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Pensieri & Parole, 72. La Commedia dell’Arte

72. La Commedia dell'Arte

In Italia e in altre parti del mondo è Carnevale. Quest'anno è un anno un po' particolare perché non possiamo festeggiarlo, non possiamo andare nelle strade, lanciare i coriandoli ballare e cantare in piazza. Però è comunque periodo di Carnevale, la festa del sottosopra, del capovolgimento, dell'inversione dei ruoli.

Oggi parto dal Carnevale, ma non ti parlo del Carnevale. O meglio, ti parlo di un tema che sembra carnevalesco, ma non lo è. Oggi ti parlo di teatro, ma non di teatro in generale. Oggi ti parlo di Commedia dell'Arte. Se non sai che cosa significa, apri bene le orecchie per l'episodio di oggi e lo scoprirai.

Allora, Commedia dell'Arte. Hai presente personaggi come Arlecchino o Pulcinella? Oggi le chiameremmo maschere di Carnevale. Arlecchino è un personaggio vestito di tutti i colori. È un servo, è molto povero e anche molto furbo. Il suo vestito è fatto da toppe, cioè pezzi di stoffa, di tutti i colori. Per questo è di solito un costume molto usato a Carnevale: è allegro, colorato, variopinto e vivace. In realtà, Arlecchino ha tutti questi colori addosso perché è molto povero e per questo il suo vestito è fatto da pezzi di altri vestiti.

Pulcinella, invece, è un personaggio vestito tutto di bianco, con una maschera nera a metà faccia e un cappello. È un personaggio napoletano. È pigro, ironico e chiacchierone. Ha sempre fame e farebbe di tutto per un buon piatto di maccheroni.

Forse, se sei stato o stata in un ristorante italiano con proprietari napoletani hai visto questo simbolo, una piccola statua o una fotografia.

Questi due personaggi, insieme a molti altri, fanno parte di una tradizione teatrale che nasce nel Mille e Cinquecento. È una vera e propria rivoluzione nel teatro che ha luogo in Italia e prende il nome di Commedia dell'Arte.

Ma adesso ti spiego le caratteristiche fondamentali.

Prima di tutto, nel Medioevo, prima del 1500 non c'erano attori professionisti che vivevano di teatro. Alcuni attori che poi spesso erano anche acrobati o artisti di altro tipo lavoravano nelle corti ed erano sotto la protezione di un principe o di un signore. Altri erano forse narratori che raccontavano storie durante le fiere o le feste di Carnevale.

Che cosa succede nel Cinquecento di importante?

Alcuni gruppi di persone iniziano a riunirsi in gruppi teatrali e si danno il nome di “compagnie dell'arte”. Hanno diversa provenienza sociale e vogliono vivere di teatro.

Però vivere di teatro, anche in quell'epoca, non è semplice e per questo motivo nasce uno stile di recitazione tutto particolare e commercializzabile, diciamo. Per non fare la fame, gli attori devono inventarsi qualcosa di nuovo.

Viaggiare era costoso, le compagnie si spostavano da una città a un'altra, ma rimanevano nella stessa città per qualche giorno. Dimmi, tu andresti a vedere uno spettacolo che hai già visto? Probabilmente no, a meno che tu non sia innamorato o innamorata di uno degli attori. Come fare, allora, per vendere uno stesso spettacolo più volte? Beh, si può proporre uno spettacolo nuovo ogni sera!

Gli spettacoli dovevano essere sempre nuovi e per questo era necessario improvvisare. Ma attenzione: con questo non voglio dire che gli attori inventavano completamente uno spettacolo dall'inizio alla fine. C'era uno scenario e c'era una trama, una storia di base che guidava gli attori nelle loro improvvisazioni. Un filo conduttore, diciamo in italiano. Una storia generale che guida un discorso. Ogni attore era specializzato in un personaggio solo e i personaggi tornavano in tutte le storie: Arlecchino aveva sempre caratteristiche simili e il pubblico lo conosceva. L'attore che faceva Arlecchino, lo faceva per tutta la carriera. Nel tempo accumulava un repertorio di battute, frasi, canzoni, brevi scenette comiche, monologhi che poteva usare in occasioni diverse. Per questo per gli attori della Commedia dell'Arte era così semplice improvvisare: potevano usare la loro esperienza e frasi che avevano già usato in precedenza.

