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Anna Karenina, Parte prima: Capitolo XVIII

Parte prima: Capitolo XVIII

Vronskij entrò nella vettura dietro al capotreno e all'ingresso dello scompartimento si fermò per cedere il passo a una signora che ne usciva.

Con l'intuito abituale dell'uomo di mondo, Vronskij ne rilevò l'appartenenza al gran mondo. Si scusò e stava per entrare, quando provò il bisogno di guardarla ancora una volta non perché era molto bella, non per quella eleganza e quella grazia modesta che apparivano da tutta la sua figura, ma perché nell'espressione piacente del viso, quando gli era passata accanto, c'era qualcosa di affettuoso e di dolce. Nel momento in cui si era voltato a guardarla, ella pure aveva girato il capo. I suoi occhi grigi, luminosi, che sembravano scuri per le sopracciglia folte, si fermarono attenti con un'espressione amichevole sul viso di lui, come se lo riconoscessero, e subito si portarono sulla folla che si avvicinava, cercando qualcuno. In questo breve sguardo Vronskij riuscì a notare una vivacità contenuta che le errava sul viso e balenava tra gli occhi lucenti e un riso appena percettibile che increspava le labbra vermiglie. Come se qualcosa di esuberante colmasse tanto il suo essere da esprimersi contro il suo volere, ora nella luce degli occhi, ora nel riso. Ella aveva deliberatamente attutito la luce degli occhi, ma questa luce, contro il suo volere, si era illuminata nel riso appena percettibile. Vronskij entrò nello scompartimento.

Sua madre, una vecchietta asciutta dai riccioli e dagli occhi neri, socchiudeva le palpebre guardando il figlio e sorrideva lieve con le labbra sottili. Alzatasi dal sedile e porgendo la borsetta alla cameriera, tese la piccola mano asciutta al figlio e, sollevandogli la testa dalla mano, lo baciò. — Hai ricevuto il telegramma?

Stai bene? Sia lodato Iddio. — Avete fatto buon viaggio?

— disse il figlio sedendosi accanto a lei e prestando involontariamente ascolto alla voce femminile che gli giungeva da dietro la porta. Egli sapeva che era la voce della signora che aveva incontrato nell'entrare. — Io non sono d'accordo con voi — diceva la voce della signora.

— È il punto di vista pietroburghese, signora.

— Non pietroburghese, ma semplicemente femminile — rispondeva lei.

— Permettetemi di baciare la vostra piccola mano.

— A rivederci, Ivan Petrovic.

E guardate se mio fratello è qui, e mandatemelo — disse la signora proprio sulla porta, ed entrò di nuovo nello scompartimento. — Ebbene, avete trovato vostro fratello?

— disse la Vronskaja rivolgendosi alla signora. Vronskij allora si ricordò che era la Karenina.

— Vostro fratello è qui — disse alzandosi in piedi.

— Perdonatemi, non vi ho riconosciuto; ma già, la nostra conoscenza è stata così breve — disse Vronskij inchinandosi — che probabilmente voi non vi ricordate di me. — Oh, no — disse lei — vi avrei riconosciuto, perché con vostra madre, per tutto il viaggio, mi pare, abbiamo parlato soltanto di voi — disse, permettendo infine a quella vivacità che le urgeva di esprimersi nel riso.

— Ma com'è che mio fratello non viene? — Va' a chiamarlo, Alëša — disse la vecchia contessa.

Vronskij uscì sulla piattaforma e gridò:

— Oblonskij, qui!

Ma la Karenina non aspettò che il fratello si avvicinasse e, non appena lo vide, col suo passo leggero e deciso scese subito dalla vettura.

E non appena il fratello le fu dappresso, con un movimento che stupì Vronskij per la grazia e la prontezza, circondò con il braccio sinistro il collo di Oblonskij, l'attirò a sé con mossa rapida e lo baciò forte. Vronskij, senza staccare gli occhi da lei, l'osservava e, senza saper lui stesso perché, sorrideva.

Ma, ricordatosi che la madre aspettava, montò in vettura. — Non è vero che è molto carina?

