parlava rivolto a Kitty e a Levin, passando dall'una all'altro il suo tranquillo sguardo cordiale; diceva, evidentemente, quel che gli veniva in testa. Avendo notato che la contessa Nordston voleva dire qualcosa, non finì ciò che aveva cominciato e prese ad ascoltarla attentamente.

La conversazione non venne meno neppure un attimo, così che la vecchia principessa che aveva sempre di riserva, in caso fossero venuti a mancare gli argomenti, i due pezzi forti dell'istruzione classica o tecnica e del servizio militare obbligatorio, non ebbe bisogno di tirarli fuori, e la Nordston non ebbe modo di stuzzicare Levin. Levin avrebbe voluto entrare nella conversazione generale, ma non gli riusciva; e dicendo a se stesso ogni minuto: “è ora d'andar via” non se ne andava, come aspettando qualcosa. La conversazione si era orientata intanto verso i tavoli che girano e gli spiriti, e la Nordston, che credeva allo spiritismo, cominciò a raccontare i prodigi che aveva visto.

— Ah, contessa, portatemi ad ogni costo, per amor di Dio, portatemi da loro! Io non ho mai visto nulla di straordinario, pur cercandolo dappertutto — disse sorridendo Vronskij.

— Va bene, per sabato prossimo — rispose la contessa Nordston. — Ma voi, Konstantin Dmitric, ci credete? — chiese a Levin.

— Perché me lo chiedete? Sapete già la mia risposta.

— No, io voglio sentire la vostra opinione.

— La mia opinione è semplicemente questa — rispose Levin — che questi tavolini che girano dimostrano che la cosiddetta società colta non è al di sopra dei contadini. Questi credono al malocchio, alla fattura e ai sortilegi, e noi...

— Dunque, non ci credete?

— Non posso crederci, contessa.

— Ma se ho visto con i miei occhi?

— Anche le contadine raccontano di aver veduto con i loro occhi gli spiriti.

— Così voi pensate che io non dica il vero.

E rise senza allegria.

— Ma no, Maša, Konstantin Dmitric dice che non ci può credere — disse Kitty, arrossendo per Levin, e questi lo capì e, irritatosi ancor più, voleva rispondere; ma Vronskij col suo sorriso aperto, cordiale, venne subito in aiuto della conversazione che minacciava di farsi spiacevole.

— Voi non ne ammettete per nulla la possibilità? — chiese. — Perché mai? Noi ammettiamo l'esistenza dell'elettricità che pure non conosciamo; perché allora non potrebbe esistere una nuova forza ancora sconosciuta, e noi che... — Quando fu scoperta l'elettricità — interruppe pronto Levin — fu scoperto soltanto un fenomeno, e non si sapeva da che cosa derivasse e che cosa producesse; e passarono secoli prima che si pensasse alla sua applicazione. Gli spiritisti, invece, hanno cominciato dalla constatazione che i tavolini scrivono e che gli spiriti vanno loro a far visita, e solo dopo si son messi a parlare di una certa forza sconosciuta.

Vronskij ascoltava, come del resto ascoltava tutti sempre, attentamente Levin, interessandosi alle sue parole.

— Sì, ma gli spiritisti dicono: noi non sappiamo qual forza sia questa, ma è una forza, ed ecco in quali condizioni agisce. E che gli scienziati scoprano in che cosa consiste questa forza. No, io non vedo perché questa non possa essere una nuova forza, se essa...

— E perché — interruppe Levin — nel campo dell'elettricità, ogniqualvolta sfregate della resina contro della lana, si manifesta un determinato fenomeno; mentre qui non sempre si manifesta, dunque non si tratta di un fenomeno naturale. Vronskij, accorgendosi che la conversazione stava per prendere un tono troppo serio per un salotto, non replicò e, cercando di mutar argomento, sorrise allegramente e si rivolse alle signore.

— Su, proviamo subito, contessa — cominciò; ma Levin voleva finire di esporre quello che pensava.

