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Pensieri & Parole, 92. Perché Sanremo è Sanremo

92. Perché Sanremo è Sanremo

Perché Sanremo è Sanremo

Arriva la fine di gennaio e si inizia a parlare di Sanremo. Del festival di Sanremo. È sulla bocca di tutti, sui social, al telegiornale. Sanremo è il festival della canzone italiana, una competizione canora trasmessa in diretta televisiva che dura 5 serate. Cinque serate lunghissime! Pensa che, in genere, inizia alle 9 di sera e finisce all'1 di notte!

Gli italiani si dividono. C'è chi se ne frega di Sanremo. Fregarsene è una parola di italiano colloquiale per dire che non ci interessa qualcosa. Ad alcuni italiani Sanremo proprio non interessa, lo trovano uno spettacolo di cattivo gusto. Se possibile, non vogliono sentirne parlare ed evitano conversazioni su questo festival. Altri, invece, amano Sanremo. Ne parlano in famiglia, scommettono sul vincitore e si preparano a fare una maratona di serate musicali sul divano, in pigiama, magari con un bel gelato o una pizza a domicilio ad accompagnare la frenesia.

Il festival di Sanremo non è solo una competizione musicale. Esiste da molti anni ed è qualcosa di rappresentativo della società italiana. Rappresenta i cambiamenti, le nuove mode, le discussioni, i dibattiti. Siccome è un evento dal vivo, in diretta tv, ogni anno succede qualcosa di imprevedibile e bizzarro. Oggi ti porto con me in un viaggio nel festival della canzone italiana e, di conseguenza, un viaggio all'indietro nei cambiamenti della società del Bel Paese.

Possiamo dire che Sanremo un po' costituisce l'identità italiana. È uno specchio di quello che siamo stati e che siamo, dei desideri della società e dei temi scottanti di un particolare periodo storico.

La prima edizione del festival è nel 1951, a gennaio. Il Festival di Sanremo nasce un po' come un tentativo turistico per portare persone a Sanremo, una città di mare che si trova in Liguria. La città era molto visitata durante l'estate, ma si svuotava d'inverno. Nasce così il Festival di Sanremo e per questo motivo si svolge d'inverno, di solito a fine gennaio o febbraio. Quell'anno vince Nilla Pizzi con una canzone che si intitola “Grazie dei fiori”. Oltre alla vincitrice avevano partecipato solamente altri due concorrenti. Questi tre si alternavano a cantare un totale di 20 canzoni inedite. Inedito significa non ancora pubblicato. In questa prima edizione non erano importanti gli interpreti, ma piuttosto le canzoni.

La prima edizione non ha comunque molto successo, è snobbata, cioè ignorata dalla stampa. Durante i primi anni il Festival è trasmesso solamente in radio e inizia ad essere trasmesso sulla Rai a partire dal 1955. Da questo momento inizia anche ad entrare con più forza nelle case degli italiani.

Nel 1958, un momento di svolta. Sale sul palco Domenico Modugno e canta Nel blu dipinto di blu.

Una canzone che tutti oggi conosciamo e che è stata cantata da molte voci e in molti stili. A quel tempo era una canzone spensierata che si distaccava dalle canzoni un po' tristi e malinconiche che avevano vinto il festival fino a quel momento. Inoltre, fino a quel momento autore della canzone e interprete erano diversi. I cantanti cantavano o interpretavano una canzone scritta da altri. Modugno, invece, è autore e interprete della canzone che presenta. Modugno canta un inno alla libertà, alla spensieratezza. E quel gesto di aprire le braccia mentre canta rimarrà per sempre nella storia della musica e della fotografia.

Immaginiamo l'atmosfera che poteva esserci in Italia alla fine degli anni Cinquanta. Dopo le sofferenze della guerra, gli italiani stavano finalmente dimenticando la paura e la fame e iniziava il boom economico. La guerra è lasciata alle spalle e si ricomincia a sognare, a pensare al futuro. Non è un caso che Nel Blu dipinto di Blu abbia avuto questo grande successo.