— disse la contessa. — Il marito l'ha fatta sedere qui accanto a me e io ne sono stata molto contenta. Abbiamo parlato tutto il viaggio. E ora, su, a te, mi si dice... vous filez le parfait amour. Tant mieux, mon cher, tant mieux . — Io non so a che cosa alludiate, maman — rispose freddo il figlio.

— Dunque, maman , andiamo. La Karenina entrò di nuovo nello scompartimento per salutare la contessa.

— Ed eccoci qua, contessa; voi avete trovato vostro figlio e io mio fratello — disse gaia.

— E così tutte le mie storie si sono esaurite; forse più avanti non ci sarebbe stato più nulla da raccontare. — Eh, no — disse la contessa prendendole una mano — io con voi farei il giro del mondo e non mi annoierei mai.

Voi siete una di quelle donne gentili con le quali è piacevole parlare e tacere. E non vi preoccupate di vostro figlio, vi prego; è impossibile non separarsene mai. La Karenina stava immobile, mantenendosi ben dritta e i suoi occhi ridevano.

— Anna Arkad'evna — disse la contessa spiegando al figlio — ha un bimbo di otto anni, mi pare, e non s'è mai staccata da lui, e ora si tormenta d'averlo lasciato.

— Già, con la contessa abbiamo parlato tutto il tempo io del mio e lei del suo figliuolo... — disse la Karenina e di nuovo il riso le illuminò il volto, un riso carezzevole che riguardava lui.

— Probabilmente questo vi avrà annoiato — disse lui afferrando al volo la pallina di civetteria ch'ella gli aveva lanciato.

Ma ella evidentemente non voleva proseguire la conversazione su questo tono e si rivolse alla vecchia contessa. — Vi ringrazio molto.

Non mi sono neppure accorta come ho passato la giornata di ieri. A rivederci, contessa. — Addio, mia piccola amica — rispose la contessa.

— Fatemi baciare il vostro bel visino. Vi dico così, semplicemente, da vecchia, che sono innamorata di voi. Per quanto usuale fosse questa frase la Karenina evidentemente ci credette di cuore, e se ne rallegrò.

Arrossì, si chinò leggermente porgendo il viso alle labbra della contessa, si raddrizzò, e sempre con quel riso che le balenava fra le labbra e gli occhi, dette la mano a Vronskij. Egli strinse la piccola mano offertagli e si rallegrò come di una cosa particolare per quella stretta energica con la quale ella scosse ardita e forte la sua mano. Ella uscì col passo svelto che portava con così strana leggerezza il corpo assai pieno. — È molto carina — disse la vecchia signora.

La stessa cosa pensava il figlio.

Egli accompagnò con lo sguardo la graziosa figura finché non sparve e il sorriso gli rimase sul volto. Dal finestrino la vide accostarsi al fratello, mettergli una mano sul braccio e cominciare a parlargli con animazione di qualcosa che evidentemente non aveva nulla in comune con lui, Vronskij, e questo gli dette fastidio. — E allora, maman , state proprio bene?

— ripeté lui volgendosi alla madre. — Bene, benissimo.

Alexandre è stato molto gentile. E Marie è diventata bella. È molto interessante. E prese a raccontare quello che più di tutto le interessava: il battesimo del nipote per cui era andata a Pietroburgo, e la particolare benevolenza dello zar verso il figlio maggiore.

— Ecco anche Lavrentij — disse Vronskij guardando dal finestrino.

— Ora andiamo, se non vi spiace. Il vecchio maggiordomo che aveva viaggiato con la contessa venne a dire che tutto era pronto e la contessa si alzò per andare.

— Andiamo, ora c'è poca gente — disse Vronskij.

La cameriera afferrò una sacca e il cagnolino, il maggiordomo e un facchino presero le valigie.

Vronskij offrì il braccio alla madre; ma mentre uscivano dalla vettura, a un tratto alcune persone dal viso spaventato passarono vicino correndo. Passò anche il capostazione col berretto dal colore vivace. Doveva essere successo qualcosa d'eccezionale. La gente del treno correva in senso inverso. — Cos'è?