Ogni personaggio aveva un costume, un dialetto, un'età e una condizione sociale. Arlecchino, ad esempio era di Bergamo, vestito con molti colori e povero.

C'erano sempre dei tipi fissi: gli innamorati, l'anziano, l'avaro, una serva furba, un servo sciocco. La parola avaro significa una persona molto attaccata ai soldi, il termine sciocco, invece, indica una persona un po' stupida.

Per questi motivi, non c'era un vero e proprio regista, ma nella Commedia dell'Arte erano importanti gli attori. Infatti, negli anni alcuni attori sono stati famosi e le persone andavano a vedere le commedie per vedere questo o quell'attore. Un po' come facciamo oggi che guardiamo un film solo perché c'è il nostro attore preferito.

Due cose interessanti sulla Commedia dell'Arte: prima di tutto gli spettacoli non erano più una cosa esclusiva dell'aristocrazia, dei più ricchi. Anche le persone meno ricche potevano comprare il biglietto e assistere agli spettacoli.

Poi, per la prima volta, le donne potevano recitare in modo professionale. In passato, anche i ruoli femminili erano interpretati da attori uomini. Nella Commedia dell'Arte le donne possono recitare. Forse una delle maschere femminili più famose è Colombina: spesso, nelle storie, è moglie o fidanzata di Arlecchino. È molto furba e anche lei lavora come serva. Ha una gonna a balze, un corpetto e un grembiule. Il grembiule è quel vestito, quel pezzo di stoffa che mettiamo sopra i nostri vestiti quando dobbiamo cucinare.

Per più di duecento anni, fino al Mille e Settecento la Commedia dell'Arte ha un successo straordinario, non solo in Italia, ma anche in Europa. Le compagnie italiane iniziano, infatti, a viaggiare in molti paesi europei.

Gli attori spesso erano anche acrobati e facevano salti e giravolte e balli. Inoltre, spesso i contenuti toccavano temi sessuali.

Proprio per questo, la Chiesa era ostile a questi spettacoli, non li approvava. Per il pubblico, invece, avevano un grande successo.

La Commedia dell'Arte vive fino al Settecento, poi le cose cambiano. La società si trasforma, il gioco delle maschere e dei personaggi sempre uguali inizia ad essere ripetitivo per il pubblico.

Alcuni registi del Settecento prendono i temi di questo spettacolo e li riformano, li cambiano. Tra tutti, molto famoso è il drammaturgo Carlo Goldoni che nasce a Venezia nel 1707. Goldoni inizia a scrivere le commedie, crea personaggi unici e con caratteristiche ripetute, non più stilizzati come era stato fino a quel momento. Crea un teatro più profondo e realistico. All'inizio gli attori non sono contenti perché sono abituati a improvvisare e lo stile di Goldoni è diverso. Ma poi il veneziano riesce a vincere le resistenze e ancora oggi le opere di Goldoni sono rappresentate nei teatri più importanti del mondo. Ma questa è un'altra storia.

Concludo oggi con una filastrocca di Gianni Rodari che parla proprio di alcuni personaggi della Commedia dell'Arte. Le maschere della Commedia dell'Arte sono davvero tante, ogni città ha la sua. Hanno accenti e vestiti diversi e sono proprio uno spettacolo per gli occhi. Se vuoi, puoi fare una ricerca e trovare la tua preferita e quella che più ti sta simpatica.

Ecco la filastrocca che si intitola: “Se comandasse Arlecchino” (è anche un buon esercizio per ripassare le ipotesi).

Se comandasse Arlecchino

il cielo sai come lo vuole?

A toppe di cento colori

cucite con un raggio di sole.

Se Gianduia diventasse

ministro dello Stato,

farebbe le case di zucchero

con le porte di cioccolato.

Se comandasse Pulcinella

la legge sarebbe questa:

a chi ha brutti pensieri

sia data una nuova testa.

La puntata di oggi finisce qui, spero di aver portato un po' di colore nella tua giornata. Voglio ringraziare con un grandissimo abbraccio virtuale le persone che hanno sostenuto questo podcast offrendomi un caffè. Sono davvero riconoscente e non ho parole per descrivere la mia gratitudine.

Grazie, grazie, grazie!

Buona settimana e parliamo presto.