— Io penso — continuò — che questo sistema degli spiritisti di spiegare i loro prodigi con la trovata della forza nuova, sia quanto mai infelice. Essi parlano arditamente di forza spirituale e vogliono poi sottoporre questa a un'esperienza materiale. Tutti aspettavano che egli smettesse di parlare e lui lo sentiva.

— Ma io penso che sareste un ottimo medium — disse la contessa Nordston — in voi c'è un certo che di esaltato. Levin aprì la bocca, volle dire qualcosa, arrossì e tacque.

— Su, principessina, proviamo i tavoli, per favore — disse Vronskij. — Voi permettete, principessa?

E Vronskij cominciò a cercar con gli occhi un tavolino.

Kitty si alzò dal tavolo e, nel passare accanto a Levin, i suoi occhi si incontrarono con quelli di lui. Con tutta l'anima ne aveva pena, tanto più che era lei la causa della sua infelicità. “Se mi si può perdonare, perdonatemi — diceva il suo sguardo. — Sono così felice”.

“Odio tutti, e voi e me stesso” rispondeva lo sguardo di Levin; e proprio in quel momento egli afferrò il cappello. Ma non era destino che dovesse andar via. Mentre gli altri volevano disporsi attorno al tavolino e Levin cercava di andarsene, entrò il principe e, salutate le signore, si rivolse a Levin.

— Ah — cominciò festoso — è un pezzo che sei qua? Non lo sapevo neppure. Son contento di vedervi, molto.

Il vecchio principe parlava a Levin a volte col tu, a volte col voi. Lo abbracciò e, parlando con lui, non si accorse di Vronskij che s'era alzato e aspettava tranquillamente che il principe gli rivolgesse la parola. Kitty sentiva che, dopo quello che era successo, l'espansione del padre doveva riuscire penosa a Levin. Ma notò pure con quanta freddezza suo padre rispondesse finalmente all'inchino di Vronskij, e come Vronskij guardasse il principe con affettuosa perplessità, cercando di capire come e perché si potesse essere maldisposti verso di lui. E arrossì.

— Principe, lasciateci Konstantin Dmitric, — disse la contessa Nordston. — Vogliamo fare una prova.

— Quale prova? Quella di far girare i tavolini? Su, scusatemi, signore e signori, ma per me è più divertente giocare all'anellino — disse il vecchio principe, guardando Vronskij e indovinando che era stato lui a organizzare la cosa. — Nell'anellino, ancora ancora, c'è un certo senso. Vronskij guardò con sorpresa il principe coi suoi occhi fermi e, sorridendo appena, cominciò subito a parlare con la Nordston del grande ballo della settimana seguente.

— Spero che ci verrete — disse rivolto a Kitty.

Non appena il vecchio principe si allontanò da lui, Levin uscì inosservato, riportando, quale ultima impressione della serata, il viso sorridente e felice di Kitty che rispondeva alla domanda di Vronskij a proposito del ballo.


Parte Prima: Capitulo XIV Part One: Chapter XIV Primeira parte: Capítulo XIV

Ma proprio in quel momento entrò la principessa. But just then the princess entered. Quando li vide soli e sconvolti, il terrore le si espresse in viso. When she saw them alone and distraught, terror expressed itself on her face. Levin si inchinò e non disse nulla. Kitty taceva senza alzar gli occhi. Kitty was silent without looking up. “Grazie a Dio, ha detto di no” pensò la madre, e il viso le si schiarì nel consueto sorriso col quale accoglieva gli ospiti il giovedì. "Thank God, he said no," the mother thought, and her face cleared into the usual smile with which she welcomed guests on Thursdays. Sedette e incominciò a interrogare Levin sulla sua vita in campagna. He sat down and began to question Levin about his life in the country. Egli sedette di nuovo in attesa degli ospiti per andarsene inavvertito. He sat back down to wait for the guests to leave inadvertently.