Questa canzone di Modugno è un esempio di quella che per molti anni è chiamata “canzonetta” all'italiana. Un tipo di musica leggera che da alcuni intellettuali italiani era considerata superficiale. Il Festival fu criticato per questo soprattutto nei primi anni.

In realtà, il Festival di Sanremo è stato negli anni anche un luogo per parlare di temi contemporanei più profondi. Come nel 1966 quando Adriano Celentano sale sul palco con una canzone che si chiama “Il ragazzo della via Gluck”. Parla di un ragazzo che lascia la campagna per andare a vivere in città. Un ragazzo come tutti gli altri che per trovare lavoro deve spostarsi e andare a vivere in città. Celentano racconta l'altra faccia del boom economico: l'emigrazione. Gli anni Sessanta, infatti, sono stati anni di profonda emigrazione interna al paese. Dalle campagne alle città, ma anche da Sud a Nord e da Est a Ovest. Migliaia di italiani si sono spostati alla ricerca di benessere e stabilità.

Lo stesso Adriano Celentano qualche anno prima, nel 1961, aveva scandalizzato il pubblico di Sanremo. Aveva fatto una cosa che non si doveva fare in quel periodo. Aveva girato la schiena al pubblico! Lo so, sembra cosa da poco oggi. Ma all'inizio degli anni Sessanta in televisione non si potevano fare certe cose, come girarsi e mostrare le spalle al pubblico. Celentano lo12 fa cantando una canzone esplosiva che fa venir voglia di ballare e saltare: 24 mila baci.

Ci sono cantanti che hanno partecipato a più edizioni del Festival, altri che come meteore sono apparsi per un'edizione e poi scomparsi, dimenticati. A vincere più festival sono stati proprio Domenico Modugno e Claudio Villa, entrambi con quattro vittorie. Una cantante come Mina, invece, che ha scritto pagine e pagine di storia della musica italiana, non ha mai vinto il festival. Nemmeno un'edizione. Anche perché dopo la delusione di non essere salita sul podio nel 1961 decide di non partecipare più al Festival come concorrente.

Alcune canzoni hanno avuto successo subito, altre sono state fortemente sottovalutate. Vasco Rossi è un cantante che oggi molti italiani considerano icona della musica rock italiana. Quando ha partecipato negli anni 80 al Festival è arrivato agli ultimi posti. “Vado al massimo” e “Vita spericolata”, le due canzoni con cui ha partecipato al Festival, sono oggi conosciute da tutti.

Oggi i cantanti si esibiscono dal vivo, cantano in diretta. Agli inizi degli anni Ottanta, però, i partecipanti cantavano in playback. Significa che facevano finta di cantare, muovevano solamente le labbra, ma la musica arrivava da una traccia registrata. Un dettaglio che Freddy Mercury non ha particolarmente apprezzato quando ha dovuto cantare in playback a Sanremo nel 1984 con i Queen. Se guardiamo il filmato dell'esibizione dei Queen possiamo osservare chiaramente che Freddy Mercury allontana il microfono dalla sua bocca mentre canta per far notare a chi guarda e ascolta che non sta realmente cantando, ma solamente interpretando. Fortunatamente le cose cambiano nel 1985 quando Claudio Baglioni si esibisce dal vivo al pianoforte. Da quel momento il playback scompare e i cantanti tornano a cantare veramente.

Come i Queen, ogni anno al Festival ci sono quelli che si chiamano superospiti, star internazionali che si esibiscono sul palco della città ligure. Nel 2001 è ospite a Sanremo Pavarotti. Il Lucianone nazionale. Luciano Pavarotti in persona. Dobbiamo pensare che in quel periodo il tenore era famoso in tutto il mondo e cantava nei teatri e nelle sale d'opera più prestigiosi. Fu un grande evento vedere un personaggio così importante a livello mondiale sul teatro del Festival di Sanremo, da sempre considerato un posto per la musica leggera. Fabio Fazio, il presentatore di quella edizione del Festival, era andato fino a New York in persona per convincere Pavarotti a partecipare al festival. Il cantante accetta, va a Sanremo e aiuta nella conduzione, ma non canta. Un vero peccato.