Cos'è?

S'è gettato sotto! L'ha schiacciato!... — si sentiva dire fra quelli che passavano. Stepan Arkad'ic e la sorella ch'egli aveva al braccio, anche loro coi visi spaventati, tornarono indietro e si fermarono accanto alla vettura.

Le signore vi salirono, mentre Vronskij e Stepan Arkad'ic seguirono la folla per informarsi dei particolari della disgrazia.

Un guardiano, forse ubriaco o forse troppo imbacuccato per il gran gelo, non aveva sentito il treno che retrocedeva ed era rimasto schiacciato.

Ancor prima che Vronskij e Oblonskij fossero tornati, le signore avevano saputo tutti i particolari dal maggiordomo.

Oblonskij e Vronskij avevano tutti e due visto il corpo deformato.

Oblonskij soffriva visibilmente. Corrugava la fronte e sembrava stesse per piangere. — Ah, che orrore!

Oh, Anna, se avessi visto! Ah, che orrore!

— esclamava. Vronskij taceva e il suo bel viso era serio, ma perfettamente tranquillo.

— Ah, se aveste visto, contessa — diceva Stepan Arkad'ic.

— E la moglie è qui... È uno strazio a vederla. S'è gettata sul corpo. Dicono che era lui solo a dar da mangiare a una famiglia enorme. Che orrore! — Non si può fare qualcosa per lei?

— disse la Karenina con un bisbiglio agitato. Vronskij la guardò e uscì dallo scompartimento.

— Vengo subito, maman — aggiunse, voltandosi indietro sulla porta.

Quando rientrò, dopo pochi minuti, Stepan Arkad'ic parlava già con la contessa di una nuova cantante, ma la contessa guardava impaziente verso la porta in attesa del figlio.

— Ora andiamo — disse Vronskij entrando.

Uscirono insieme.

Vronskij andava avanti con la madre. Dietro venivano la Karenina e il fratello. All'uscita, raggiuntolo, il capostazione si avvicinò a Vronskij. — Voi avete consegnato duecento rubli al mio aiutante.

Vogliate precisare a chi li destinate. — Alla vedova — disse Vronskij alzando le spalle.

— Non capisco che bisogno ci sia di chiederlo. — Li avete dati voi?

— gridò da dietro Oblonskij e, stretto il braccio alla sorella, aggiunse: — Che caro, che caro! Non è vero che è un gran bravo ragazzo? I miei rispetti contessa. E lui e la sorella si fermarono alla ricerca della cameriera.

Quando uscirono, la carrozza dei Vronskij era già andata via.

Le persone che entravano parlavano ancora fra di loro di quello che era accaduto. — Ecco una morte terribile!

— diceva un signore passando accanto. — Dicono che sia stato fatto in due pezzi. — Io penso invece che sia la migliore: in un attimo — osservò un altro.

— Ma come, non prendono delle misure di sicurezza?

— diceva un terzo. La Karenina sedette nella carrozza e Stepan Arkad'ic si accorse con sorpresa che le labbra le tremavano e che a stento tratteneva le lacrime.

— Che c'è, Anna?

— chiese quando si furono allontanati di un centinaio di sazeni . — Un cattivo presagio — disse lei.

— Sciocchezze!

— disse Stepan Arkad'ic.

— Tu sei arrivata, questo è l'importante. Tu non puoi immaginare come io speri in te. — È molto che conosci Vronskij?

— chiese lei. — Sì, forse lo sai, noi speriamo che sposi Kitty.

— Sì?

— disse piano Anna. — Suvvia, dimmi ora di te — aggiunse, scotendo la testa come per scacciar via materialmente qualcosa di superfluo e di fastidioso. — Dimmi delle tue cose. Ho avuto la lettera ed eccomi qua. — Sì, ogni speranza è in te — disse Stepan Arkad'ic.

— Su, raccontami tutto.

E Stepan Arkad'ic prese a raccontare.

Giunti a casa, Oblonskij fece scendere la sorella, sospirò, le dette la mano e si diresse in ufficio.