Dopo cinque minuti entrò un'amica di Kitty che si era sposata l'inverno prima, la contessa Nordston. After five minutes a friend of Kitty's who had married the winter before, Countess Nordston, entered. Era una donna secca e giallognola, con occhi neri scintillanti, malaticcia e nervosa. She was a dry, yellowish woman with sparkling black eyes, sickly and nervous. Voleva bene a Kitty e il suo affetto per lei, come accade sempre alle donne maritate che vogliono bene a una ragazza, si esprimeva nel desiderio di trovarle marito secondo il proprio ideale di felicità; desiderava perciò darla a Vronskij. He loved Kitty and his affection for her, as is always the case with married women who love a girl, was expressed in his desire to find her a husband according to his own ideal of happiness; he therefore wished to give her to Vronsky. Levin, che aveva incontrato da loro al principio dell'inverno, le era sempre riuscito antipatico. Ogni volta che lo vedeva, la sua occupazione favorita consisteva nel prenderlo in giro.

“Mi piace quando mi guarda dall'alto della sua superiorità, o interrompe la sua saggia conversazione con me, perché sono una sciocca o quando ancora si benigna di scendere fino a me. "I like it when he looks down on me from the height of his superiority, or interrupts his wise conversation with me because I am a fool or when he still benignly comes down to me. Questo mi piace: che discenda. I like this one: let it descend. Sono molto contenta che non mi possa sopportare” diceva di lui. I'm very glad he can't stand me," she said of him.

Aveva ragione, perché realmente Levin non la poteva sopportare e la disprezzava per tutto quello di cui lei andava orgogliosa e vaga: per quel suo nervosismo, per quel suo sottile spregio e per quella sua indifferenza verso tutto ciò che è comune e quotidiano. She was right, because really Levin could not stand her and despised her for everything she was proud and vague about: for that nervousness of hers, for that subtle scorn and indifference to all that is common and everyday.

Fra la Nordston e Levin si erano perciò venuti a stabilire quei rapporti, frequenti nel gran mondo, per cui due persone, pur rimanendo esteriormente in rapporti di cortesia, si disprezzano reciprocamente a tal punto da non riuscire non solo a trattarsi con serietà, ma da non sentirsi neppure offese l'una dall'altra.. Between Nordston and Levin, therefore, there had come to be established those relations, frequent in the great world, whereby two people, while remaining outwardly on courteous terms, despise each other to such an extent that they are unable not only to treat each other seriously, but not even to feel offended by each other. La contessa Nordston investì subito Levin. Countess Nordston immediately invested Levin.

— Ah, Konstantin Dmitric. Siete venuto di nuovo in questa nostra depravata Babilonia — disse dandogli la sua piccola mano giallognola e ripetendo le parole dette da lui in una certa occasione al principio dell'inverno, che cioè Mosca era una Babilonia. You have come again to this depraved Babylon of ours," she said, giving him her small yellowish hand and repeating the words he had said on a certain occasion at the beginning of the winter, that Moscow was a Babylon. — Che forse Babilonia si è messa sulla giusta via, o siete voi ad esservi pervertito? - That perhaps Babylon is set on the right path, or are you the one who has perverted? — soggiunse, guardando Kitty con un sorriso. - He sojourned, looking at Kitty with a smile.

— Sono molto lusingato, contessa, che ricordiate le mie parole — rispose Levin che si era affrettato a rimettersi, entrando subito, per abitudine, nei suoi rapporti di scherzosa inimicizia con la contessa Nordston. - I am very flattered, Countess, that you remember my words - replied Levin, who had hurried to get well, entering at once, out of habit, into his relations of playful enmity with Countess Nordston. — Evidentemente, esse hanno fatto molto effetto su di voi. - Evidently, they have had a great effect on you.

— Oh, e come! - Oh, and how! Io prendo nota di tutto. I take note of everything. Ebbene, Kitty, hai pattinato di nuovo? Well, Kitty, have you been skating again?