Abbiamo parlato di Fabio Fazio, un importante presentatore italiano. In realtà il presentatore del festival è molto importante. Siccome è un programma in diretta tv nazionale è necessaria una persona con esperienza che possa rispondere in modo adeguato agli imprevisti. Una persona che gli italiani apprezzano. E poi il presentatore è anche direttore artistico e decide un po' lo stile del programma. Ci sono stati diversi presentatori dagli anni cinquanta ad oggi. Pippo Baudo è la persona che ha condotto più edizioni del Festival. A lui segue Mike Bongiorno. Il festival di quest'anno è condotto da Amadeus come gli ultimi due Festival passati.

Negli anni non sono mancati imprevisti e colpi di scena. Tutti ricordiamo Pippo Baudo che ferma un uomo che vuole buttarsi giù dalla balconata del teatro. È il 1995 e l'uomo, disoccupato, minaccia di buttarsi in diretta tv. Una cosa simile succede nel 2014 quando due operai minacciano di buttarsi giù, anche loro dalla balconata del teatro. Sono lì per denunciare una situazione drammatica nella loro fabbrica e il fatto che non ricevono uno stipendio da molti mesi.

Un anno, mentre conduce Pippo Baudo, un signore che si faceva chiamare “cavallo pazzo” - proprio così, cavallo pazzo! - sale sul palco di sorpresa e urla che tutto è truccato. Una cosa truccata è una truffa. Secondo l'uomo tutto è già organizzato per far vincere uno specifico cantante e la competizione non è reale. Pippo Baudo allontana questo signore concitato con l'aiuto dello staff.

Poi le politiche sociali. Nel 2006 i cantanti sono andati con un fiocchetto di molti colori per appoggiare la causa dell'uguaglianza e dei diritti delle unioni omosessuali.

Un anno Loredana Bertè canta con un pancione finto, come se stesse aspettando un bambino. La questione femminile è dibattuta ogni anno. Ogni anno si parla del ruolo delle donne nel festival. I conduttori, infatti, sono stati quasi sempre uomini. Quando le donne hanno partecipato sono state co-conduttrici oppure vallette. Una valletta è una donna che parla poco, di solito molto bella, che aiuta il conduttore in cose un po' passive, dobbiamo ammettere: presentare un cantante, portare un foglio o un mazzo di fiori. Donne belle da mostrare un po' in vetrina, senza far emergere troppo la personalità. Forse, però, questo è un problema generale della televisione italiana dove le donne presentatrici sono ancora poche. Nella storia del Festival di Sanremo le conduttrici sono state solamente quattro e la direzione artistica è stata affidata a una donna solamente una volta. Anche in fatto di vincitori il gruppo degli uomini è numeroso e quello delle donne esiguo, piccolo. Dal 1951 al 2020 il festival è stato vinto da 94 uomini e solamente 34 donne. Sicuramente un aspetto da migliorare.

L'edizione del Festival del 2021 è stata un'edizione particolare, per la prima volta senza pubblico. Una platea vuota e un grande silenzio. Un festival rappresentativo della pandemia in corso con molte regole, tamponi, test. I Maneskin hanno vinto l'edizione del Festival del 2021 e quest'anno torneranno come superospiti. Non ci resta che preparare pantofole e gelato, sistemare il divano, metterci in pigiama e prepararci alla maratona Sanremo. Per oggi è tutto. Un caro saluto e ci vediamo su piccolomondoitaliano.com.