Parte prima: Capitolo XVIII Part One: Chapter XVIII Primeira parte: Capítulo XVIII

Vronskij entrò nella vettura dietro al capotreno e all’ingresso dello scompartimento si fermò per cedere il passo a una signora che ne usciva. Vronsky entered the car behind the train conductor and at the entrance to the compartment stopped to give way to a lady coming out.

Con l’intuito abituale dell’uomo di mondo, Vronskij ne rilevò l’appartenenza al gran mondo. With the usual insight of the man of the world, Vronsky detected its membership in the great world. Si scusò e stava per entrare, quando provò il bisogno di guardarla ancora una volta non perché era molto bella, non per quella eleganza e quella grazia modesta che apparivano da tutta la sua figura, ma perché nell’espressione piacente del viso, quando gli era passata accanto, c’era qualcosa di affettuoso e di dolce. He excused himself and was about to enter, when he felt the need to look at her once more, not because she was very beautiful, not because of that elegance and modest grace that appeared from her whole figure, but because in the pleasing expression of her face when she had passed by him, there was something affectionate and sweet. Nel momento in cui si era voltato a guardarla, ella pure aveva girato il capo. The moment he had turned to look at her, she too had turned her head. I suoi occhi grigi, luminosi, che sembravano scuri per le sopracciglia folte, si fermarono attenti con un’espressione amichevole sul viso di lui, come se lo riconoscessero, e subito si portarono sulla folla che si avvicinava, cercando qualcuno. Her bright gray eyes, which looked dark from her thick eyebrows, paused attentively with a friendly expression on his face, as if they recognized him, and immediately took in the approaching crowd, looking for someone. In questo breve sguardo Vronskij riuscì a notare una vivacità contenuta che le errava sul viso e balenava tra gli occhi lucenti e un riso appena percettibile che increspava le labbra vermiglie. In this brief glance Vronsky was able to notice a restrained vivacity wandering across her face and flashing between her shining eyes and a barely perceptible laugh rippling her vermilion lips. Come se qualcosa di esuberante colmasse tanto il suo essere da esprimersi contro il suo volere, ora nella luce degli occhi, ora nel riso. As if something exuberant filled his being so much that it expressed itself against his will, now in the light of his eyes, now in laughter. Ella aveva deliberatamente attutito la luce degli occhi, ma questa luce, contro il suo volere, si era illuminata nel riso appena percettibile. She had deliberately dimmed the light in her eyes, but this light, against her will, had brightened into barely perceptible laughter. Vronskij entrò nello scompartimento. Vronsky entered the compartment.

Sua madre, una vecchietta asciutta dai riccioli e dagli occhi neri, socchiudeva le palpebre guardando il figlio e sorrideva lieve con le labbra sottili. His mother, a dry old woman with curls and black eyes, squinted as she looked at her son and smiled faintly with thin lips. Alzatasi dal sedile e porgendo la borsetta alla cameriera, tese la piccola mano asciutta al figlio e, sollevandogli la testa dalla mano, lo baciò. Rising from her seat and handing her purse to the maid, she held out her small dry hand to her son and, lifting her head from her hand, kissed him. — Hai ricevuto il telegramma?

Stai bene? Sia lodato Iddio. Praise be to God. — Avete fatto buon viaggio?

— disse il figlio sedendosi accanto a lei e prestando involontariamente ascolto alla voce femminile che gli giungeva da dietro la porta. - said the son as he sat down next to her and involuntarily paid heed to the female voice coming to him from behind the door. Egli sapeva che era la voce della signora che aveva incontrato nell’entrare. He knew it was the voice of the lady he had met in entering. — Io non sono d’accordo con voi — diceva la voce della signora.

— È il punto di vista pietroburghese, signora.

— Non pietroburghese, ma semplicemente femminile — rispondeva lei.

— Permettetemi di baciare la vostra piccola mano.

— A rivederci, Ivan Petrovic.

E guardate se mio fratello è qui, e mandatemelo — disse la signora proprio sulla porta, ed entrò di nuovo nello scompartimento. And see if my brother is here, and send him to me - said the lady right at the door, and entered the compartment again. — Ebbene, avete trovato vostro fratello? - Well, have you found your brother?