72. La Commedia dell’Arte 72. Die Commedia dell'Arte 72. The Commedia dell'Arte 72. La Commedia dell'Arte 72. La Commedia dell'Arte 72. A Commedia dell'Arte 72. Коммедия дель арте

In Italia e in altre parti del mondo è Carnevale. Quest'anno è un anno un po' particolare perché non possiamo festeggiarlo, non possiamo andare nelle strade, lanciare i coriandoli ballare e cantare in piazza. Però è comunque periodo di Carnevale, la festa del sottosopra, del capovolgimento, dell'inversione dei ruoli.

Oggi parto dal Carnevale, ma non ti parlo del Carnevale. O meglio, ti parlo di un tema che sembra carnevalesco, ma non lo è. Oggi ti parlo di teatro, ma non di teatro in generale. Oggi ti parlo di Commedia dell'Arte. Se non sai che cosa significa, apri bene le orecchie per l'episodio di oggi e lo scoprirai.

Allora, Commedia dell'Arte. Hai presente personaggi come Arlecchino o Pulcinella? Oggi le chiameremmo maschere di Carnevale. Arlecchino è un personaggio vestito di tutti i colori. È un servo, è molto povero e anche molto furbo. Il suo vestito è fatto da toppe, cioè pezzi di stoffa, di tutti i colori. Per questo è di solito un costume molto usato a Carnevale: è allegro, colorato, variopinto e vivace. In realtà, Arlecchino ha tutti questi colori addosso perché è molto povero e per questo il suo vestito è fatto da pezzi di altri vestiti.

Pulcinella, invece, è un personaggio vestito tutto di bianco, con una maschera nera a metà faccia e un cappello. È un personaggio napoletano. È pigro, ironico e chiacchierone. Ha sempre fame e farebbe di tutto per un buon piatto di maccheroni.

Forse, se sei stato o stata in un ristorante italiano con proprietari napoletani hai visto questo simbolo, una piccola statua o una fotografia.

Questi due personaggi, insieme a molti altri, fanno parte di una tradizione teatrale che nasce nel Mille e Cinquecento. È una vera e propria rivoluzione nel teatro che ha luogo in Italia e prende il nome di Commedia dell'Arte.

Ma adesso ti spiego le caratteristiche fondamentali.

Prima di tutto, nel Medioevo, prima del 1500 non c'erano attori professionisti che vivevano di teatro. Alcuni attori che poi spesso erano anche acrobati o artisti di altro tipo lavoravano nelle corti ed erano sotto la protezione di un principe o di un signore. Altri erano forse narratori che raccontavano storie durante le fiere o le feste di Carnevale.

Che cosa succede nel Cinquecento di importante?

Alcuni gruppi di persone iniziano a riunirsi in gruppi teatrali e si danno il nome di “compagnie dell'arte”. Hanno diversa provenienza sociale e vogliono vivere di teatro.

Però vivere di teatro, anche in quell'epoca, non è semplice e per questo motivo nasce uno stile di recitazione tutto particolare e commercializzabile, diciamo. Per non fare la fame, gli attori devono inventarsi qualcosa di nuovo.

Viaggiare era costoso, le compagnie si spostavano da una città a un'altra, ma rimanevano nella stessa città per qualche giorno. Dimmi, tu andresti a vedere uno spettacolo che hai già visto? Probabilmente no, a meno che tu non sia innamorato o innamorata di uno degli attori. Come fare, allora, per vendere uno stesso spettacolo più volte? Beh, si può proporre uno spettacolo nuovo ogni sera!

Gli spettacoli dovevano essere sempre nuovi e per questo era necessario improvvisare. Ma attenzione: con questo non voglio dire che gli attori inventavano completamente uno spettacolo dall'inizio alla fine. C'era uno scenario e c'era una trama, una storia di base che guidava gli attori nelle loro improvvisazioni. Un filo conduttore, diciamo in italiano. Una storia generale che guida un discorso. Ogni attore era specializzato in un personaggio solo e i personaggi tornavano in tutte le storie: Arlecchino aveva sempre caratteristiche simili e il pubblico lo conosceva. L'attore che faceva Arlecchino, lo faceva per tutta la carriera. Nel tempo accumulava un repertorio di battute, frasi, canzoni, brevi scenette comiche, monologhi che poteva usare in occasioni diverse. Per questo per gli attori della Commedia dell'Arte era così semplice improvvisare: potevano usare la loro esperienza e frasi che avevano già usato in precedenza.