92. Perché Sanremo è Sanremo 92. Weil Sanremo Sanremo ist 92. Because Sanremo is Sanremo 92. Porque Sanremo es Sanremo 92. Parce que Sanremo est Sanremo 92. Omdat Sanremo Sanremo is

Perché Sanremo è Sanremo

Arriva la fine di gennaio e si inizia a parlare di Sanremo. Del festival di Sanremo. È sulla bocca di tutti, sui social, al telegiornale. Sanremo è il festival della canzone italiana, una competizione canora trasmessa in diretta televisiva che dura 5 serate. Cinque serate lunghissime! Pensa che, in genere, inizia alle 9 di sera e finisce all'1 di notte!

Gli italiani si dividono. C'è chi se ne frega di Sanremo. Fregarsene è una parola di italiano colloquiale per dire che non ci interessa qualcosa. Ad alcuni italiani Sanremo proprio non interessa, lo trovano uno spettacolo di cattivo gusto. Se possibile, non vogliono sentirne parlare ed evitano conversazioni su questo festival. Altri, invece, amano Sanremo. Ne parlano in famiglia, scommettono sul vincitore e si preparano a fare una maratona di serate musicali sul divano, in pigiama, magari con un bel gelato o una pizza a domicilio ad accompagnare la frenesia.

Il festival di Sanremo non è solo una competizione musicale. Esiste da molti anni ed è qualcosa di rappresentativo della società italiana. Rappresenta i cambiamenti, le nuove mode, le discussioni, i dibattiti. Siccome è un evento dal vivo, in diretta tv, ogni anno succede qualcosa di imprevedibile e bizzarro. Oggi ti porto con me in un viaggio nel festival della canzone italiana e, di conseguenza, un viaggio all'indietro nei cambiamenti della società del Bel Paese.

Possiamo dire che Sanremo un po' costituisce l'identità italiana. È uno specchio di quello che siamo stati e che siamo, dei desideri della società e dei temi scottanti di un particolare periodo storico.

La prima edizione del festival è nel 1951, a gennaio. Il Festival di Sanremo nasce un po' come un tentativo turistico per portare persone a Sanremo, una città di mare che si trova in Liguria. La città era molto visitata durante l'estate, ma si svuotava d'inverno. Nasce così il Festival di Sanremo e per questo motivo si svolge d'inverno, di solito a fine gennaio o febbraio. Quell'anno vince Nilla Pizzi con una canzone che si intitola “Grazie dei fiori”. Oltre alla vincitrice avevano partecipato solamente altri due concorrenti. Questi tre si alternavano a cantare un totale di 20 canzoni inedite. Inedito significa non ancora pubblicato. In questa prima edizione non erano importanti gli interpreti, ma piuttosto le canzoni.

La prima edizione non ha comunque molto successo, è snobbata, cioè ignorata dalla stampa. Durante i primi anni il Festival è trasmesso solamente in radio e inizia ad essere trasmesso sulla Rai a partire dal 1955. Da questo momento inizia anche ad entrare con più forza nelle case degli italiani.

Nel 1958, un momento di svolta. Sale sul palco Domenico Modugno e canta Nel blu dipinto di blu.

Una canzone che tutti oggi conosciamo e che è stata cantata da molte voci e in molti stili. A quel tempo era una canzone spensierata che si distaccava dalle canzoni un po' tristi e malinconiche che avevano vinto il festival fino a quel momento. Inoltre, fino a quel momento autore della canzone e interprete erano diversi. I cantanti cantavano o interpretavano una canzone scritta da altri. Modugno, invece, è autore e interprete della canzone che presenta. Modugno canta un inno alla libertà, alla spensieratezza. E quel gesto di aprire le braccia mentre canta rimarrà per sempre nella storia della musica e della fotografia.