— disse la Vronskaja rivolgendosi alla signora. - Vronskaya said, turning to the lady. Vronskij allora si ricordò che era la Karenina. Vronsky then remembered that she was Karenina.

— Vostro fratello è qui — disse alzandosi in piedi.

— Perdonatemi, non vi ho riconosciuto; ma già, la nostra conoscenza è stata così breve — disse Vronskij inchinandosi — che probabilmente voi non vi ricordate di me. - Forgive me, I did not recognize you; but already, our acquaintance was so brief," Vronsky said, bowing, "that you probably do not remember me. — Oh, no — disse lei — vi avrei riconosciuto, perché con vostra madre, per tutto il viaggio, mi pare, abbiamo parlato soltanto di voi — disse, permettendo infine a quella vivacità che le urgeva di esprimersi nel riso. - Oh, no," she said, "I would have recognized you, because with your mother, for the whole trip, it seems to me, we only talked about you," she said, finally allowing the vivacity that urged her to express itself in laughter.

— Ma com’è che mio fratello non viene? — Va' a chiamarlo, Alëša — disse la vecchia contessa. - Go get him, Alyosha - said the old countess.

Vronskij uscì sulla piattaforma e gridò:

— Oblonskij, qui!

Ma la Karenina non aspettò che il fratello si avvicinasse e, non appena lo vide, col suo passo leggero e deciso scese subito dalla vettura. But Karenina did not wait for her brother to approach, and as soon as she saw him, with her light, determined step she immediately got out of the car.

E non appena il fratello le fu dappresso, con un movimento che stupì Vronskij per la grazia e la prontezza, circondò con il braccio sinistro il collo di Oblonskij, l’attirò a sé con mossa rapida e lo baciò forte. And as soon as her brother was close to her, with a movement that amazed Vronsky in grace and readiness, she encircled Oblonsky's neck with her left arm, drew him to her with a quick move and kissed him hard. Vronskij, senza staccare gli occhi da lei, l’osservava e, senza saper lui stesso perché, sorrideva. Vronsky, without taking his eyes off her, watched her and, without knowing himself why, smiled.

Ma, ricordatosi che la madre aspettava, montò in vettura. But, remembering that his mother was waiting, he mounted the car. — Non è vero che è molto carina?

— disse la contessa. — Il marito l’ha fatta sedere qui accanto a me e io ne sono stata molto contenta. Abbiamo parlato tutto il viaggio. E ora, su, a te, mi si dice... vous filez le parfait amour. And now, up, to you, I'm told, vous filez le parfait amour. Tant mieux, mon cher, tant mieux . — Io non so a che cosa alludiate, maman — rispose freddo il figlio. - I do not know what you allude to, maman - replied the son coldly.

— Dunque, maman , andiamo. La Karenina entrò di nuovo nello scompartimento per salutare la contessa.

— Ed eccoci qua, contessa; voi avete trovato vostro figlio e io mio fratello — disse gaia.

— E così tutte le mie storie si sono esaurite; forse più avanti non ci sarebbe stato più nulla da raccontare. — Eh, no — disse la contessa prendendole una mano — io con voi farei il giro del mondo e non mi annoierei mai.

Voi siete una di quelle donne gentili con le quali è piacevole parlare e tacere. E non vi preoccupate di vostro figlio, vi prego; è impossibile non separarsene mai. La Karenina stava immobile, mantenendosi ben dritta e i suoi occhi ridevano.

— Anna Arkad’evna — disse la contessa spiegando al figlio — ha un bimbo di otto anni, mi pare, e non s’è mai staccata da lui, e ora si tormenta d’averlo lasciato.

— Già, con la contessa abbiamo parlato tutto il tempo io del mio e lei del suo figliuolo... — disse la Karenina e di nuovo il riso le illuminò il volto, un riso carezzevole che riguardava lui.

— Probabilmente questo vi avrà annoiato — disse lui afferrando al volo la pallina di civetteria ch’ella gli aveva lanciato.