E cominciò a parlare con Kitty. And he began talking to Kitty. Per quanto poco conveniente fosse ora per Levin andarsene, tuttavia gli era più facile compiere questa sgarberia che rimaner tutta la serata a osservare Kitty che ogni tanto lo guardava di sfuggita ed evitava di incontrare il suo sguardo. As inconvenient as it was now for Levin to leave, nevertheless it was easier for him to accomplish this rudeness than to remain the whole evening observing Kitty who occasionally glanced at him in passing and avoided meeting his gaze. Stava per alzarsi, quando la principessa, avendo notato il suo silenzio, gli rivolse la parola: He was about to get up when the princess, having noticed his silence, addressed him:

— Vi trattenete a lungo a Mosca? - Are you staying long in Moscow? Perché voi, mi pare, vi occupate degli arbitrati del consiglio distrettuale e non potete assentarvi a lungo. Because you, it seems to me, are in charge of district council arbitrations and cannot be absent for long.

— No, principessa, non mi occupo più del consiglio distrettuale — disse. - No, princess, I no longer deal with the district council - he said. — Sono venuto per pochi giorni. - I came for a few days.

“Ha qualcosa di speciale — pensò la Nordston, osservando il viso di lui serio e severo. "There is something special about him," thought Nordston, watching his serious and stern face. — Chi sa perché non si ingolfa nei suoi ragionamenti. - Who knows why he doesn't get swamped in his reasoning. Ma io ce lo porterò. But I will take him there. Mi piace immensamente di fargli fare la figura dello sciocco davanti a Kitty, e ci riuscirò”. I enjoy immensely to make him look like a fool in front of Kitty, and I will succeed."

— Konstantin Dmitric — gli disse — spiegatemi, vi prego, voi sapete tutto ciò, che cosa mai significa che da noi, nel villaggio di Kaluga, i contadini e perfino le donne si son mangiati tutto quello che avevano e a noi non hanno dato proprio un bel nulla. - Konstantin Dmitric - he said - explain to me, please, you know all this, what does it mean that here in the village of Kaluga, the peasants and even the women ate everything they had and we have not really given a beautiful nothing. Che significa? Voi non fate che cantar le lodi dei contadini. You only sing the praises of the peasants.

In quel momento entrò nella stanza una signora e Levin si alzò. At that moment a lady entered the room and Levin stood up.

— Perdonatemi, contessa, ma io davvero non so nulla di questo e non posso dirvene nulla — disse, e si mise a guardare un ufficiale che era entrato dopo la signora. - Forgive me, Countess, but I really don't know anything about this and I can't tell you anything about it - he said, and looked at an officer who had entered after the lady.

“Deve essere Vronskij” pensò Levin e, per convincersene, guardò Kitty. "It must be Vronsky," Levin thought, and to convince himself, he looked at Kitty. Ella aveva fatto appena in tempo a guardare Vronskij e s'era poi girata verso Levin. Ella had barely made it in time to look at Vronsky and then turned to Levin. E da questo solo sguardo dei suoi occhi, involontariamente illuminati, Levin capì che ella amava quell'uomo, e lo capì così fermamente come se glielo avesse detto lei a parole. And from this one glance of her eyes, involuntarily enlightened, Levin understood that she loved this man, and understood him as firmly as if she had told him in words. Ma che uomo era mai? But what kind of man was he?

Adesso — fosse bene o fosse male — Levin non poteva non rimanere: doveva sapere che uomo era mai quello che lei amava. Now - whether it was good or bad - Levin couldn't help but stay: he had to know what man he was who she loved.