Immaginiamo l'atmosfera che poteva esserci in Italia alla fine degli anni Cinquanta. Dopo le sofferenze della guerra, gli italiani stavano finalmente dimenticando la paura e la fame e iniziava il boom economico. La guerra è lasciata alle spalle e si ricomincia a sognare, a pensare al futuro. Non è un caso che Nel Blu dipinto di Blu abbia avuto questo grande successo.

Questa canzone di Modugno è un esempio di quella che per molti anni è chiamata “canzonetta” all'italiana. Un tipo di musica leggera che da alcuni intellettuali italiani era considerata superficiale. Il Festival fu criticato per questo soprattutto nei primi anni.

In realtà, il Festival di Sanremo è stato negli anni anche un luogo per parlare di temi contemporanei più profondi. Come nel 1966 quando Adriano Celentano sale sul palco con una canzone che si chiama “Il ragazzo della via Gluck”. Parla di un ragazzo che lascia la campagna per andare a vivere in città. Un ragazzo come tutti gli altri che per trovare lavoro deve spostarsi e andare a vivere in città. Celentano racconta l'altra faccia del boom economico: l'emigrazione. Gli anni Sessanta, infatti, sono stati anni di profonda emigrazione interna al paese. Dalle campagne alle città, ma anche da Sud a Nord e da Est a Ovest. Migliaia di italiani si sono spostati alla ricerca di benessere e stabilità.

Lo stesso Adriano Celentano qualche anno prima, nel 1961, aveva scandalizzato il pubblico di Sanremo. Aveva fatto una cosa che non si doveva fare in quel periodo. Aveva girato la schiena al pubblico! Lo so, sembra cosa da poco oggi. Ma all'inizio degli anni Sessanta in televisione non si potevano fare certe cose, come girarsi e mostrare le spalle al pubblico. Celentano lo12 fa cantando una canzone esplosiva che fa venir voglia di ballare e saltare: 24 mila baci.

Ci sono cantanti che hanno partecipato a più edizioni del Festival, altri che come meteore sono apparsi per un'edizione e poi scomparsi, dimenticati. A vincere più festival sono stati proprio Domenico Modugno e Claudio Villa, entrambi con quattro vittorie. Una cantante come Mina, invece, che ha scritto pagine e pagine di storia della musica italiana, non ha mai vinto il festival. Nemmeno un'edizione. Anche perché dopo la delusione di non essere salita sul podio nel 1961 decide di non partecipare più al Festival come concorrente.

Alcune canzoni hanno avuto successo subito, altre sono state fortemente sottovalutate. Vasco Rossi è un cantante che oggi molti italiani considerano icona della musica rock italiana. Quando ha partecipato negli anni 80 al Festival è arrivato agli ultimi posti. “Vado al massimo” e “Vita spericolata”, le due canzoni con cui ha partecipato al Festival, sono oggi conosciute da tutti.

Oggi i cantanti si esibiscono dal vivo, cantano in diretta. Agli inizi degli anni Ottanta, però, i partecipanti cantavano in playback. Significa che facevano finta di cantare, muovevano solamente le labbra, ma la musica arrivava da una traccia registrata. Un dettaglio che Freddy Mercury non ha particolarmente apprezzato quando ha dovuto cantare in playback a Sanremo nel 1984 con i Queen. Se guardiamo il filmato dell'esibizione dei Queen possiamo osservare chiaramente che Freddy Mercury allontana il microfono dalla sua bocca mentre canta per far notare a chi guarda e ascolta che non sta realmente cantando, ma solamente interpretando. Fortunatamente le cose cambiano nel 1985 quando Claudio Baglioni si esibisce dal vivo al pianoforte. Da quel momento il playback scompare e i cantanti tornano a cantare veramente.