Ma ella evidentemente non voleva proseguire la conversazione su questo tono e si rivolse alla vecchia contessa. — Vi ringrazio molto.

Non mi sono neppure accorta come ho passato la giornata di ieri. A rivederci, contessa. — Addio, mia piccola amica — rispose la contessa.

— Fatemi baciare il vostro bel visino. Vi dico così, semplicemente, da vecchia, che sono innamorata di voi. Per quanto usuale fosse questa frase la Karenina evidentemente ci credette di cuore, e se ne rallegrò.

Arrossì, si chinò leggermente porgendo il viso alle labbra della contessa, si raddrizzò, e sempre con quel riso che le balenava fra le labbra e gli occhi, dette la mano a Vronskij. Egli strinse la piccola mano offertagli e si rallegrò come di una cosa particolare per quella stretta energica con la quale ella scosse ardita e forte la sua mano. Ella uscì col passo svelto che portava con così strana leggerezza il corpo assai pieno. — È molto carina — disse la vecchia signora.

La stessa cosa pensava il figlio.

Egli accompagnò con lo sguardo la graziosa figura finché non sparve e il sorriso gli rimase sul volto. Dal finestrino la vide accostarsi al fratello, mettergli una mano sul braccio e cominciare a parlargli con animazione di qualcosa che evidentemente non aveva nulla in comune con lui, Vronskij, e questo gli dette fastidio. — E allora, maman , state proprio bene?

— ripeté lui volgendosi alla madre. — Bene, benissimo.

Alexandre è stato molto gentile. E Marie è diventata bella. È molto interessante. E prese a raccontare quello che più di tutto le interessava: il battesimo del nipote per cui era andata a Pietroburgo, e la particolare benevolenza dello zar verso il figlio maggiore.

— Ecco anche Lavrentij — disse Vronskij guardando dal finestrino. - Here is also Lavrentij - said Vronsky looking out of the window.

— Ora andiamo, se non vi spiace. Il vecchio maggiordomo che aveva viaggiato con la contessa venne a dire che tutto era pronto e la contessa si alzò per andare.

— Andiamo, ora c’è poca gente — disse Vronskij.

La cameriera afferrò una sacca e il cagnolino, il maggiordomo e un facchino presero le valigie.

Vronskij offrì il braccio alla madre; ma mentre uscivano dalla vettura, a un tratto alcune persone dal viso spaventato passarono vicino correndo. Passò anche il capostazione col berretto dal colore vivace. Doveva essere successo qualcosa d’eccezionale. La gente del treno correva in senso inverso. — Cos’è?

Cos’è?

S’è gettato sotto! L’ha schiacciato!... — si sentiva dire fra quelli che passavano. Stepan Arkad’ic e la sorella ch’egli aveva al braccio, anche loro coi visi spaventati, tornarono indietro e si fermarono accanto alla vettura.

Le signore vi salirono, mentre Vronskij e Stepan Arkad’ic seguirono la folla per informarsi dei particolari della disgrazia.

Un guardiano, forse ubriaco o forse troppo imbacuccato per il gran gelo, non aveva sentito il treno che retrocedeva ed era rimasto schiacciato. A watchman, perhaps drunk or perhaps too bundled up because of the severe frost, had not heard the train rear-ending and was crushed.

Ancor prima che Vronskij e Oblonskij fossero tornati, le signore avevano saputo tutti i particolari dal maggiordomo.

Oblonskij e Vronskij avevano tutti e due visto il corpo deformato.

Oblonskij soffriva visibilmente. Corrugava la fronte e sembrava stesse per piangere. — Ah, che orrore!

Oh, Anna, se avessi visto! Ah, che orrore!

— esclamava. Vronskij taceva e il suo bel viso era serio, ma perfettamente tranquillo.

— Ah, se aveste visto, contessa — diceva Stepan Arkad’ic.

— E la moglie è qui... È uno strazio a vederla. S’è gettata sul corpo. Dicono che era lui solo a dar da mangiare a una famiglia enorme. Che orrore! — Non si può fare qualcosa per lei?

— disse la Karenina con un bisbiglio agitato. Vronskij la guardò e uscì dallo scompartimento.