Ci sono delle persone che, incontrando un rivale fortunato in una qualsiasi cosa, sono subito pronte a distogliere lo sguardo da tutto ciò che c'è di buono in lui e a vederne solo le manchevolezze; vi sono persone, invece, che desiderano trovare nel rivale fortunato proprio quelle qualità con le quali costui ha vinto loro, e vedono in lui, con una punta di dolore al cuore, solo le buone qualità. There are some people who, on meeting a fortunate rival in any one thing, are immediately ready to look away from all that is good in him and to see only his shortcomings; there are people, on the other hand, who wish to find in the fortunate rival precisely those qualities with which he has won them, and see in him, with a pang of sorrow in their hearts, only the good qualities. Levin apparteneva a queste ultime persone. Levin belonged to the latter people. Ma a lui non fu difficile trovare il lato buono e attraente di Vronskij; questo anzi gli saltò subito agli occhi. But it was not difficult for him to find the good and attractive side of Vronsky; indeed this immediately jumped into his eyes. Vronskij era di statura media, ma di costituzione forte, bruno, con un viso simpatico e bello, straordinariamente calmo e deciso. Vronsky was of average height, but of strong constitution, dark-haired, with a sympathetic and handsome face, extraordinarily calm and assertive. Nel viso e nella persona di lui, dai capelli neri dal taglio corto e dal mento rasato di fresco fino all'uniforme ampia e nuova fiammante, tutto era semplice e nello stesso tempo elegante. In his face and person, from his short-cut black hair and freshly shaved chin to his wide, blazing new uniform, everything was simple and at the same time elegant. Cedendo il passo alla signora che entrava, Vronskij si avvicinò alla principessa e poi a Kitty. Giving way to the lady entering, Vronsky approached the princess and then Kitty.

Nel momento in cui si avvicinò a lei, i suoi begli occhi brillarono di una particolare tenerezza e con un impercettibile sorriso felice di trionfo discreto (così parve a Levin), chinandosi con rispetto verso di lei, le tese la mano non grande, ma larga. The moment he approached her, his beautiful eyes shone with a special tenderness, and with an imperceptible happy smile of discreet triumph (so it seemed to Levin), bending respectfully toward her, he held out his hand, not large, but wide.

Dopo aver salutato tutti e dopo aver detto qualche parola, sedette senza guardare neppure una volta Levin che non staccava gli occhi da lui. After greeting everyone and saying a few words, he sat down without once looking at Levin, who did not take his eyes off him.

— Permettete che vi presenti — disse la principessa indicando Levin. - Allow me to introduce you - said the princess pointing to Levin. — Konstantin Dmitric Levin. Il conte Aleksej Kirillovic Vronskij.

Vronskij si alzò e, guardando cordialmente Levin negli occhi, gli strinse la mano.

— Questo inverno dovevo pranzare con voi, mi pare — disse, sorridendo del suo semplice e aperto sorriso. - This winter I was supposed to have lunch with you, I think - he said, smiling his simple, open smile. — Ma voi partiste all'improvviso per la campagna. - But you would suddenly leave for the countryside. — Konstantin Dmitric disprezza e odia la città e tutti noi cittadini — disse la contessa Nordston. - Konstantin Dmitric despises and hates the city and all of us citizens - said Countess Nordston.

— Si vede proprio che le mie parole vi hanno fatto effetto, per ricordarle tanto — disse Levin; ma pensando di averlo già detto prima, arrossì. - You can really see that my words had an effect on you, to remember them so much - Levin said; but thinking he had said it before, he blushed.

Vronskij guardò Levin e la contessa Nordston e sorrise.

— E voi siete sempre in campagna? — chiese. — Ci si annoia, penso, d'inverno. - One gets bored, I think, in winter. — No, non ci si annoia, quando si ha da fare; e poi anche a star da soli con se stessi non ci si annoia — rispose aspro Levin. - No, you don't get bored, when you're busy; besides, being alone with yourself doesn't bore you either - Levin replied sourly.

— A me piace la campagna — disse Vronskij, avendo notato, ma fingendo di non rilevare, il tono di Levin. - I like the countryside - said Vronsky, having noticed, but pretending not to detect, Levin's tone.