Come i Queen, ogni anno al Festival ci sono quelli che si chiamano superospiti, star internazionali che si esibiscono sul palco della città ligure. Nel 2001 è ospite a Sanremo Pavarotti. Il Lucianone nazionale. Luciano Pavarotti in persona. Dobbiamo pensare che in quel periodo il tenore era famoso in tutto il mondo e cantava nei teatri e nelle sale d'opera più prestigiosi. Fu un grande evento vedere un personaggio così importante a livello mondiale sul teatro del Festival di Sanremo, da sempre considerato un posto per la musica leggera. Fabio Fazio, il presentatore di quella edizione del Festival, era andato fino a New York in persona per convincere Pavarotti a partecipare al festival. Il cantante accetta, va a Sanremo e aiuta nella conduzione, ma non canta. Un vero peccato.

Abbiamo parlato di Fabio Fazio, un importante presentatore italiano. In realtà il presentatore del festival è molto importante. Siccome è un programma in diretta tv nazionale è necessaria una persona con esperienza che possa rispondere in modo adeguato agli imprevisti. Una persona che gli italiani apprezzano. E poi il presentatore è anche direttore artistico e decide un po' lo stile del programma. Ci sono stati diversi presentatori dagli anni cinquanta ad oggi. Pippo Baudo è la persona che ha condotto più edizioni del Festival. A lui segue Mike Bongiorno. Il festival di quest'anno è condotto da Amadeus come gli ultimi due Festival passati.

Negli anni non sono mancati imprevisti e colpi di scena. Tutti ricordiamo Pippo Baudo che ferma un uomo che vuole buttarsi giù dalla balconata del teatro. È il 1995 e l'uomo, disoccupato, minaccia di buttarsi in diretta tv. Una cosa simile succede nel 2014 quando due operai minacciano di buttarsi giù, anche loro dalla balconata del teatro. Sono lì per denunciare una situazione drammatica nella loro fabbrica e il fatto che non ricevono uno stipendio da molti mesi.

Un anno, mentre conduce Pippo Baudo, un signore che si faceva chiamare “cavallo pazzo” - proprio così, cavallo pazzo! - sale sul palco di sorpresa e urla che tutto è truccato. Una cosa truccata è una truffa. Secondo l'uomo tutto è già organizzato per far vincere uno specifico cantante e la competizione non è reale. Pippo Baudo allontana questo signore concitato con l'aiuto dello staff.

Poi le politiche sociali. Nel 2006 i cantanti sono andati con un fiocchetto di molti colori per appoggiare la causa dell'uguaglianza e dei diritti delle unioni omosessuali.

Un anno Loredana Bertè canta con un pancione finto, come se stesse aspettando un bambino. La questione femminile è dibattuta ogni anno. Ogni anno si parla del ruolo delle donne nel festival. I conduttori, infatti, sono stati quasi sempre uomini. Quando le donne hanno partecipato sono state co-conduttrici oppure vallette. Una valletta è una donna che parla poco, di solito molto bella, che aiuta il conduttore in cose un po' passive, dobbiamo ammettere: presentare un cantante, portare un foglio o un mazzo di fiori. Donne belle da mostrare un po' in vetrina, senza far emergere troppo la personalità. Forse, però, questo è un problema generale della televisione italiana dove le donne presentatrici sono ancora poche. Nella storia del Festival di Sanremo le conduttrici sono state solamente quattro e la direzione artistica è stata affidata a una donna solamente una volta. Anche in fatto di vincitori il gruppo degli uomini è numeroso e quello delle donne esiguo, piccolo. Dal 1951 al 2020 il festival è stato vinto da 94 uomini e solamente 34 donne. Sicuramente un aspetto da migliorare.

L'edizione del Festival del 2021 è stata un'edizione particolare, per la prima volta senza pubblico. Una platea vuota e un grande silenzio. Un festival rappresentativo della pandemia in corso con molte regole, tamponi, test. I Maneskin hanno vinto l'edizione del Festival del 2021 e quest'anno torneranno come superospiti. Non ci resta che preparare pantofole e gelato, sistemare il divano, metterci in pigiama e prepararci alla maratona Sanremo. Per oggi è tutto. Un caro saluto e ci vediamo su piccolomondoitaliano.com.