Ogni personaggio aveva un costume, un dialetto, un'età e una condizione sociale. Arlecchino, ad esempio era di Bergamo, vestito con molti colori e povero.

C'erano sempre dei tipi fissi: gli innamorati, l'anziano, l'avaro, una serva furba, un servo sciocco. La parola avaro significa una persona molto attaccata ai soldi, il termine sciocco, invece, indica una persona un po' stupida.

Per questi motivi, non c'era un vero e proprio regista, ma nella Commedia dell'Arte erano importanti gli attori. Infatti, negli anni alcuni attori sono stati famosi e le persone andavano a vedere le commedie per vedere questo o quell'attore. Un po' come facciamo oggi che guardiamo un film solo perché c'è il nostro attore preferito.

Due cose interessanti sulla Commedia dell'Arte: prima di tutto gli spettacoli non erano più una cosa esclusiva dell'aristocrazia, dei più ricchi. Anche le persone meno ricche potevano comprare il biglietto e assistere agli spettacoli.

Poi, per la prima volta, le donne potevano recitare in modo professionale. In passato, anche i ruoli femminili erano interpretati da attori uomini. Nella Commedia dell'Arte le donne possono recitare. Forse una delle maschere femminili più famose è Colombina: spesso, nelle storie, è moglie o fidanzata di Arlecchino. È molto furba e anche lei lavora come serva. Ha una gonna a balze, un corpetto e un grembiule. Il grembiule è quel vestito, quel pezzo di stoffa che mettiamo sopra i nostri vestiti quando dobbiamo cucinare.

Per più di duecento anni, fino al Mille e Settecento la Commedia dell'Arte ha un successo straordinario, non solo in Italia, ma anche in Europa. Le compagnie italiane iniziano, infatti, a viaggiare in molti paesi europei.

Gli attori spesso erano anche acrobati e facevano salti e giravolte e balli. Inoltre, spesso i contenuti toccavano temi sessuali.

Proprio per questo, la Chiesa era ostile a questi spettacoli, non li approvava. Per il pubblico, invece, avevano un grande successo.

La Commedia dell'Arte vive fino al Settecento, poi le cose cambiano. La società si trasforma, il gioco delle maschere e dei personaggi sempre uguali inizia ad essere ripetitivo per il pubblico.

Alcuni registi del Settecento prendono i temi di questo spettacolo e li riformano, li cambiano. Tra tutti, molto famoso è il drammaturgo Carlo Goldoni che nasce a Venezia nel 1707. Goldoni inizia a scrivere le commedie, crea personaggi unici e con caratteristiche ripetute, non più stilizzati come era stato fino a quel momento. Crea un teatro più profondo e realistico. All'inizio gli attori non sono contenti perché sono abituati a improvvisare e lo stile di Goldoni è diverso. Ma poi il veneziano riesce a vincere le resistenze e ancora oggi le opere di Goldoni sono rappresentate nei teatri più importanti del mondo. Ma questa è un'altra storia.

Concludo oggi con una filastrocca di Gianni Rodari che parla proprio di alcuni personaggi della Commedia dell'Arte. Le maschere della Commedia dell'Arte sono davvero tante, ogni città ha la sua. Hanno accenti e vestiti diversi e sono proprio uno spettacolo per gli occhi. Se vuoi, puoi fare una ricerca e trovare la tua preferita e quella che più ti sta simpatica.

Ecco la filastrocca che si intitola: “Se comandasse Arlecchino” (è anche un buon esercizio per ripassare le ipotesi).

Se comandasse Arlecchino

il cielo sai come lo vuole?

A toppe di cento colori

cucite con un raggio di sole.

Se Gianduia diventasse

ministro dello Stato,

farebbe le case di zucchero

con le porte di cioccolato.

Se comandasse Pulcinella

la legge sarebbe questa:

a chi ha brutti pensieri

sia data una nuova testa.

La puntata di oggi finisce qui, spero di aver portato un po' di colore nella tua giornata. Voglio ringraziare con un grandissimo abbraccio virtuale le persone che hanno sostenuto questo podcast offrendomi un caffè. Sono davvero riconoscente e non ho parole per descrivere la mia gratitudine.

Grazie, grazie, grazie!

Buona settimana e parliamo presto.