— Ma spero, conte, che non acconsentiate a vivere sempre in campagna — disse la contessa Nordston. - But I hope, Count, that you will not agree to always live in the country - said Countess Nordston.

— Non so, non ho mai provato a lungo. - I don't know, I've never tried for a long time. Ho provato un sentimento strano però — soggiunse. I felt a strange feeling though - he added. — Non ho mai provato tanta nostalgia per la campagna, per la campagna russa con i lapti e con i muziki , come dopo aver vissuto un inverno intero a Nizza con mia madre. - I have never felt so much nostalgia for the countryside, for the Russian countryside with lapti and with muziki, as after living a whole winter in Nice with my mother. Nizza di per sé è noiosa e anche Napoli, Sorrento, sono belle solo per poco tempo. Nice in itself is boring, and even Naples, Sorrento, are beautiful only for a short time. E proprio là ci si ricorda intensamente della Russia e in particolare della campagna russa. And right there we are intensely reminded of Russia and in particular the Russian campaign. Esse sono quasi come... They are almost like...

Egli parlava rivolto a Kitty e a Levin, passando dall'una all'altro il suo tranquillo sguardo cordiale; diceva, evidentemente, quel che gli veniva in testa. He spoke addressed to Kitty and Levin, passing from one to the other his quiet cordial gaze; he said, evidently, what was on his mind. Avendo notato che la contessa Nordston voleva dire qualcosa, non finì ciò che aveva cominciato e prese ad ascoltarla attentamente. Having noticed that Countess Nordston wanted to say something, he did not finish what he had started and took to listening attentively.

La conversazione non venne meno neppure un attimo, così che la vecchia principessa che aveva sempre di riserva, in caso fossero venuti a mancare gli argomenti, i due pezzi forti dell'istruzione classica o tecnica e del servizio militare obbligatorio, non ebbe bisogno di tirarli fuori, e la Nordston non ebbe modo di stuzzicare Levin. The conversation did not fail even for a moment, so that the old princess who always had in reserve, in case the topics, the two strong points of classical or technical education and compulsory military service, were missing, did not need to pull them out, and Nordston had no way to tease Levin. Levin avrebbe voluto entrare nella conversazione generale, ma non gli riusciva; e dicendo a se stesso ogni minuto: “è ora d'andar via” non se ne andava, come aspettando qualcosa. Levin would have liked to enter the general conversation, but he couldn't; and saying to himself every minute, "It's time to leave," he wouldn't leave, as if waiting for something. La conversazione si era orientata intanto verso i tavoli che girano e gli spiriti, e la Nordston, che credeva allo spiritismo, cominciò a raccontare i prodigi che aveva visto. Meanwhile, the conversation had turned to spinning tables and spirits, and Nordston, who believed in spiritualism, began to recount the wonders she had seen.

— Ah, contessa, portatemi ad ogni costo, per amor di Dio, portatemi da loro! - Ah, Countess, take me at any cost, for God's sake, take me to them! Io non ho mai visto nulla di straordinario, pur cercandolo dappertutto — disse sorridendo Vronskij. I have never seen anything extraordinary, despite looking for it everywhere - Vronsky said smiling.

— Va bene, per sabato prossimo — rispose la contessa Nordston. - All right, for next Saturday - replied Countess Nordston. — Ma voi, Konstantin Dmitric, ci credete? — chiese a Levin.

— Perché me lo chiedete? Sapete già la mia risposta.

— No, io voglio sentire la vostra opinione.

— La mia opinione è semplicemente questa — rispose Levin — che questi tavolini che girano dimostrano che la cosiddetta società colta non è al di sopra dei contadini. - My opinion is simply this - replied Levin - that these little tables that turn show that the so-called cultured society is not above the peasants. Questi credono al malocchio, alla fattura e ai sortilegi, e noi... These people believe in the evil eye, invoice and spells, and we...

— Dunque, non ci credete? - So, you don't believe it?