— Vengo subito, maman — aggiunse, voltandosi indietro sulla porta.

Quando rientrò, dopo pochi minuti, Stepan Arkad’ic parlava già con la contessa di una nuova cantante, ma la contessa guardava impaziente verso la porta in attesa del figlio. When he returned a few minutes later, Stepan Arkad'ic was already talking to the countess about a new singer, but the countess was looking impatiently toward the door waiting for her son.

— Ora andiamo — disse Vronskij entrando.

Uscirono insieme. They went out together.

Vronskij andava avanti con la madre. Vronsky was going on with his mother. Dietro venivano la Karenina e il fratello. Behind came Karenina and her brother. All’uscita, raggiuntolo, il capostazione si avvicinò a Vronskij. On the way out, catching up with him, the stationmaster approached Vronsky. — Voi avete consegnato duecento rubli al mio aiutante. - You delivered two hundred rubles to my aide.

Vogliate precisare a chi li destinate. Please specify to whom you intend them. — Alla vedova — disse Vronskij alzando le spalle.

— Non capisco che bisogno ci sia di chiederlo. - I don't understand the need to ask. — Li avete dati voi? - Did you give them?

— gridò da dietro Oblonskij e, stretto il braccio alla sorella, aggiunse: — Che caro, che caro! - shouted from behind Oblonsky and, clutching his sister's arm, added: - How dear, how dear! Non è vero che è un gran bravo ragazzo? Isn't it true that he is a great guy? I miei rispetti contessa. My respects countess. E lui e la sorella si fermarono alla ricerca della cameriera. And he and his sister stopped in search of the maid.

Quando uscirono, la carrozza dei Vronskij era già andata via.

Le persone che entravano parlavano ancora fra di loro di quello che era accaduto. People coming in were still talking among themselves about what had happened. — Ecco una morte terribile! - Here is a terrible death!

— diceva un signore passando accanto. - said a gentleman passing by. — Dicono che sia stato fatto in due pezzi. - They say it was made in two pieces. — Io penso invece che sia la migliore: in un attimo — osservò un altro. - I, on the other hand, think it's the best: in a pinch - observed another.

— Ma come, non prendono delle misure di sicurezza? - But how, don't they take security measures?

— diceva un terzo. - said a third. La Karenina sedette nella carrozza e Stepan Arkad’ic si accorse con sorpresa che le labbra le tremavano e che a stento tratteneva le lacrime. Karenina sat in the carriage and Stepan Arkad'ic noticed with surprise that her lips were trembling and she could hardly hold back her tears.

— Che c’è, Anna?

— chiese quando si furono allontanati di un centinaio di sazeni . - He asked when they had gone about a hundred Sazeni . — Un cattivo presagio — disse lei.

— Sciocchezze!

— disse Stepan Arkad’ic.

— Tu sei arrivata, questo è l’importante. Tu non puoi immaginare come io speri in te. You cannot imagine how I hope for you. — È molto che conosci Vronskij? - How long have you known Vronsky?

— chiese lei. — Sì, forse lo sai, noi speriamo che sposi Kitty. - Yes, maybe you know, we hope he marries Kitty.

— Sì?

— disse piano Anna. - Anna said softly. — Suvvia, dimmi ora di te — aggiunse, scotendo la testa come per scacciar via materialmente qualcosa di superfluo e di fastidioso. - Come on, tell me now about yourself - he added, shaking his head as if to materially chase away something superfluous and annoying. — Dimmi delle tue cose. - Tell me about your stuff. Ho avuto la lettera ed eccomi qua. I got the letter and here I am. — Sì, ogni speranza è in te — disse Stepan Arkad’ic. - Yes, all hope is in you - said Stepan Arkad'ic.

— Su, raccontami tutto. - Come on, tell me all about it.

E Stepan Arkad’ic prese a raccontare. And Stepan Arkad'ic took up the story.

Giunti a casa, Oblonskij fece scendere la sorella, sospirò, le dette la mano e si diresse in ufficio. When they reached home, Oblonsky dropped his sister off, sighed, shook her hand and headed for the office.