— Non posso crederci, contessa.

— Ma se ho visto con i miei occhi? - But what if I saw with my own eyes?

— Anche le contadine raccontano di aver veduto con i loro occhi gli spiriti. - Peasant women also tell of seeing the spirits with their own eyes.

— Così voi pensate che io non dica il vero. - So you think I am not telling the truth.

E rise senza allegria. And he laughed without mirth.

— Ma no, Maša, Konstantin Dmitric dice che non ci può credere — disse Kitty, arrossendo per Levin, e questi lo capì e, irritatosi ancor più, voleva rispondere; ma Vronskij col suo sorriso aperto, cordiale, venne subito in aiuto della conversazione che minacciava di farsi spiacevole. - But no, Maša, Konstantin Dmitric says he can't believe it - said Kitty, blushing for Levin, and the latter understood this and, getting even more irritated, wanted to answer; but Vronsky with his open, friendly smile immediately came to the aid of the conversation that was threatening to become unpleasant.

— Voi non ne ammettete per nulla la possibilità? - You do not admit the possibility at all? — chiese. — Perché mai? Noi ammettiamo l'esistenza dell'elettricità che pure non conosciamo; perché allora non potrebbe esistere una nuova forza ancora sconosciuta, e noi che... We admit the existence of electricity which we also do not know about; why then could there not be a new force yet unknown, and we who... — Quando fu scoperta l'elettricità — interruppe pronto Levin — fu scoperto soltanto un fenomeno, e non si sapeva da che cosa derivasse e che cosa producesse; e passarono secoli prima che si pensasse alla sua applicazione. - When electricity was discovered," Levin interrupted promptly, "only a phenomenon was discovered, and it was not known what it derived from or what it produced; and it was centuries before any thought was given to its application. Gli spiritisti, invece, hanno cominciato dalla constatazione che i tavolini scrivono e che gli spiriti vanno loro a far visita, e solo dopo si son messi a parlare di una certa forza sconosciuta. The spiritualists, on the other hand, began with the observation that the tables write and that the spirits go to visit them, and only afterwards did they start talking about a certain unknown force.

Vronskij ascoltava, come del resto ascoltava tutti sempre, attentamente Levin, interessandosi alle sue parole. Vronsky listened, as indeed everyone always listened, attentively to Levin, taking an interest in his words.

— Sì, ma gli spiritisti dicono: noi non sappiamo qual forza sia questa, ma è una forza, ed ecco in quali condizioni agisce. E che gli scienziati scoprano in che cosa consiste questa forza. No, io non vedo perché questa non possa essere una nuova forza, se essa...

— E perché — interruppe Levin — nel campo dell'elettricità, ogniqualvolta sfregate della resina contro della lana, si manifesta un determinato fenomeno; mentre qui non sempre si manifesta, dunque non si tratta di un fenomeno naturale. - And because," Levin interrupted, "in the field of electricity, whenever you rub resin against wool, a certain phenomenon occurs; whereas here it does not always occur, so it is not a natural phenomenon. Vronskij, accorgendosi che la conversazione stava per prendere un tono troppo serio per un salotto, non replicò e, cercando di mutar argomento, sorrise allegramente e si rivolse alle signore.

— Su, proviamo subito, contessa — cominciò; ma Levin voleva finire di esporre quello che pensava.

— Io penso — continuò — che questo sistema degli spiritisti di spiegare i loro prodigi con la trovata della forza nuova, sia quanto mai infelice. Essi parlano arditamente di forza spirituale e vogliono poi sottoporre questa a un'esperienza materiale. They boldly speak of spiritual strength and then want to subject this to material experience. Tutti aspettavano che egli smettesse di parlare e lui lo sentiva.

— Ma io penso che sareste un ottimo medium — disse la contessa Nordston — in voi c'è un certo che di esaltato. Levin aprì la bocca, volle dire qualcosa, arrossì e tacque.

— Su, principessina, proviamo i tavoli, per favore — disse Vronskij. — Voi permettete, principessa?

E Vronskij cominciò a cercar con gli occhi un tavolino.

Kitty si alzò dal tavolo e, nel passare accanto a Levin, i suoi occhi si incontrarono con quelli di lui. Kitty got up from the table and, as she passed by Levin, her eyes met his. Con tutta l'anima ne aveva pena, tanto più che era lei la causa della sua infelicità. With all her soul she was sorry, especially as she was the cause of her unhappiness. “Se mi si può perdonare, perdonatemi — diceva il suo sguardo. — Sono così felice”.

“Odio tutti, e voi e me stesso” rispondeva lo sguardo di Levin; e proprio in quel momento egli afferrò il cappello. "I hate everyone, and you and myself," Levin's gaze replied; and just then he grabbed his hat. Ma non era destino che dovesse andar via. But he was not meant to go. Mentre gli altri volevano disporsi attorno al tavolino e Levin cercava di andarsene, entrò il principe e, salutate le signore, si rivolse a Levin. As the others wanted to arrange themselves around the small table and Levin tried to leave, the prince entered and, greeting the ladies, turned to Levin.

— Ah — cominciò festoso — è un pezzo che sei qua? - Ah - he began festively - have you been here for a while? Non lo sapevo neppure. Son contento di vedervi, molto.

Il vecchio principe parlava a Levin a volte col tu, a volte col voi. The old prince spoke to Levin sometimes with you, sometimes with you. Lo abbracciò e, parlando con lui, non si accorse di Vronskij che s'era alzato e aspettava tranquillamente che il principe gli rivolgesse la parola. He embraced him, and as he talked to him, he did not notice Vronsky standing up and quietly waiting for the prince to address him. Kitty sentiva che, dopo quello che era successo, l'espansione del padre doveva riuscire penosa a Levin. Kitty felt that, after what had happened, her father's expansion must have succeeded painful to Levin. Ma notò pure con quanta freddezza suo padre rispondesse finalmente all'inchino di Vronskij, e come Vronskij guardasse il principe con affettuosa perplessità, cercando di capire come e perché si potesse essere maldisposti verso di lui. But he also noticed how coldly his father finally responded to Vronsky's bow, and how Vronsky looked at the prince with affectionate puzzlement, trying to understand how and why one could be ill-disposed toward him. E arrossì. And he blushed.

— Principe, lasciateci Konstantin Dmitric, — disse la contessa Nordston. - Prince, leave us Konstantin Dmitric, - said Countess Nordston. — Vogliamo fare una prova. - We want to give it a try.

— Quale prova? Quella di far girare i tavolini? The one about spinning the tables? Su, scusatemi, signore e signori, ma per me è più divertente giocare all'anellino — disse il vecchio principe, guardando Vronskij e indovinando che era stato lui a organizzare la cosa. Come on, excuse me, ladies and gentlemen, but it's more fun for me to play the ring game--said the old prince, looking at Vronsky and guessing that he was the one who had arranged it. — Nell'anellino, ancora ancora, c'è un certo senso. - In the ring, still again, there is a certain sense. Vronskij guardò con sorpresa il principe coi suoi occhi fermi e, sorridendo appena, cominciò subito a parlare con la Nordston del grande ballo della settimana seguente. Vronsky looked with surprise at the prince with his steady eyes and, barely smiling, immediately began talking to Nordston about the great ball the following week.

— Spero che ci verrete — disse rivolto a Kitty. - I hope you will come - he said addressing Kitty.

Non appena il vecchio principe si allontanò da lui, Levin uscì inosservato, riportando, quale ultima impressione della serata, il viso sorridente e felice di Kitty che rispondeva alla domanda di Vronskij a proposito del ballo. As soon as the old prince turned away from him, Levin walked out unnoticed, bringing back, as the last impression of the evening, Kitty's smiling and happy face answering Vronsky's question about the ball.